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La banalità dello sterminio

27.10.2014

 

Lettera ai brasiliani (di sinistra)

di Carlos Latuff

pubblicato su Sul 21 il 27.10.14

traduzione di Carlinho Utopia

 

Alla fine, Dilma Rousseff si è assicurata un altro mandato, sconfiggendo il "tucano" Aécio Neves. Per un soffio, come accadde nelle elezioni del 2010, quando affrontò un altro "tucano", José Serra. Quell'anno, come ora, ho votato per Dilma, non per sostenere l'agenda del suo governo, ma credendo che, se le cose possono non migliorare, certamente possono peggiorare e, dal mio punto di vista, Aécio Neves simboleggia l'arretramento, l'aggravarsi di un problema.

Il mio voto non è un assegno in bianco per Dilma e il suo partito, e tanto meno un voto di fiducia nel sistema elettorale. Con la sua politica di alleanze con tutto ciò che esiste di più cialtrone nella politica brasiliana, il governo di Dilma Rousseff non mi rappresenta, così come non rappresenta gli indigeni ed i quilombolas (ndt. comunità formate da schiavi africani fuggiti dalle piantagioni in cui erano prigionieri nel Brasile all'epoca della schiavitù. Queste comunità sono tuttora presenti in varie aree del paese.), per altro nemmeno citati nei dibattiti e nelle propagande dei candidati. Voglio credere anche che non rappresenti gli abitanti delle favelas, la cui occupazione da parte delle truppe dell'esercito è stata autorizzata dalla presidente. E credo ancora che non rappresenti quella parte dei movimenti sociali che non è stata cooptata dalla macchina del governo.

Certamente è un immenso piacere per i miei occhi vedere i "coxinhas" (ndt. termine gergale con cui, in Brasile, vengono definiti generalmente le persone con tendenze reazionarie) consumarsi nel proprio odio nell'apprendere che la "dittatura comunista del PT (Partido dos Trabalhadores)" avrà un respiro supplementare di quattro anni, ma non ho alcuna speranza che il Partido dos Trabalhadores (Partito dei Lavoratori), con tutti gli impegni sottoscritti con l'agrobusiness, i banchieri, gli imprenditori, e persino con la "guerra alla droga" di Washington, possa riprendere le vecchie bandiere di lotta dei movimenti sociali.

I movimenti sociali in Brasile hanno bisogno di liberarsi di questa polarizzazione tra PT e il PSDB, sbarazzarsi della cooptazione, e lavorare per una alternativa a sinistra, un'alternativa che non individui la sua meta nel governo, ma nel potere. Farla finita una volta per tutte con questa oligarchia, con i colonnelli, con il potere delle famiglie che possiedono terre, emittenti televisive e stazioni radio e persino interi stati. Questi sono i veri detentori del potere in Brasile.

Quanto a me, me ne torno adesso all'opposizione da sinistra, continuando a mettere la mia arte al servizio dei movimenti sociali. A chi ha creduto che con il mio voto critico io abbia aderito o capitolato al "governismo", chiedo che faccia ammenda della sua leggerezza e conservi questa lettera a futura memoria.

Carlos Latuff

Vignetta di Carlos Latuff
Vignetta di Carlos Latuff
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