top of page

I gravi fatti avvenuti a San Paolo negli ultimi giorni pongono interrogativi inquietanti sul reale stato e sul futuro della giovane democrazia brasiliana

04.07.14

"Chi tace, non pensi che questa nuova esperienza di stato di eccezione lascerà la nostra democrazia fragile illesa. Quello che stiamo vivendo affinché lo spettacolo della Coppa del Mondo si svolga "senza intoppi" è un terribile precedente in cui, tramite un accordo aperto o velato, le nostre istituzioni hanno autorizzato la sospensione dei fondamenti più elementari della democrazia: la libertà di riunione, la libertà di organizzazione e la libertà di espressione."

 

Pablo Ortellado 

(professore della Escola de Artes, Ciências e Humanidades USP - Università di San Paolo)

Ho partecipato nella serata di Martedì 1 al dibattito pubblico per la liberazione dei prigionieri politici che si è svolto in piazza Roosevelt a São Paulo. Il dibattito aveva l'obbiettivo di divulgare i fatti avvenuti la scorsa settimana, culminati con l'arresto di due manifestanti che protestavano contro la Coppa del Mondo sulla base di prove fragilissime (ndt. inesistenti!). Si trattava di un dibattito e non di un corteo - c'era un tavolo e gli oratori avrebbero semplicemente parlato ad un gruppo di circa un migliaio di persone sedute per terra.

 

Nonostante fosse solo un dibattito, proprio nel mezzo della piazza, la polizia militare ha mandato centinaia di poliziotti in tenuta antisommossa (ndt. la ben nota Tropa de Choque) e la cavalleria,  ha eseguito arresti arbitrari e ha provocato i presenti per tutto il tempo. La sensazione di tutti noi è che il raffronto con la dittatura non sia più solo metaforico. La libertà di riunione e la libertà di espressione sono semplicemente sospese. E, come negli anni di piombo, chi sta dentro alle regole dell'ordine costituito, limitandosi a seguire e a tifare per le partite di calcio dei mondiali, non si rende nemmeno conto delle gravi violazioni che il paese sta subendo.

 

 

Diritti sospesi:
rapporto da un dibattito in una piazza pubblica 

di Pablo Ortellado - pubblicato su Carta Capital

traduzione: Carlinho Utopia

Ero stato invitato a fare un breve discorso dagli organizzatori del dibattito. Sono arrivato con la mia compagna Beatriz Seigner e subito ho incontrato amici e conoscenti come lo scrittore Ricardo Lisias, Padre Julio Lancelotti, i dcenti universitari dell'Unifesp Edson Telles e Esther Solano, insieme a molti altri, tra cui diversi colleghi docenti della Facoltà di Giurisprudenza dell' Università di San Paolo.

 

Appena sono arrivato, l'avvocato Daniel Biral, del gruppo Avvocati Attivisti, mi ha salutato e mi ha raccontato che l'ufficiale che comandava l'operazione lo aveva da poco avvicinato chiedendogli minacciosamente chi stesse rappresentando - "Io rappresento la democrazia", gli aveva risposto l'avvocato.

 

Mentre la polizia circondava l'intera piazza, molti di coloro che arrivavano venivano perquisiti. Come riportato dal sito della rivista "Veja", la perquisizione comprendeva anche domande su libri "sospetti" che le persone portavano con se, come nel caso di una biografia di Marighella, di Mário Magalhães. La polizia ha annotato i nomi ed i numeri dei documenti di tutti i perquisiti. Molte persone non sono entrate nella piazza per paura di essere perquisite ed arrestate.

Dentro la piazza, mentre i presenti attendevano l'inizio del dibattito, due poliziotti armati ed in tenuta antisommossa, forniti di videocamera, filmavano da molto vicino il volto di ognuno dei presenti, in tono provocatorio e senza alcun motivo. Certamente non aspettavano altro che una qualche reazione indignata in modo da poter reagire con il lancio di lacrimogeni ed aggressioni fisiche. Nel frattempo, alcune persone hanno cominciato a scandire slogan contro la dittatura. Quattro altri agenti della Tropa de Choque hanno fatto un cordone protettivo intorno a loro e per tutto il dibattito, questi poliziotti hanno filmato il volto di tutti gli oratori a meno di tre metri di distanza dal tavolo.

 

Appena le prime persone hanno iniziato ad intervenire nel dibattito, sono cominciati gli arresti. L'avvocato Daniel Biral, che era stato minacciato dall'ufficiale, è stato arrestato dopo aver protestato per la mancanza dei codici identificativi (ndt. in Brasile sono obbligatori) sulle divise dei poliziotti. Biral, non è stato solo arrestato, ma aggredito con tale brutalità al punto da essere caricato privo di sensi dentro l'auto della polizia. Con lui è stato arrestato anche l'avvocatessa Silvia Daskal.

 

Gli organizzatori sono riusciti a calmare l'indignazione dei presenti e a riprendere i lavori. Meno di dieci minuti dopo, la polizia ha perquisito senza alcun motivo, del tutto gratuitamente e con il solo obbiettivo di provocare, un ragazzo nero che passava per la strada, nemmeno troppo vicino al luogo del dibattito. La stampa si è immediatamente riversata sul luogo, i presenti hanno chiesto che il ragazzo venisse rilasciato e la Polizia Militare ha lanciato granate stordenti, sparato proiettili di gomma e gas lacrimogeni e ne ha arrestato altri due.

 

Gli organizzatori sono riusciti a placare gli animi e riprendere il dibattito. La Tropa de Choque ha chiuso tutti gli accessi alla piazza e è rimasta per più di un'ora in formazione, pronta ad attaccare. La presenza molto numerosa ed aggressiva della polizia stava solo cercando di intimidire e provocare per tentare un attacco che sarebbe stato  un vero massacro.

 

Al termine del dibattito, le persone hanno lasciato la piazza dirigendosi verso la metropolitana, rimanendo in gruppo per paura di essere fermati, perquisiti e arrestati magari per essere trovati in possesso di oggetti infilati nei loro zaini dalla stessa polizia, proprio come sembra essere accaduto all'attivista Fabio Hideki (che intanto ha già completato una settimana dentro al carcere di Tremembé). La Tropa de choque ha seguito massivamente tutto questo spostamento di persone mentre un altro contingente di truppe li stava aspettando all'interno della metropolitana.

 

Amici e amiche che non avevano ancora partecipato alle manifestazioni degli ultimi giorni sono rimasti scioccati. Tutti parlavano soltanto della sensazione di un ritorno della dittatura.

 

Un corpo estraneo arresta avvocati in una piazza pubblica 

"Nessuno può essere arbitrariamente arrestato o detenuto." (Articolo 9 di una vecchia favola chiamata Dichiarazione Universale dei Diritti Umani)

dal sito di Advogados Ativistas - traduzione: Carlinho Utopia

 

La notte del 1 luglio 2014, si è tenuto in Piazza Roosevelt, nel centro di San Paolo il "Dibattito democratico per la liberazione dei prigionieri politici". Come previsto dall'organizzazione non ci sarebbe stato nessun corteo e "nessuna manifestazione,  ma una assemblea plenaria per organizzare il sostegno alla lotta contro le prigioni politiche." Lo scopo della riunione era quindi, solo la discussione sui seguenti eventi recenti: il tentativo da parte della Polizia Militare di impedire lo svolgimento di una manifestazione per la "non presenza di leader riconosciuti"; coercizione per le deposizioni di 22 militanti del MPL (Movimento Passe Livre) al DEIC; licenziamento di 42 lavoratori della metropolitana nell'esercizio del loro diritto di sciopero; mandato di arresto emesso nei confronti di 57 attivisti; l'arresto e la tortura di attivisti all'interno della Segreteria Sicurezza Pubblica di San Paolo; intimidazioni di membri del collettivo Território Livre, in Piazza Roosevelt, da parte di decine di piliziotti della Tropa de Choque.

 

Già prima dell'inizio del dibattito  la piazza era completamente sotto l'assedio delle forze di polizia: polizia militare ordinaria, cavalleria, tropa de choque, Rocam e “tropa do braço”. L'accerchiamento può essere facilmente verificato sulla mappa che pubblichiamo.

La piazza e tutti gli accessi ad essa erano sotto il completo controllo della Polizia Militare e per accedervi era necessario sottometersi ad una perquisizione personale oltre a presentare documenti e fornire dati personali. Una situazione in cui il diritto alla libertà di espressione è stato completamente limitato da parte dello Stato senza alcuna giustificazione per la sproporzione evidente tra il numero degli effettivi della PM e la popolazione.

 

Ovviamente, questi effettivisi trovavano lì per garantire che l'iniziativa si svuotasse attaraverso le intimidazioni. La perversione dello stato, ancora una volta ha lasciato tutti perplessi per un controllo sociale totalmente ingiustificabile nell'impedire l'esercizio di pubblica riunione, la libertà di manifestazione e di pensiero.

 

L'unico evento cui in realtà abbiamo assistito è stato l'interferenza di un corpo assolutamente estraneo a una piazza pubblica - la Polizia Militare - in uno spazio storicamente consacrato alla discussione ed all'espressione delle opinioni. Uno spazio, quindi, che ha la sua ragion d'essere nella società civile e non in una corporazione militare - per la quale esistono caserme. In questo scenario chiaramente contraddittorio dello Stato di diritto democratico, erano presenti i collettivi degli OL (Osservatori Legali) e gli Avvocati Attivisti, entrambi invitati a partecipare al dibattito.

 

A un certo punto alcuni OL hanno notato la presenza di diversi soldati della Tropa de Choque, senza l'adeguata identificazione - compresa una tenente al comando della truppa.

Silvia Daskal, avvocato attivista arrestata
Daniele Biral, avvocato attivista arrestato.

"La tenente mi è venuta addosso prendendomi per il collo e quasi rompendomi un polso. Quando mi hanno portato più vicino alla macchina ho visto che l'altro arrestato era il nostro compagno, l'avvocato Daniel Biral, che si trovava nella camionetta della polizia aggredito da alcuni agenti di polizia. Era ammanettato, urlava e si dibatteva nel tentativo di difendersi."

Silvia Daskal, avvocato attivista arrestata.

 

"Quando mi hanno portato via  nessuno mi ha informato del perché venivo arrestato  e dove sarei stato portato. . Prima di entrare nella camionetta della polizia hanno iniziato a picchiarmi. Mi hanno preso per il collo  e mi hanno sollevato le gambe e ad un certo punto sono caduto a terra  e sono stato trascinato fino alla alla camionetta. Dentro alla vettura hanno tentato di ammanettarmi impedendomi di entrare in contatto con l'OAB (Ordine Avvocati Brasiliani). Quando sono arrivato al 4° Distretto di Polizia, hanno aperto lo sportello della macchina e ancora una volta hanno iniziato a picchiarmi. Al terzo pugno sono svenuto e sono stato trascinato alla stazione di polizia. Quando mi sono svegliato, non sapevo nemmeno dove mi trovassi."

Daniele Biral, avvocato attivista arrestato.

 

Al Distretto di Polizia - Il delegato di turno si è rifiutato di concedere che gli avvocati facessero l'identificazione degli agenti che li avevano arrestati e picchiati. Il delegato ha anche rifiutato di redigere la denuncia di abuso di autorità e lesioni personali a tre avvocati. Tuttavia, stiamo già lavorando per prendere i provvedimenti opportuni con altri mezzi.

 

Quella della Polizia Militare è stata una condotta assolutamente inaccettabile, che in nessun modo si misura con gli interessi della società civile in situazioni come quelle cui abbiamo assistito oggi. Anche in questo caso, un vero e proprio "spettacolo" di illegalità e di truculenza, pieno di eccessi: perquisizioni vessatorie e senza fondati sospetti; arresti arbitrari; rifiuto di informazioni sui motivi degli gli arresti e verso quali stazioni di polizia sarebbero stati portati gli arrestati; nessun rispetto delle prerogative degli avvocati; aggressione fisica; uso sproporzionato della forza, con uso di lacrimogeni, granate stordenti e spray al peperoncino in totale non conformità con le regole del manuale di Polizia Militare; linguaggio provocatorio; mancanza di codici di identificazione; aggressione verbale; armi da fuoco  in mano durante gli avvenimenti.

Tutto questo, anche se strano è ormai normale in una piazza pubblica.

L'arresto (con prove create ad arte dalla polizia) e la prigionia (politica) di Fabio Hideki Harano.
Come un attivista pacifico è stato trasformato in un "pericoloso leader dei Black Bloc"

di Diego Iraheta - pubblicato su Brasil Post

traduzione: Carlinho Utopia

Fabio Hideki Harano

Fabio Hideki Harano, funzionario pubblico di São Paulo, è stato classificato come black bloc dal segretario della Pubblica Sicurezza, Fernando Grella. Secondo la Polizia Civile, avrebbe praticato atti di vandalismo e portava con sé esplosivi durante la protesta contro la Coppa del Mondo del 23 giugno. Grella ha anche dichiarato che stava "incitando i manifestanti contro la polizia."

Dopo essere stato perquisito, il manifestante indicato come leader dei "Black Bloc" è stato arrestato nella stazione del metrò Consolação, nella Avenida Paulista. Il governatore di San Paolo, Geraldo Alckmin (PSDB), ha accolto con favore l'azione della polizia. "È stato positivo, tanto che non ci sono stati incidenti. La polizia ha il dovere di agire ".

Alckmin, Grella e agenti di polizia statali si stanno sbagliando di grosso, secondo centinaia di attivisti, amici e colleghi di Fabio Hideki. Video che circolano su internet mostrano, in diverse angolature, che non trasportava con sè nessun artefatto. E non incitava alla violenza contro la polizia.

Padre Julio Lancellotti, membro della "Pastorale de Rua" dell'Arcidiocesi di São Paulo, era presente al momento dell'arresto. "La polizia ha rovistato tra le cose dentro lo zaino e non c'era nessun esplosivo", ha detto in un'intervista al "Brasil Post". "C'era una maschera antigas e aceto, per proteggersi dai gas lacrimogeni, un pacchetto di salatini e una bottiglietta d'acqua."

Attivista per i diritti umani, da più di 35 anni, il sacerdote conosce Fabio Hideki da altre proteste per le strade di San Paolo. "E 'del tutto senza senso dire che lui era Il leader dei Black Bloc . Le accuse di far parte di un gruppo armato sono assolutamente deliranti ".

 

I poliziotti hanno arrestato in "flagrante" Hideki per associazione a delinquere, possesso illegale di esplosivo, istigazione a delinquere e disobbedienza e resistenza all'arresto. Si tratta di un curriculum criminale che non corrisponde in nulla alla biografia dell'impiegato e studente dell'USP (Università di San Paolo).

Prove fabbricate

Il professor Pablo Ortellado che segue il caso del collega dell'istituzione, opina che l'arresto "in flagrante" è stato falso. "Il "flagrante" è stato assolutamente costruito; la perquisizione di Hideki è stata filmata e ci sono testimoni " ha detto al "Brasil Post".

Dopo questo episodio l'ONG Human Rights Watch che difende i diritti umani ha avvertito il Brasile a procedere con le indagini sulle denunce che proverebbero la costruzione di false prove da parte della polizia civile per procedere agli arresti in flagranza di reato.. "I manifestanti che commettono atti di violenza e vandalismo devono essere ritenuti responsabili. Ma questo vale anche per gli ufficiali che costruiscono false prove e accusano i manifestanti di reati che sanno non esere stati commessi dai manifestanti " sostiene la direttrice di Human Rights Watch in Brasile Maria Laura Canineu.

"L'arresto di Fabio, fin quando non sarà del tutto chiarito colpisce l'intera democrazia brasiliana", commenta l'avvocato Pedro Abramovay, blogger del "Brasil Post" in un articolo pubblicato Mercoledì (2). "Se i governanti per paura di manifestazioni violente, possono arrestare cittadini che non hanno compiuto reati per dare una risposta politica, il Brasile cessa di essere uno stato di diritto."

 

Hideki in carcere

Fabio Hideki Harano ha trascorso il suo 27° compleanno in carcere. Il reportage del sito Ponte mostra che egli è stato trattato bene dal personale e dai detenuti del carcere di Tremembé (SP) a 140 km dalla capitale dello stato.

 

Fsabio ha scritto una lettera in cui dice che la "sua coscienza è completamente pulita" in quanto non trasportava alcun esplosivo. Sostiene che non aveva nulla da nascondere. "Partecipare a manifestazioni con strumenti di protezione individuali come il casco, vestiti spessi, aceto (ndt. viene usato per attenuare gli effetti dei gas lacrimogeni) e una maschera antigas non costituisce certo un reato", ha scritto. "E poi, oltre a manifestanti e giornalisti, tali strumenti sono utilizzati anche dalla polizia."

 

#liberdadeparahideki

 

Oltre 40 collettivi e movimenti sociali sostengono la rete di solidarietà a Fabio Hideki Harano creata da colleghi e amici del funzionario. "Noi dichiariamo il nostro ripudio della sua carcerazione arbitraria", dice il documento in rete firmato da organizzazioni come il Movimento Passe Livre (MPL), Greenpeace Brazil e Comitê Popular da Copa. Su internet è disponibile la petizione per il rilascio immediato di Fabio Hideki. Firme individuali vengono raccolte attraverso una petizione di Avaaz. Gruppi e/o organizzazioni possono firmare il documento via e-mail: contato@liberdadeparahideki.org

bottom of page