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Aprile 2016

26.04.16

Belo Monte, monumento alla follia. Intervista a don Erwin Kräutler

Belo Monte, monumento alla follia. Intervista a don Erwin Kräutler 

Teologo, filosofo, conosciuto in tutto il mondo per la sua lotta a favore dei diritti delle popolazioni indigene e contro la costruzione della centrale idroelettrica di Belo Monte, per don Erwin Kräutler, lo scorso 3 aprile, è giunto il momento della pensione, ed ha lasciato il suo incarico di vescovo di Xingu, stato del Pará. Ma non abbandonerà certamente la lotta per la sua amata gente dello Xingu, lotta che lo costringe a vivere sotto scorta da ormai 10 anni. In questa intervista don Erwin ci racconta di come l'ex presidente Lula lo abbia ingannato, promettendogli che mai avrebbe costruito Belo Monte senza il consenso delle popolazioni dello Xingu e di come Dilma lo abbia ignorato. Ma ci ricorda che anche se la battaglia per Belo Monte non è stata vittoriosa, non si sente uno sconfitto. Costituirà un'esperienza preziosa per le lotte future contro i nuovi grandi progetti sul fiume Tapajos.

 

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26.04.16

Ciò che Belo Monte denuncia su tutti i fronti (foto: Lunae Parracho-Reuters)

Ciò che Belo Monte denuncia su tutti i fronti

di Eliane Brum

La narrativa delle tangenti che si impone su quella della violazione dei diritti umani, denuncia le contraddizioni in gioco in questo momento storico ...Belo Monte è l’ineludibile. La storia ha già provato che restare in silenzio di fronte alle verità sconvenienti per vincere dispute politiche è una scelta pericolosa. Mi sembra possibile difendere la democrazia, senza difendere il governo, soltanto affrontando le contraddizioni del caso. Nel caso di Belo Monte, significa affrontare le violazioni dei diritti umani consumatesi prima, durante, e dopo l'opera. Affrontare le violazioni dei diritti umani e la distruzione ambientale che stanno avvenendo ora, in questo preciso istante, nello Xingu. E che non possono, ancora una volta, essere ignorate in nome delle convenienze – o essere ridotte a un sistema di tangenti ancora tutto da provare...

 

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26.04.16

Il grande tradimento - The Economist

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Il grande tradimento

L'analisi di The Economist sulla situazione politica brasiliana il giorno dopo la votazione per l'impeachment della presidente Dilma Roussef

 

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25.04.16

Il Brasile sta attraversando una crisi d’identità, non solo un impeachment

Brasile dilaniato di Luiz Ruffato

Il 17 Aprile 2016 rimarrà per sempre nella memoria nazionale come una delle date più infami della nostra storia...La votazione sull'impeachment ci ha messo di fronte a uno specchio che ha riflesso l'immagine perfetta della nostra società: passionale, volgare, reazionaria...

 

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24.04.16

Il Brasile sta attraversando una crisi d’identità, non solo un impeachment

Il Brasile sta attraversando una crisi d’identità, non solo un impeachment di Eliane Brum, pubblicato su The Guardian

Quando ieri il Congresso brasiliano ha votato a favore dell’impeachment di Dilma Rousseff, la democrazia ha assunto le sembianze di una farsa. (...) In questo giorno storico, i brasiliani hanno imparato una pericolosa lezione sulla loro giovane democrazia: i loro voto non contano più. (...) La crisi in Brasile non è solo politica e economica, è anche d’identità. Fin dalle manifestazioni di protesta del 2013 le immagini stereotipate che  il paese osserva quando si guarda allo specchio non sembrano più vere. Quando persone con opinioni diverse devono esser  separate da un vero muro  per evitare che si attacchino, si segna la morte dello stereotipo di un popolo cordiale e ospitale che aveva apparentemente sconfitto razzismo e diseguaglianze senza alcun conflitto. Forse i brasiliani hanno ancora bisogno di capire chi sono,  ma hanno già iniziato a capire chi non sono. Le contraddizioni non possono più essere soffocate.

 

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23.04.16

Tortura: Patrimonio culturale e storico della "gente per bene" brasiliana

Tortura: Patrimonio culturale e storico della "gente per bene" brasiliana

Tortura. Funzionò durante la dittatura per sedare i sovversivi ed estorcere informazioni, e oggi, funziona nelle periferie delle grandi città per ricordare ai poveri dove dovrebbero rimanere. Si tratta di un passato irrisolto e istituzionalizzato, che continua a perseguitare gli animi di molti cittadini.

Non so dire se faccia più rabbrividire il deputato Jair Bolsonaro, che evoca un torturatore nella Camera dei Deputati, o alcuni autointitolatisi “uomini e donne per bene” – che sognano una putrida banda di poliziotti e miliziani in giro per tutto il paese ad imporre la giustizia giorno per giorno, usando la tortura come strumento di indagine e punizione(...) non so dire cosa mi spaventi di più. Se i politici che difendono i torturatori, i poliziotti che torturano o il popolo che gode attraverso i primi due. Sappiamo quello che la polizia ed i politici fanno. Ma non sappiamo fino a che punto può giungere il godimento di quel popolo...

 

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21.04.16

Lavoro schiavo in Brasile

Brasile: Il lavoro schiavo è una realtà, ma le condanne no

Migliaia di lavoratori sfruttati in condizioni analoghe alla schiavitù, ma nessun responsabile ha pagato con un solo giorno di prigione, mentre c'è chi pensa di indebolire le leggi di contrasto esistenti. Tra il 1996 e il 2003, più di 50 mila lavoratori sfruttati in condizioni analoghe alla schiavitù sono stati liberati in Brasile. Tuttavia, nel 2016, non uno dei responsabile di questi crimini è stato arrestato. Nessuno dei pochi condannati ha scontato l'intera pena. Nel frattempo, la "bancada ruralista" mete in discussione l'attuale definizione di "lavoro schiavo" nel Codice Penale, anche se questa è già approvata da organi nazionali, come il Ministero Pubblico del Lavoro e dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIT). Nonostante le politiche pubbliche di lotta al lavoro schiavo siano riconosciute a livello internazionale, gli esperti temono che la legge stia facendo dei passi indietro.

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18.04.16

Dio rovescia la presidente del Brasile

Dio rovescia la presidente del Brasile

367 sì, 137 no, 7 astenuti. È impeachment. Gran parte dei deputati che ieri hanno votato per l'impeachment della presidente Dilma Rousseff sembravano aver dimenticato le reali motivazioni che erano in discussione. Tanti deputati hanno difeso la necessità dell'Impeachment della presidente Dilma agitando le più diverse ragioni: "Per mia moglie Paula", "per mia figlia che sta per nascere e per mia cugina Helena", "per mio nipote Gabriel", "per mia zia che ha avuto cura di me quando ero bambino", "per la mia famiglia e la mia regione", "per Dio", "per i militari del 1964", "per tutti gli evangelici".... Molto indietro sono rimaste le "pedalate" fiscali e i crediti supplementari, le vere questioni all'ordine del giorno totalmente dimenticate da questi nobili deputati... Difendendo la famiglia, la proprietà privata, Dio e la dittatura militare, hanno mostrato la vera faccia di un Congresso che è il più conservatore a partire dal 1985...

 

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16.04.16.

Massacro di Eldorado dos Carajas

17 aprile: un golpe fissato per il giorno della strage di Eldorado dos Carajás

La storia brasiliana dell'infamia si ripete nella data: 17 aprile. 20 anni fa, esattamente in questa data, la polizia militare inviata del governo dello stato del Pará assassinava 19 militanti del MST (Movimento Lavoratori Rurali Senza Terra) sulla strada che collega Marabá a Eldorado dos Carajás. E si svolgerà proprio il 17 aprile (Giornata Nazionale di Lotta per la Riforma Agraria) la votazione alla Camera sull'impeachment della presidente Dilma Rousseff. Vale a dire, l'élite politica ed economica brasiliana - questa quattrocentenne - non si accontenta solo della violenza. Ha bisogno del disprezzo.Sintomatico è che il Ministero della Riforma Agraria sia stato creato una settimana dopo il massacro nel 1996. E che la riforma agraria sia stata sospesa, pochi giorni fa, su richiesta del TCU (Tribunal de Contas da União, la Corte dei conti).

 

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15.04.16.

MTST occupa grande latifondo a San Paolo

Il MTST (Movimento Lavoratori Senza Tetto) occupa latifondo di 1,3 milioni di metri quadrati a San Paolo

Sabato scorso, 9 aprile, circa 1.200 appartenenti al MTST “Movimento dei Lavoratori Senza Tetto” hanno occupato una area in stato di abbandono che perfino Dio dubita che possa esistere nella città di San Paolo. Si tratta di un terreno di circa un milione e trecento mila metri quadrati. È così grande che non si vede da un lato all’altro. Vuoto e inutilizzato,  il terreno potrebbe ospitare oltre 250 campi da calcio regolamentari, ma è disperatamente vacante da anni. Nel frattempo, proprio lì, nella stessa regione meridionale di San Paolo, tra Capão Redondo e Itapecerica da Serra, migliaia di famiglie soffrono in alloggi di fortuna e sono stati o stanno per essere sfrattati per morosità. Lo stesso terreno era già stato occupato nel 2007 dal MTST. Vittoriosi, i militanti riuscirono ad ottenere l'alloggiamento popolare in un'altra area...

 

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13.04.16.

Vedove di marito vivo

Vedove di marito vivo

In uno dei municipi brasiliani da cui emigrano lavoratori che saranno vittime di lavoro schiavo, le donne allevano da sole i loro figli, che restano mesi senza vedere i padri. 

 

L’estrema povertà e la mancanza di prospettive lavorative a Codó, un comune di 118000 abitanti nello stato di Maranhão, porta ogni settimana decine di lavoratori a lasciare le loro case e ad attraversare il paese in cerca di lavoro. Chi rimane sono le donne - spose e sorelle dei migranti - che da sole si prendono cura, per mesi o anni, dei figli. Poiché il denaro inviato dagli uomini è poco, il principale mezzo di sopravvivenza di queste famiglie è la Bolsa Familia (ndt. sussidio governativo), che raggiunge due terzi delle 27.000 famiglie del comune. In casa di Andreia oggi sono in diciassette a condividere sei stanze e a dipendere dalla Bolsa Familia che lei, sua cognata e sua madre ricevono per fare andare i bambini a scuola.

 

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11.04.16.

Il collasso della barbarie

Il collasso della barbarie di Rachel Geep

Le UPP (Unità di Polizia Pacificatrice) hanno svolto un ruolo strategico nel pacchetto del marketing della città... La barbarie non può più essere finanziata dallo Stato e dai suoi partners a causa della crisi economica. Lo Stato non può più pagare la motivazione dei suoi mercenari. Siamo arrivati nella fase del collasso della barbarie. E ogni tensione si aggrava con l’avvicinarsi delle Olimpiadi e la necessità di sostenere un’idea, seppur illusoria, di sicurezza pubblica da esibire ai "gringos" (ndt. i turisti stranieri). Tutto indica che il declino delle UPP e la mancanza di credibilità dello Stato nel vendere un paesaggio verosimile a quello propagandato, allontanerà i turisti e, nella misura in cui collassa, questa meta potrà essere abbandonata, senza lasciare un orizzonte agli abitanti che sono riusciti a sopravvivere alla mercificazione di questo paesaggio.Continueremo ad essere prigionieri, ora, della rovina del modello neoliberale di costruzione dei paesaggi turistici. È questo che si ottiene a fidarsi dello Stato...

 

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08.04.16.

Brasile: paradiso fiscale per i super-ricchi

Secondo uno studio dell'ONU il Brasile è un vero paradiso fiscale per i super-ricchi

Guadagnano una media di circa 1 milione di euro all'anno, e ne versano al fisco appena il 7%, molto meno che la massa dei lavoratori dipendenti. Il loro segreto: la docilità del Congresso Nazionale con le elites. Lo rivela uno studio dell'ONU, mostrando che i brasiliani “super-ricchi” al vertice della piramide sociale ammontano approssimativamente a 71 mila persone (0,05% della popolazione adulta), che hanno guadagnato, in media, 4,1 milioni di reais nel 2013. Secondo la ricerca, questi brasiliani pagano meno tasse, in proporzione al proprio reddito, di un normale lavoratore dipendente. Questo perché circa due terzi del reddito dei super-ricchi è esente da qualsiasi incidenza tributaria, proporzione superiore a qualunque altra fascia di reddito...

 

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07.04.16.

Favela Tours

Favela Tours: turismo sostenibile o zoo umano?

di Rachel Geep

Il cosiddetto “turismo della realtá” è la più recente moda del turista occidentale. Siccome gran parte del settore turistico tratta il cosiddetto “terzo mondo” come un vero e proprio zoo umano, le favelas sono diventate il giardino zoologico della pietà in Brasile. Adesso i turisti stranieri “annoiati” stanno arrivando a frotte e programmano nelle loro ferie itinerari  che includono visite alle favelas, scenari di crimini, orrore e inferno come propagandato dal film "Truppa d'Elite". (...) Le favelas sono luoghi di residenza di soggetti emarginati. Gli abitanti delle favelas non sono attrazioni turistiche. Visitare la favela come fosse uno zoo  è come naturalizzare la discriminazione. È come ridimensionare il razzismo e ridurre questi gruppi di emarginati a “cose”...

 

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06.04.16.

Il manicheismo è l’oppio degli stolti di Luiz Ruffato

Il manicheismo è l’oppio degli stolti di Luiz Ruffato

Il Brasile si ritrova diviso tra coloro che la pensano come noi (i buoni, gli intelligenti e gli onesti) e coloro che la pensano diversamente (i cattivi, gli stupidi e i corrotti). La frase che apre quest'articolo è di Iacyr Anderson Freitas, uno dei maggiori poeti brasiliani contemporanei. Rivela bene lo strano e pericoloso momento che stiamo vivendo, in cui prendere una  posizione rispetto a qualsiasi questione, dalla più semplice alla più controversa, è diventato un esercizio complesso. La società brasiliana si ritrova divisa in due parti, quella di chi la pensa come noi (i buoni, intelligenti e onesti) e di chi la pensa in maniera differente (i malvagi, stupidi e corrotti). A partire da questa contrapposizione abbiamo iniziato a ridefinire le nostre amicizie, relazioni e la nostra visione del mondo. Accettare tutto ciò, tuttavia, significa percorre il cammino paludoso della mediocrità.

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02.04.16.

Tutti gli innocenti sono figli di puttana?

Tutti gli innocenti sono figli di puttana? di Eliane Brum

Come muoversi in un mondo dove è diventato impossibile non vedere il male che si pratica

"Il tempo delle illusioni è finito. Nessun atto della nostra vita quotidiana è innocente. Nel domandare un caffè e un panino al burro in un bar, siamo implicati in una catena di orrori causati agli animali e agli esseri umani coinvolti nella produzione. Siamo i nazisti di altre specie, quando non della nostra stessa, e produciamo olocausti quotidiani. (...) Ogni atto, anche il più banale, implica una scelta etica e anche una scelta politica. (...) nemmeno i vegani più radicali possono salvarsi dal peccato originale. Mangiamo, ci vestiamo, passiamo il tempo libero, trasportiamo e siamo trasportati a spese della schiavitù, della tortura e del sacrificio di altre specie e anche dei più fragili della nostra stessa specie. Siamo la cosa peggiore che è accaduta al pianeta e a tutti coloro che lo abitano... 

 

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