06.02.16
Per non dimenticare Cabula
Esattamente un anno fa, all'alba del 6 febbraio del 2015, 13 giovani neri venivano trucidati dalla polizia di Salvador da Bahia. Più di 500 colpi sparati, un'autentica esecuzione sommaria di massa. Segni di tortura, braccia spezzate ed occhi affondati...
Esattamente un anno fa Rui Costa, governatore dello stato di Bahia, del PT (Partido dos Trabalhadores, il partito della presidente Rousseff e dell'ex presidente Lula) legittimava questo massacro della polizia come si fosse trattato di un GOL spettacolare!
Evidenziando e sintetizzando il modo in cui lo stato brasiliano - tutti e di tutti i partiti - trattano la morte nera, con cinismo e insensibilità, Rui Costa così commentò subito dopo il massacro:
"La polizia(...) deve avere la freddezza e la calma necessarie per prendere la decisione giusta. È come un attaccante davanti alla porta che deve decidere, in pochi secondi, come farà a mettere la palla in rete, a fare gol(...). Poi, quando la giocata è terminata, se si è trattato di un grande gol, tutti i tifosi (...) batteranno le mani e l'azione sarà rivista tante volte in televisione. Se non ha fatto gol, l'attaccante sarà condannato(...)"
Evidenziando e sintetizzando il modo in cui lo stato brasiliano - tutti e di tutti i partiti - trattano la morte nera, con cinismo e insensibilità, Rui Costa così commentò subito dopo il massacro:
"La polizia(...) deve avere la freddezza e la calma necessarie per prendere la decisione giusta. È come un attaccante davanti alla porta che deve decidere, in pochi secondi, come farà a mettere la palla in rete, a fare gol(...). Poi, quando la giocata è terminata, se si è trattato di un grande gol, tutti i tifosi (...) batteranno le mani e l'azione sarà rivista tante volte in televisione. Se non ha fatto gol, l'attaccante sarà condannato(...)"
"Un'azione energica", la definì all'epoca il Segretario della Sicurezza Pubblica di Bahia, Mauricio Barbosa, di fronte al saldo dell'operazione, che vide un solo ferito lievissimo tra le forze di polizia.
Poco meno di un anno fa, la giudice Marivalda Almeida Moutinho assolveva tutti e nove i poliziotti coinvolti, probabilmente con la sentenza più rapida della storia della giustizia brasiliana. La giustizia è sempre molto celere quando si tratta di legittimare il razzismo ed il genocidio nero.
Di seguito una raccolta degli articoli e dei video che il Resto del Carlinho ha pubblicato sulla vicenda.
08.02.2015
Il massacro nel quartiere di Cabula a Salvador da Bahia. La marcia funebre prosegue.
Quanto accaduto nel quartiere periferico di Cabula a Salvador da Bahia, all'alba del 6 febbraio, è agghiacciante. Un gruppo di 9 poliziotti del "famigerato" battaglione di operazioni speciali RONDESP ha ucciso 12 giovani, 2 dei quali minorenni, e ne ha feriti altri 3, nel corso di un presunto "conflitto a fuoco" con un gruppo di 30 uomini che, secondo la polizia, si stavano apprestando ad assaltare i bancomat di un'agenzia bancaria. Un agente è stato colpito di striscio, medicato ed immediatamente rilasciato dall'ospedale. Testimoni oculari smentiscono la versione della polizia: i giovani, disarmati, sarebbero stati giustiziati dopo essere stati arrestati e torturati.
12.02.2015
Dodici giovani neri giustiziati dalla polizia di Bahia con colpi d'arma da fuoco alla nuca. C'erano segni di tortura, come braccia spezzate ed occhi affondati, ma poteva essere opera della polizia di San Paolo, di Rio, di Alagoas o del Pernambuco. Sono pratiche disseminate in tutto il paese. Il più giovane aveva 15 anni, il più vecchio 27. La novità di questo massacro è stato il discorso pubblico del governatore Rui Costa (del PT, Partido dos Trabalhadores) che l'ha legittimato usando una metafora calcistica...
17.02.2015
La comunità protesta contro il massacro di Cabula, a Salvador da Bahia.
Manifestanti di movimenti sociali ed abitanti della favela hanno sfilato in corteo fino al luogo dove la polizia ha assassinato 12 ragazzi. Lungo la strada, dolore, pianto ed intimidazioni della polizia
12.05.2015
La notte del 6 febbraio, a Vila Moisés, nell'area di Cabula, periferia di Salvador da Bahia, 12 persone, giovani e adolescenti, sono stati arrestati e giustiziati con diversi colpi da poliziotti militari, secondo quanto concluso dall'indagine condotta da un gruppo di procuratori del Ministério Público Estadual dello Stato di Bahia. Le conclusioni basate sulle deposizioni dei testimoni e le perizie effettuate, affermano che si è trattato di un massacro, contraddicendo nettamente la versione della Polizia Militare di Bahia, che sosteneva che, quella notte, i suoi uomini sostennero un conflitto a fuoco con circa 30 criminali che si stavano preparando a far saltare in aria dei bancomat nella zona.
28.07.2015
Sentenza-lampo a Salvador da Bahia assolve tutti i poliziotti responsabili del massacro di Cabula
Con una decisione dalla rapidità inusuale per gli standard della giustizia brasiliana, la giudice Marivalda Almeida Moutinho ha assolto lo scorso venerdì (24.07) nove poliziotti militari accusati di aver giustiziato 12 persone di età compresa tra i 16 e i 27 anni alla vigilia del carnevale di quest'anno a Salvador.
LEGGI ANCHE:
08.02.15
RONDESP: sequestri e morte a Bahia
"Una polizia tanto crudele e sanguinaria quanto il BOPE. Ora a Bahia disponiamo di due istituzioni di sequestro e morte!" Questo articolo, scritto da Hamilton Borges dos Santos, è stato pubblicato il 1 febbraio del 2015. Appena 5 giorni dopo, all'alba del 6 febbraio, a Salvador da Bahia si è compiuto un terribile massacro, che ha fatto 12 morti e di cui si è reso protagonista proprio il battaglione speciale della polizia militare RONDESP.
08.12.14
Trent'anni dopo la riconquista della democrazia, una serie infinita di "sparizioni" nelle periferie, con l'evidente coinvolgimento della polizia, invita a domandarsi: ma è davvero finita la dittatura?
01.10.14
Bahia è immersa in un mare di sangue
L'analisi di Hamilton Borges, uno degli organizzatori della "Seconda Marcia Internazionale Contro il Genocidio del Popolo Nero"