24.09.14
Gli ultimi passi di un venditore ambulante di DVD
di María Martín, 19.09.14 El Pais
Lo sparo del poliziotto alla testa di Carlos Augusto Braga è stato ravvicinato e preciso, il venditore ambulante è riuscito comunque a fare qualche passo prima di cadere davanti a una folla di venditori ambulanti, tra i quali c'erano la sorella e sua moglie. I loro quattro figli, uno dei quali nato dal precedente matrimonio della moglie, dipendevano, per sopravvivere, dalla vendita di DVD pirata in strada.
La notte prima della sua morte, Carlos Augusto andò a dormire facendo una promessa alla moglie: "Non dovremo più scappare dalla polizia". Il piano della coppia era di abbandonare il commercio ambulante.
Volevano farla finita per sempre con la repressione che subivano per la strada da quando l'amministrazione dell'ex sindaco Gilberto Kassab ha cominciato a perseguire il commercio irregolare con la collaborazione della polizia militare, nella cosiddetta "Operação Delegada" (Operazione delegata) in vigore da oltre quattro anni.
"Ho già preso molte botte dai poliziotti, anche quando ero incinta, sono stata arrestata diverse volte e mi hanno sequestrato la merce, non si poteva più andare avanti così", dice Claudine da Silva, la Piauí, sua moglie.
"Avevamo deciso di lasciare la strada nel mese di dicembre, lui mi diede una macchina da cucire, avrebbe imparato con me e avremmo venduto al commercio all'ingrosso e nei negozi. Mi ha fatto giurare che non sarei più dovuta scappare dalla polizia."
Quel giovedì, Carlos Augusto e sua moglie portarono le loro borse dalla zona Est, dove vivevano, fino alla Rua 12 Ottobre, nel quartiere Lapa, zona ovest di São Paulo, dall'altra parte della città. Lungo la strada hanno salutato Edinaldo, il Magrão (il Magrone), Dona Ana ed i suoi figli, e Isaia, il grande amico e socio di Augusto, alla cui difesa si è lanciato prima di morire. Non era il lavoro che avevano sognato quando lasciarono lo Stato di Piauí oltre 10 anni prima, non era nemmeno legalizzato, ma aveva funzionato fino ad oggi. "
Quando si hanno dei figli, ci dimentichiamo di noi stessi e cerchiamo di dare tutto il meglio a loro", ha detto durante il funerale la vedova, madre di quattro figli, tra i cinque ed i 12 anni. Mancavano solo un paio di giorni perché Augusto iniziasse il corso di cucito che li avrebbe portati via dai marciapiedi.
In piena ora di punta, un trio di poliziotti aveva arrestato Isaias, un ragazzo che è arrivato al funerale dell'amico con le gambe ancora tremanti. Secondo i colleghi, era stato perseguitato e aveva perso così tante volte la sua merce che questa volta si è ribellato. I poliziotti lo avevano fermato. Ma una folla di venditori ambulanti, che si proteggono tra loro e si comportano come una famiglia, li aveva circondati. Quello che avevano gridato alla polizia non era nuovo: "Liberatelo e lasciatelo andare!" "Noi siamo tutti lavoratori." È quello che rivendicano da anni ogni volta che vengono avvicinati da poliziotti che mancano loro di rispetto, affermano. "Da anni siamo trattati come spazzatura", si lamentavano gli amici ore prima che il corpo di Augusto fosse interrato nel Piauí.
Tutta quella confusione minacciava di finire male e così Claudine ha più volte cercato di togliere Carlos Augusto dalla prima linea. Erano accovacciati, mentre il collega Isaia rimaneva a terra con uno stivale nero sul collo. Poi Carlos Augusto, che aveva compiuto tre giorni prima 30 anni, si era alzato e, con un movimento rapido, aveva cercato di afferrare lo spray al peperoncino che teneva in mano il poliziotto che lo ha ucciso. Il dito dell'agente era già sul grilletto. "Ho sentito lo sparo che ero ancora accovacciata, non riuscivo a credere che fosse lui", dice Claudine.
Lei corse quegli ultimi passi di Carlos Augusto e ha cercato di rianimarlo mentre era per terra. "Stava soffocando, ho cercato di girarlo , ma non ci sono riuscita. Non è stato possibile, lui ha fatto appena in tempo a guardarmi e se n'è andato".
Durante l'addio, in una casa funeraria molto semplice a Guarulhos , la vedova ha dato a intendere che difficilmente sarà in grado di mantenere la sua promessa di lasciare le strade. Ma ha tenuto a sottolineare che il anche il "suo amore" stava venendo meno alla sua: far ritorno in Piauí.
22.09.14 - Il poliziotto militare che giovedì scorso ha ucciso con uno sparo alla testa l'ambulante Carlos Augusto Muniz Braga è già in libertà. La decisione di revocare l'arresto preventivo, decretato appena 4 giorni fa, è stata della giudice Eliana Cassales Tosi de Mello. Il poliziotto, che si è giustificato dicendo di aver sparato per legittima difesa, era detenuto nel carcere militare Romão Gomes, nella zona nord di San Paolo. La magistarata ha considerato che l'agente Henrique Dias Bueno de Araújo può attendere in libertà la fine delle indagini, in quanto possiede un domicilio stabile a San Paolo, una professione "lecita" (testuale nel testo della giudice), oltre a non avere precedenti penali negativi. Henrique Araújo era già stato arrestato nel marzo scorso per aver ucciso con quattro colpi di pistola un senzatetto. La giustizia militare, anche in quel caso, definì l'azione del poliziotto come "legittima difesa durante il compimento del proprio dovere".