18.08.15
IL MASSACRO DI OSASCO E BARUERI NELLA GRANDE S.PAOLO
Nella notte di giovedì 13, uomini incappucciati organizzati in gruppi di sterminio hanno giustiziato 18 persone e ferite altre sei in una serie di attacchi avvenuti in poco più di due ore nelle città di Osasco e Barueri.
Le modalità delle escuzioni e le armi usate, tutte in dotazione alla polizia e all'esercito, lasciano pochi dubbi sugli autori delle stragi. La più grande esecuzione di massa avvenuta nella Grande San Paolo dai tempi del massacro del carcere di Carandiru, sarebbe avvenuta per vendicare le morti, avvenute nei giorni scorsi, di un poliziotto militare (nel corso di una rapina ad un distributore di benzina) e di una guardia municipale. Tra tutte le vittime, solo sei avevano qualche precedente penale, tutti gli altri erano incensurati il che dimostra l'intento di rappresaglia delle azioni.
Sabato (15), le prime perizie dell'Istituto di Criminologia hanno confermato che i bossoli e proiettili trovati nei luoghi delle esecuzioni appartengono ad armi calibro 38, 380 - entrambe in dotazione alla Guardia Civile Metropolitana; 9 mm - di uso limitato alle Forze Armate e Polizia Federale; e 45 - utilizzati dalla Polizia Federale, Militare e Civile.
È CHIARO CHE SONO POLIZIOTTI!
Il responsabile della "Ouvidoria da Policia di São Paulo" (l'organo istituzionale che si occupa di esaminare le denuncie alle forze dell'ordine), Júlio César Fernandes Neves, ha dichiarato domenica scorsa di essere convinto che gli autori del massacro costato la vita a 18 persone delle città di Osasco e Barueri, nella Grande San Paolo, siano poliziotti.
"Le immagini in possesso della Segreteria di Sicurezza mostrano che gli autori delle esecuzioni hanno seguito prassi di comportamento tipiche della Polizia Militare", ha detto Neves, facendo riferimento al modo di dominare le vittime, di impugnare le armi e di muoversi, sempre garantiti da una copertura di retroguardia.
"Sono tutte cose che i delinquenti comuni non fanno. È molto evidente che si tratti di poliziotti. Non lo vede solo chi non vuole. Solo la polizia non lo vede."
Per Neves, il massacro di San Paolo ha caratteristiche somiglianti a tutti gli altri massacri avvenuti nello Stato negli ultimi anni, che hanno contato con la partecipazione di poliziotti ed hanno avuto come motivazione crimini precedentemente commessi contro agenti.
Le 18 persone sono state assassinate dopo la morte di un poliziotto militare e di una guardi civile metropolitana, nella stessa area del massacro, giorni prima.
"L'azione di questi giustizieri, riuniti in gruppi di sterminio, non puo' essere tollerata. Gli autori di queste azioni devono essere estirpati dalla corporazione. È un problema che si dissemina per il paese e la sensazione di impunità fa si che il problema non finisca", ha detto Neves.
La Sezione Affari Interni della Polizia Militare ha identificato alcuni poliziotti che hanno postato messaggi attraverso Whatsapp, il giorno seguente al massacro, orientando la popolazione a restare a casa, in una specie di ordine di coprifuoco. La polizia li chiamerà per spiegare il motivo dei messaggi ed indagare se esistono relazioni tra loro e gli autori delle esecuzioni.
Sabato la Segreteria di Sicurezza Pubblica di San Paolo ha reso noti i risultati delle prime perizie dell'Istituto di Criminologia, che indicano che gli autori del massacro hanno utilizzato armi di calibri 380, 38, 45 e 9 mm. L'uso di questi tipi di armi è ristretto agli appartenenti alle forze dell'ordine e all'esercito.(...)
Il giorno seguente al massacro, il Segretario della Sicurezza Pubblica Alexandre de Moraes aveva minimizzato la possibilità che gli autori delle esecuzioni fossero poliziotti, dicendo che la polizia stava lavorando seguendo diverse ipotesi(...)
fonte: O Globo
Secondo il movimento indipendente Mães de Maio (Madri di Maggio), la morte di almeno 18 persone ed il ferimento di altre 7 durante il massacro avvenuto nelle città di Osasco, Barueri e Itapevi (hinterland di San Paolo) nella notte di Giovedi 13 agosto, segue la stessa "logica di sterminio" della polizia militare, che ha ucciso circa 500 persone nel maggio del 2006, nella capitale e nell'area di Santos. Il massacro è avvenuto alcuni giorni dopo l'assassinio di un poliziotto e di una guardia civile metropolitana.
Nell'intervista rilasciata dal movimento al portale Brasil de Fato, si legge: "Ancora una volta lo Stato di San Paolo, la sua polizia militare e gruppi paramilitari di sterminio, sono usciti per compiere massacri indiscriminati, in un'area dove era stato ucciso un poliziotto. La "logica" di questi genocidi è che per ogni agente che viene ucciso, qualunque sia la ragione o le persone coinvolte, i loro gruppi di sterminio rispondono con l'esecuzione di almeno dieci persone." Il movimento è impegnato, in queste ore, nell'assistenza e sostegno dei familiari delle vittime.
In un post su Facebook le Mães de Maio hanno denunciato il silenzio, definito "assordante", delle istituzioni ed in particolare della Presidente Dilma Rousseff:
"IMMAGINA...
immaginate qualunque paese del mondo in cui occorrano una serie di 18 esecuzioni sommarie nell'intervallo di appena due ore, lasciando altre sette persone gravemente ferite, tutte in una
stessa area popolare e che alcune di queste esecuzioni vengano addirittura filmate ed ampiamente trasmesse da tutti i grandi mezzi di informazione nazionale, e la presidente di quel paese non rilasci alcuna dichiarazione ufficiale, di condoglianze e solidarietà alle vittime, e meno ancora adotti alcun provvedimento effettivo in loro favore, omissione completa per giorni e giorni...
NOTA PUBBLICA DI AMNESTY INTERNATIONAL
SUL MASSACRO DI OSASCO (San Paolo)
Almeno 19 persone sono state giustiziate nella notte di giovedì 13 agosto nelle città di Osasco, Barueri e Itapevi, nell'hinterland di San Paolo, da uomini armati ed incappucciati. Una registrazione di una telecamera di sicurezza di uno dei locali dove è avvenuto il massacro, mostrano gli uomini armati che domandano chi nel locale avesse precedenti penali ed uccidendo quelli che si sono identificati.
Il governo dello Stato di San Paolo deve prendere tutte le misure necessarie per garantire indagini celeri ed imparziali sul contesto di queste esecuzioni e sul sospetto che poliziotti sarebbero coinvolti nell'azione. Le indagini devono essere trasparenti. La società deve ricevere una risposta su questo grave episodio di violenza.
Tra il 2013 ed il 2014 c'è stato un preoccupante aumento dell'80% delle morti derivanti da intervento della polizia nello Stato di San Paolo, casi che raramente vengono indagati e la cui impunità alimenta il ciclo di violenza da parte dei poliziotti. Il Brasile è il paese con il maggior numero di omicidi al mondo: sono stati 56.000 nel 2012. La maggior parte di questi non vengono investigati. Appena l'8% arriva ad essere processato.
"Massacri come quello di questa notte a San Paolo, purtroppo, hanno fatto parte della routine di violenza nelle nostre città. Frequentemente, poliziotti in servizio e non, sono responsabili per una parte significativa di questi omicidi. Indagini celeri, imparziali e trasparenti devono essere immediatamente condotte, affinché non restino dubbi circa gli autori e la responsabilità di questa barbarie", ha detto Atila Roque, Direttore Esecutivo di Amnesty International Brasile.
PER LO STATO NON VALGONO NULLA DA VIVI, FIGURARSI DA MORTI...
I corpi delle vittime del massacro di Osasco mantenuti in condizioni precarie all'Istituto di Medicina Legale. I cadaveri sistemati in un luogo all'aperto e coperti con lenzuoli procurati dai familiari
Fonte O Globo
San Paolo. Senza frigoriferi a sufficienza per poter contenere tutti i cadaveri del grande massacro di giovedì notte, che ha fatto almeno 18 morti, l'Istituto Medico Legale di Osasco ha tenuto i cadaveri in condizioni precarie, in uno spazio aperto nei fondi dell'edificio. Molti dei corpi si trovavano ancora sotto le lenzuola che le famiglie delle vittime hanno usato per coprirli. Nel frattempo, carri funebri e decine di parenti sono in attesa dei loro morti all'esterno dell'Istituto. I parenti delle vittime sono indignati.
"Ci sono volute 12 ore per prelevare i corpi, siamo stati noi che li abbiamo coperti quando ancora erano sulla strada", ha detto Cícera Pereira, 56 anni, il cui genero, l'operaio Jonas Santos Soares, 33 anni, è stato ucciso.
Rosana Francisca si lamentava del fatto che i resti mortali del nipote, Igor Oliveira, 19 anni, sono stati inviati all'obitorio di San Paolo senza che lei nemmeno lo sapesse. Con gli occhi rossi di pianto e più di 24 ore senza riposo, ha detto: "Trovo una mancanza di rispetto quello che stanno facendo, forse ci trattano così perché siamo poveri. Siamo in attesa da ore ma non ce li danno", ha detto Rosana, subito interrotta da un funzionario dell'istituto che si lamentava che la stampa ostacolasse il servizio.
La prefettura cittadina si farà carico della sepoltura di tutte le vittime e la polizia civile raccoglierà le testimonianze dei parenti. Ma la sensazione di quelli che da ore sono in attesa dei corpi dei loro cari è di grande sfiducia nella giustizia. "Tutto quello che vogliamo è che questo massacro non resti impunito. Ma sapete come vanno le cose, no...?", ha detto Cícera tra le lacrime. La redazione di O Globo ha cercato di entrare in contatto con i responsabili dell'Istituto di Medicina Legale, ma non ha ottenuto risposta.
Il silenzio assordante della signora Dilma Rousseff del Partito dei Lavoratori (PT) e di tutta la sua equipe della "Giustizia" e dei "Diritti Umani" del governo federale persiste, in maniera impressionante, fino ad oggi, quando sono ormai trascorsi più di tre giorni (ndt. ormai sono 5) dal sanguinario massacro di Osasco e Barueri, il maggiore avvenuto nello Stato di San Paolo fin dai crimini del maggio 2006...
(...)persino negli Stati Uniti, uno dei paesi più violenti del pianeta, la morte di un giovane nero è stata sufficiente ad obbligare il signor Barack Obama a manifestarsi pubblicamente, a consolare e provvedere a "risarcire" le famiglie delle vittime... in fondo #BlackLivesMatter...
Ma qui nella Repubblica Federativa della "Democrazia dei Massacri" del Brasile, le autorità si sentono autorizzate (non solo ad uccidere) ma anche a restare in silenzio pur davanti a tutto il clamore pubblico e mediatico di un fatto come questo,
COME SE NON FOSSE SUCCESSO NIENTE...
COM SE NON VALESSIMO NIENTE...
"GIUSTIZIA"?! QUESTA PAROLA CHE NON SIGNIFICA NIENTE IN BRASILE"
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