top of page

12.08.14

QUANTI PIÙ SONO I DETENUTI, MAGGIORI SONO I PROFITTI.
Brasile: le carceri private sono ormai una realtà.

Reportage di Paula Sacchetta per PUBLICA (Agência de reportagem e jornalismo investigativo)

pubblicata il 27.05.14 - traduzione: Carlinho Utopia

Prigione Privata - vignetta di Vitor Teixera

Nel gennaio dello scorso anno (2013) è stato inaugurato il "primo carcere privato del paese", a Ribeirão das Neves, regione metropolitana di Belo Horizonte, nello stato di Minas Gerais.

 

Nel primo carcere brasiliano completamente privato fin dalla gara d'appalto, lo Stato garantisce il 90% minimo di posti occupati e la selezione dei detenuti per facilitare il successo del progetto.

 

Prigioni esternalizzate esistono già in almeno altre 22 località, ma la differenza è che questa di Ribeirao das Neves è stata progettata fin dall'inizio e poi data in appalto come "PPP" (partnership pubblico-privato), mentre le altre sono strutture pubbliche che ad un certo punto sono passate nelle mani di una gestione privata. Il modello di Ribeirao das Neves crea di fatto carceri private, negli altri casi, solo la gestione di determinati servizi, come la salute e l'alimentazione dei detenuti, sono stati esternalizzati.

Brasile

 

>> In Brasile ci sono attualmente circa 550.000 detenuti.

>> I posti disponibili nel sistema carcerario sono circa 340.000.

>> Il Brasile è al 4° posto nella classifica mondiale dei paesi con maggior  popolazione carceraria, dietro a Stati Uniti, Cina e Russia.

>> Tra il 1992 e il 2012 il Brasile ha aumentato la sua popolazione carceraria del 380%.

>> Le aziende dividono la gestione delle carceri con il governo in almeno 22 carceri in 7 stati: Santa Catarina, Minas Gerais, Espirito Santo, Tocantins, Bahia, Alagoas e Amazonas.

Stato di Minas Gerais

 

>> Nel 2003 lo Stato del Minas contava circa 23.000 detenbuti.

>> In 10 anni questa popolazione è più che raddoppiata: ci sono oggi 50.000 detenuti.

>> Nel 2003 c'erano 30 unità carcerarie nello stato, ora sono oltre 100.

>> Nel 2011 lo stato di Minas Gerais spendeva già circa un miliardo di reais l'anno per il sistema penitenziario.

Il carcere di Ribeirão das Neves

 

Il consorzio  Gestores Prisionais Associados (GPA), che ha vinto la gara d'appalto per il complesso carcerario di Ribeirão das Neves è formato da cinque società, che sono:
CCI Construções S/A

Construtora Augusto Velloso S/A

Empresa Tejofran de Saneamento e Serviços LTDA

N. F. Motta Construções e Comércio

Instituto Nacional de Administração Penitenciária (INAP)

>> Il 18 gennaio 2013 i primi detenuti cominciarono ad essere trasferiti al penitenziario di Ribeirão das Neves.

>> L'inaugurazione ha avuto luogo il 28 gennaio 2013, con un'ala della struttura già occupata da 75 detenuti.

>> Oggi (maggio 2014) sono in funzione due delle cinque unità del complesso, ciascuna con 672 detenuti.

>> La capacità del complesso è di 3.336 posti.

>> Il consorzio di imprese ha 27 anni di concessione del complesso, di cui due per la costruzione e 25 per il funzionamento.

>> Sono stati spesi finora 280 milioni di reais nella costruzione del complesso. La GPA stima che la spesa totale sarà di 380 milioni.

>> Nel complesso di Ribeirão das Neves, lo stato spende 2700 reais al mese per detenuto; il costo per detenuto nei penitenziari pubblici varia dai 1.300 ai 1.700 reais mensili.

>> Le celle hanno una capacità di quattro detenuti.

 

Maggiori dettagli sul PPP di Ribeirão das Neves e documenti possono essere accessibili su questo sito.

 

Oggi nel mondo ci sono circa 200 prigioni private, la metà delle quali negli Stati Uniti. Il modello è stato impiantato in quel paese nel 1980, dal governo Reagan, seguendo la logica di aumentare le carcerazioni e ridurre i costi, e oggi interessa il 7% della popolazione carceraria.

Il modello è molto diffuso anche in Inghilterra - dove fu impiantato da Margaret Thatcher - e secondo il governatore dello stato Antônio Anastasia, è stato la fonte di ispirazione del PPP di Minas.

A Ribeirão das Neves il contratto di PPP è stato firmato nel 2009, durante il mandato dell'allora governatore Aécio Neves. (ndt. oggi in corsa per le elezioni presidenziali brasiliane)

 

Lo slogan del complesso penitenziario di Ribeirão das Neves è "minori costi e maggiore efficienza", ma gli esperti mettono in discussione soprattutto quello che si vuole intendere per "efficienza".

 

Per Robson Sávio, coordinatore del Nucleo di Studi Socio-Politici (NESP) dell' Università di Minas e membro del Forum Brasiliano di Sicurezza Pubblica, questa efficienza può caratterizzarsi o con un aumento delle detenzioni o con un effettivo reinserimento sociale del detenuto. Sávio è convinto che la privatizzazione tenda alla prima delle ipotesi. Tra i vantaggi annunciati ci sarebbero, anche, il miglioramento della qualità dei servizi al detenuto e l'infrastruttura delle carceri.

 

Bruno Shimizu e Patrick Lemos Cacicedo, coordinatori del Núcleo de Situação Carcerária da Defensoria Pública de São Paulo contestano la legalità del modello. Secondo Bruno "dal punto di vista della Costituzione federale, la privatizzazione delle carceri è una escrescenza"  totalmente incostituzionale, dice, dal momento che il potere punitivo dello Stato non può essere delegato.

"In realtà, quello che ha spinto in questa direzione è un argomento tutto politico, ed anche molto ben costruito. Prima e per lungo tempo, si è lasciato che il sistema carcerario collassasse, lo si è "demolito" così come è stato fatto per altre competenze pubbliche durante tutto il periodo delle privatizzazioni, (...), in modo poi da avere argomentazioni che giustificassero la cessione di questi servizi al settore privato", aggiunge.

 

Laurindo Minhoto, professore di sociologia presso l'Università di San Paolo e autore del libro "Privatizzazioni delle carceri e criminalità", afferma che lo Stato sta delegando la sua funzione più primitiva, il suo potere punitivo e il monopolio della violenza.

Lo stato, che ha abbandonato e lasciato andare in malora il "pubblico" prende atto della sua inefficienza e trasferisce la sua funzione più basilare a imprese che possono svolgere il servizio in una forma più "pratica". E questa forma è data dal ricavarne profitto.

 

Patrick dice che il pericolo maggiore di questo modello è l'incarcerazione di massa.

In un paese come il Brasile, con più di 550.000 detenuti, quarto posto nella classifica dei paesi con la più grande popolazione carceraria del mondo e che in 20 anni (1992-2012), ha aumentato questa popolazione del 380%, secondo i dati del DEPEN (Dipartimento Penitenziario Nazionale del Ministero della Giustizia), la tendenza è solo quella di incarcerare sempre di più.

 

Negli Stati Uniti, spiega, con la privatizzazione di questo settore si è dato un impulso fortissimo verso pene più severe e ad una maggiore "aggressività" della repressione poliziesca. Vale a dire, si è incarcerato di più e si è costantemente aumentato la durata della permanenza in carcere. Oggi, le prigioni private negli Stati Uniti sono un business miliardario che, solo nel 2005, ha movimentato quasi 37 miliardi di dollari.

 

COME I PENITENZIARI PRIVATI FANNO PROFITTI

 

Nei documenti del "PPP" di Neves, disponibili sul sito del governo dello stato di Minas Gerais, si parla anche di "ritorno economico per l'investitore", dopo tutto, si tratta di aziende che sono passate ad occuparsi dei detenuti e le aziende, si sa, devono fare profitti.

Ma da cosa è dato questo ritorno? Come si creano questi profitti?

 

Un detenuto in una prigione pubblica "costa" approssimativamente dai 1.300 ai 1.700 reais al mese, a seconda dello stato.

Nel "PPP" di Neves, il consorzio di imprese riceve dal governo statale 2.700 reais al mese per ogni detenuto e ha la concessione del penitenziario per 27 anni, prorogabile a 35.

 

Hamilton Mitre, direttore esecutivo del Gestores Prisionais Associados (GPA) , il consorzio di imprese che ha vinto la gara, spiega che il costo dell'investimento iniziale per la costruzione del carcere viene ammortizzato gradualmente, fino ad essere completamente recuperato, negli anni, grazie ai trasferimenti dello stato. E così anche per i profitti. Mitre insiste sul fatto che l'effettivo “payback” (il ritorno finanziario) dell'investimento di  280 milioni di reais - la spesa totale fino ad oggi - nella costruzione di questo complesso è raggiunto solo dopo alcuni anni di funzionamento a "volo pieno" (cioè a pieno regime), come ama dire.

 

Gli esperti, tuttavia, sostengono che il profitto si otterrebbe soprattutto grazie ai tagli di spesa.

 

Jose de Jesus Filho, consulente giuridico della Pastoral Carcerária, spiega: "Sono entrate aziende attive nella privatizzazione delle strade, perché esse sono in grado di ridurre i costi laddove lo Stato non riesce a farlo. Ma oltre ad essere abili nel ridurre i costi, le aziende hanno subito colto la possibilità, nel sistema carcerario, di trasformare il detenuto in fonte di lucro."

 

Secondo Shimizu, in un paese come il Brasile, "che ha uno dei più alti carichi fiscali del mondo," non ha senso tagliare le spese proprio della popolazione che è "più vulnerabile e che meno gode di servizi pubblici."

IL MASSIMO DELLA PRIVATIZZAZIONE

 

Un'altra critica comune tra gli intervistati è che la GPA stessa  fornisca assistenza legale ai detenuti. Nel marketing del complesso penitenziario, questa è una delle bandiere: "assistenza medica, odontoiatrica e legale."

Per Patrick, questa funzione è costituzionalmente riservata alla "Defensoria Publica", organo dello stato delegato a fornire assistenza gratuita alle persone che non possono permettersi un avvocato  di fiducia.

 

"Di fronte a una situazione di tortura o di violazione dei diritti, la persona otterrà un avvocato ingaggiato dall'azienda "A" per citare in giudizio la stessa azienda "A". Si tratta evidentemente di un'architettura molto perversa".

 

Secondo lui,  al consorzio interessa che, oltre ad avere sempre più detenuti, quelli che sono già dentro vi restino il più a lungo possibile. Una delle clausole del contratto "PPP" di Neves stabilisce come uno degli "obblighi del governo" la garanzia di "una quota minima del 90% della capacità del complesso penale, nel corso del contratto". Vale a dire, durante i 27 anni della durata del contratto almeno il 90% dei 3.336 posti disponibili deve essere sempre occupato.

 

La logica è la seguente: in caso il paese dovesse riuscire a cambiare molto in tre decenni,  smettesse di incarcerare ed avesse un minor numero di detenuti, qualcuno dovrà comunque essere arrestato per raggiungere la quota stabilita tra lo Stato e il suo partner privato. "All'interno di una logica di cittadinanza, si dovrebbe sempre pensare ed essere tesi alla possibilità di avere un minor numero di detenuti e quello che succede lì è esattamente il contrario", dice Robson Savio.

 

Secondo lui «in realtà non si ci sta preoccupando di quello che accadrà dopo, ma solo di mantenere il sistema pienamente operativo e per esserlo si deve raggiungere il 90% della sua capacità ricettiva, pena la non redditività dell'impresa."

PER GARANTIRE LA LEGGE, L'ORDINE E L'IMMAGINE

 

In fotografia, il complesso di Neves è davvero diverso dai penitenziari pubblici. È pulito,  organizzato e altamente automatizzato, pieno di telecamere, cancelli che vengono aperti da torri di controllo, ecc, ecc, ecc. Ma che tipo di detenuto ci va? Hamilton Mitre direttore del GPA afferma che "Non si può dire che lo Stato collochi lì dentro i detenuti in modo da beneficiare il progetto".

 

Tuttavia, Murilo Andrade de Oliveira, sottosegretario della Amministrazione Penitenziaria dello Stato di Minas Gerais, sostiene l'esatto contrario:

"Secondo i criteri impostati inizialmente, possono accedere al "PPP" di Neves gli autori di qualsiasi reato, fatti salvi gli appartenenti a organizzazioni criminali - che sono destinati ad altre sedi - e detenuti per crimini contro la morale, come gli stupratori. A nostro avviso questo tipo di detenuti ostacolerebbero il progetto."

 

Se si verificano rivolte, fughe o qualsiasi tipo di evento simile, il consorzio viene multato e perde parte dei trasferimenti di fondi. Per questo, si è interessati soprattutto a detenuti di 'buon comportamento'. Il sottosegretario Murilo afferma inoltre che coloro che non vogliono lavorare o studiare possono essere "restituiti" alle prigioni pubbliche, "l'ideale sarebbe avere il 100% dei detenuti che lavorano, questo è il nostro obbiettivo. Ci sono detenuti che effettivamente non vogliono studiare, non vogliono lavorare e, se fosse il caso, in seguito, potremmo toglierli (sic),  e metterne altri che vogliano lavorare e studiare, perché il nostro intento è quello di avere questi 3336 posti disponibili occupati da persone che lavorano e studiano".

 

Allo stato attuale, nel "PPP" di Ribeirão das Neves non tutti i detenuti lavorano e studiano e coloro che lo fanno si sentono privilegiati in relazione agli altri. In questo reportage ci è stato concesso solo di intervistare  detenuti al lavoro o in classe, non è ci è stato permesso di parlare con altri detenuti scelti a caso. Ci sono state mostrate tutte le strutture dell'Unità 2 del complesso, come l'infermeria, le officine di lavoro, la biblioteca e le aule scolastiche, ma non abbiamo potuto parlare con i detenuti che non lavorano o studiano, e, tanto meno, visitare i padiglioni, chiamati, nell'eufemismo del lusso di Neves, "esperienze di vita".

IL LAVORO DEL DETENUTO: 54% PIÙ ECONOMICO

 

Lo Stato e il consorzio cercano aziende che siano interessate al lavoro dei detenuti. Le aziende del consorzio stesso non possono avvalersi del loro lavoro a meno che si tratti della manutenzione di installazioni dell'unità come ad esempio le parti elettriche o della pulizia. I profitti del consorzio non derivano quindi direttamente dal lavoro dei detenuti  ma dai trasferimenti mensili dello stato.

 

Ma a quale impresa può non interessare il lavoro di un detenuto? Le condizioni di lavoro non sono disciplinate dalla CLT ma dalla Legge di Esecuzione Penale (LEP) del 1984. Se la Costituzione federale del 1988 dice che nessun lavoratore può guadagnare meno del salario minimo, il LEP stabilisce che i detenuti possono guadagnare ¾ di un salario minimo, e senza benefici. Un detenuto costa fino al 54% in meno di un normale lavoratore salariato messo in regola.

 

Il professor Laurindo Minhoto spiega: "Il profitto che le imprese conseguono grazie a questa ondata di privatizzazioni non provengono tanto dal lavoro carcerario  ossia dallo sfruttamento di mano d'opera coatta, bensì dal fatto che i detenuti stessi sono diventati una sorta di consumatori di prodotti venduti dall'industria della sicurezza e delle infrastrutture necessarie per costruire i penitenziari".

 

Helbert Pitorra, funzionario del GPA, coordina il lavoro dei detenuti  ed è orgoglioso del fatto che il complesso stia diventando un "polo di DPI" (Dispositivi di Protezione Individuale) cioè un polo nella produzione di equipaggiamenti di sicurezza. "Dentro all'Unità penitenziaria, i detenuti fabbricano sirene, allarmi, vari circuiti di sicurezza, (...) scarpe e stivali antinfortunistici e di protezione (...)  oltre a divise ed articoli militari."

 

Ciò che viene prodotto all'interno dei penitenziari, a prezzi certamente competitivi sul mercato, alimenta la stessa infrastruttura dell'unità. La parte esterna dei giubbotti antiproiettile che i funzionari del GPA utilizzano è prodotto lì dentro, a prezzi modici,  realizzati da un detenuto che costa al suo datore di lavoro meno della metà di un lavoratore comune.

 

Nel mese di aprile di quest'anno  il governo di Minas Gerais è stato condannato per esternalizzazione illegale nel carcere di Neves. Il Tribunale del Lavoro ha accolto l'azione civile del Ministero del Lavoro e annullato diversi contratti stipulati dal GPA.

 

"Tra i lavori esternalizzati ci sono attività legate alla custodia, alla guardia, all'assistenza materiale, legale e sanitaria, un vero affronto alla legge 11.078/04 che classifica come indelegabile il potere di polizia ed anche ad altre leggi. Oltre ad essere una misura estremamente onerosa per le casse pubbliche  potrebbe dar luogo ad abusi senza precedenti " ha dichiarato Emediato Geraldo de Souza, il procuratore che si è occupato del caso, in una intervista al portale d'informazione di Minas Gerais "Hoje em dia".

Detenuti al lavoro "PPP" di Ribeirão das Neves
Detenuti al lavoro "PPP" di Ribeirão das Neves

PANORAMA FINALE

 

Come nella maggior parte delle carceri  i visitatori del Complesso vengono sottoposti a perquisizione vessatoria. "A.", moglie di un detenuto che ha preferito rimanere anonima, ci ha consegnato una lettera dei detenuti e ha spiegato come la perquisizione viene eseguita: "Dobbiamo togliere tutti i vestiti e metterci in posizione ginecologica, accovacciandoci tre o più volte di fronte e di schiena, dobbiamo tapparci il naso per non respirare e poi spingere. Successivamente dobbiamo anche sederci su un rilevatore di metallo."  Nella stessa lettera consegnata da "A.", i detenuti sostengono che i direttori del penitenziario hanno già i loro "preferiti", che "parlano sempre bene del penitenziario" alla stampa  e che sono, invariabilmente, quelli che lavorano o studiano.

 

Nella lettera, essi sostengono anche che nell'unità ci sono detenuti con pene già scontate che non sarebbero ancora stati rilasciati. Altre fonti che hanno preferito rimanere anonime insistono sul fatto che il consorzio della "PPP" starebbe già "dettando legge" all'interno del tribunale penale di Ribeirao das Neves.

 

José de Jesus filho della "Pastoral Carcerária" non vede altra spiegazione per la privatizzazione delle carceri se non "la corruzione".

E ha le sue ragioni. Nel maggio 2013, la Companhia Paulista de Trens Metropolitanos (CPTM) e la Companhia do Metropolitano de São Paulo (la metropolitana) sono state oggetto di azioni penali per corruzione e abuso di fondi pubblici.  L'ex direttore della CPTM, Telmo Giolito Porto oggi a capo del consorzio PPP di Ribeirão das Neves, è stato indagato così come l'azienda Tejofran de Saneamento e Serviços Gerais LTDA, che fa parte dello stesso consorzio.

 

In questo senso, Robson Sávio mette in guardia: "Non sarà che lo stato quando utilizza così tanta pubblicità per parlare di un modello privato, si pone esso stesso come socio interessato ai risultati e quindi, in quanto tale, possa anche truccare  dati e nascondere risultati? In questo sistema ci sono ancora molte cose da rendere più trasparenti e che hanno bisogno di essere spiegate meglio."

 

NEL RESTO DEL BRASILE

 

Il modello di PPP di Minas Gerais ha ispirato progetti simili negli stati del Rio Grande do Sul, nel Pernambuco e nel Distretto Federale (Brasilia). Le gare d'appalto sono già state effettuate o sono aperte ed i penitenziari inizieranno presto ad essere costruiti.

Anche il governo dello Stato di São Paulo e la Segreteria di Amministrazione Penitenziaria hanno intenzione di avviare quanto prima una gara d'appalto per la costruzione di un grande complesso nello stato, con una capacità di 10.500 prigionieri. Il governatore Geraldo Alckmin ha già effettuato consultazioni pubbliche e varie imprese hanno già mostrato interesse per il progetto.

 

Nello stato del Ceará, una sentenza del tribunale ha costretto il settore privato a restituire la gestione delle carceri al governo dello stato. In Paraná, il governo stesso ha deciso di riprendere la gestione di un certo numero di carceri, dopo aver valutato due questioni: quella giuridica e quella finanziaria.

 

In Brasile, il paese del detto popolare "bandito buono è il bandito morto", il paese delle “bancada da bala” (ndt: letteralmente "I banchi della pallottola", è il nome con cui viene comunemente indicata un'area di politici del Congresso Nazionale brasiliano, legata all'industria ed al commercio delle armi, prevalentemente formata da ex poliziotti e militari) e dove i detenuti non hanno alcun diritto semplicemente per il fatto di essere detenuti, la privatizzazione spaventa anche dal punto di vista della garanzia dei diritti umani. "In un sistema di cui la società non vuole né sapere, né interessarsi, come è quello carcerario, ci sarà abbastanza vigilanza e trasparenza? O stiamo forse creando l'industria del detenuto brasiliano?" si chiede Savio.

 

Gli intervistati danno un altro avvertimento: in questa prima fase, si investirà molto in marketing per far si che modelli come quello di Neves vengono replicati in tutto il Brasile. Hamilton Mitre dice che quell'unità sarà utilizzata come "biglietto da visita" e da varie fonti si apprende che il modello di privatizzazione delle carceri sarà inserito nella campagna elettorale di Aécio Neves, candidato alla presidenza nelle elezioni che si svolgeranno alla fine di quest'anno.

 

Secondo Minhoto, dal momento in cui si radica un interesse economico e che crea profitti nella gestione del sistema carcerario, "lo Stato cade in una trappola che lo costringerà a rinunciare alla "buona politica" per la necessità di garantire un ritorno agli investimenti che il settore privato ha fatto nel settore" dice. E Bruno Shimizu completa questo concetto: "Stiamo probabilmente creando un mostro dal quale potremmo non essere più in grado di liberarci".

 

"Per chi investe in un particolare prodotto, in questo caso in un prodotto umano, ossia il detenuto, sarà interessante averne sempre di più. Si segue, cioè, la logica stessa della carcerazione di massa. La stessa logica che ha portato al caos, e che ha giustificato la privatizzazione delle carceri ", conclude Patrick.

Trasferimento detenuti. foto: Gil Leonardi
bottom of page