top of page

23.05.16

IL GOLPE DEI "MARIUOLI"

Un golpe contro la giustizia e le speranze dei brasiliani

di Silvestro Montanaro per il Resto del Carlinho Utopia

 

“Se non vi sbrigate, se non fate qualcosa, se non mi date una mano, vi arrestano tutti. Questi pensano che io sia la vostra banca”.

 

Esordisce così Sérgio Machado, uno degli imprenditori rampanti brasiliani, intercettato al telefono mesi fa con l’attuale ministro della pianificazione, Romero Jucá, inquisito per corruzione in un'inchiesta su dieci milioni di euro di tangenti.

Michel Temer

Machado è spaventato dalla possibilità che le indagini su di lui e la sua impresa, sui possibili “regali” e “prestiti” fatti a politici amici finiscano nelle mani del giudice Sérgio Moro, il magistrato più impegnato nella lotta alla corruzione imperante nel suo paese.

 

“Finire nelle sue mani è come essere imprigionato nella Torre di Londra. Quello gli inquisiti li distrugge. Quello non molla fino a quando non ha ottenuto ciò che vuole. Nomi, cifre, date, per quali lavori… Qui stanno parlando tutti. L’unico modo per non finire in galera è collaborare e se tutti collaborano, se collaboro io, è finita per tutti. Non resterà pietra su pietra”.

 

“È un massacro quello che sta succedendo”, risponde Romero Jucá ponendosi a disposizione. Che fare?

Romero Jucá

I due ipotizzano diverse soluzioni al caso. Sul Tribunale Supremo, l’unico che potrebbe arginare il giudice Sérgio Moro, è difficile puntare. C’e’ uno dei suoi componenti, nominato dalla presidente Dilma Roussef, che sembra incorruttibile.

No, ci vuole altro. Una soluzione politica.

 

“Ci vuole un nuovo patto che coinvolga tutti e metta fine a questa storia, altrimenti non c’è futuro per nessuno”.

 

Il nuovo patto deve coinvolgere politici, istituzioni, imprenditori, mondo militare e metter fine agli arresti e alle inchieste.

 

“Dilma è un ostacolo. L’unico che può metterci mano con successo è Michel Temer. Facciamo cadere Dilma. Mandiamo avanti l’inpeachment contro di lei.

Lui diventa presidente, salva tutti. e il paese torna alla normalita”.

 

Pochi mesi dopo questa conversazione, un colpo di mano di un parlamento per metà inquisito, esautora la presidente Dilma e Michel Temer diventa presidente, Romero Jucá diviene ministro della pianificazione.

 

Non è l’unico inquisito della nuova compagine governativa. Quasi metà dei nuovi ministri lo è. Il “patto” è al potere. Un golpe contro la giustizia e le speranze dei brasiliani

Sérgio Machado
Silvestro Montanaro

LEGGI ANCHE:

Temer e la Casa Grande si illudono (Eliane Brum)

Temer e la 'Casa Grande' si illudono

di Eliane Brum

Le elite che appoggiano l’impeachment non hanno ancora capito: i loro privilegi continueranno ad essere contestati

La “pacificazione” proposta da Temer è un tornare ognuno ad occupare il proprio posto a seconda della razza come se questo fosse l’ordine naturale delle cose. La “pacificazione" di Temer è pace solo per alcuni. A questo desiderio di ritorno del vecchio ordine delle elite e del progresso per gli stessi di sempre si contrappone la frase potente, quasi un mantra, scritta oggi in uno dei cartelli alzati sulla Avenida Paulista durante la performance degli attivisti neri: “Se la pace non sarà per tutti, non sarà per nessuno”. Tanto il PT quanto coloro che ora sono (o restano) al potere non hanno ancora compreso la potenza del 2013. La polifonia che ha occupato le strade in quel momento, oltre qualsiasi controllo possibile, continua nelle piazze, nonostante i lacrimogeni della polizia. È questa la forza simbolica di neri e nere e negrex che si sono appostati di fronte alla FIESP, l'associazione industriali di San Paolo, la “Casa Grande Moderna”. Per legittima difesa. Chi crede che questo sia il finale della storia, non ha ancora capito che è appena cominciata.

 

Leggi tutto

Molto testosterone e poco pigmento: la vecchia elite brasiliana assesta un colpo alla diversità

Molto testosterone e poco pigmento

La vecchia elite brasiliana assesta un colpo alla diversità. Temer: il primo governo interamente maschile dalla fine della dittatura nel 1985.

 

Leggi tutto

Il Brasile sta attraversando una crisi d’identità, non solo un impeachment

Il Brasile sta attraversando una crisi d’identità, non solo un impeachment 

di Eliane Brum, pubblicato su The Guardian

Quando ieri il Congresso brasiliano ha votato a favore dell’impeachment

di Dilma Rousseff, la democrazia ha assunto le sembianze di una farsa...

 

Leggi tutto

Il Brasile rischia di riportare indietro l'orologio della democrazia (Eliane Brum)

Il Brasile rischia di riportare indietro l'orologio della democrazia 

di Eliane Brum.

Ancora un brillante articolo della nota giornalista e scrittrice brasiliana sull'acuta crisi politico-sociale brasiliana, scritto per il sito britannico del The Guardian.

 

Leggi tutto

Ordine e Regresso

Ordine e Regresso

di Ivan "Grozny" Compasso per il Resto del Carlinho Utopia

 

Molti di coloro che hanno fortemente criticato la gestione del Pt, i rapporti con le multinazionali lasciate libere di agire praticamente indisturbate, chi ha sempre giudicato come ambiguo questo atteggiamento che ha portato al dilagare della corruzione tra molti deputati e amministratori del Pt, perché si ritrova quasi a prendere la difese di una classe politica non esente da colpe, oggi si ritrovano a difendere la Rousseff. Se è chiaro che il “Lulismo” non è un sistema perfetto è altresì palese che il provvedimento di sospensione della Presidente, calato dall’alto da nostalgici di un tempo passato, apre a scenari preoccupanti per la tenuta di questa fragile democrazia...

 

Leggi tutto

Golpe ai diritti umani

Golpe ai diritti umani

Diritti umani: il nuovo governo golpista di Michel Temer scopre immediatamente le sue carte...

 

Leggi tutto
 

Dio rovescia la presidente del Brasile

Dio rovescia la presidente del Brasile

367 sì, 137 no, 7 astenuti. È impeachment. Difendendo la famiglia, la proprietà privata, Dio e la dittatura militare, i deputati hanno mostrato la vera faccia di un Congresso che è il più conservatore a partire dal 1985...

 

Leggi tutto

In politica anche i credenti devono essere atei (Eliane Brum)

In politica anche i credenti devono essere atei

di Eliane Brum.

Il momento del Brasile, culminato con le manifestazioni del 13 marzo, mostra i rischi di un’adesione spinta dalla fede: bisogna resistere grazie alla ragione...

 

Leggi tutto

 

bottom of page