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21.01.16

RIO "PULISCE" LE SUE FAVELAS IN VISTA DELLE OLIMPIADI

Reportage di Aude Chevalier-Beaumel  L'Autre JT (France 4)

andato in onda il 19.01.16

"Rio de Janeiro, chilometri di spiagge, bambini e sorrisi: è l'immagine venduta dal governo brasiliano per le prossime Olimpiadi, ma dietro a questo scenario da sogno sono altre le immagini che colleziono da 8 anni, quelle dei giovani uccisi dalle pallottole della polizia. Nelle mie foto, come nelle statistiche, gli uccisi dalla polizia sono neri, giovani e sono originari delle favelas. Oggi questo non è cambiato, anzi si è aggravato. Dietro le cartoline il Brasile ha l'obbiettivo di ripulire le favelas dal traffico di droga, in vista (ovviamente) delle Olimpiadi. Questa politica si chiama Pacificazione. Il principio è semplice: lo Stato invia prima l'esercito con le sue armi da guerra per poi introdurre le UPP, le Unità di Polizia Pacificatrice..."

 

Inizia con queste parole l'ottimo reportage televisivol di Aude Chevalier-Beaumel che, In poco più di 5 minuti, ci racconta per il programma L'Autre JT, in onda sulla rete televisiva pubblica France 4, cosa sta accadendo a Rio de Janeiro nei mesi che precedono le Olimpiadi.

La cosiddetta "pacificazione" delle favelas, condotta dalle Unità di Polizia Pacificatrice, con il "pretesto" della guerra al traffico di droga, mostra drammaticamente il suo volto: esecuzioni sommarie, torture, alterazione delle scene dei delitti per criminalizzare le sue vittime che sono sempre e soltanto giovani e neri. La voce e la lotta delle madri come Ana Paula, che hanno perso i loro figli per mano della polizia che più uccide al mondo, la polizia militare, eredità di una dittatura che è ancora viva nella corporazione attraverso i sistemi di formazione dei suoi uomini. L'impunità della polizia, supportata da un sistema giudiziario compiacente e da una buona parte della società brasiliana, intrinsecamente razzista e che ha ormai banalizzato le morti dei giovani neri. Una società che non si mobilita in massa, come avvenuto recentemente negli Stati Uniti, nemmeno di fronte alle esecuzioni sommarie più efferate o alle morti di tanti bambini innocenti, ignorandole o addirittura giustificandole. L'apartheid delle spiagge più famose di Rio, come Copacabana ed Ipanema, dove i giovani delle periferie e delle favelas non hanno accesso perché bloccati (illegalmente) dalla polizia sui bus cittadini prima che riescano ad arrivarci. E anche quelli che vengono definiti "successi" della "pacificazione", come il caso della favela Babilonia, nella quale sono sorti hotel, ostelli, locali di divertimento, ma che in realtà rientrano in un processo dettato dalla speculazione immobiliare, che tende a scacciare gli abitanti delle favelas per creare aree esclusive di alto interesse commerciale in aree dalla vista sicuramente privilegiata.

Di fronte a tutto questo, come fa notare il giornalista in studio alla fine del reportage, il silenzio della comunità internazionale è assordante, malgrado la stessa ONU, nell'ottobre dello scorso anno, abbia denunciato in una relazione quanto sta accadendo.

10.10.15

L'ONU denuncia le forze di polizia brasiliane per "l'elevato numero di esecuzioni extragiudiziali di bambini" e sottolinea che l'impunità è "generalizzata" nel paese.

Durissimo atto d'accusa dell'ONU al governo brasiliano e alle forze di polizia in un rapporto del "Comitato per i Diritti dei Bambini". È allarme per esecuzioni sommarie, sparizioni forzate, tortura e carcerazioni arbitrarie di minorenni anche come forma di "pulizia" in vista delle olimpiadi del 2016. Il governo si mostra riluttante nel rispondere alle critiche.

 

fonte dell'articolo  

Giovedì scorso (08.10), il Comitato per i Diritti dei Bambini delle Nazioni Unite ha pubblicato una relazione sulla situazione della gioventù in Brasile, e ha descritto una situazione allarmante delle condizioni dei minori nel paese. Secondo il rapporto, l'aumento delle esecuzioni sommarie e delle detenzioni è relazionato ai megaeventi sportivi e al tentativo di "pulire" Rio de Janeiro in vista delle Olimpiadi del 2016.

 

Il Comitato sottolinea che il Brasile ha già uno dei maggiori indici di omicidi dei giovani nel mondo e che i minori nel paese sono diventati bersaglio della violenza della polizia, della criminalità organizzata e dei gruppi di sterminio.

 

Il rapporto è il risultato di una due giorni di incontri tra il Comitato dell'ONU ed il governo brasiliano, sottoposto, dopo dieci anni, ad un esame della sua politica per l'infanzia. Il risultato è una relazione che descrive una violenza acuta contro i giovani "Le sfide sono enormi", ha dichiarato il presidente del Comitato, Benyam Mezmur.

ONU denuncia esecuzioni di bambini a Rio in vista delle Olimpiadi

Renate Winter, vice-presidente del Comitato, punta il dito sulla "pulizia" che è stata promossa a Rio de Janeiro per preparare la città per i giochi olimpici. "Siamo di fronte a un'ondata di "pulizia", messa in atto in vista delle Olimpiadi, per mostrare al mondo una città senza questi problemi", ha detto. Secondo Winter, il governo ha mostrato riluttanza nel rispondere ad alcune domande durante la due giorni di incontri. Secondo Mezmur, molti giovani sarebbero stati arrestati illegalmente. Anche Gehad Madi, esperto dell'ONU, denuncia la "pulizia". "Abbiamo visto questa cosa accadere in una certa misura durante la Coppa del Mondo del 2014 e adesso stiamo chiedendo che si intervenga per evitare che si ripeta", ha detto.

 

Nella valutazione della specialista Sara Oviedo, il massacro di bambini in Brasile non è una novità. "Ma abbiamo ricevuto informazioni concrete sul fatto che adesso si tratta di un modo di "rifarsi il trucco" per ospitare gli eventi internazionali", ha detto. L'ONU si è detta "seriamente preoccupata per il fatto che lo stato presenta uno dei maggiori indici di omicidi di bambini nel mondo, e che le vittime sono in maggioranza afro-brasiliani".

 

Un allarme speciale fa riferimento alla violenza della polizia. L'organizzazione chiede che siano realizzate indagini "effettive" su tutte le morti di bambini, comprese quelle che vengono definite "autos de resistencia" . Secondo l'ONU, le pene per i responsabili dovrebbero aumentare, proprio perché si tratta di professionisti responsabili della sicurezza pubblica. L'Organizzazione raccomanda che i responsabili vengano effettivamente allontanati dalle loro funzioni e che ci sia un sistema indipendente che valuti le operazioni di polizia nelle favelas.

Secondo l'ONU, esiste una "violenza generalizzata" da parte della Polizia Militare, delle UPP (Unità di Polizia Pacificatrice) e del BOPE (Batalhão de Operações Policiais Especiais) contro i bambini di strada e di quelli che vivono nelle favelas.

 

Il Comitato denuncia "l'elevato numero di esecuzioni extragiudiziali di bambini da parte della Polizia Militare, di milizie paramilitari e della Polizia Civile", così come "un'impunità generalizzata" dei responsabili.

 

L'organizzazione accusa anche le forze di polizia di essere responsabili della scomparsa di minori durante le loro operazioni, di arresti arbitrari, torture nelle auto della polizia e nei commissariati, oltre all'omissione di soccorso medico e legale.

 

La situazione dei bambini di strada è stata oggetto di un avvertimento speciale da parte dell'ONU.

 

"Il Comitato è profondamente preoccupato per il grande numero di bambini di strada che sono soggetti vulnerabili di esecuzioni sommarie, tortura e sparizioni forzate, o reclutate da gruppi criminali, abuso di droghe e sfruttamento sessuale", ha sottolineato.

 

Nella relazione si chiede che il governo brasiliano vari immediatamente leggi che proibiscano l'arresto arbitrario dei bambini di strada. L'Organizzazione suggerisce anche la costruzione di centri di accoglienza ed assistenza adeguati.

Bambini uccisi dalle UPP

Secondo il Comitato, la vulnerabilità di questi minori e anche di quelli che vivono nelle famiglie più povere sta permettendo un ampliamento del numero di bambini coinvolti nella criminalità organizzata. "Siamo profondamente preoccupati", si legge nel rapporto. "Esiste una violenza generalizzata da parte o contro questi bambini". Per evitare questo reclutamento, l'Organizzazione si appella al Brasile affinché sviluppi strategie che portino ad un reinserimento di questi giovani nella società. Per impedire il reclutamento, è necessario affrontare questioni come la povertà, la marginalità e la bassa qualità dell'istruzione. Nella valutazione del Comitato, il governo deve anche creare una campagna che metta in guardia sui rischi derivanti dal coinvolgimento con la criminalità organizzata.

 

L'ONU si dice anche "molto preoccupata" dall'approvazione alla Camera dei Deputati di una legge che prevede la riduzione della maggiore età per la responsabilità penale dai 18 ai 16 anni e dalla proposta di aumentare da tre a dieci anni la detenzione, misure che non costituiscono la risposta giusta alla crisi nell'ambito della sicurezza pubblica. Secondo il rapporto, le pene alternative "ancora non sono applicate in maniera effettiva" e "molti adolescenti vengono reclusi per reati minori che non giustificano la privazione della libertà". Anche le condizioni di detenzione dei giovani sono oggetto di critiche, a fronte della situazione igienico-sanitaria e del sovraffollamento. La relazione punta il dito anche sull'aumento delle violenze sessuali contro i minori, reclusi nelle stesse strutture degli adulti.

UPP by Carlos Latuff

L'ALTRO LATO.

 

Attraverso una nota, la Segreteria di Sicurezza ha argomentato che lo stato di Rio de Janeiro è al secondo posto quanto a riduzione dell'indice di omicidi di bambini e adolescenti (da 0 a 19 anni) tra il 2000 e il 2013, secondo la "Mappa della Violenza del 2015", studio commissionato dal governo federale.

 

"Tra gli adolescenti in età compresa tra i 16 ed i 17 anni, lo studio evidenzia una riduzione della percentuale di omicidi del 73%, la più grande del paese, in comparazione con il 2003", si legge nella nota. 

 

La Segreteria ha fatto sapere anche che le Unità di Polizia Pacificatrice (UPP) sono state indicate come "esempi di buone pratiche" dall'International Narcotics Control Board (INCB) delle Nazioni Unite (ONU).

 

Le UPP, secondo la nota, avrebbero contribuito ad una riduzione dell'85% degli omicidi a seguito di intervento della polizia (autos de resistencia), nel raffronto tra il 2014 ed il 2008 (anno in cui è partito il progetto di pacificazione delle favelas).

 

"Nel programma delle UPP, i poliziotti sono protagonisti di innumerevoli progetti sociali. La Segreteria di Sicurezza Pubblica è costantemente alla ricerca di collaborazioni con organizzazioni dei diritti umani e di assistenza sociale per l'effettivo compimento dell' ECA - Estatuto da Criança e do Adolescente (Statuto del Bambino e dell'Adolescente)", ha concluso la nota.

LA DURA REALTÀ DI UN SENZATETTO PER LE STRADE DI RIO DE JANEIRO

 

Operazione "Choque de Ordem" (Riportare l'ordine) a Rio de Janeiro.

Con le "buone" o con le "cattive". Ogni senzatetto deportato nei fatiscenti centri d'accoglienza delle periferie più lontane vale 80 reais. 

 

"Altro che sviluppo sociale, questa è un'operazione di "pulizia sociale" e di commercializzazione delle persone. Per "loro" non valiamo niente, al di fuori di quegli 80 reais", dice il senzatetto intervistato.

"Choque de ordem" è il nome dato ad una operazione montata dalla prefettura di Rio de Janeiro nel 2009, gestione Eduardo Paes, con l'obbiettivo (non dichiarato) di "ripulire" le strade del centro dai senzatetto e dai venditori ambulanti in vista dei grandi megaeventi sportivi, Coppa del Mondo di calcio (2014) e Olimpiadi (2016).

L'obbiettivo dichiarato pubblicamente dalla Segreteria di Ordine Pubblico era quello di "mettere fine al disordine urbano, combattere la micro-criminalità e migliorare la qualità di vita della città".

L'operazione è stata affidata alla Guardia Civile Metropolitana in collaborazione con altri organi di controllo e nettezza urbana, una "task-force" incaricata di "raccogliere" rifiuti di ogni genere dalle strade del centro di Rio de Janeiro, compresi i "rifiuti umani" rappresentati dai senza fissa dimora che ci vivono e dagli artisti di strada e combattere il commercio di merce illegale.

Pulmini di "raccoglitori" di senzatetto, spesso spalleggiati dalla polizia militare, girano per le strade della famosa "Zona Sud" carioca, quella benestante e turistica, affacciata sulle spiagge più famose e nella zona del centro, incaricati di "raccogliere" i senzatetto e trasferirli (deportarli sarebbe il termine più corretto) in "centri d'accoglienza" situati nelle periferie più distanti e degradate, spesso in zone a forte presenza del narcotraffico. Il tutto avviene con modalità quasi sempre molto violente, e per chi tenta di opporre resistenza le conseguenze possono essere tragiche...

Questi "centri d'accoglienza" sono stati più volte denunciati da varie organizzazioni anche internazionali dei diritti umani per le loro condizioni igienico-sanitarie più che precarie, il sovraffollamento, la mancanza di strutture minime adeguate all'accoglienza, di letti per tutti, la presenza di focolai di epidemie di tubercolosi ed altre malattie infettive, la pessima qualità del cibo fornito ed altro. Anche l'ONU, recentemente, ha denunciato questo tipo di operazione definendola per quello che realmente è: una forma di "igienizzazione sociale" della città in vista dei grandi eventi sportivi.

Questo video, realizzato dall'IMC (Collettivo Media Indipendente), è un estratto di una lunga conversazione che gli attivisti hanno avuto con un senzatetto di Rio, il 15 ottobre, che presto verrà montata nella sua integrità.

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