18.03.16
Il Brasile mostra il suo volto
La storia insegna che i “salvatori”, sia di destra che di sinistra, conducono sempre le greggi verso l'abisso
di Luiz Ruffato, pubblicato su El Pais il 16.03.16
traduzione di Laura Recanatini per il Resto del Carlinho Utopia
Nei primi anni del XVII secolo, il drammaturgo inglese William Shakespeare scrisse una frase lapidaria per il personaggio di MacBeth, il generale che prendendo il posto del re dopo averlo ucciso inaugurò un periodo di arbitrarietà e spargimenti di sangue.
Nella scena V, atto V, Macbeth, dialogando con Seyton, il suo ufficiale, dice: "La vita è un racconto narrato da un idiota, un racconto narrato da un idiota, pieno di strepito e di furore, e senza alcun significato".
Terribile costatazione, se la analizziamo nel contesto della nostra vita personale, ma ancora più tragica se pensata in quello della cronaca di una nazione.
La Presidente Dilma Rousseff, messa alle strette dal possibile procedimento di impeachment, offre un ministero, uno qualunque, all’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva.
Con questo, spera che grazie al suo innegabile carisma Lula riuscirà a ricomporre la base alleata, il cui principale partito di sostegno é il PMDB, e rimetterà in sesto un’economia a pezzi. In questo modo, in pratica, Dilma rimette il suo mandato e “l'ombra” di Lula sarà proiettata su ogni piccolo spazio del governo.
Si tratta di una sorta di suicidio politico con un biglietto d'addio in cui ammette la sua incompetenza.
A sua volta, Lula, messo alle strette da gravi accuse di corruzione, piuttosto che affrontarle e smontarle una per una, con la superbia di chi non ha nulla da nascondere, cerca in ogni modo di schivarle. Accettando un incarico di governo, le indagini dell’Operazione “Lava-Jato” condotte fino ad ora nell’ambito del Tribunale federale si spostano a quello della Corte Suprema (STF). È una bella trovata, non c'è dubbio, ma imbarazzante per chi è stato un tempo il paladino destinato a porre fine agli abusi perpetrati dall'ipocrita politica brasiliana.
In ogni caso, con o senza Lula, Dilma è di nuovo nelle mani – o meglio, nei conti - del partito alleato (PMDB), il partito che è diventato, nella breve storia della nostra fragilissima democrazia, un grande banco d'affari. La Presidente Dilma Rousseff deve mendicare sempre il supporto del Presidente del Senato Renan Calheiros, che vanta tre indagini a suo carico da parte della Corte Suprema per i reati di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio di denaro sporco sempre nell’Operazione “Lava-Jato”. Il PMDB da solo ha 15 dei 57 parlamentari imputati - due senatori e 13 deputati. Oltre a questi, vi sono attualmente più di 100 altri parlamentari oggetto di indagini.
Uno degli imputati alla Corte Suprema è il Presidente della Camera, Eduardo Cunha, responsabile del procedimento di impeachment contro la presidente Dilma Rousseff. Accusato a sua volta di corruzione e riciclaggio di denaro sporco, Cunha potrebbe vedersi revocare il mandato dai suoi colleghi. Nonostante sia riuscito a ritardare più volte il processo, il procedimento segue dinanzi alla Commissione di Etica. Egli ha già avvisato che non rinuncerà - userà tutte le armi a disposizione per garantirsi la sopravvivenza. Cunha è attualmente il secondo nome in lista in caso di successione alla presidenza. Il primo è il vice-presidente, Michel Temer, che da sempre ha “lavorato” palesemente per la rimozione di Dilma.
Se Dilma dovesse lasciare la presidenza, Temer assumerebbe una carica per la quale non ha ottenuto neanche un voto. Senza i numeri sufficienti per garantire la governabilità, Temer ha già anticipato l'alleanza con il PSDB che se dovesse accettare l’invito, potrebbe arrivare al potere senza avere conquistato la vittoria alle urne. Niente di tutto questo è irregolare o illegittimo - ma è certamente imbarazzante. Se prendiamo in considerazione il fatto che fino il 2018 difficilmente vedremo sorgere un nuovo nome autorevole in grado ricucire i brandelli in cui la societá si è ridotta e che i leaders attuali, sia del PT che del PSDB, sono tutti sospettati di corruzione, siamo di fronte ad uno scenario spaventoso. La popolazione che scende in piazza, insoddisfatta e scontenta, sta andando alla ricerca non di un leader ma di un salvatore. La storia insegna che i “salvatori”, sia di destra che di sinistra, conducono sempre le greggi verso l'abisso