18.04.16
Impeachment: Dio rovescia la presidente del Brasile
di Maria Martin, pubblicato su El Pais il 18.04.16
Gran parte dei deputati che ieri hanno votato per l'impeachment della presidente Dilma Rousseff sembravano aver dimenticato le reali motivazioni che erano in discussione.
Tanti deputati hanno difeso la necessità dell'Impeachment della presidente Dilma agitando le più diverse ragioni: "Per mia moglie Paula", "per mia figlia che sta per nascere e per mia cugina Helena", "per mio nipote Gabriel", "per mia zia che ha avuto cura di me quando ero bambino", "per la mia famiglia e la mia regione", "per Dio", "per i militari del 1964", "per tutti gli evangelici", "per l'anniversario della mia città'", "per la diffesa del nostro petrolio", "per gli agricoltori" e persino "per gli assicuratori brasiliani".
Molto indietro sono rimaste le "pedalate" fiscali e i crediti supplementari, le vere questioni all'ordine del giorno totalmente dimenticate da questi nobili deputati.
Esaltati davanti al microfono, hanno approfittato di ogni secondo di gloria a disposizione, che, a molti di loro, veniva offerto per la prima volta e, forse, per l'ultima. Approfittando della loro partecipazione in diretta al programma televisivo della diva brasiliana "Xuxa", hanno inviato affettuosità "immortali" alle loro mamme, ai mariti, agli amanti, ai cugini, agli antenati, ai vicini, agli amici e ai portieri.
Difendendo la famiglia, la proprietà privata, Dio e la dittatura militare, hanno mostrato la vera faccia di un Congresso che è il più conservatore a partire dal 1985 lasciando intendere che nessuno di loro aveva letto la relazione con i fondamenti giuridici a dimostrazione del crimine di responsabilità nei confronti di Dilma, o, per lo meno, che nessuno di loro si è sforzato di dimostrarlo.
Raramente è stato possibile sentire una dedica a un'istruzione di qualità, alla salute, ai disoccupati e alle minoranze, tra quelli che erano a favore del "sì". Alcuni, come Atila Lins (PSD / AM), aveva preoccupazioni più astratte e ha votato a favore dell'impeachment "per ristabilire il contatto con la storia". Altri, come Thiago Peixoto (PSD / GO) ha usato motivi più personali per sostenere l'impeachment, "Voto sì per mia figlia che sta per nascere, per mia nipote Elena e tutti i broker assicurativi del Brasile". Da parte sua, Jair Bolsonaro (PSC-RJ), sempre al limite, ha dedicato il suo voto al colonnello Ustra, leader del Doi-Coi di San Paolo (uno dei maggiori centri di tortura della dittatura civile-militare), riconosciuto come un torturatore dalla giustizia brasiliana.
Non solo Dio, patria e famiglia... il deputato Jair Bolsonaro e suo figlio Eduardo: l'elogio ai militari del colpo di stato del 1964 e al colonnello torturatore Carlos Alberto Brilhante Ustra... e il "popolo" nelle strade di san paolo esulta!
I voti, a quanto pare, hanno avuto anche l'intenzione di prevenire mali maggiori. I deputati hanno espresso la loro difesa dell'impeachment per evitare che "i bambini imparino l'educazione sessuale nelle scuole" , per "porre fine al sindacato unitario dei lavoratori e ai loro accoliti farabutti", per "la fine del non far niente pagato" e, soprattutto, per la fine della corruzione, dimenticando che circa il 60% dei presenti in Aula, compreso il presidente Eduardo Cunha, hanno cause pendenti in tribunale.
Dio, onnipresente in un voto che non aveva nulla che fare con gli insegnamenti biblici, è stato invocato e addirittura pregato di prendere il comando una volta che Dilma sarà caduta e per far cadere la presidente le famiglie dei parlamentari sono sembrate essere più motivanti di qualunque prova.
Non c'è da stupirsi in un parlamento pieno di fondamentalisti religiosi e che ha la più alta percentuale di familiari di altri politici dalle elezioni del 2002. Un nepotismo rivelato dal vedere il 49% dei membri dell'attuale Congresso con padri, nonni, madri, mogli o fratelli impegnati nella politica, secondo uno studio dell'Università di Brasilia.È il più alto tasso di nepotismo nelle ultime quattro elezioni.
Dopo quasi cinque ore di voto, Dio e i nipoti dei deputati hanno rovesciato il presidente del Brasile.
IN NOME DI DIO…
Il commento di Silvestro Montanaro
Ho assistito in diretta streaming al voto della Camera brasiliana a favore dell'impeachment della presidente Dilma. Uno spettacolo allucinante, un documento storico e drammatico su quanto sia profonda la crisi della politica e della democrazia in quel paese e nel mondo.
A presiedere l'assemblea il suo presidente, Edoardo Cunha, plurinquisito per corruzione e titolare con vari familiari di più conti milionari in banche estere. A lui si sono rivolti con rispetto i deputati che hanno votato si, riconoscendo la sua leadership. Non poteva essere diversamente.
Il parlamento brasiliano attuale è il più conservatore e corrotto della recente storia della democrazia di quel paese. Più della metà di quei deputati è inquisita per corruzione o altri crimini. Ognuno di loro ha però votato in nome di Dio e della sua famiglia, in nome di un futuro migliore per il Brasile e contro la corruzione. Un festival osceno della peggiore ipocrisia e del peggior cinismo.
Nessuno di loro ha fatto riferimento alle motivazioni dell'impeachment. Nessuno ha discusso se la presidente Dilma fosse o meno responsabile di una alterazione criminale dei bilanci dello stato. Tutti sapevano che non lo era. L'importante, tra cori da stadio, era consumare il regicidio. Metter fine al vagabondaggio "retribuito", cioè ai programmi di spesa sociale e redistribuzione del reddito dell'era Lula.
Ratificata la decisione anche dal Senato, il nuovo potere ha già la sua espressione governativa. In queste settimane si sono consumati tutti gli accordi di spartizione delle cariche e sottoscritta la lista dei nuovi governanti. Si è pagato il conto dell'operazione impeachment.Presidente diverrà Michael Temer, anche lui sospetto di corruzione. Una beffa incredibile. Se Dilma e' responsabile di crimini di bilancio, altrettanto lo è Temer. Eduardo Cunha, espressione dei gruppi imprenditoriali e finanziari più famelici ed aggressivi, sarà di fatto il nuovo vice presidente.
Povero Brasile...
La dichiarazione di voto a favore dell'impeachment della deputata Raquel Muniz passerà alla storia...