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26.10.14

 

Loro hanno vinto ancora una volta!

Indipendentemente da chi uscirà vincitore dalle urne di Domenica - o al secondo turno il 26 ottobre, la vittoria ha già un padrone. O meglio, padroni. Gli stessi di sempre. Come dice il vecchio detto: chi paga l'orchestra, sceglie la musica.

di Guilherme Boulos*

articolo pubblicato il 02.10.14 su Folha de S. Paulo

traduzione di Carlinho Utopia

Loro hanno vinto ancora una volta

Indipendentemente da chi uscirà vincitore dalle urne di Domenica (o al secondo turno il 26 ottobre), la vittoria ha già un padrone. O meglio, padroni. Gli stessi di sempre. JBS Friboi, Andrade Gutierrez, Queiroz Galvão, Bradesco, Odebrecht, OAS, Itaú, Camargo Correa e simili.

Un'indagine della rivista "Focus on Congresso" sulla base dei dati del TSE (Tribunale Supremo Federale) ha dimostrato che le elezioni di quest'anno sono le più costose nella storia del paese. La stima dei costi delle candidature a tutti i livelli supera i 71 miliardi di reais.

Ci sono così tanti zeri che ci si può anche confondere. La cifra è più del doppio di quello che è stato speso per la Coppa del Mondo. Oppure sei anni di pagamento della Bolsa Família. O più di 1 milione di case del programma Minha Casa Minha Vida.

(ndt. "Bolsa Família": programma del governo nato nell'amministrazione Lula che prevede un piccolo sussidio economico alle famiglie più povere a patto che queste rispettino alcune condizioni. "Minha casa Minha vida": programma del governo che concede finanziamenti e mutui agevolati per l'acquisto della prima casa da parte delle fasce più povere della popolazione)

E stiamo parlando solo della previsione di spese ufficiali e registrate. Non include la buona vecchia "caixa dois"  (ndt. "cassa due". Così si usano definire in Brasile le operazioni finanziarie "in nero"), il cui ruolo nella campagne elettorali brasiliane tutti ben conoscono.


Nel nostro sistema politico che consacra il finanziamento privato delle campagne elettorali, chi finanzia questi importi miliardari sono le grandi imprese. La differenza la fanno sempre le aziende appaltatrici, di costruzione e relativi indotti. Il settore delle costruzioni è sempre stato molto generoso con i partiti ed i candidati.

Nella classifica parziale del primo mese della campagna di quest'anno, dei dieci maggiori finanziatori, cinque sono imprese appaltatrici. Sono le principali finanziatrici dei partiti, anche al di fuori degli anni elettorali. Dal 2010 al 2013, 374 milioni di reais sono stati trasferiti dalle imprese alle casse dei partiti politici.

Si tratta di un investimento dal ritorno sicuro. Sia economicamente che politicamente. Se il fedele donatore, con il suo "decimo", si garantisce il paradiso in cielo, il donatore di campagna elettorale si assicura il paradiso in terra, qui e adesso. (ndt. il riferimento è alla pratica, diffusissima in Brasile tra i fedeli di culti evangelici pentecostali ed altri, di donare alla chiesa un decimo del loro salario mensile)

Per misurare il ritorno dell'investimento, l'esempio emblematico è dato dalla JBS Friboi. (ndt. La JBS Friboi  è la più grande e potente società transnazionale brasiliana, colosso nel settore della carne.) Attualmente è leader della lista dei donatori, con 52 milioni investiti solo nel primo mese della campagna. 52 milioni sembrano essere un sacco di soldi. Ma non è nulla rispetto ai 2,1 miliardi di Reais che la Friboi ha ricevuto in prestiti dal BNDES (ndt. Banca Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale) fino al 2013, tanto meno rispetto agli 8,5 miliardi iniettati in titoli della società dalla stessa banca pubblica.
 

Il ritorno delle grandi imprese attraverso contratti con il governo o con imprese di proprietà statale è altresì in piena espansione. In questo caso, anche se riferito unicamente all'ambito municipale di San Paolo, vale la pena di consultare lo studio disponibile nella pagina reporterbrasil.org, che mette in relazione il finanziamento delle campagne elettorali da parte delle imprese con l'esecuzione di opere pubbliche.


Anche il tornaconto politico delle imprese finanziatrici non è da meno e perpetua il feeling dello stato brasiliano con gli interessi privati​​. Finanziare candidati all'Esecutivo significa avere accesso ed influenza nelle decisioni del governo. Finanziare candidati al Legislativo significa formare gruppi parlamentari trasversali che faciliteranno l'approvazione di leggi che favoriscono i loro affari e porranno il veto a quelle che li disturbano. (ndt. Il Potere Esecutivo è affidato alla guida del Presidente della Repubblica e ne fanno parte anche i Ministeri e le Segreterie Speciali. Il Potere Legislativo è affidato al Senato e alla Camera dei Deputati)

I maggiori finanziatori della campagna elettorale

Il tanto discusso conservatorismo del Congresso non è tanto di natura ideologica. O meglio, ideologie o programmi politici sono concetti ben lontani dalla maggioranza dei parlamentari brasiliani. Il conservatorismo esprime più che altro la difesa degli interessi di quelli che hanno sempre governato il paese e pagano le campagne.

Le riforme popolari non sono bloccate da decenni nella società brasiliana per caso. Qualcuno pensa che la "bancada ruralista" permetterà mai una riforma agraria? Oppure che la lobby delle banche al Congresso e nei governi darà il via libera per la riforma del sistema finanziario? O, ancora, che il settore immobiliare e le imprese consentano ai governi che loro finanziano di fare una riforma urbana? (ndt. "Bancada ruralista": raggruppamento parlamentare trasversale ai partiti che mette insieme i deputati vicini agli interessi dei grandi latifondisti e dell'agrobusiness.)

Il finanziamento della campagna elettorale è un potente strumento di potere. Come dice il vecchio detto: chi paga l'orchestra, sceglie la musica. E così è. Affinché non pensiate che sia un discorso da comunista, cito il giudice del Tribunale Elettorale Marlon Reis:

 

"Abbiamo raggiunto il livello dell'insostenibilità. Le elezioni in Brasile sono una partita comprata".


Quest'anno avremo le elezioni più costose della storia, con investimenti milionari da parte di gruppi di interesse di vari settori dell'economia. In questo scenario, aspettarsi che il prossimo governo, sia di Dilma, Marina o Aécio, abbia l'indipendenza per attuare cambiamenti a favore della maggioranza della popolazione è pia ed ingenua illusione. Illusione prodotta su misura dal marketing elettorale, che a sua volta viene pagato con i soldi di coloro che continueranno a dettare legge nella politica brasiliana.

 

*Guilherme Boulos, 32 anni, laureato in filosofia alla USP (Università di San Paolo), professore di psicoanalisi e membro del Coordinamento Nazionale del MTST - Movimento dos Trabalhadores Sem Teto (Movimento dei Lavoratori Senza Tetto). È attivo anche nel Frente de Resistência Urbana (Fronte di Resistenza Urbana) ed è autore del libro "Perché noi occupiamo: una introduzione alla lotta dei senzatetto"

 

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