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Writer's pictureEliane Brum

Non date soldi a Bolsonaro

Updated: Nov 14, 2021

Il governo brasiliano arriverà al COP26 con una valigia di bugie su come protegge l'Amazzonia per ottenere investimenti internazionali, mentre nel suo paese sta distruggendo la foresta a tutta velocità.

di Eliane Brum*, El País 27.10.21

(tradotto da Carlinho Utopia)

La maggior parte degli osservatori concordano sul fatto che il Brasile di Jair Bolsonaro arriverà al vertice sul clima di Glasgow con lo scopo di chiedere soldi per l'Amazzonia. Com'è tipico del governo di estrema destra, i suoi negoziatori presenteranno risultati e obiettivi privi di connessione con la realtà attuale e senza alcun impegno reale a raggiungerli in futuro.


La realtà mostra incendi e deforestazione a livelli record, organi di ispezione e controllo indeboliti e militarizzati, "garimpeiros" (cercatori d'oro, minatori illegali, ndt.), "madeireiros" (taglialegna, trafficanti di legname, ndt.) e "grileiros" (land grabbers, ladri di terre pubbliche, ndt.) incoraggiati a invadere i territori indigeni, progetti di legge del presidente per permettere lo sfruttamento delle terre protette.


Bolsonaro sta deliberatamente portando la più grande foresta tropicale del pianeta al punto di non ritorno. Il suo obiettivo è quello di trasformare l'Amazzonia in pascolo per i grandi allevamenti di bestiame, progetti di estrazione mineraria e enormi piantagioni di soia nelle mani dei suoi sostenitori. E ci sta riuscendo.


Bolsonaro ha bisogno di denaro internazionale e l'Amazzonia è il modo migliore per ottenerlo. Di fronte al collasso climatico, che ha lasciato tracce recenti nell'estate dell'emisfero settentrionale, con inondazioni e ondate di calore al di sopra delle peggiori mai registrate storicamente, il primo vertice sul clima in presenza dall'inizio della pandemia, ha la spinosa missione di evitare che il Brasile impedisca qualsiasi accordo minimamente decente e, allo stesso tempo, di non farsi ingannare da un governo criminalmente bugiardo. Il compito è ingrato.


Il presidente del Brasile non è un bugiardo patologico, come alcuni credono, ma un governante che usa le bugie come risorsa politica strategica per eseguire il suo progetto di potere.


Nel suo ultimo live-stream settimanale sui social media, ha annunciato che uno studio britannico ha scoperto che il vaccino contro il covid-19 aumenta la probabilità di contrarre l'HIV. Ovviamente, l'informazione è falsa.


Direttamente responsabile, insieme al suo governo, di oltre 600.000 morti per la pandemia, Bolsonaro considera ancora importante boicottare la vaccinazione.

Nessuno che segua questo governo da vicino - o anche solo lontanamente - può aspettarsi che le bugie sul suo operato in Amazzonia che i suoi rappresentanti porteranno al COP siano meno assurde e letali di questa.


La protezione dell'Amazzonia, la lotta contro il crimine organizzato che opera su diversi fronti nella regione, così come il sostegno alle popolazioni della foresta, hanno bisogno di investimenti urgenti. Ma affinché il denaro sia usato efficacemente per proteggere la foresta e riforestarla, sarà necessario investire risorse nei governi statali e non nel governo federale, sostenendo i governatori che sono effettivamente impegnati a proteggere la foresta.


E, soprattutto, sostenere direttamente i progetti dei popoli amazzonici e delle organizzazioni non governative che svolgono un lavoro concreto nella regione. Detto questo: mettere soldi in mano a Bolsonaro significa trasformarsi in complici della rielezione di una minaccia globale.


*Eliane Brum è nata a Ijuí, nel sud del Brasile, nel 1966. Scrittrice, reporter e documentarista, vive ad Altamira, città amazzonica nella quale si è stabilmente trasferita nel 2017. Ha vinto moltissimi premi nazionali e internazionali di giornalismo ed è la reporter brasiliana più premiata della storia.

Nel 2021 è stata tra le vincitrici dell'antico e prestigioso Premio Cabot di giornalismo della Columbia University. In Brasile, nel 2019, con il suo libro “Brasil, Construtor de Ruínas: um olhar sobre o país, de Lula a Bolsonaro”, ha vinto il Premio Vladimir Herzog de Anistia e Direitos Humanos, che riconosce il lavoro di giornalisti, reporter fotografici e disegnatori che attraverso il loro lavoro quotidiano difendono la democrazia, la cittadinanza ed i diritti umani.

Collabora con El País e The Guardian. Ha pubblicato un romanzo, "Uma Duas" (2011), ed altri sette libri. Ad ottobre del 2021 ha pubblicato la sua ultima opera "Banzeiro òkòtó: Uma viagem à Amazônia Centro do Mundo". I suoi libri sono stati tradotti in diversi paesi. In Italia ha pubblicato “Le vite che nessuno vede” (Sellerio 2020) ed un suo testo in "Dignità! Nove scrittori per Medici senza Frontiere" (Feltrinelli 2011).


Email: elianebrum.coluna@gmail.com

Twitter, Instagram e Facebook: @brumelianebrum


Oltre che su questo blog, altri articoli di Eliane Brum tradotti in italiano sono presenti sul sito Il Resto del Carlinho Utopia, qui

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