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La ROTA della tortura  (by carlinho)

31.07.15

Per la prima volta che in un rapporto dell'Istituto di Medicina Legale al quale i giornalisti del sito Ponte.org hanno avuto accesso, si è specificato espressamente il termine «tortura»

La ROTA della tortura

Tre uomini sospettati ingiustamente di aver ucciso un delegato della Polizia Civile di San Paolo sono stati torturati da poliziotti militari della ROTA, il famigerato "squadrone d'elite" della polizia militare di San Paolo.  Le torture sono durate per circa sette ore. Oltre alle percosse, una delle vittime ha ricevuto scariche elettriche ai genitali, un altro è stato rinchiuso in un frigorifero. Ora sono scomparsi...

di Lumi Zúnica,  pubblicato il 28/07/15 sul sito Ponte.org

 

Tre uomini torturati da poliziotti militari della ROTA (il famigerato "squadrone d'elite" della polizia militare di San Paolo) sono scomparsi dallo scorso anno. Uno di loro ricevette scariche elettriche alla coscia e ai genitali ed un altro venne tenuto chiuso in un frigorifero acceso. Le torture sono durate approssimativamente sette ore.

 

Prima della scomparsa, i tre erano riusciti a comparire in un commissariato di polizia per denunciare i poliziotti militari. La relazione dell'IML (Istituto di Medicina Legale), a cui i giornalisti di Ponte hanno avuto accesso, ha comprovato la tortura.

Il caso è iniziato la mattina del 24 ottobre 2013. Verso le 09:00, tre poliziotti militari della ROTA si recarono a Jardim Bartira, periferia della zona est di San Paolo, alla ricerca degli assassini di un ufficiale di polizia.

In una casa del quartiere, i poliziotti arrestarono tre persone: André Luis Loureiro da Silva, proprietario di casa, Marcos Vinicius dos Santos da Silva, un amico di André che era ospite da alcuni giorni in casa, e William Silva Santiago, vicino di casa di André, che soffre di problemi psichici.

 

Presso la sede del DHPP (Dipartimento Omicidi e Protezione alla Persona), dove gli arrestati vennero portati nel pomeriggio di quel giorno, la polizia civile li mise a confronto con i testimoni dell'omicidio. Nessuno di loro venne riconosciuto. Prima di rilasciarli, il delegato di polizia Charlie Wei Ming Wang, all'epoca responsabile del caso, notò escoriazioni e lividi rossastri sospetti sulla pelle di Marcos e fece richiesta di un esame medico-legale.

 

Nella relazione il medico legale scrisse: "SI quanto a tortura".

Il medico Rodrigo Reis Donnangelo descrisse le escoriazioni, i gonfiori e le ecchimosi di Marcos, oltre alle lesioni da scossa elettrica sulla parte posteriore della gamba e al pene. Quando il delegato venne a conoscenza del risultato, nel gennaio 2014, convocò i tre per una nuova deposizione.

 

Invasione di domicilio

André, Marcos e William affermarono di aver mentito nella prima deposizione - nella quale avevano riferito di un normale fermo di polizia - per paura di rappresaglie da parte dei poliziotti militari.

La relazione dell'Istituto di Medicina Legale comprova le torture

Secondo André, la polizia era entrata in casa con la forza e, dopo averlo trovato in cucina, lo avevano portato in bagno, costringendolo a sedersi sul water con le mani in alto. Marcos Vinicius era nella stanza e fu immobilizzato immediatamente. Pochi minuti dopo arrivò William, che soffre di problemi psichici, anche lui subito bloccato e portato in cucina.

 

André disse che, nelle ore seguenti, i poliziotti si alternarono interrogando separatamente ognuno dei tre. Riferì che i poliziotti volevano sapere se il soprannome di Marcos era Banzá e se aveva partecipato all'assassinio del delegato di polizia Antônio Cardoso de Sá, avvenuto due giorni prima durante una rapina ad un bar di Vila Cisper, zona est di San Paolo. André negò.

 

Rinchiuso nel frigorifero

Nella deposizione, William disse che i poliziotti gridavano, ordinandogli di confessare il crimine contro il delegato. A un certo punto, uno dei militari avrebbe urlato: "Sei fortunato che a morire è stato uno della Polizia Civile, perché se fosse stato uno dei nostri, sarebbero morti anche un'altra trentina!" . William ha anche detto che i poliziotti  gli fecero svuotare il frigorifero e lo chiusero all'interno, girando la porta verso il muro per evitare che potesse uscire. L'apparecchio rimase acceso.

 

André, che era nel bagno, e William, in cucina, dissero di aver sentito le grida di dolore di Marcos e le risate dei poliziotti nell'accorgersi delle oscillazioni dell'elettricità della casa. Finché non ci fu un botto e la luce si spense.

 

Scosse elettriche al pene

Marcos ha affermato, nella sua deposizione, di aver gridato per le percosse. I poliziotti  militari, secondo il racconto di Marcos, lo lasciarono in mutande, poi strapparono il filo elettrico di un televisore, lo collegarono a una presa e iniziarono a dargli scosse elettriche ai genitali e alle cosce. Fino a quando la corrente elettrica della casa non si interruppe.

 

Più tardi, André avrebbe verificato che uno degli interruttori si era fuso a causa della forza delle scariche, causando così l'interruzione di corrente.

La tortura ebbe inizio intorno alle ore 9 e si concluse solo verso le 16h.

 

Il poliziotto torturatore è stato promosso

Dopo aver aperto le indagini, la Polizia Civile ha cercato più volte le vittime per poterle ascoltare nuovamente, ma nessuno di loro è stato trovato.

Nel maggio 2014, il tenente che ha guidato l'operazione è stato promosso al grado di capitano.

 

Perizia pioniera

Arles Gonçalves Junior, presidente della Commissione di Sicurezza Pubblica dell'OAB (Ordine degli Avvocati del Brasile) di San Paolo, che seguì le deposizioni, ha detto che questa è la prima volta che in un rapporto dell'Istituto di Medicina Legale si è specificato espressamente il termine «tortura», ed ha elogiato il medico legale: "Modalità di questo tipo aiutano a combattere questo tipo di crimine."

 

Anche con le vittime "desaparecidas", ha affermato, ci sono prove sufficienti di tortura che possono consentire al Ministero Pubblico di aprire un procedimento contro i poliziotti militari della ROTA. "L'OAB-SP seguirà il caso fino alla fine in modo che situazioni come queste non rimangano impunite", ha detto Gonçalves Junior. Preoccupato per la sicurezza delle vittime, Gonçalves Junior ha detto di averle cercate personalmente - senza successo.

 

Due poliziotti militari indiziati

La Segreteria di Sicurezza Pubblica ha comunicato, in una nota, che il caso è oggetto di indagine in ambito civile e militare. Secondo l'istituzione, due poliziotti sono stati indiziati, compreso il tenente che comandò l'operazione

La ROTA conferma la promozione del tenente a capitano e chiarisce che la promozione è avvenuta per anzianità di servizio.

La nota conferma che la Polizia Civile è alla ricerca delle vittime.

 

 

Morte del delegato di polizia

Il delegato della Polizia Civile António Cardoso de Sá, del 67° DP (Jardim Robru), è stato ucciso nella notte del 22 ottobre 2013, durante una rapina in un bar. L'omicidio è stato chiarito e l'autore, Wallace de Paula Silva, è stato arrestato.

Comunicato a tutte le forze della Polizia Civile di San Paolo

AGGIORNAMENTO
estratto dall'articolo di Lumi Zúnica

pubblicato il 30/07/15 sul sito Ponte.org

 

 

Il 24 luglio scorso, il dirigente della Polizia Civile Zacarias Katzer Tadros, della 3° Delegacia de Homicídios Múltiplos del DHPP (Dipartimento Omicidi e Protezione delle Persone) ha emesso un comunicato indirizzato a tutte le forze della Polizia Civile di São Paulo.

 

In essa, il dirigente chiede di essere immediatamente informato nel caso che uno qualsiasi dei torturati e scomparsi venga localizzato o identificato. La nota del dirigente cita le indagini per reato di tortura commesso ai danni di André Luis Loureiro da Silva, Marcos Vinicius dos Santos e William Silva Santiago che vede indagati tre poliziotti militari della ROTA.

 

 

Due poliziotti militari della ROTA sono già stati indiziati per la tortura. Si tratta del tenente Vinicius Manetti, poi promosso capitano, e l'agente Júlio Cesar Alva Balestrim. La polizia civile dovrebbe indiziare anche l'altro poliziotto che, fino alla settimana scorsa, era in congedo per malattia. I tre poliziotti militari, secondo una nota del Dipartimento di Sicurezza Pubblica, continuano a lavorare normalmente. In una deposizione resa alla Polizia Civile, i tre hanno negato le torture.

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