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15.11.15

12 Novembre: Il massacro di Fortaleza

Le periferie e le favelas brasiliane vivono sotto costante attacco terrorista. Terroristi in divisa durante il giorno, incappucciati durante la notte.

Per le migliaia di vittime di questo terrore quotidiano nessuno prega, accende candele, colora la statua del Cristo Redentore o i propri profili sui social. Per loro e per le famiglie che lasciano, i presidenti della Repubblica brasiliana e le varie autorità statali non spendono mai una parola di solidarietà e di conforto, neanche formale. Vengono sterminati come scarafaggi e come tali non meritano nemmeno pietà.


La sera di mercoledì (11/11), un poliziotto militare, Charles Serpa, è stato ucciso dopo aver reagito a un tentativo di rapina ai danni della moglie, nel quartiere Lagoa Redonda, a Fortaleza. A partire da quel momento, durante la notte, una serie di attacchi per rappresaglia hanno insanguinato le strade delle povere comunità della zona e, nello spazio di circa 4 ore, 11 persone sono state assassinate, in maggioranza giovani tra i 16 ed i 19 anni e diverse altre ferite.

 

Un gran numero di uomini incappucciati, con giubbotti antiproiettile, hanno seminato morte e terrore, sparando a casaccio tra le case, sui portoni, invadendo le abitazioni, facendo inginocchiare i giovani e giustiziandoli davanti ai familiari. Molti testimoni raccontano di aver visto auto della polizia ferme in alcuni punti, mentre il massacro era in corso, come a proteggere l'azione degli incappucciati che si sono poi allontanati a bordo di vetture dalle targhe travisate. Le vittime, come accertato ufficialmente dagli organi di sicurezza dello stato, erano per lo più studenti o lavoratori, tutti incensurati, nessuno coinvolto con il traffico di droga, colpevoli solo di vivere nelle periferie più povere della città. Sono stati almeno 5 i massacri avvenuti quest'anno a Fortaleza, che hanno fatto un totale di 30 vittime.

 

Quello avvenuto la notte del 12 novembre è quello con il bilancio di morti assassinati più pesante di sempre.

Parte di questo video è stato realizzato dal Coletivo Nigéria, un gruppo di mediattivisti di Fortaleza

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