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26 maggio 2014

Não vai ter Copa (Non ci sarà la Coppa)

Almeno 242.000 famiglie, circa 1 milione di persone, sono ancora senza energia elettrica in casa. Abbiamo percorso 1300 km. nell'entroterra del Ceará per raccontare il quotidiano di alcune persone che non guarderanno la Coppa del Mondo

Reportage di Rafael Luis Azevedo

traduzione in italiano: Carlinho Utopia

 

 

 

Fortunato da Silva sembra vivere su un altro pianeta. Quando vede la maglia della nazionale brasiliana, si mostra indifferente. Per lui, si tratta di uno "straccio qualunque". Ma il non conoscere la più famosa divisa del calcio mondiale ha una giustificazione. Il contadino non ha mai avuto l'energia elettrica in casa. Non avendo scelta, mantiene la distanza da tutto ciò che è Coppa del Mondo, il più grande evento sulla terra, che sta per verificarsi a 450 chilometri di distanza, a Fortaleza.

 

La vita quotidiana di Fortunato, che vive a Serra da Estrela, comunità situata nel comune di Saboeiro all'interno del Ceará, assomiglia a quella di almeno altre 242.000 famiglie brasiliane senza accesso all'elettricità (corrispondenti a 960 mila persone, secondo il Ministero delle Miniere e dell'Energia). Questa popolazione, sparsa in tutto il paese, difficilmente parteciperà alla più costosa Coppa del Mondo della storia, con un costo ufficiale stimato in 25,7 miliardi di Reais, secondo il Portale della Trasparenza.

 AGÊNCIA DE REPORTAGEM E JORNALISMO INVESTIGATIVO
 La famiglia di Fortunato

A lato della casa di Fortunato da Silva, che non ha energia elettrica, passa una linea di alta tensione che collega i comuni di Jucás e Catarina (CE)

Entrare negli stadi sarà privilegio di pochi. Ma, per Fortunato e i suoi vicini, neanche guardare le partite in TV sarà possibile. Tra i 184 comuni del Ceará, Saboeiro è quello che ha una maggiore percentuale di residenti senza energia elettrica. In tutto, l'8,9% degli abitanti del posto, non sanno cosa sia. E' un indice alto, tenendo conto che l'1% della popolazione dello stato non ha il servizio.

 

"Bere acqua gelata è un lusso.

Ci accontenteremmo di molto meno."

 

Piaceri semplici, come bere dell'acqua ghiacciata o rinfrescarsi nella brezza di un ventilatore, sono per loro sconosciuti. "In realtà, ci accontentiamo di molto meno, come poter collegare una pompa per spingere l'acqua dalla cisterna alla piantagione," sogna Fortunato, cearense di 45 anni. Senza elettricità, l'unica possibilità è quella di irrigare manualmente, soluzione di fortuna che no dà lo stesso risultato. È dalla coltivazione di mais, fagioli e fave, colture comuni a tutti gli agricoltori della regione, che si ricava il cibo quotidiano.

Distanza da Fortaleza a Serra da Estrela, a Saboeiro: 450 km. Fonte: Google Maps.

Distanza da Fortaleza a Serra da Estrela, a Saboeiro: 450 km. Fonte: Google Maps.

Qualsiasi altra pietanza nemmeno sempre disponibile, come il pollo, il pesce o la carne rossa deve essere consumata tutta nello stesso giorno, perché non c'è frigorifero. "Se uccidiamo una pecora, dobbiamo chiamare i vicini di casa per mangiare insieme, altrimenti va a male", ci spiega Fortunato. La soluzione, per alcuni, consiste nel salare la carne e lavarla prima del consumo. Questo non impedisce che la forte puzza nelle case attragga ogni sorta di insetti.

 

La famiglia di Fortunato è una delle undici di Serra da Estrela, a circa 35 miglia da Saboeiro. Per raggiungere la comunità, si devono percorrere 10 chilometri di strada sterrata. Gli ultimi sei chilometri sono una salita ripida, cui hanno accesso solo le moto. Sempre che non piova forte. "La nostra vita è stata molto peggio. Immaginate quando non c'erano le moto: arrampicarsi con il carico, solo a dorso di mulo", racconta Fortunato.

 

Oltre alle moto, che si sono andate diffondendo nelle zone rurali del nord-est, un'altra novità ha alleviato la sofferenza della comunità: la "Borsa Famiglia", istituita nel 2003 dal governo Lula. Tutte le famiglie di Serra da Estrela ricevono il sussidio. Nel caso di Fortunato, sono 352 reais al mese, a condizione che mantenga a scuola i suoi tre figli. Studiano nel distretto di Barrinha e camminano a piedi sei chilometri lungo le colline per arrivare a scuola.

 

"Quando uccidiamo una pecora, dobbiamo chiamare

i vicini di casa per mangiarla insieme, altrimenti va a male"

 

Quel reddito sicuro è questione di sopravvivenza dove non esiste alcun lavoro al di fuori dell'agricoltura di sussistenza.  "Senza quei soldi, affrontare le difficoltà di vivere senza elettricità sarebbe ancora più difficile", spiega Fortunato.  Un altro progetto del governo federale, definito "Luce per Tutti" ha nutrito la speranza che anche la risorsa più sognata arrivasse nelle loro case. Ma fino ad oggi, non si è trattato che di un desiderio frustrato.

 

Il programma "Luce per Tutti", parte della politica del governo per assicurare migliori condizioni di vita alle popolazioni isolate, la  ha disseminato elettrodotti da nord a sud del pese. Una di queste linee passa letteralmente sopra gli abitanti di Serra da Estrela. Installata nel 2006, trasporta energia tra i comuni di Jucás e Catarina. Tuttavia, non è stato possibile illuminare la comunità di Saboeiro.

 

"L'elettricità passa sopra alle nostre case, ma non può arrivare alle nostre case. Quando hanno installato i tralicci, hanno spiegato che l'alta tensione impediva che una prolunga arrivasse qui ", dice il contadino Valdir de Oliveira, 48 anni. Paradossalmente, la luce passa così vicino e allo stesso tempo, è così lontana. "Abbiamo già fatto richiesta molte volte alla Coelce  [Companhia Energética do Ceará], ma la scusa è sempre la stessa"

 

"L'elettricità passa sopra alle nostre case,

ma non può arrivare alle nostre case."

 

La Coelce gestisce il programma "Luce per tutti" nello Stato e, alla fine del 2013, aveva come obiettivo l'installazione di energia elettrica in 30 punti di Saboeiro nel corso del 2014 - fino a marzo, sette opere sono state completate. Tuttavia, gli abitanti di Serra da Estrela dovranno continuare ad utilizzare candele e lanterne a gas o cherosene durante la notte, perché l'azienda non sa dove si trovi la comunità e non ha nei suoi registri le richieste del servizio.

 

Fin dalla sua nascita, il programma ha assicurato l'elettricità a 3,1 milioni di famiglie, per un totale di 15,1 milioni di persone, secondo il Ministero delle Miniere e dell'Energia. Trascorsi 11 anni, tuttavia, l'accesso al servizio non è stato universalizzato. Nel 2000, il 10,8% della popolazione del Ceará non aveva elettricità, secondo i dati dell'Istituto di Ricerca e Strategia Economica del Ceará (Ipece). Oggi, il numero si riduce a meno di 80 mila persone che vivono in comunità isolate come quelle di Saboeiro.

 

Pochi municipi come questo stanno soffrendo così tanto per il problema. Complessivamente, ci sono sette comunità senza elettricità, comprese Passo Fundo, Ninador, Queimadas, Logrador, Paraná e Serra do Papagaio. "In pieno 21° secolo, questo non avrebbe dovuto accadere. Si tratta di un servizio fondamentale per la sopravvivenza umana ", dice Francisco Bezerra, agente amministrativo della Segreteria dell'Agricoltura di Saboeiro.

 

Lo scenario è già stato peggiore. Prima della nascita del "Luce per tutti", quasi la metà della popolazione di Saboeiro non disponeva di energia elettrica. Come spiega l'amministratore, spetta al comune mappare le comunità senza servizio e comunicarlo alla Coelce, che realizza uno studio topografico della regione. A seconda dei fondi previsti dal programma, la richiesta viene attesa immediatamente o nel futuro.

 

"Il costo medio per portare l'elettricità è relativo, infatti si deve, tra le altre cose, conoscere la distanza fisica tra il richiedente e il sistema elettrico della fornitrice," fa notare una portavoce della Coelce.  "Non si tratta di un'opera a basso costo, è evidente. Ma è un costo che impedisce altre spese più avanti. Dopo tutto, come combattere l'esodo rurale, senza fornire condizioni di vita decenti nelle campagne?", domanda Bezerra.

 

"In pieno 21° secolo, questo non avrebbe dovuto accadere.

L'energia elettrica è un servizio fondamentale per la sopravvivenza umana"

 

In 11 anni, sono stati investiti 16 miliardi di Reais nel "Luce per tutti".  L'obiettivo del governo federale è quello di universalizzare la fornitura di energia elettrica in Brasile. Per questo, dopo il completamento della terza fase del programma nel dicembre di quest'anno, un nuovo studio verrà fatto per scoprire chi ancora è rimasto escluso. Stanchi di aspettare, alcuni cittadini si stanno ingegnando per risolvere il problema, cosa normale per i brasiliani.

 

Francimar de Oliveira ha conosciuto l'elettricità in uno dei suoi viaggi a São Paulo, dove ha lavorato in edilizia per un paio di stagioni. Dal 2007, non si è più mosso mosse da Serra da Estrela, grazie alla "Borsa Famiglia".  Con i suoi risparmi, l'agricoltore ha investito in una tecnologia di cui la figlia aveva sentito parlare a scuola. Al costo di 2000 reais, a gennaio, il cearense ha installato due pannelli solari sul tetto.

Francimar de Oliveira, l'unico che può vedere le partite in tv grazie ai pannelli solari che si è installato sul tetto di casa

Francimar de Oliveira è stato l'unico della Serra da Estrela ad assistere all'amichevole del Brasile contro il SudAfrica, dopo aver installato pannelli solari sul tetto.

Il sistema funziona sulla base dell'improvvisazione. L'energia passa attraverso dei fili sulla parete e alimenta una batteria da camion. La carica accumulata accende il televisore, che la famiglia aveva in casa già da due anni, in attesa del giorno in cui i tanto sospirati pali della luce fossero arrivati.  "Noi ancora non abbiamo un frigorifero per realizzare il sogno di bere acqua fredda, ma almeno possiamo avere un contatto con il resto del mondo", festeggia Francimar.

 

Tifoso del Fortaleza, la sua casa è stata l'unica della regione nella quale si è potuto assistere all'amichevole Brasile:Sud Africa, che si è giocata il 5 marzo, in preparazione per la Coppa del Mondo. Nelle vicinanze, chi ancora era ignaro della novità così vicina a casa e che ancora manteneva qualche contatto con il calcio, si è dovuto accontentare della cronaca via radio a pila. Francimar, la moglie ed i tre figli hanno avuto il privilegio di vedere oltre che sentire.

 

"Il denaro che ho speso è molto per la povera gente come me, ma non è niente per un governo. Installare pannelli come questi nella comunità sarebbe più economico che portare la luce fino a qui", fa notare il contadino. A differenza di Fortunato, lui conosce il significato della "camisa amarelinha" (ndt. la maglietta della nazionale brasiliana). E potrà vederla a casa sua per la prima volta in una Coppa del Mondo. Grazie alla sua iniziativa.

 

Coppa del Mondo anche a Cafundó e Escondido

 

Chi dimentica la prima Coppa del Mondo che ha visto? Per la i più, è un ricordo d'infanzia.  Grazie al programma "Luce per tutti", in alcuni angoli del paese il torneo del Brasile sarà per l'appunto il primo. Due di loro hanno nomi molto strani: Cafundó e Escondido. Le comunità "quilombolas" (ndt. antiche comunità formate da schiavi fuggiaschi) di Choró, a 175 km da Fortaleza, hanno ricevuto il servizio elettrico appena tre anni fa, dopo l'ultima Coppa del Mondo.

Una casa isolata di Cafundo

Le antenne paraboliche contrastano con le semplici case di Cafundó

La data del 20 Dicembre 2011 resterà indimenticabile per gli abitanti. Le 35 famiglie delle due comunità dell'entroterra del Ceará, tutte con un certo grado di parentela, hanno sempre mantenuto la speranza che le loro notti fossero illuminate. I pali della luce arrivarono dall'alto, in elicottero. Solo così è stato possibile per la Società di Energia del Ceará (Coelce) portare energia in quell'area. 

 

Cafundó e Escondido, come altre comunità formate da schiavi fuggiaschi, sono due delle più isolate del paese. Per arrivarci, dobbiamo percorrere 30 km dal capoluogo di Choró, di cui 10 di strada sterrata. Dopo occorre scalare una montagna a 680 metri sul livello del mare, a piedi, su un terreno molto accidentato. A seconda del fiato, questa camminata dura da una a due ore.

 

Senza alcuna possibilità di accesso in auto, camion o moto, le comunità hanno vissuto praticamente dimenticate fino al 21° secolo. La "Borsa Famiglia" e l'arrivo dell'energia elettrica hanno contribuito a frenare l'esodo locale. I residenti possono ora contare su un reddito mensile che integra le loro colture agricole di sussistenza, e godere dei piaceri della tecnologia.

Distanza da Fortaleza a Cafundó e Escondido, a Choró: 215 km. Fonte: Google Maps

Distanza da Fortaleza a Cafundó e Escondido, a Choró: 215 km. Fonte: Google Maps

"La vita qui è migliorata molto. Ai miei tempi, lavoravo un giorno intero per ottenere una tazza di zucchero per la "garapa" [acqua e zucchero, bevanda comune dei poveri nel Nord-est]. Oggi, una giornata di lavoro rende un pacco di zucchero per il latte dei figli", dice Dionisio de Oliveira, 48 anni, agricoltore, uno dei residenti che hanno ricevuto un televisore dalla Coelce. 

 

Non che l'accesso ai beni di consumo abbia risolto tutti i problemi. La distanza da tutto è ancora un ostacolo. La scuola comunale di Cafundó riunisce dieci bambini delle classi elementari. I più grandicelli, delle medie, si svegliano alle 3:30 e camminano per due ore lungo la collina fino al distretto più vicino, Conceição. Gli studenti delle scuole superiori devono viaggiare in pullman per oltre 30 km fino al capoluogo di Choró.

 

"Il nome del paese non è casuale. Le persone vivono veramente nascoste" se la ride José Arimateia da Silva, 37 anni. Nato a Cafundó, l'ex agricoltore ha lasciato la vita accanto ai suoi familiari nel 2010. Vendette la casa a un parente, per 200 Reais, e ne affittò un'altra nel capoluogo Choró, per 70 Reais.

"Ero stanco di tutto quel sali e scendi dalla montagna. È molto faticoso. Quindi immaginatevi la sofferenza dei bambini e degli anziani", dice il venditore di ghiaccioli.

 

Nonostante il fisico magro comune alla maggior parte degli abitanti, Teté, come è conosciuto, è sempre stato molto richiesto per "far forza". Quando qualcuno si ammala, parenti o amici devono portarlo giù caricandolo su delle amache. "Una volta, dopo una lite, un uomo ha accoltellato un altro. In preda alla disperazione, sono andato giù per la montagna in 10 minuti per chiamare un'ambulanza, mentre gli altri lo portavano giù.", ricorda.

 

Alla base della montagna, si trova un cartellone già arrugginito che informa del progetto elettrico. L'opera è costata 797.000 Reais al programma  "Luce per Tutti". Per poter essere trasportati in elicottero, i pali della luce sono stati realizzati in fibra di vetro. Non c'è illuminazione pubblica, e quindi i clienti, tutto di basso reddito, pagano in media 5 Reais al mese. La misurazione viene effettuata da uno dei residenti che si occupa anche della scuola.

Luce per tutti a Cafundo

Il cartello del "Programma Luce per Tutti", che indica i 797 mila R$ investiti nell'opera a Cafundó, con i numeri quasi cancellati dopo tre anni

L'arrivo dell'energia elettrica ha assicurato un altro benessere dei nuovi tempi: l'uso dei telefoni cellulari. In alcune aree si ricevono i segnali di TIM e Claro ed in a altre anche quello della Oi. Manca ancora la tecnologia 3G, c'è solo la vecchia 2G. Quando si sta navigando in internet, una chiamata al telefono fa cadere la connessione.

 

Nonostante gli orizzonti aperti dalla tecnologia, ci sono ancora persone senza contatto con la comunità esterna. Il contadino Anthony Nero, di 74 anni, per esempio, non ha idea di cosa sia la nazionale brasiliana. "La mia vita è sempre stata dalla casa al campo, e dal campo a casa.", spiega. Oggi, tuttavia, lui è diventato un'eccezione. Quasi tutti gli abitanti hanno la tv, e chi non ce l'ha, vuole vedere le partite a casa di un vicino.

 

"La prima Coppa del Mondo che ho visto è stata nel 2010. Sono andato giù alla comunità di Fonte Nova. Furono due ore all'andata più due al ritorno.", dice Geane de Oliveira, 26 anni. "Fu un sacrificio così grande che quella partita della nazionale brasiliana è stata l'unica ca cui ho assistito." Nessuno si merita un sacrificio così. Né le famiglie di Cafundó e Escondido, né le 242.000 ancora senza energia elettrica in Brasile.

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