31.07.14
LA CRESCITA COSTANTE DEL GIRO DI AFFARI E COLLABORAZIONI TRA L'INDUSTRIA BELLICA BRASILIANA E QUELLA ISRAELIANA.
Una partita da miliardi di dollari cresciuta nell'era delle presidenze Lula e Dilma Rousseff che non sarà interrotta certamente dalle ultime "scaramucce" diplomatiche tra i due paesi
Le transazioni belliche tra il Brasile e Israele hanno
già superato il traguardo del miliardo di dollari
Il Rapporto Internazionale 2011 dell' organizzazione Stop The Wall fornisce tutti i dettagli circa gli affari commerciali tra i due paesi
30/07/2014 dalla redazione di Brasil de Fato
Alla condanna del governo brasiliano agli attacchi israeliani su Gaza, iniziati l'8 luglio e che, fino a ieri (29), hanno già provocato la morte di 1.296 palestinesi e più di 7000 feriti, ha fatto seguito la dichiarazione del portavoce del governo di Israele, Yiagal Palmor, che ha definito il Brasile un "nano diplomatico". La risposta di Israele - che potrebbe far pensare a relazioni diplomatiche tese tra i due paesi - in realtà potrebbe nasconderne la partnership economica.
Secondo il Rapporto dell'organizzazione Stop the Wall, nel 2011, i contratti commerciali tra i due paesi hanno movimentato miliardi di dollari. In questo periodo, il documento sottolinea che il Brasile è diventato il quinto più grande importatore di armi israeliane e che, solo tra il 2005 e il 2010, questo commercio ha superato quota 1 miliardo di dollari.
Il rapporto ha anche sottolineato le numerose situazioni che mostrano il supporto brasiliano all'industria bellica israeliana: l'apertura della sede FAB a Tel Aviv nel 2003; un accordo di cooperazione per la sicurezza per facilitare la cooperazione ed i contratti di natura militare con Israele e l'aiuto fornito delle autorità brasiliane alle industrie di armi israeliane per entrare in contatto con gli altri paesi latinoamericani.
Due società citate nel documento, la ELBIT SYSTEMS e L'ISRAEL AIRCRAFT INDUSTRIES (IAI), che hanno fornito attrezzature per il Muro in Cisgiordania, detto anche "Muro dell'Apartheid", avevano rapporti con il governo brasiliano. Il muro cominciò ad essere eretto dal governo di Ariel Sharon per recintare i territori contesi tra palestinesi e israeliani, al fine di "proteggere" Israele da "infiltrazioni terroristiche". Nel 2004, la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja ha dichiarato la costruzione illegale in quanto taglia le terre palestinesi e isola circa 450 mila persone.
"I governi stranieri che acquistano armi israeliane non stanno solo comprando i frutti dell'occupazione, ma anche garantendo che l'industria bellica israeliana possa continuare a produrre armi sempre più sofisticate per reprimere e uccidere i palestinesi", conclude il rapporto.
Israele e la Coppa del Mondo
In un articolo pubblicato sul sito Contempt , il dottorando in Storia, Alexandre Arienti Ramos, analizza l'evoluzione dell'industria bellica brasiliana nell'era delle presidenze del PT (il Partido dos Trabalhadores - Partito dei Lavoratori; il partito dei presidenti Lula e Dilma Rousseff)) e fornisce un'analisi aggiornata dei contratti tra i due paesi. Tra gli altri, Ramos ha evidenziato l'accordo tra il Brasile e la società israeliana GLOBAL SHIELD, che nel 2013, ha fornito veicoli blindati per le truppe speciali della polizia militare brasiliana, il BOPE (Battaglione Operazioni Speciali) e il CORE (Coordinamento delle Risorse Speciali) a Rio de Janeiro. Le armi sono state vendute il 70% sotto il listino prezzi per essere utilizzate durante la Coppa del Mondo e le Olimpiadi nel 2016.
LA PROMISCUA RELAZIONE DELL'INDUSTRIA BELLICA BRASILIANA E ISRAELE...
di Alexandre Arienti Ramos
L'industria BELLICA brasiliana negli anni di presidenza del PT (il Partido dos Trabalhadores - Partito dei Lavoratori; il partito dei presidenti Lula e Dilma Rousseff) è il tema della tesi di laurea in storia che stiamo elaborando. Pochi lo sanno, ma negli ultimi anni sono state approvate varie politiche di incentivi fiscali e commerciali per l'industria militare nazionale.
Dal 2005, questo settore ha una voce nella CMID (Commissione Militare del Settore della Difesa), legato al Ministero della Difesa, per il tramite dei loro rappresentanti nel FID (Forum dell'Industria della Difesa) subordinato al CMID.
Come diretta conseguenza delle azioni dei suoi portavoce con il governo, dal 2010 aziende selezionate del settore militare brasiliano hanno un margine di preferenza fino al 25% sul prezzo dei concorrenti nelle gare pubbliche. Nel 2011, si è sommata a questa preferenza nelle gare l'esenzione fiscale per il PIS / PASEP, COFINS e IPI. Colpisce anche la presenza delle imprese del settore militare tra i finanziatori delle campagne elettorali e dei partiti politici in Brasile.
Per avere un'idea, secondo il TSE (Tribunale Superiore Elettorale) nel 2010, la UTC ENGENHARIA ha destinato risorse nell'ordine di R$ 8,264,666.00 per finanziare campagne elettorali. Tra i maggiori partiti destinatari dei finanziamenti il PT, il PSDB, il PMDB e il DEM. La EMBRAER, nello stesso anno, ha destinato R$ 1,255,000.00 principalmente al PSDB, al PT e al PSB. La AGRALE ha concentrato i suoi finanziamenti nello stato del Rio Grande do Sul, ripartendo R $ 85.000,00 per le campagne del PT, PMDB, PCdoB, PDT, PSDB e PRP. La fabbricante di armi leggere TAURUS ha speso nello stato, R$ 215.000,00 per i candidati del PT, del DEM e del PDT.
Potremmo continuare citando altri esempi, ma i casi evidenziati qui sono sufficienti per notare la significativa presenza di aziende del settore tra i finanziatori delle campagne elettorali e l'ampia portata dei partiti beneficiati da queste risorse, sia nella coalizione di governo che nei gruppi dei partiti di "opposizione".
Ma che cosa tutto questo ha a che vedere con Israele? I ripetuti attacchi israeliani sulla popolazione palestinese hanno più a che vedere con il Brasile di quanto si pensi.
Le grandi aziende belliche di Israele mantengono una stretta relazione con le loro omologhe brasiliane, fornendo diversi servizi e materiali alle Forze Armate Brasiliane. Nel 2003, la Forza Aerea Brasiliana ha sentito la necessità di modernizzare la sua usurata flotta di caccia F-5. Per questo, ha ingaggiato l'impresa "nazionale" EMBRAER perché realizzasse gli interventi di modernizzazione su 46 aerei.
Non eccellendo nel lavoro sui più avanzati sistemi elettronici degli aerei da combattimento, la EMBRAER lo ha subappaltato ad una società israeliana.
Entrava così in scena la ELBIT, con una partnership che dura fino ad oggi. Come risultato del contratto di modernizzazione dei suoi caccia F-5 usati, il Brasile ha ricevuto una serie di off-set, spesi nel paese con lo sviluppo locale ed il trasferimento di tecnologia dalla società israeliana. La beneficiaria principale, oltre alla stessa EMBRAER, è stata una società denominata AEL, ex AEROELETRONICA. Nel frattempo, questa impresa era già stata acquistata dallo stesso gruppo israeliano. Vale a dire, si tratta del caso tipico e ricorrente di trasferimento tecnologico a se stessi, o dalla casa madre straniera alla "filiale" controllata sul luogo.
Il controllo sul capitale e la tecnologia ha continuato ad essere israeliano, ora con un "make up" brasiliano. Oltre al contratto di modernizzazione della caccia F-5 della Força Aérea, è stato firmato nel 2012 un contratto analogo, del valore di R$ 1,3 miliardi di dollari per modernizzare gli aerei d'attacco A-1 i noti AMX della Força Aérea, coinvolgendo le stesse EMBRAER e AEL.
Israele fornisce al Brasile anche i veicoli aerei senza equipaggio (VANT), meglio noti come DRONI. Un'altra società israeliana la IAI, ISRAEL AEROSPACE INDUSTRIES, nel 2010 ha consegnato due velivoli alla Polizia Federale, con un contratto stimato in 80 milioni di R$. La ELBIT, a sua volta, ha fornito nel 2013 due VANT alla Força Aérea, al costo di 48 milioni di R$.
La stessa ELBIT, presente qui attraverso la sua controllata AEL, ha costituito una joint venture con La EMBRAER nel 2011 per lo sviluppo di un VANT "nazionale".
Le due hanno preso in mano il progetto Falcão della AVIBRAS, che stava vivendo un periodo di difficoltà finanziarie, quando entrò nel partenariato. Questo aereo si trovava già in fase avanzata di progettazione. La società formata ha preso il nome di HARPIA, e ha il controllo della EMBRAER, al 51% della AEL, al 40%, e infine della AVIBRÁS, con il 9%. Ossia, l'impresa più "brasiliana" del gruppo è stata visibilmente pregiudicata di fronte alle capacità finanziarie dei partner EMBRAER e ELBIT.
E' rilevante, ancora, la partecipazione della stessa accoppiata EMBRAER-AEL/ELBIT nello sviluppo del velivolo KC-390, che sarà la spina dorsale della logistica aria delle Forze Armate Brasiliane nei prossimi 30-40 anni. Ci sono anche trattative per riproporre questa accoppiata nello sviluppo della partecipazione brasiliana al progetto Gripen, un caccia da combattimento.
Parliamo solo di operazioni israeliane nella progettazione di aeromobili. Oltre questo, l'AEL opera nel campo dei satelliti, sensori e simulatori per le forze armate brasiliane. Il suo "partner" ELBIT ha acquistato altre due società brasiliane nel settore militare, la PERISCÓPIO EQUIPAMENTOS OPTRONICOS e la ARES AEROESPECIAL E DEFESA, aumentando il suo portafoglio di attività nel paese. La stessa AEL fornirà torrette automatiche per il nuovissimo blindato "brasiliano" fabbricato dalla IVECO / FIAT, il cui ordine previsto è di 2044 unità nei prossimi 20 anni.
Nel 2013, l'impresa israeliana GLOBAL SHIELD ha fornito ad un prezzo del 70% sotto il prezzo di listino, 8 veicoli blindati per le truppe del BOPE e del CORE della polizia di Rio de Janeiro. Questi veicoli sono stati forniti a costo così basso per il fatto che la città, con i grandi eventi sportivi in programma (Coppa del Mondo FIFA ed Olimpiadi) avrebbe funzionato come una sorta di grande esposizione al mondo intero dei prodotti per la difesa e la sicurezza.
Questo insieme di operazioni israeliane-brasiliane nel campo degli armamenti non è scollegato dal resto del mondo. Fa parte di una più ampia serie di fusioni, acquisizioni e formazione di immense masse di capitale investito nella ricerca, produzione e consumo di "macchine di morte".
Israele è uno dei paesi da cui ha origine parte considerevole delle risorse investite nell'industria militare brasiliana, con partecipazioni azionarie di maggioranza in almeno tre aziende in Brasile. L'andamento delle aziende israeliane in Brasile, oltre a promuovere tutti i vantaggi tecnologici immaginabili o lo sviluppo locale delle "macchine di morte" che per qualche folle potrebbe anche essere considerato auspicabile, risponde alla logica di aumentare i loro capitali e in questo senso agisce associato alle imprese cosiddette brasiliane.
Quindi sì, la Forza Aerea israeliana attacca i palestinesi con armi che abbiamo contribuito a pagare sviluppare e vendere, nella misura in cui le abbiamo finanziate attraverso un giro d'affari che, con un'approssimazione prudente ma ragionevolmente precisa, ha superato il miliardo negli ultimi 12 anni.
ISRAELE È IL QUINTO MAGGIOR ESPORTATORE DI ARMI VERSO IL BRASILE.
Il commercio nell'area della "sicurezza" tra i due paesi rivela che, malgrado le offese (diplomatiche), il Brasile non è certo un "nano".
L'accusa di "irrilevanza diplomatica" del Brasile fatta da Israele ha ferito l'orgoglio patriottico di qualche brasiliano. Ma, retorica diplomatica a parte, è necessario osservare i fatti. Come direbbe un grande professore, il Diritto - diplomazia inclusa - è importante non tanto per quello che dice, ma per quello che non dice. Se la condanna del massacro ai danni del popolo palestinese è un punto positivo, forse la mancanza di riferimenti agli intensi scambi commerciali tra i due paesi, lascia in sospeso l'aspetto materiale delle relazioni. Per poter avere aerei, bombe, droni, armi e munizioni è necessario disporre di risorse. E in questo il Brasile è complice.
Il commercio nell'area della "sicurezza" tra il Brasile ed Israele, non solo è intensissimo e muove miliardi di dollari, ma è anche un settore che cresce sempre più - a spese del popolo palestinese e della popolazione povera, nera e periferica del Brasile.
Tra il 1993 e il 2013, il Brasile ha negoziato con Israele almeno 10 contratti di acquisto e vendita di armi e tecnologie militari, per un valore totale di almeno 285 milioni dollari. Secondo la rivista israeliana Defense Update tali contratti sono ormai superiori al miliardo di dollari. Nel 2010 - lo stesso anno in cui il Brasile ha riconosciuto lo Stato palestinese sui confini del 1967 - i due paesi hanno firmato un accordo di cooperazione bilaterale nel settore della difesa, che "dovrebbe fornire opportunità commerciali quantificabili in svariati miliardi di dollari" (stando alle dichiarazioni dei firmatari dell'accordo vedi link).
I prodotti israeliani arrivano con il timbro di "testato sul campo": cioè "testato" contro la popolazione palestinese.
Durante questo periodo, inoltre, le importazioni totali da Israele sono state di almeno 187 milioni di dollari. Tutto ciò fa di Israele il quinto più grande esportatore di armi verso il Brasile, dietro a Regno Unito, Germania, Francia e Stati Uniti.
Il principale partner commerciale israeliano nel settore della difesa in Brasile è la Elbit Systems, che, insieme con la Embraer Defesa e Segurança, dirigono la sua filiale locale, la AEL Sistemas.
La Elbit Systems è una delle più importanti fornitrici di attrezzature militari dell'esercito israeliano, ha operato nella costruzione del Muro dell'Apartheid e nella costruzione di insediamenti in terra palestinese. Oltre alla tecnologia, l'interscambio con il Brasile funziona anche per il personale. Secondo quanto afferma la società stessa "... evidenziamo la partecipazione di ingegneri e programmatori della società, nello sviluppo di nuovi e sofisticati prodotti e sistemi, presso le strutture della Elbit Systems Ltd., in Israele, esercitando un efficace trasferimento tecnologico. Al ritorno in Brasile, essi costituiscono, insieme agli altri specialisti della società, il gruppo di elite dell'elettronica brasiliana nella AEL". L'azienda sta quadruplicando l'area dove si trovano gli edifici della sua sede, il che significa che gli affari sono fiorenti.
Ma non è solo nel settore della "sicurezza internazionale" che la partnership tra i due Paesi è fiorente. Anche in quello della "sicurezza pubblica" lo scambio è importantissimo. La vendita di droni israeliani alla polizia federale (gli ultimi sono arrivati per rinforzare la sicurezza della Coppa del Mondo), lo scambio di metodi e tecniche di polizia, gli addestramenti e la vendita di armi costituiscono un altro importante aspetto del mercato della sicurezza tra i due paesi.
Tra il 2007 e il 2011, il Brasile è stato per 3 volte uno dei più grandi esportatori di armi in Israele - un mercato che si sta espandendo sempre più. Tuttavia, bisogna ricordare che Israele non riporta i dati di queste importazioni di armi nella banca dati del commercio delle Nazioni Unite. Cosa che lascia credere che le quantità e le cifre che ruotano attorno a questo commercio siano di gran lunga maggiori.