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19 giugno 2014

Per la polizia militare brasiliana, i giornalisti sono il "cancro del mondo"

fonte: Reporters sans frontières, dal sito Midia Ninja
traduzione: Carlinho Utopia

Karinny de Magalhães
PM a Belo Horizonte

Reporters sans frontières condanna fermamente l'aggressione subita da Karinny de Magalhães a Belo Horizonte, capitale del Minas Gerais, il 12 giugno, 2014. Mentre seguive una manifestazione contro i Mondiali di calcio per il collettivo di diffusione di informazioni online Media NINJA, la reporter è stata insultata e picchiata dalla polizia militare. È stata quindi arrestata e portata alla stazione di polizia, dove ha perso conoscenza a causa dei colpi degli agenti.

"Karinny de Magalhães è stata sottoposta a trattamento inumano", ha detto Camille Soulier, capo della sezione Americhe di Reporter Senza Frontiere. "In piena Coppa del Mondo, le autorità devono fare tutto quanto in loro potere per proteggere i giornalisti. Secondo una risoluzione ONU approvata nel marzo 2014, i giornalisti che coprono le manifestazioni devono imperativamente essere protetti.

Secondo Midia NINJA, organizzazione di diffusione di informazioni a metà strada tra il giornalismo e l'attivismo, Karinny de Magalhães stava filmando la manifestazione pacifica “Copa sem povo, tô na rua de novo” (Coppa senza popolo, scendo di nuovo in piazza) attraverso il cellulare.

 

Quando la polizia ha cominciato a disperdere i manifestanti con gas lacrimogeni, è stata inseguita da una dozzina di uomini della polizia militare. Questi l'hanno immobilizzata ed aggredita, per poi urlarle "Voi [i giornalisti] siete il cancro del mondo, dovreste morire tutti."

Una volta condotta alla stazione di polizia, gli agenti hanno preso il suo cellulare e gli hanno chiesto il codice del dispositivo. La giovane si è rifiutata di rivelarlo e gli agenti l'hanno picchiata, fino a farla svenire.

 

Da quando sono iniziate le manifestazioni in Brasile nel giugno 2013, circa 120 giornalisti sono stati vittime di attacchi alla libertà di informazione. Secondo l'Associação Brasileira de Jornalismo Investigativol (Associazione Brasiliana di Giornalismo Investigativo - ABRAJI), oltre l'80% di questi atti di violenza sono stati commessi dalla polizia militare, già ripetutamente criticata da Reporters Senza Frontiere a causa dei suoi metodi estremamente brutali. Il Brasile è alla 111° posizione su 180 paesi nella classifica del 2014 della libertà di stampa.

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