top of page

03.02.16

"NEL MEZZO DEL CAMMINO C'ERA UNA PIETRA..."

Emozionante intervista ad Ailton Krenak, con spezzoni di film, documentari e immagini dei tempi della dittatura militare che è stata realizzata dalla giornalista Laura Capriglione per Jornalistas Livres. ‪

Versione italiana di Angela Bortoli Armbrust per il Resto del Carlinho Utopia

"Nel mezzo del cammino c'era una pietra...", scriveva molti anni fa il famoso poeta Carlos Drummond de Andrade, che ha vissuto ed è morto piangendo le tragedie della Valle del Rio Doce, nello stato brasiliano del Minas Gerais.

 

Ailton Krenak , uno dei leader indigeni più sensibili del nostro tempo, parla della tragedia ambientale che ha colpito il Rio Doce, che per gli indios è una divinità e che chiamano "Uatu". 

 

Krenak è indignato dall'arroganza degli uomini che si affrettano nel decretare la morte di Uatu. 

 

"La VALE deve pulire il letto del fiume che ha riempito dei suoi rifiuti. Non possiede forse macchine capaci di distruggere le nostre montagne? Che le usi adesso per riparare la tragedia che ha creato". Krenak è la pietra sul cammino della Vale...

Ailton Alves Lacerda Krenak, più conosciuto come Ailton Krenak, è un leader indigeno, ambientalista e scrittore. Appartiene all'etnia indigena Krenak. È nato nel 1953 nello stato di Minas Gerais, nella regione del Rio Doce. Dal 1980 si dedica esclusivamente al movimento indigeno. Nel 1985 fondò la ONG Nucleo di Cultura Indigena, con l'intento di promuovere la cultura indigena. Eletto al Congresso Nazionale brasiliano nel 1986, Ailton partecipò all'Assemblea Nazionale Costituente che elaborò la Costituzione Brasiliana del 1988. Fu durante l'Assemblea Costituente, nel 1987, che Ailton fu protagonista di uno dei momenti più significativi della sua elaborazione: in un discorso al Congresso, si dipinse il volto con la tinta nera ricavata dal frutto del jenipapo, secondo i costumi tradizionali degli indios brasiliani, per protestare contro tutto ciò che considerava un retrocesso per la lotta dei diritti degli indigeni.

Il fango

19.12.15

Il fango (e la necessità di una Guernica) 

di Eliane Brum

Con la rottura della diga tra metafora e concreto, la catastrofe rende il Brasile irrappresentabile. Che momento nella storia del brasile, questo in cui c’è tanto fango ovunque e in contemporanea questo fango concreto, reale, che avanza e uccide...

Liberi di uccidere di Silvestro Montanaro

20.11.15

Liberi di uccidere

un articolo di Silvestro Montanaro per il Resto del Carlinho Utopia. Ad oggi la Vale non ha mai pagato per lo scempio umano ed ambientale provocato in tanta parte del Brasile. È potenza finanziaria, elegge i governi, paga profumatamente le lobby che le permettono di fare e disfare a suo piacimento...

Benilde, il pescatore del Rio Doce

04.12.15

Fango, lacrime e morte: Benilde, il pescatore del Rio Doce

Una fotografia del fotografo Leonardo Merçon, è stata nei giorni scorsi tra le più condivise in rete dai brasiliani. La storia dietro alla foto di Benilde, il pescatore del Rio Doce che ha perso la vita per il fango.

Quanto VALE la vita per una multinazionale?

16.11.15

Quanto VALE la vita?

La rottura di due dighe a Mariana, nello stato brasiliano dI Minas Gerais, il cinque novembre scorso, e la conseguente fuoriuscita di un autentico tsunami di fanghi tossici ha provocato quello che dagli specialisti è già considerato il più grave disastro ambientale della storia brasiliana. Le dighe sono della compagnia mineraria SAMARCO (joint venture delle multinazionali VALE e BHP BILLITON)

Sebastião Salgado, il patrocinio della Vale e la “salvezza” del Rio Doce

25.11.15

Sebastião Salgado, il patrocinio della Vale e la “salvezza” del Rio Doce

 Il famoso fotografo, da sempre patrocinato dalla multinazionale VALE, pronto a guidare l'operazione di recupero del fiume e della sua valle. Il personaggio perfetto per un'operazione di  "riduzione del danno" rispetto all’immagine dell’impresa...

Tsunami di fango, il dramma invisibile

16.11.15

Tsunami di fango, dramma invisibile

Accusata della responsabilità della tragedia, la multinazionale Vale si occupa della scena del crimine, esclude la stampa e lascia fuori la popolazione. Un articolo dagli spunti inquietanti scritto dalla giornalista Laura Capriglione, che ha seguito le operazioni di soccorso a Mariana, Minas Gerais, nelle ore immediatamente successive alla tragedia della rottura delle dighe.

Le "Iene" brasiliane nel fango di Mariana
La catastrofe delle dighe di Mariana (video Aj+)
Fukushima brasileira
Lama sem alma (Fango senz'anima) Edu Krieger
La catastrofe delle dighe di Mariana (video Aj+)
Quanto VALE la vita per una multinazionale?
La disperazione e le lacrime dei pescatori del Rio Doce
Indios Krena occupano la ferrovia della VALE
I fanghi tossici del Rio Doce hanno raggiunto l'oceano
bottom of page