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  • Writer's pictureEliane Brum

Guardare il vertice dalla terra

Updated: Nov 15, 2021

La COP26 avrà successo solo se i negoziatori sentiranno l'odore del sangue e delle ceneri di un'Amazzonia vicina alla sua fine

Di Eliane Brum*, El Pais 03.11.2021 (traduzione di Carlinho Utopia)

L'attivista Bel Juruna richiama l'attenzione del rappresentante della società mineraria canadese Belo Sun nel marzo del 2017 | foto: Lilo Clareto
L'attivista Bel Juruna richiama l'attenzione del rappresentante della società mineraria canadese Belo Sun nel marzo del 2017 | foto: Lilo Clareto

È curioso osservare l'inizio del vertice sul clima di Glasgow da terra. Vivo vicino a una delle regioni più ricche di biodiversità dell'Amazzonia e la diga idroelettrica di Belo Monte (per approfondire guarda il video e leggi gli articoli linkati a fine pagina), definita la quarta più grande del mondo, la sta prosciugando. La Volta Grande dello Xingu ospita specie endemiche, popolazioni indigene, comunità fluviali e contadini agro-ecologici. Norte Energia, la compagnia proprietaria della diga idroelettrica, controlla parte dell'acqua di uno dei più grandi fiumi dell'Amazzonia. E ha deciso che un pezzo di foresta può morire.


In questa stessa curva di 120 chilometri di biodiversità, una compagnia mineraria del paese del buon Justin Trudeau, la canadese Belo Sun Mining, sta spingendo per costruire quella che chiama "la più grande miniera d'oro a cielo aperto" del Brasile. Chiunque abbia visto la tipica immagine da cartolina di Rio de Janeiro, che mostra una montagna, che noi chiamiamo Pan di Zucchero, circondata da un paesaggio paradisiaco, deve sapere che i cumuli di rifiuti tossici che Belo Sun si lascerà alle spalle saranno il doppio del Pan di Zucchero. Queste montagne di materiale chimicamente attivo si depositeranno su di una faglia geologica.


Un'analisi indipendente di Steven H. Emerman, uno dei più rispettati specialisti sugli impatti di questo tipo di progetti, ha dimostrato che se la diga dei residui dovesse rompersi, inonderebbe immediatamente 41 chilometri, spazzando via la terra indigena del popolo Arara, e, nel peggiore dei casi, coprirebbe 98 chilometri del fiume Xingu. I rifiuti tossici, contenenti antimonio, cianuro e mercurio, si riverserebbero poi nel Rio delle Amazzoni e nell'Oceano Atlantico.


Mentre si svolge il COP26, i leader indigeni della Volta Grande dello Xingú vengono cooptati dalla Belo Sun Mining, le comunità fluviali vivono una crisi umanitaria dovuta alla fame perché la regione si sta prosciugando e i pescatori non possono più pescare, e il principale leader contadino della regione, Erasmo Theofilo, si nasconde con la sua famiglia per non essere assassinato dai grileiros (land grabbers, ladri di terre pubbliche, ndt.), altro vettore di distruzione dell'Amazzonia.


Questo mese, l'ente federale per l'ambiente, attualmente agli ordini di Jair Bolsonaro, deciderà se rinnovare la licenza di funzionamento della diga idroelettrica di Belo Monte. È facile indovinare quale sarà la decisione, nonostante l'ecocidio in corso. La miniera d'oro della canadese Belo Sun Mining dipende dalla decisione del governatore dello stato del Pará, Helder Barbalho, che sta facendo il giro della COP26 cercando di convincere gli investitori internazionali che è un governante "verde".


È un buon momento per i giornalisti per chiedergli della Volta Grande dello Xingu. È anche un buon momento per chiedere a Trudeau spiegazioni sulle azioni predatorie delle imprese canadesi in Amazzonia e in altre aree naturali del pianeta. Ci sono diversi leader indigeni della foresta a Glasgow pronti a testimoniare. Il futuro del pianeta dipende dal fatto che trovino ascolto.


*Eliane Brum è nata a Ijuí, nel sud del Brasile, nel 1966. Scrittrice, reporter e documentarista, vive ad Altamira, città amazzonica nella quale si è stabilmente trasferita nel 2017. Ha vinto moltissimi premi nazionali e internazionali di giornalismo ed è la reporter brasiliana più premiata della storia.

Nel 2021 è stata tra le vincitrici dell'antico e prestigioso Premio Cabot di giornalismo della Columbia University. In Brasile, nel 2019, con il suo libro “Brasil, Construtor de Ruínas: um olhar sobre o país, de Lula a Bolsonaro”, ha vinto il Premio Vladimir Herzog de Anistia e Direitos Humanos, che riconosce il lavoro di giornalisti, reporter fotografici e disegnatori che attraverso il loro lavoro quotidiano difendono la democrazia, la cittadinanza ed i diritti umani.

Collabora con El País e The Guardian. Ha pubblicato un romanzo, "Uma Duas" (2011), ed altri sette libri. Ad ottobre del 2021 ha pubblicato la sua ultima opera "Banzeiro òkòtó: Uma viagem à Amazônia Centro do Mundo". I suoi libri sono stati tradotti in diversi paesi. In Italia ha pubblicato “Le vite che nessuno vede” (Sellerio 2020) ed un suo testo in "Dignità! Nove scrittori per Medici senza Frontiere" (Feltrinelli 2011).


Email: elianebrum.coluna@gmail.com

Twitter, Instagram e Facebook: @brumelianebrum


Oltre che su questo blog, altri articoli di Eliane Brum tradotti in italiano sono presenti sul sito Il Resto del Carlinho Utopia, qui


Articoli e documentari correlati:


BELO MONTE, ANNUNCIO DI UNA GUERRA

Documentario indipendente diretto da André Vilela D’Elia. Brasile, 2012.

Traduzione, edizione e sottotitoli: Carlinho Utopia e Clelia Pinto


Il PT (Partito dei Lavoratori) non contribuirà alla creazione di un futuro migliore se il suo leader continuerà a cancellare la memoria di Belo Monte.

Il "Belo Golpe" di Dilma, la guerrigliera torturata dalla dittatura, che da presidente riproduce la stessa ideologia per l'Amazzonia difesa dai suoi aguzzini (...)

La narrativa delle tangenti che si impone su quella della violazione dei diritti umani, denuncia le contraddizioni in gioco in questo momento storico.. Belo Monte è l’ineludibile..

La relazione contaminata tra i governi Lula - Dilma e le grandi imprese di costruzione ha creato il suo monumento: è Belo Monte. Relazioni che attraversano i governi della dittatura e si riproducono fino ad oggi. Belo Monte è diventata un'opera pubblica contro il pubblico..

"Il governo più nocivo per i popoli indigeni e per l'Amazzonia fin dall'epoca della dittatura militare, comincia a scrivere un altro capitolo vergognoso della sua storia." la costruzione delle nuove centrali idroelettriche sul Rio Tapajos in terra indigena Munduruku.

Teologo, filosofo, conosciuto in tutto il mondo per la sua lotta a favore dei diritti delle popolazioni indigene e contro la costruzione della centrale idroelettrica di Belo Monte, ci racconta di come l'ex presidente Lula lo abbia ingannato e di come Dilma lo abbia ignorato.

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