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30.05.16

"Quando si colpevolizza la vittima, diventa chiaro che uomini e donne non godono degli stessi diritti"
Per l'antropologa Heloisa Buarque de Almeida, specialista di relazioni di genere, il caso di stupro collettivo della ragazza adolescente a Rio riporta al centro dell’attenzione la discussione e la lotta contro la cultura della violenza contro la donna nel paese

 

di Tatiana Merlino, pubblicato su Ponte.org il 26.05.16

traduzione di Martina Morbidini per il Resto del Carlinho Utopia

Lo stupro di um’adolescente di 16 anni, a Rio de Janeiro, commesso da più di 30 uomini, “costringe a riflettere e a lottare per più giustizia e cambiamenti sociali”, afferma Heloisa Buarque de Almeida, professoressa di Antropologia dell’Università di São Paulo (USP) e che fa parte della Rede Não Cala – USP (Rete Non Restare in Silenzio). In un’ intervista a Ponte Jornalismo, spiega che la violenza sessuale è molto comune in Brasile “e che viene perpetrata in modi più ordinari rispetto a questo caso brutale e terrificante”.
A seguire, l'intervista.

 

- Cosa ci dice questo caso recente di stupro di una ragazza da più di 30 uomini sulla questione della violenza contro la donna nel paese?

 

- Questo caso ci obbliga a riflettere e a lottare per più giustizia e cambiamenti sociali. E che è urgente e necessario parlare di genere, perché parlando di genere si affronta anche questo tipo di violenza. Se riusciremo a parlarne avremo politiche di prevenzione e di cambiamento sociale. Dobbiamo sapere che la violenza sessuale è molto comune in Brasile, e che è perpetrata in modi più ordinari rispetto a questo caso brutale e terrificante.

Heloísa Buarque de Almeida

Si calcola che soltanto il 10% dei casi vengono denunciati, perché nella maggioranza dei casi l’aggressore è conosciuto dalla vittima – come questo “ex-fidanzato” nel caso specifico. Può essere un amico, un parente, un compagno, ex-, compagno di facoltà, di scuola... La grande maggioranza delle vittime è donna, ma anche uomini sono femminilizzati e attaccati (da vedere i dati nella ricerca Stupro in  Brasile: una radiografia secondo i dati di Salute, dell’Istituto di Ricerca Economica Applicata (IPEA).

 

Il caso di questa ragazza mostra che viviamo in una società maschilista: un uomo si riconosce il diritto legittimo e ‘divertente’ di vendicarsi e di controllare il corpo di qualcuno con violenza e brutalità. Questo non è sesso, è violenza, e tortura! Non ho visto le immagini, non ho bisogno di vederle perché ci sono abbastanza testimonianze e non dobbiamo diffondere o vittimizzare ulteriormente questa ragazza. Il caso mostra altri effetti ordinari: con la sua circolazione, in molti hanno incolpato la ragazza o la sua famiglia, invece di incolpare gli aggressori. Si attacca la sua moralità sessuale, il suo comportamento pregresso, ad esempio. Ma gli aggressori sono incolpati di un crimine odioso che hanno filmato e divulgato. Non dobbiamo divulgare o ripassare questo video, ed è necessario punire gli aggressori e in modo esemplare. Violenza sessuale, stupro, abuso non possono essere una barzelletta.

 

Molti dei casi più comuni di questo tipo di violenza, senza le atroci crudeltà di questo caso, come la brutalità dello stupro collettivo, non sono denunciati perché le vittime si sentono in colpa e sanno che la società tenderà a colpevolizzarle: così, poliziotti, genitori, professionisti del Diritto molte volte chiedono alla vittima dove fosse, che cosa indossasse, perché fosse uscita con quelle persone, se fosse ubriaca – cercando nel comportamento della vittima la “causa” del crimine, come se gli aggressori fossero semplicemente uomini incapaci di controllare il proprio desiderio sessuale di fronte a qualcun che è in qualche modo “disponibile”.

 

Il Brasile è uno dei paesi che più uccide le donne, ci sono molte diseguaglianze. Quando si giudica la vittima dello stupro come se la colpevole fosse lei stessa, si rivela che la nostra società non vede uomini e donne con gli stessi diritti; le donne non potrebbero scegliere con chi e quando vogliono fare sesso.

 

- Cosa indica la divulgazione delle foto e dei video su questa cultura dello stupro nel paese?

 

- Ci sono molte scene nei media che naturalizzano la violenza contro la donna, ci sono testi di canzoni che descrivono lo stupro e che sono trattate come se fossero ‘divertenti’, umoristiche. Ci sono, per esempio, il caso della campagna della Skol (ndt. nota marca di birra brasiliana) a carnevale dell’anno scorso, in cui i cartelloni pubblicitari invitavano a non rispettare il “no” detto da una donna.

 

La cultura dello stupro può essere questa naturalizzazione del fatto che una donna dice no, ma in realtà vuole dire sì; del fatto che l’uomo deve essere un predatore sessuale, approfittare di tutte le chances, anche se la donna sia addormentata, drogata, come in questo caso; che ogni donna è un oggetto sessuale del quale si può “approfittare”. Cultura dello stupro è la frase del deputato Jair Bolsonaro nel dire che la deputata Maria do Rosario non “meritava neanche d’essere stuprata”, come se lo stupro fosse sesso consensuale, come se fosse un complimento.

 

- La divulgazione delle immagini hanno generato reazioni sui social network. Tra le varie reazioni, una parte dei commentatori colpevolizzavano la vittima e una parte tacciava gli aggressori come dei pazzi, psicopatici, mostri. Cosa si può dire di queste letture dell’accaduto?

 

- Oltre a quello che ho già detto, credo che valga la pena ricordare: lo stupratore può essere un uomo normale, che lavora, che ha una vita apparentemente normale.

 

- Come si può combattere la cultura dello stupro nel paese?

 

- Servono centri di accoglienza di qualità, che proteggano le vittime. Questo servizio deve includere il protocollo post-stupro, con pillola del giorno dopo, medicine per le malattie sessualmente trasmissibili ecc. E’ necessario punire i colpevoli in modo esemplare. Un deputato non può promuovere lo stupro. E’ necessario parlare di questi temi, del genere e della sessualità a scuola, educando i nostri figli a non essere violenti e a non naturalizzare né la violenza, né l’abuso sessuale come fattori di mascolinità. Quando diciamo a un bambino piccolo che non può piangere, ma che può picchiare il compagno che gli da fastidio, ad esempio, insegnamo ai ragazzi ad esprimere i propri sentimenti attraverso la violenza, picchiando, ma non attraverso il pianto, espressione di dolore. Questa socializzazione maschile che favorisce la violenza deve essere rivista. Per questo, abbiamo bisogno di parlare di genere a scuola, mostrando che ci sono altri modi di essere uomo.

 

- Nello stesso giorno in cui il caso è stato divulgato, l’attore Alexandre Frota, che ha dichiarato su rete nazionale di aver stuprato una donna, è stato ricevuto dal ministro dell’Educazione del governo ad interim. Possiamo collegare i due episodi?

 

- Si tratta di una correlazione terribile: ha dichiarato, ridendo e scherzando, di aver stuprato una madre di santo (ndt. sacerdotessa di Umbanda, culto di origine africana molto diffuso in Brasile). L’intervistatore e il pubblico lo trovano divertente, senza rendersi conto che quell’atto è un crimine e un tipo di violenza molto grave. Ma è ancora libero, comportandosi come se fosse un attore politico molto importante, ma oltre a stupratore, cosa ne sa di educazione?! Questo è molto grave anche perché un modo di prevenire questo tipo di violenza è parlare di questo argomento, spiegare, mostrare cosa sai la violenza. Cosa può insegnare il fatto che un attore affermi che la violenza sessuale è uno scherzo? Ha “insegnato a stuprare” in fascia protetta. E’ parte di questa cultura dello stupro. E perché il ministro dell’Educazione apre uno spazio per lui e non per gli studiosi di educazione del paese? Così, dobbiamo parlare di genere a scuola, e in particolare dobbiamo parlare delle diseguaglianze strutturali tra uomini e donne, della violenza contro le persone LGBT. La violenza domestica raggiunge livelli gravissimi nel paese, questo è uno dei paesi che uccide più donne e persone trans al mondo.

 

Abbiamo leggi dure per questa violenza, ma abbiamo bisogno che queste leggi siano efficace e che la polizia e la Giustizia lo considerino seriamente, è necessario che il sistema di polizia e giuridico incorporino le nuove leggi, che le applichino effettivamente. Le ricerche mostrano che spesso i casi arrivano alla Giustizia, ma che la giustizia non è applicata, come nel recente caso del giudice che ha assolto un uomo che stuprò sua nipote! Ancora oggi molto spesso i poliziotti, così come il sistema giudiziario, trattano la vittima come se la colpa fosse sua. Ancora peggio: abbiamo una polizia violenta, abbiamo casi di poliziotti militari accusati di essere gli stupratori in vari contesti, abbiamo addirittura casi di studentesse universitarie stuprate da poliziotti.

 

- Ci sono progetti di legge in discussione che criminalizzano la discussione sull’eguaglianza di genere nelle scuole. C’è anche il PL 6055/2013, del pastore evangelico Marco Feliciano, che vuole revocare la legge 12.845/2013 che tratta dell’assistenza a donne vittime di violenza sessuale nella rete di assistenza pubblica. Questi progetti contribuiscono alla riproduzione della cultura dello stupro?

 

- Il Brasile ha una legislazione molto in ritardo rispetto ai diritti sessuali e riproduttivi. L’aborto è permesso solo in pochi casi, come nel caso di gravidanza come risultato di stupro. Ciò che questi progetti di legge, come lo “Statuto del Nascituro”, propongono è di diminuire le chances che ragazze come questa, se rimaste incinte dopo tali violenze, avranno di fare un aborto in sicurezza. Perché dobbiamo ricordare che la proibizione non riduce i casi di aborto, al contrario – quando l’aborto è legalizzato, la sua incidenza sociale diminuisce, come dimostrano innumerevoli ricerche, e che il recente caso dell’Uruguay conferma. Se l’aborto dopo uno stupro fosse ulteriormente reso difficile o impossibile in Brasile, avremo più casi di morti di donne durante aborti clandestini. Questo tipo di leggi sono contro la vita delle donne. E vittimizza ancora di più e aumenta la violenza contro donne e ragazze che sono già state vittime di abusi.

 

- Secondo alcune ricerche, le donne nere sono le principali vittime di violenza sessuale. Come si spiega questa realtà?

 

- Nere e giovani. C’è una cultura della iper-sessualizzazione delle donne nere in Brasile, naturalizzata con la figura della “mulatta sensuale”, come la “mulata Globeleza”, ad esempio. In questi casi, vediamo l’intersezione tra le diseguaglianze di genere e di razza, e in alcuni casi anche di classe sociale.

 

- La cultura dello stupro è relazionata a un determinato gruppo/realità socioeconomica?

 

- Questo tipo di violenza attinge tutte le classi sociali, e gli aggressori sono in tutti gli ambienti sociali – si guardi al caso degli stupri nella facoltà di Medicina, in cui le vittime erano compagne

 

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