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10.07.15

ASSASSINI IN DIVISA

Le immagini dell'esecuzione del giovane Alan, 15 anni, alla favela Palmeirinha di Rio de Janeiro, registrate dalle telecamere di sicurezza della vettura della polizia militare

 

Ieri, 09 luglio, il telegiornale di Rede Globo ha diffuso le immagini riprese dalle telecamere montate all'interno ed all'esterno della vettura della polizia militare a bordo della quale, nel febbraio scorso, c'erano i poliziotti che lo hanno ucciso. Alan è stato ucciso mentre rideva e scherzava con i suoi amici della favela Palmeirinha di Rio de Janeiro, uno dei quali, Chauan, 19 anni, se l'è "cavata" con una ferita non mortale al petto. 

Ha scritto Eliane Brum nell'arfticolo "A Brasilia si entra solo con il passaporto"


"... È proprio vero che "la carne più economica sul mercato è la carne nera." (ndt. citazione di una celebre canzone brasiliana). È quello che ha scoperto Alan de Souza Lima, 15 anni, lo scorso febbraio, nella favela di Palmeirinha, a Honorio Gurgel, alla periferia di Rio de Janeiro.
E' morto con il telefono cellulare in mano, e solo per questo non si è trasformato in appena un numero statistico, diventando invece narrativa, un nome, un cognome e una storia sui giornali. Alan stava parlando con due amici e registrando un video con il suo cellulare. Ha finito per documentare la sua agonia dopo essere stato colpito a morte dalla polizia militare. Come al solito, la corporazione ha fornito la famosa versione del "conflitto a fuoco", versione standard con la quale la PM di solito giustifica la sua stupefacente letalità da campione del mondo. Ed ha subito accusato i tre ragazzini di essere armati e di aver opposto resistenza all'arresto. Ma Alan moriva e filmava. Il video, postato su Internet, ha dimostrato che non avevano resistito all'arresto. Chauan Jambre Cezário, 19 anni, è stato colpito al petto. Lui vende tè freddo sulla spiaggia ed è sopravvissuto per raccontare che non ha mai usato una pistola.

La colpa dei ragazzi era di vivere in una favela, luogo dove la legge, non scritta, ma vigente, autorizza la polizia militare a uccidere.



Nel video c'è una frase che dovrebbe essere lì a riecheggiare all'infinito nella nostra testa. Quando uno degli agenti chiede ai ragazzi perché stessero correndo, uno di loro risponde:

- Stavamo giocando, signore.

La frase dovrebbe continuare ad echeggiare nella nostra testa fino a quando non avessimo la dignità di ribellarci contro questo genocidio quotidiano di una parte della gioventù brasiliana.

Stavamo giocando, signore.
Stavamo giocando, signore.
Stavamo giocando, signore.
Stavamo giocando, signore.
Stavamo giocando, signore.
Stavamo giocando, signore.
Stavamo giocando, signore.
Stavamo giocando, signore.
Stavamo giocando, signore.
Stavamo giocando, signore. 
Stavamo giocando, signore.

Stavamo giocando, signore. 
E poi il signore ha sparato. Ferito. Ucciso.

03.03.15

Alan, un giovane di 15 anni della favela Palmeirinha di Rio de Janeiro, filma la propria morte e smaschera la farsa assassina della polizia militare di Rio

L'innocenza postuma grazie ad un video filmato con il cellulare

di Afonso Benites, pubblicato su El Pais il 27/02/2015

 

Prima si spara. Poi si domanda. È stato così che ha agito nella notte di sabato un gruppo di poliziotti militari nella favela Palmeirinha, zona nord di Rio de Janeiro, quando ha ucciso un giovane di 15 anni e ferito un altro, di 19, con uno sparo al petto.

 

Fino al pomeriggio del mercoledì seguente, la versione ufficiale della polizia era che un gruppo di 4 delinquenti avevano sparato contro un blindato della polizia militare che era di pattuglia nella zona.

 

Ossia, si trattava di un caso (il solito caso) di "auto de resistência" o di "resistenza io morte in seguito ad un'azione di polizia".

 

Il filmato fatto con il cellulare dal ragazzo che è morto, comunque, contraddice questa tesi e dimostra che i poliziotti hanno sparato almeno dieci volte contro un gruppo di quattro amici senza nessuna ragione.

Nel video di poco più di 9 minuti, pubblicato nella pagina della Organização Rio Consciente, si vedono quattro giovani abitanti della favela che, seduti sulle loro biciclette, scherzano e si raccontano barzellette. Tutti erano disarmati. Poco dopo il primo minuto della registrazione, è possibile notare che i ragazzi cominciano a correre ed, in sequenza, una raffica di spari. All'improvviso il giovane che stava filmando, Alan de Souza Lima, di 15 anni, cade e comincia a gemere di dolore. È stato raggiunto da due spari all'addome. Il video non mostra chi spara e nemmeno il ragazzo colpito, ma è possibile ascoltare i poliziotti che domandano per quale ragione i ragazzi stessero correndo. E loro rispondono che stavano solo giocando. Alan muore sul posto.

 

In sottofondo, Chauan Jambre Cezário, 19 anni, che è stato colpito da un colpo d'arma da fuoco al petto, prega: "Dio del cielo, aiutami. Aiutami Gesù." Evangelico, Chauan prega tutto il tempo. Nel frattempo, si ascoltano donne insultare i poliziotti ed invitare tutti i bambini ad andar via dalla strada. Il clima nella favela Palmeirinha si è fatto pesante ed alcuni abitanti hanno inscenato una protesta durante il fine settimana, bloccando un'importante strada che attraversa la favela, l'Avenida Brasil, e dando alle fiamme un bus ed un altro veicolo.

La svolta del caso si è avuta solo il venerdì, quando, dopo la pubblicazione del video, il comandante della polizia militare di Rio de Janeiro, il colonnello Alberto Pinheiro Neto, ha deciso che i nove poliziotti coinvolti fossero sospesi e venisse avviata un'indagine interna alla corporazione. Si sospetta che i poliziotti abbiano creato una falsa scena del delitto, presentando due pistole e dicendo che appartenevano alle vittime. La pratica è molto comune nella corporazione, indipendentemente dallo Stato, così come pubblicato dal Pais lo scorso 8 febbraio. 

 

Venerdì, il comandante del 9° Battaglione, il tenente-colonnello Luiz Garcia Baptista, dove prestavano servizio i poliziotti, è stato esonerato dalla funzione. I nomi dei nove poliziotti che hanno partecipato alla disastrosa azione alla Palmeirinha non sono stati resi noti. Le loro armi d'ordinanza sono state sequestrate e stanno prestando servizio interno.

 

Chauan, che è nero, è rimasto internato per tre giorni e, appena dimesso, è stato immediatamente arrestato per porto d'arma illegale! è stato rimesso in libertà grazie ad un habeas corpus. In un'intervista alla TV Bandeirantes, ha detto che non portava nessuna arma e che il suo amico Alan è morto senza aver fatto nulla.

 

Rio de Janeiro è stato lo Stato brasiliano nel quale la polizia militare ha ucciso più cittadini in supposti conflitti a fuoco nel 2013. Nel 2014, si è piazzata al secondo posto dopo San Paolo. 

 

Nel gennaio di quest'anno, sono già stati 64 gli assassinati per mano della polizia a Rio, media superiore ad una morte al giorno.

Vignetta di Carlos Latuff
Vignetta di Carlos Latuff

"Autos de resistência" 

Gli "autos de resistência" (atti di resistenza, detti anche "atti di resistenza seguiti da morte") sono un artificio legale della polizia per archiviare senza indagini l'omicidio di "soggetti che hanno opposto resistenza all'arresto". Si tratta di una pratica abituale e quotidiana praticata dalla polizia brasiliana.

Questo strumento, una sorta di vera e propria "licenza d'uccidere impunemente" è stato creato durante la dittatura militare per legittimare la repressione poliziesca dei movimenti che lottavano per riportare la democrazia nel paese.

Una ricerca condotta su 12.000 "autos de resistência" registrati a Rio de Janeiro negli ultimi anni, ha dimostrato che nel 60% dei casi si è trattato di pure e semplici "esecuzioni", molte delle quali con spari alla nuca e alle mani delle vittime, che si trovavano chiaramente in posizione di difesa e non di attacco.

Il video integrale filmato dal giovane Alan con il cellulare

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