24.09.15
Herinaldo, 11 anni. Stava correndo per andare a comprare una pallina da ping pong, nella favela do Caju, a Rio de Janeiro. La sua corsa ha "spaventato" i poliziotti delle UPP, che lo hanno ucciso a colpi di fucile
da Extra - Globo, 24.09.15
Un'amica di Herinaldo Vinicius de Santana, di 11 anni, morto ieri (23.09) dopo essere stato ucciso a colpi di fucile nella favela Parque Alegria, nel Complexo do Caju, a Rio de Janeiro, racconta che il bambino è stato colpito mentre andava a comprare una pallina da ping pong.
Secondo la giovane, due poliziotti delle UPP (Unità di Polizia Pacificatrice) di Caju che erano di pattuglia nella comunità, sarebbero stati spaventati dal bambino, che stava correndo, e avrebbero aperto il fuoco.
"Stava giocando a ping pong ed era andato a comprare una pallina. Aveva 80 centesimi in tasca. I poliziotti si sono spaventati e gli hanno sparato. Non c'erano banditi o trafficanti lì intorno. Tutti quelli che erano lì si sono disperati. Quando hanno visto che era morto, le persone hanno cominciato a gridare. Le ultime parole che ha detto sono state "Voglio mia mamma". Ma quando lei è arrivata, era già morto", racconta l'amica.
Sempre secondo la ragazzina, la madre di Herinaldo, che lavora come colf in un condominio di lusso della Zona Sul di Rio (ndt. la zona benestante, nei pressi delle più famose spiagge della città), non riesce a darsi pace. Oltre a Herinaldo, ha altri tre figli. La famiglia vive nell' antico Instituto Estadual de Infectologia São Sebastião, occupato insieme ad altre famiglie.
"Era un bravissimo ragazzo. Sempre disposto a dare una mano. Sua madre era sempre molto preoccupata per lui e si raccomandava di non rimanere in strada fino a tardi. Ci mancherà tanto" dice.
Secondo la Secretaria Estadual de Saúde, Herinaldo Vinicius de Santana, di 11 anni, è entrato al pronto soccorso della Maré alle 16. Sono state tentate manovre di rianimazione, ma il bambino è morto poco dopo. Organi interni della Polizia Pacificatrice hanno aperto un'inchiesta per appurare le circostanze della morte. Cinque poliziotti militari che erano in servizio nella zona sarebbero stati "allontanati dal servizio in strada". La polizia civile sta indagando. Una manifestazione di protesta degli abitanti della favela per la morte del piccolo Herinaldo ha bloccato a lungo le principali vie di comunicazione della zona.
Sui social network gli amici piangono la morte di Herinaldo. "Vogliamo giustizia. Oggi è toccato a lui, domani sarà un altro bambino. Lui non meritava questa fine, era un bravo ragazzo, sempre sorridente, poi arriva un poliziotto e gli toglie la vita! Non ci posso ancora credere, è impossibile riuscire a sopportare tutto questo(...)", ha scritto un'amica.
LA BANALIZZAZIONE DEL GENOCIDIO
Scrivono le Mães de Maio (le Madri di Maggio) sulla loro pagina Facebook il 24.09.15
Ieri (23/09) è stato giustiziato sommariamente il piccolo Herinaldo de Santana, un bambino nero di appena 11 anni, nella favela do Caju (Rio de Janeiro)...
Nell'ultimo fine settimana (18/09) sono stati assassinati sommariamente 4 giovani poveri e neri, che consegnavano pizze a domicilio [Matheus Morais dos Santos, di 16 anni, suo fratello, Douglas Bastos Vieira, anche lui di 16, e i loro vicini Carlos Eduardo Montilia de Souza, 18 anni, e José Carlos Costa do Nascimento (conosciuto come Cleiton), di 17 anni] nella città di Carapicuíba, periferia di San Paolo...
La settimana prima (08/09) era stato giustiziato il giovane nero Cristian Andrade, di soli 13 anni, nella Favela di Manguinhos (Rio de Janeiro)...
Il mese scorso era toccato a 19 giovani neri e poveri, compresa una ragazza di soli 16 anni, in una stessa notte (quella del 13/08) nelle città di Osasco e Barueri, nella stessa regione periferica di San Paolo. Oggi leggiamo sui giornali quello che già avevamo denunciato, e si conferma che altre 13 esecuzioni sarebbero state effettuate in quei luoghi nello stesso periodo (inizio di agosto 2015), per un totale di 32 esecuzioni in appena due settimane, per rappresaglia all'uccisione di un poliziotto militare della zona - assassinio che ancora non si sa perché sia stato commesso, malgrado gli autori siano già stati identificati e assicurati alla giustizia...
Tutte queste esecuzioni di civili poveri e neri, oltre ad avere una stessa caratteristica comune - il coinvolgimento diretto della polizia - hanno un altro tratto in comune: il silenzio delle autorità!
In questo modo, queste cosiddette "autorità brasiliane" hanno decretato, in pratica, la riduzione della maggiore età per la responsabilità penale fino agli 11 anni, e l'instaurazione definitiva della pena di morte sommaria nelle periferie del paese!
È il pieno consolidamento della barbarie e la banalizzazione completa del male in queste terre (neo)schiaviste. Si sterminano a migliaia, e nessuna autorità tocca l'argomento, molto meno adotta una qualche misura effettiva...
Gli sterminatori continuano a giustiziare...
Scrive il giornalista Alceu Castilho
Primo, i fatti.
Herinaldo Vinicius Santana aveva 11 anni e 80 centesimi in tasca. Correva in un vicolo della favela do Caju, a Rio de Janeiro, quando è stato visto da un agente delle Unità di Polizia Pacificatrice. Herinaldo è stato giustiziato. Le sue ultime parole: "Voglio la mia mamma." Era andato a comprare una pallina da ping pong. #ping
Secondo, le ipotesi.
#pong Se Herinaldo abitasse a Leblon (ndt. quartiere di lusso sul lungomare carioca). Se sua madre non fosse un'impiegata domestica. Se la cultura della pacificazione non fosse mossa dalle mitragliatrici. Se Herinaldo avesse un cognome importante. Se il principale giornale carioca non si inventasse che c'era stata una sparatoria con i narcotrafficanti. Se la preoccupazione in un'altra notizia, di fronte alla protesta degli abitanti della favela, non fosse quella della conseguente congestione del traffico. Se Herinaldo fosse bianco. Se qualche lettore becero non scrivesse contro i "bambini", tra virgolette. Se un altro lettore inclassificabile non scrivesse che, nella foto, il bambino faceva pose da bandito. Se Herinaldo studiasse presso il Collegio Dom Pedro II. Se non fossimo così sordi. Se gridassimo, se piangessimo. Se la vita di Herinaldo fosse vista come più importante della quotazione del dollaro. Se lui avesse molto più che 60 centesimi in tasca. Se i governatori (questi capi della polizia) fossero controllati.
Se i Segretari della Sicurezza Pubblica fossero rigorosamente selezionati.Se non sopportassimo ogni risatina e ogni luogo comune di queste autorità. Se le campane della nostra società cinica rintoccassero più forte per Herinaldo. Se le campane del nostro giornalismo non fossero stonate. Se il nome di Herinaldo diventasse un simbolo. Se ci fossero più movimenti per i bambini liberi, per le periferie libere. Se la popolazione delle periferie ricevesse la parte che gli spetta della ricchezza nazionale. Se questa ricchezza non fosse espropriata da 515 anni da una manciata di cinici, da un pugno di assassini di esclusi. Se la madre di Herinaldo potesse essere vicino a lui, se ancora potesse proteggerlo, se il suo grido venisse ascoltato. Se la nostra nozione meschina della democrazia (la democrazia per pochi) non aiutasse poliziotti male addestrati a premere il grilletto. Se producessimo meno armi, più palline da ping pong. Se non esportassimo armi. Se non le importassimo. Se questa foto diventasse storia, se quel sorriso ci ispirasse vergogna, se il sangue di Herinaldo ci aiutasse a rompere questo silenzio.