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11.04.16

Il collasso della barbarie

di Rachel Gepp, pubblicato sul sito Coletivo Carranca il 25.03.2016

traduzione di Martina Morbidini per il Resto del Carlinho utopia

 

Nel mondo degli affari il settore in maggiore espansione è il turismo, e Rio de Janeiro, da quando ha iniziato ad adottare una gestione strategica della città, una gestione impresariale, ha trasformato la città in una merce destinata al consumo nel mercato globale dei grandi eventi.

 

Le UPP (Unità di Polizia Pacificatrice) hanno svolto un ruolo strategico nel pacchetto del marketing della città, con l’obbiettivo di presentare un quadro più positivo dell’immagine pubblica di Rio de Janeiro, che aveva come lato negativo le favelas, conosciute come luoghi di crimine, violenza e disordine.

 

Dal punto di vista pubblicitario, il progetto dell'UPP è stato molto ben fatto, facendo si che la maggioranza della popolazione si lasciasse trasportare dalla propaganda ufficiale della ‘pacificazione’. Ma la pacificazione stessa, il principale prodotto pubblicizzato dall’UPP, non è mai stata consegnata.

Funerale di una giovane vittima delle UPP alla favela Babilonia - foto: Rachel Geep

Al suo posto, conosciamo le sue conseguenze nefaste, che non erano “effetti collaterali” come definiti dai giornali, ma parte integrante del piano strategico di implementazione.

 

Nel marketing urbano, prima di divulgare un’immagine, vanno create le condizioni necessarie affinché la meta turistica risponda alle aspettative dei turisti. A Babilonia, nave ammiraglia delle favelas mercificate, le opere per renderla più attraente sono state realizzate e così abbiamo potuto osservare come sono costruiti i paesaggi delle grandi mete turistiche internazionali che mirano a trasformarli in merce.

 

Cominciando dalle rimozioni di abitazioni e lavoratori dagli spazi scelti per le operazioni di valorizzazione. Gli argomenti, evidentemente, erano sempre altri: ora per cause di ordine pubblico, ora per favorire la mobilità, per preservare le famiglie in aree di rischio ambientale…

 

Opere sempre di carattere igienista e elitista, che evidenziavano le priorità del business sui diritti alla casa, al lavoro e al tempo libero. Tutto è stato molto autoritario e oppressivo. Dietro alla riconfigurazione degli spazi per la loro espansione relazionata al turismo, c’erano interessi immobiliari e profitti favolosi.

UPP. Come spegnere il fuoco con la benzina

UPP/Unità di Polizia Pacificatrice: Come spegnere il fuoco con la benzina

Le UPP occupano 40 delle quasi mille favelas di Rio de Janeiro. Esecuzioni sommarie, sparizioni, violenze quotidiane contro gli abitanti, sullo sfondo dei mega eventi sportivi e della speculazione immobiliare. Era questa la "pacificazione" promessa?

Queste strategie hanno prodotto rapidamente un grande aumento del flusso di turisti e in un batter d’occhio ci hanno trasformato in un centro ricettore di turismo internazionale. Processi di gentrificazione hanno portato molti soggetti ad installarsi qui e a tentare di ricavare il massimo profitto a scapito degli interessi comuni degli abitanti. Una parte di questi abitanti sono stati obbligati a trasferirsi in regioni periferiche poco urbanizzate.

 

L'imprenditorialità è diventata la forma di mediazione delle relazioni sociali. Tutti alla incorsa del benessere. L'UPP nel ruolo di gerente, a dettare le regole del mercato, le leggi vigenti, i codici di comportamento, perdendo la dimensione di territorio e l’esercizio della democrazia locale.

 

La favela è militarizzata! È la barbarie che esercita un controllo rigido, permanente e centralizzato, necessario affinché questo luogo prescelto per essere un’attrazione turistica mantenga una verosimiglianza con le immagini propagandate, affinché non disattenda le aspettative dei turisti in visita. Siamo stati fatti prigionieri del  modello neoliberale di costruzione di un paesaggio turistico.

Ma c’è stata resistenza, gli abitanti hanno organizzato proteste contro questa pubblicità ingannevole che era la pacificazione. Abbiamo chiesto la FINE DELLE UPP. Ma le pallottole sparate nella favela per minare questa resistenza non erano di gomma. Abbiamo denunciato le rimozioni, il genocidio della popolazione nera, l’incarcerazione di massa, l’abuso di potere, la mancanza di legalità dello Stato Democratico di Diritto, la dittatura nella democrazia. Durante la Coppa del Mondo abbiamo gridato che “la festa negli stadi non vale le lacrime della favela”.

 

Ma all’interno della favela, che sperimentava per la prima volta una nobilitazione, siamo diventati “quelli contro”, contro lo sviluppo. Siamo stati criminalizzati, tacciati di essere difensori dei “fratelli” trafficanti, di coloro che sono a favore del traffico. Colpi bassi tipici dei nostri ridicoli tiranni.

 

Ora, alla vigilia delle Olimpiadi, a Babilonia, favela trasformata in merce, nave ammiraglia della propaganda positiva della gestione militare di un territorio urbano, la farsa della UPP già non si regge più. Stiamo vivendo giorni di orrore e aumento della violenza in una guerra tra fazioni rivali che si disputano il controllo della vendita di droga in questo territorio.

Il narco-traffico, che non è stato combattuto, ma semplicemente spinto in aree periferiche, ora si sta rimpossessando delle aree centrali. La barbarie non può più essere finanziata dallo Stato e dai suoi partners a causa della crisi economica. Lo Stato non può più pagare la motivazione dei suoi mercenari. Siamo arrivati nella fase del collasso della barbarie. E ogni tensione si aggrava con l’avvicinarsi delle Olimpiadi e la necessità di sostenere un’idea, seppur illusoria, di sicurezza pubblica da esibire ai "gringos" (ndt. i turisti stranieri).

 

Tutto indica che il declino delle UPP e la mancanza di credibilità dello Stato nel vendere un paesaggio verosimile a quello propagandato, allontanerà i turisti e, nella misura in cui collassa, questa meta potrà essere abbandonata, senza lasciare un orizzonte agli abitanti che sono riusciti a sopravvivere alla mercificazione di questo paesaggio.

 

Continueremo ad essere prigionieri, ora, della rovina del modello neoliberale di costruzione dei paesaggi turistici. 

È questo che si ottiene a fidarsi dello Stato.

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Esecuzioni, aggressioni e tortura sulla strada della "pacificazione". Le UPP (Unità Polizia Pacificatrice) dietro la tortura e l'assassinio del giovane Clayton, 17 anni, nella favela Babilônia, a Rio de Janeiro.

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Il cosiddetto “turismo della realtá” è la più recente moda del turista occidentale. Siccome gran parte del settore turistico tratta il cosiddetto “terzo mondo” come un vero e proprio zoo umano, le favelas sono diventate il giardino zoologico della pietà in Brasile. Adesso i turisti stranieri “annoiati” stanno arrivando a frotte e programmano nelle loro ferie itinerari  che includono visite alle favelas, scenari di crimini, orrore e inferno come propagandato dal film "Truppa d'Elite". (...) Le favelas sono luoghi di residenza di soggetti emarginati. Gli abitanti delle favelas non sono attrazioni turistiche. Visitare la favela come fosse uno zoo  è come naturalizzare la discriminazione. È come ridimensionare il razzismo e ridurre questi gruppi di emarginati a “cose”...

 

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