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26.09.14

 

Brasile: il mito della democrazia razziale
un parlamento (quasi) tutto di bianchi in un paese a maggioranza nera o meticcia.
E in un rapporto l'ONU afferma che il razzismo nel paese è "strutturale ed istituzionalizzato"
Razzismo istituzionalizzato
Un parlamento di bianchi

Jorge Américo, 23.09.14 Brasil de Fato

 

Nel 2013, solo 55 (10,7%) dei 513 deputati federali erano neri.

Al Senato, il numero era ancora minore. Solo tre (3,7%) su 81 parlamentari

Il 13 maggio del 1997, il senatore Abdias do Nascimento si diresse verso il podio non per celebrare l'anniversario dei 110 anni dall'abolizione della schiavitù, ma per denunciare che la "menzogna civica" compiva 110 anni. Il malcontento del parlamentare era espressione della realtà della popolazione nera, concentrata negli strati più emarginati della società.

"Dalla condizione di schiavi sono passati a quella di "favelados", bambini di strada, vittime preferenziali della violenza della polizia, discriminati nelle sfere della giustizia e del mercato del lavoro, invisibili nei mezzi di comunicazione, spogliati dei loro valori, religioni e cultura", denunciò.

 

Abdias, eminente intellettuale e artista, è stato Senatore della Repubblica nel PDT, rappresentando lo stato di Rio de Janeiro in due occasioni. Prima dal 1991 al 1992 e successivamente dal 1997 al 1999.

Abdias do Nascimento

Abdias do Nascimento

Pochi neri hanno occupato il Congresso Nazionale successivamente, come dimostrato da un'indagine della ONG Trans­parência Brasil nel 2013.

In quell'anno, solo 55 (10,7%) dei 513 deputati federali erano neri. Al Senato, il numero era ancora minore. Solo tre (3,7%) su 81 parlamentari.

La lotta politica dei neri è sempre stata svalorizzata e  interpretata come un sintomo delle incapacità personali di far fronte alle difficoltà della vita. In quello storico discorso, Abdias alludeva al fatto che ogni denuncia di discriminazione razziale di cui un nero fosse vittima, gli valesse l'etichetta di  "complessato", "risentito" o "mentalmente disturbato".

 

La presidente del Geledés Instituto da Mulher Negra (Istituto Geledés della donna nera), Sueli Carneiro, ricorda che sono stati necessari numerosi scontri per decostruire questa mentalità. "La mia generazione ha lavorato almeno tre decenni per demistificare la democrazia razziale. Le elite ci dicevano: 'Noi diciamo che il razzismo non c'è e voi fate finta di crederci e tutto andrà bene fintanto che questo accordo rimarrà'. Questo accordo si è rotto, nello stesso modo in cui il razzismo non ha più bisogno di essere ipocrita o sottile: è esplicito", sostiene Sueli.

 

Conflitto razziale

Per Sueli, i casi di razzismo contro i giocatori di calcio e la violenza di cui i giovani neri sono vittime sono esempi di come l'intolleranza razziale non può più essere mascherata. "Voi siete la generazione che affronterà la lotta più truculenta di questa dimensione. Questo è ciò che vi aspetta: il conflitto esplicito, il conflitto diretto. Noi della vecchia generazione di attivisti siamo preoccupati di capire se ci sono persone in grado di sostenerlo e se abbiamo organizzazione politica per affrontare questo scontro."

 

Il lucido discorso di Sueli è stato rivolto al gruppo di giovani presenti all'assemblea plenaria della campagna per l'elezione del professor Douglas Belchior alla Camera dei deputati per lo stato di São Paulo. Con lo slogan "Un nero nel recinto", la riunione si è tenuta il 20 settembre scorso ed ha messo insieme leader della vecchia e della nuova generazione per riflettere sulla necessità di candidature nate in seno alle organizzazioni dei movimenti neri. Juninho Palmarino è stato indicato per la carica di Deputato per lo Stato di San Paolo.

 

La possibilità di costruire una nuova società attraverso un processo elettorale genera spesso accesi dibattiti tra i membri dei movimenti sociali organizzati. Reginaldo Bispo, del Movimento Negro Unificato (MNU), è stato sempre scettico riguardo a questa opzione, ma considera l'attuale momento politico del paese estremamente delicato, e per questo si rende necessaria la presenza istituzionale di portavoce delle esigenze sociali.
 

"Una 'Discoteca Kiss' ogni due giorni e nessuna istituzione si sensibilizza e fa qualcosa... abbiamo bisogno di una voce che richiami l'attenzione su tutto questo, abbiamo bisogno di entrare là dentro per cambiare questa realtà" ha detto Bispo. L'attivista si riferisce alla commozione generale dell'opinione pubblica per la tragedia in cui 242 giovani persero la vita, nel gennaio del 2013, nell'incendio della discoteca Kiss a Santa Maria, nello Stato brasiliano del Rio Grande do Sul. Allo stesso tempo, secondo Bispo, poca attenzione viene data ai giovani neri quotidianamente uccisi nelle periferie e nelle favelas del paese.

ONU: il razzismo in Brasile è "strutturale e istituzionalizzato...
il Brasile non può più essere definito una democrazia razziale"

12.09.14 dalla redazione di Brasil de Fato

 

Il razzismo in Brasile è "strutturale e istituzionalizzato" e "permea tutti gli ambiti della vita." La conclusione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU), che ha pubblicato Venerdì (12) la sua relazione sulla situazione della discriminazione razziale nel paese. Gli esperti hanno concluso la relazione della società affermando che il "mito della democrazia razziale" è ancora presente nella società brasiliana e che gran parte di essa ancora, "nega l'esistenza del razzismo."

"Il Brasile non può più essere definito una democrazia razziale e alcuni organi dello Stato sono caratterizzati da razzismo istituzionale, in cui le gerarchie razziali sono culturalmente accettate come normali," ha dichiarato l'Onu.

I tecnici dell'organizzazione sono stati nel paese tra il 4 e il 14 dicembre 2013 e hanno rilevato che i neri sono quelli che più sono assassinati, quelli che hanno livelli più bassi di istruzione, i salari più bassi, il minore accesso alla salute, quelli che muoiono prima e quelli che meno concorrono al Prodotto interno Lordo (PIL).

L'ONU suggerisce che si "decostruisca l'ideologia dello sbiancamento che continua a influenzare le menti di una parte significativa della società." Ma manca il denaro, secondo l'agenzia, per fare in modo che il sistema scolastico rafforzi le lezioni di storia afro-brasiliana della popolazione, uno dei meccanismi più efficaci per combattere il "mito della democrazia razziale".

Un'altra preoccupazione riguarda la violenza della polizia, frequentemente utilizzata contro i giovani neri: il diritto alla vita senza violenza non sta venendo garantito dallo Stato per gli afro-brasiliani, ha dichiarato l'organizzazione.

"L'uso della forza e della violenza per controllare il crimine ha finito per essere accettato dalla società nel suo complesso, perché viene perpetuata contro una parte della società le cui vite non sono considerate tanto preziose", sottolinea il rapporto.

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