09.01.15
Polizia Militare di Rio de Janeiro: "Standard Germania 1930"
Lo strano caso delle promozioni e delle dimissioni del colonnello che faceva propaganda nazista
Fábio Almeida de Souza, comandante della Tropa de Choque della Polizia Militare (truppe antisommossa di Rio de Janeiro) ispirandosi al fuhrer incitava i suoi camerati sottoposti, attraverso un fitto scambio di messaggi su Whatsapp, ad attaccare ed uccidere i manifestanti nel corso delle manifestazioni del 2013. Lunedì scorso il colonnello è stato esonerato, dopo che un giornalista ha scoperto e pubblicato su un settimanale parte di quei messaggi.
Cultura nazistoide al comando della Tropa de Choque e del BOPE. Sorpresa?
dal Blog di Mário Magalhães 06/01/2015
La notte del 20 giugno 2013, dopo aver intrappolato i manifestanti, stimati in 300 mila, la polizia militare di Rio de Janeiro colpì e represse come poche volte nella sua storia macchiata di sangue e brutalità. Nella stragrande maggioranza dei casi, attaccò cittadini che esercitavano pacificamente il loro diritto costituzionale di protestare contro l'aumento delle tariffe degli autobus e di abbracciare molteplici altre cause, tante quanto i frammenti di un caleidoscopio. La Tropa de Choque si distinse in codardia. Il suo comandante era il tenente colonnello Fabio Almeida de Souza.
Nei primi mesi del 2014, l'ufficiale divenne il numero 1 del BOPE, il Battaglione Operazioni Speciali. (la famosa e famigerata Truppa d'Elite della Polizia Militare carioca). Il Colonnello aveva l'abitudine di scambiare messaggi, via WhatsApp, con colleghi poliziotti di sua fiducia. Si discuteva anche di come combattere i manifestanti:
Un maggiore suggerisce l'uso di un manganello chiamato Tonfa per "immobilizzarli''.
"Uccidi! Così li immobilizzi per sempre''
taglia corto il tenente colonnello Fabio.
Il capitano Helinton torna a parlare di tonfa, e Fabio rincara la dose:
"Tonfa un cazzo! 7.62 [riferendosi al calibro delle munizioni del fucile] Uccidili tutti... Smettila, Adriano. Nel BOPE c'è un tipo f... quasi nessuno lo sa. Spara a tutti. Fai come il Sig. Rufino. Ne ha fatti fuori 10. Pratica soffocamento e spara sulla folla.''
In contesti analoghi, quando un giornalista scova l'uovo del serpente, subito riecheggiano le voci tolleranti con la barbarie: è un'esagerazione delirante parlare di Nazismo, richiamo privo di fondamento nei fatti... Il tenente colonnello Fabio e un suo collega provvedono a chiarire chi è che esagera.
Fabio:
"Botte, bastonate, manganellate, fucilate. Aprile 2015. Il Cancelliere prende il potere. Il Partito.''
Un certo Gilberto:
"Il Colonello Fábio per la restaurazione del Reich."
E Fabio conferma:
"Esatto!''
In un'altra conversazione, Fábio spiega ancora meglio, per chi ancora non l'avesse compreso, il suo evidente progetto:
"Standard Germania 1930."
E la sua banda continua:
Capitano Sanchez:
"A favore dell'Inquisizione, andremo a caccia di streghe e fantasmi [nella PM].
Per la razza pura e senza difetti. Viva lo Choque.''
Un uomo non identificato:
"E che sia fatta la volontà della maggioranza.'
Capitano Gilberto:
"Non è la volontà della maggioranza. È la cosa giusta. È la volontà del Führer."
Il tenente colonnello Fabio predice:
"Nel mese di aprile del 2015, assumerò il controllo della Polizia Militare di Rio de Janeiro.
È nelle Scritture.''
E, sempre Fabio, si vanta delle sue prodezze contro un manifestante black bloc:
"Nell'ultima manifestazione a cui sono andato, gli ho dato dentro con l'AM640.
[fucile a munizioni cosiddette "non letali"]
Un inferno blu nella schiena di un Black Stupido, al massimo 30 metri!!! Che orgoglio!!!''
Documento storico
Forse le "Scritture" avevano un senso, ma nel mezzo del cammino c'era un giornalista, Leslie Leitão, che ha scoperto i dialoghi e ne ha pubblicato alcune parti sulla rivista Veja.
Insieme ad essi, anche l'inchiesta interna alla polizia militare, non incentrata sul carattere nazistoide delle dichiarazioni, ma su un attentato a colpi d'arma da fuoco contro il portone del condominio dove abitava il colonnello Marcio Rocha, successore di Fábio de Souza al comando della Tropa de Choque. Il tenente colonnello Fabio ed i suoi seguaci identificavano Marcio Rocha come un loro avversario all'interno della corporazione militare.
Fabio passò dalla Tropa de Choque al BOPE ancora nel 2013. Nel marzo del 2014, lasciò la cosiddetta "truppa d'elite'' per assumere il comando della scorta del Segretario della Sicurezza di Rio de Janeiro, José Mariano Beltrame. Nel novembre del 2014, con la nomina di un nuovo comandante della Polizia Militare, con un passato nel BOPE, venne riconsegnato alla testa della Tropa de Choque. Il mese succesivo, dicembre 2014, come "regalo di Natale", venne promosso colonnello, il grado massimo della carriera. Era nelle "Scritture"..., fino a quando un reporter determinato ha raccontato chi è Fábio de Souza, che lunedi è stato esonerato dalla Tropa de Choque. Se non fosse stato per Leslie Leitão, fino a dove sarebbe arrivato questo predicatore-predatore "standard Germania 1930'?
Beltrame ha dichiarato che ignorava quei messaggi. Ma come è possibile che un ex agente della polizia federale non considerasse strano che un comandante del BOPE venisse allontanato dal suo prestigioso incarico per essere trasferito alla sicurezza del segretario?
Se non fu avvisato di quelle barbarie, quando il colonnello Fabio tornò alla Tropa de Choque, Beltrame venne fortemente boicottato o l'intelligence della Sicurezza di Rio è la caricatura di un servizio informativo. Che cosa è successo?
Quei messaggi costituiscono un documento storico. È chiaro che gli agenti dello Stato non solo hanno incitato, ma hanno agito di fatto con una violenza inaccettabile contro i manifestanti. Anche i manifestanti più violenti hanno il diritto costituzionale di essere trattati secondo la legge, e non con proiettili sparati alla schiena. I grandi facinorosi e teppisti del 2013 sono stati alcuni agenti di polizia, come evidenziano quei dialoghi.
In un certo senso, non costituisce sorpresa alcuna la cultura antidemocratica espressa in quelle conversazioni. Il BOPE è quel battaglione che forgia un ufficiale, Edson, che poi diventa un pezzo grosso della UPP (Unità di Polizia Pacificatrice) nella favela Rocinha, dove uccidono il muratore Amarildo.
Edson è in galera.
Il BOPE è quello mostrato nell'ottimo film "Tropa de Elite". È tutto lì: la tortura, i "nemici" sempre poveri. Il lavoro del regista José Padilha mostra il BOPE così come il BOPE è. Chi si è entusiasmato per un demente come il personaggio del capitano Nascimento, interpretato magistralmente da Wagner Moura, considera legittimi metodi che sono offensivi della civiltà. Qualcuno è stato punito dopo l'incursione del BOPE nella favela Maré a metà del 2013, che lasciò cadaveri sparsi per le strade? Il BOPE è la "truppa d'elite '' il cui comandante, ieri o l'altroieri, evocava il 3° Reich.
A dispetto di criminali di questa risma, il problema della polizia militare non sta nelle persone. Tra le sue fila non mancano uomini dotati di generosità e senso civico. È, sì, istituzionale. La Polizia Militare si è formata reprimendo chi affronta il potere. Trattando i poveri, soprattutto neri, come nemici da abbattere. Identificando gli abitanti delle favelas, fino a nuovo ordine, come criminali o simpatizzanti dei criminali. Supponendosi al di sopra della legge, come nell'episodio di Amarildo alla Rocinha.
La smilitarizzazione della polizia non è solo una bandiera simpatica. È una necessità della cittadinanza e anche della stessa sicurezza pubblica.
Lo strano caso delle promozioni e delle dimissioni del colonnello che faceva propaganda nazista
di Mauro Donato, 05/01/2015 su Diario do Centro do Mundo
Dopo la tempesta arriva la bonaccia. O il cinismo. Dopo l'enorme (e pessima) ripercussione data dal ritorno del tenente colonnello Fabio de Souza al comando del BOPE e questa volta con i gradi di colonnello, il Segretario della Sicurezza di Rio de Janeiro José Mariano Beltrame lo ha nuovamente esonerato lunedi scorso (05/01/15).
Beltrame sostiene di aver appreso delle denuncie contenute in un'indagine della polizia militare contro il tenente colonnello Fabio attraverso la stampa. Contraddice così il comandante generale, colonnello Jose Luis Castro, che ha detto di aver riferito, all'epoca, il caso al segretario. Chi sta dicendo la verità?
Il 2013 era già alla fine, quando il tenente colonnello Fabio de Souza del BOPE venne rimosso per aver inviato, in un gruppo di Whatsapp, messaggi che incitavano alla violenza e avevano contenuti nazisti.
Secondo José Luis Castro, il Segretario José Mariano Beltrame quando seppe dell'esonero di Fabio de Souza, rispose con un "Ok, allora mandamelo qui". Sì, proprio così. Come conseguenza delle sue posizioni violente, Fabio assunse il comando della scorta personale di Beltrame. Strano?
Tutta la storia è ancora più intrigante, che ci crediate o no. Ancora nel gennaio del 2014, il tenente colonnello Fabio de Souza aveva già riferito ai suoi colleghi che sarebbe tornato in alto, ben più in alto, da lì ad un anno. Detto fatto.
Il ritorno non era facile e si rese necessaria una riprogettazione per consentirlo. Dopo il periodo al comando della scorta di Beltrame, l'operazione ha avuto luogo. L'allora comandante della Polizia Militare, Jose Luis Castro. è stato rimosso, ed al suo posto ha assunto il comando Alberto Pinheiro Neto (colonnello già di riserva e che recentemente stava lavorando come capo della sicurezza della rete televisiva Rede Globo). Fabio de Souza è un uomo di fiducia del nuovo comandante, e così è stato restituito al comando del BOPE, questa volta promosso colonnello, il grado più alto della carriera.
"Nel 2015 assumerò il controllo della Polizia Militare di Rio de Janeiro. È nelle Scritture. Saranno quattro anni di inverno nucleare... Ci sarà pace solo per quelli dello Choque, i "Caveira" (letteralmente "teschio", simbolo del BOPE), i "Cachorreiro" (battaglione speciale di azione con i cani della polizia militare), i "Pilotos" (gli elicotteristi). Il resto sarà cacciato", aveva scritto Fabio de Souza poco dopo il suo allontanamento. Come faceva a saperlo? A chi si riferiva con "il resto" in tono minaccioso?
Quando venne esonerato, Fabio fu sostituito dal tenente colonnello Marcio Rocha che cominciò ad essere boicottato dagli ufficiali legati a Fabio, integranti del gruppo di Whatsapp, i cui messaggi fanno ora parte di un'indagine della polizia militare. Davanti alla porta dell'ufficio del successore (che ovviamente non godeva dell'affetto di Fabio) venne lasciata una "fattura di macumba" e due settimane più tardi furono sparate raffiche di di fucile contro l'edificio dove vive Marcio Rocha. Sebbene non vi sia alcuna prova che sia lui l'autore o mentore dell'attentato, Fábio de Souza si prese gioco dell'episodio: "Ci mancava solo la gallina nera, le guide, le candele del Flamengo, i popcorn e la patata piena di sputo. Viva la macumba."
Fabio e il suo gruppo usavano e abusavano di un linguaggio che fa venire i brividi.
"Per la razza pura e senza difetti"; "Germania standard 1930"; "Il Colonello Fábio per la restaurazione del Reich!"; "Non è la volontà della maggioranza. È la cosa giusta. È la volontà del Führer".
Nelle manifestazioni è costante il grido accusatore di "polizia fascista." I messaggi provenienti dal colonnello Fabio de Souza e il suo gruppo dimostrano che i manifestanti non esagerano. Lui che non tollera i manifestanti ed è orgoglioso di aver colpito con una bomba uno di loro ("Nell'ultima manifestazione a cui sono andato, gli ho dato dentro con l'AM640 [fucile a munizioni cosiddette "non letali"] Un inferno blu nella schiena di un Black Stupido, al massimo 30 metri!!! Che orgoglio!!!'') - non conosco il caso, ma sono sicuro che da una distanza così il ferimento sia stato grave - e che ironizza sull'uso del tonfa per l'immobilizzazione di manifestanti ("Uccidi! Così li immobilizzi per sempre!... tonfa un cazzo. calibro 7,62 e uccidili tutti!") era stato esonerato per i suoi eccessi. E Beltrame lo aveva promosso. Un mordi e fuggi che ritrae bene il quadro di frammentazione in cui si trovano le polizie nel paese.
Se non è giusto dire che tutta la polizia condivida i precetti di Hitler, l'inchiesta della polizia militare conferma che parte di essa ha una identificazione nazista sottocutanea. Decine di studi e di ricerche hanno dimostrato l'igienismo istituzionalizzato contro la popolazione nera e giovane praticato da poliziotti bianchi. Oggi è comprovato che alcuni di loro si considerano "razza pura".
E adesso? O la polizia agisce per fare pulizia al suo interno o quello che è oggi un gruppo di WhatsApp potrebbe diventare un "Facebook genocida".
Il dibattito sulla smilitarizzazione in Brasile è sempre più urgente.