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23 aprile 2014

La rivolta delle favelas. Ancora morti, barricate e rivolte a Rio de Janeiro

Douglas Rafael Pereira da Silva

Urge ridisegnare l'architettura della sicurezza pubblica nel paese, mettere fine alla pratica dei cosiddetti "autos de resistência" (ndt. una pratica ereditata dalla dittatura militare brasiliana, mai cancellata, che in pratica concede alla polizia di non essere investigata in caso di uccisioni "giustificate" da conflitti a fuoco o da supposta resistenza a pubblico ufficiale), è necessario smilitarizzare la polizia e superare questa cultura di violenza che banalizza la vita dei più poveri. Fino a quando il Brasile potrà permettersi di continuare ad uccidere i suoi giovani?

Tratto da un articolo del giornale A Nova Democracia

traduzione in italiano Carlinho Utopia

 

Mai come adesso nella storia brasiliana le favelas hanno detto in modo così chiaro che sono stanche di piangere i loro figli morti in questo genocidio che la società impone loro. Ad ogni nuovo omicidio una protesta, una nuova ribellione, lo stesso grido disperato di dolore. Ad ogni lutto un motivo in più per combattere la lotta dei più poveri.

Ieri le barricate sono state erette in piena Zona Sud di Rio, quella più residenziale e turistica, a Copacabana e Ipanema. La UPP (ndt. Unità di Polizia Pacificatrice, una delle 38 installate a Rio per rendere più sicura la metropoli, in vista dei Mondiali di calcio di quest'estate) della favela Pavão-Pavãozinho è stata oggetto della rivolta popolare con auto incendiate e strade bloccate durante tutta la serata.

 

Douglas Rafael Pereira da Silva, moto-tassista nella favela e ballerino del programma "Esquenta" in onda sulla Rede Globo, popolarmente conosciuto come "DG" è stato assassinato all'età di 25 anni nel pomeriggio di ieri. Secondo i residenti e gli amici del giovane, gli assassini sono poliziotti militari della UPP che avrebbero picchiato a morte il ragazzo scambiandolo per uno spacciatore di droga.

 

Nel breve cortometraggio (che trovate in questa pagina) dal titolo "Made in Brasil", girato l'anno scorso, il giovane Douglas è protagonista di una storia che ha lo stesso identico finale della sua vita reale: ucciso a sangue freddo nella sua favela dalla polizia che lo ha scambiato per un delinquente.

 

Nel corso delle proteste un altro giovane, Edilson Santos da Silva, 27 anni, è stato colpito mortalmente da un proiettile alla testa sparato dalla polizia mentre aveva le braccia alzate. Edilson aveva disabilità mentali.

 

Douglas è l'ennesimo giovane lavoratore, per di più uno che nella favela faceva la differenza, che esce di scena precocemente, ucciso in questa stupida guerra alla droga che non nasconde il suo vero carattere di guerra selettiva ai poveri. Questa guerra è un vero e proprio genocidio di giovani neri e poveri delle favelas e delle periferie che deve essere urgentemente sospesa, con quella determinazione e coraggio che proprio le favelas stanno mostrando, ribellandosi ad ogni nuovo assassinio dei suoi abitanti.

 

 

 

 

Il video realizzato da A Nova Democracia sui drammatici avvenimenti della favela Pavão-Pavãozinho

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