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Perchè continuare a protestare contro

la Coppa del Mondo 2014 in Brasile

Articolo pubblicato sul sito del Comitê Popular da Copa de São Paulo*

traduzione di Carlinho Utopia, pubblicato sabato 08.02.14

Dal 25 gennaio, dopo la prima grande manifestazione dell'anno contro la Coppa del Mondo in Brasile, ha preso campo su internet una campagna orchestrata per screditare coloro che criticano la realizzazione del mega-evento.

 

Un vocabolario sinistro ha riempito testi sui blog, siti di news e post sui social network che si sono prestati al nefasto servizio. Termini come "banditi", "fascisti" e persino "terroristi" sono stati usati per classificare i manifestanti, in una evidente dimostrazione di malafede e irresponsabilità. Anche la Presidente della Repubblica ha dichiarato che protestare contro la Coppa significa "avere una visione piccola del Brasile."

 

In molti hanno fatto appello al nazionalismo, accusando coloro che sono contro la Coppa di essere contro il paese. Impossibile non ricordare, seguendo questo ragionamento, il governo Medici e la vanagloriosa parola d'ordine "Brasile: Amalo o Lascialo!"  utilizzata in abbondanza durante uno dei periodi più repressivi della dittatura militare in Brasile.

 

 

 

Tuttavia, la strategia di screditare i manifestanti e le manifestazioni ha le gambe corte. Gli effetti negativi della Coppa del Mondo, purtroppo,  sono troppo evidenti per essere cancellati e si trasformano in una sorta di fonte inesauribile per ulteriori proteste.
A coloro che non vedono ( o non vogliono vedere ), vorremmo aprire gli occhi .

La Coppa delle Rimozioni

La Ancop (Articulação Nacional dos Comitês Populares da Copa) stima che in tutto il Brasile 250.000 persone sono state o saranno rimosse dalle loro case, a causa delle grandi opere per la realizzazione della Coppa del Mondo e delle Olimpiadi . È difficile calcolare il numero esatto delle persone colpite dalle rimozioni, perché i governi delle città ospitanti spesso si rifiutano o sostengono di non avere informazioni sugli sfratti e gli sgomberi forzati.

 

Il dossier "Mega-eventi e Violazioni dei Diritti Umani in Brasile", prodotto da ANCOP, sottolinea che :

"Le strategie utilizzate in modo uniforme su tutto il territorio nazionale iniziano quasi sempre con la produzione sistematica di disinformazione, che si alimenta di notizie approssimative o false, alle quali si aggiungono rumors e pubblicità ingannevole. Successivamente,  cominciano ad apparire le minacce. Nel caso in cui si manifestino forme di resistenza, anche non organizzate, si inasprisce la  pressione politica e psicologica. Atto finale: il ritiro dei servizi pubblici e lo sgombero violento".

 

Anche le Nazioni Unite, nel loro riesame periodico universale del 2012, hanno segnalato la violazione dei diritti umani nella preparazione dei Mondiali del 2014, soprattutto per quanto riguarda gli sgomberi forzati.

Pertanto, in nome della Coppa del Mondo, gravi violazioni dei diritti umani sono stati e vengono commessi. Intere comunità (favelas) sono state e continuano ad essere spazzate via dalle carta geografiche, disarticolando le vite di migliaia di persone, distruggendo decennali legami comunitari e creando traumi psicologici permanenti . Tutto nel corso di processi caratterizzati dalla verticalità, dalla violenza e dalla mancanza di trasparenza della pubblica amministrazione.

 

 

La Coppa delle "cattedrali nel deserto"

Secondo la ONG “Contas Abertas” (Conti aperti), almeno quattro dei 12 stadi costruiti e/o riformati per la Coppa del Mondo si trasformeranno in cattedrali nel deserto: opere costose, ingombranti e scarsamente o per nulla riutilizzabili.

 

Gli stadi di Brasilia, Cuiaba, Manaus e Natal non dovrebbero costare in totale meno di 2,8 miliardi di reais. Una parte dei costi sarà finanziato attraverso il BNDES (Banca Nazionale dello Sviluppo economico e sociale), con quote di partecipazione pubblica. Un'altra parte sarà finanziata direttamente con denaro pubblico mediante l'investimento dei governi statali. In tutte queste città, gli stadi sono troppo grandi (e costosi) per città che hanno storicamente bassi afflussi di spettatori alle partite di calcio.

 

Ad esempio, lo stadio Mané Garrincha di Brasilia, ha una capienza di 71.000 persone. La contraddizione balza agli occhi vedendo il pubblico della prima partita delle finali del campionato dello scorso anno: appena 1.956 spettatori. Lo stesso scenario si ripete nelle altre tre città citate.

 

Siamo arrivati ​​al punto che a Manaus, all'interno di organismi ufficiali del Ministero della Giustizia, si sta ipotizzando di trasformare lo stadio di nuova costruzione in una 'prigione' temporanea.

 

Non è difficile concludere che, dopo la Coppa del Mondo, tutti e quattro gli stadi rimarranno vuoti, il che configura uno spreco miliardario di denaro pubblico.



 

Coppa del Mondo 2014: Chi vince questa partita?  - (sub Ita)

Sulla strada della Coppa (A caminho da Copa) - (sub Ita)

Casas marcadas (Case marcate) - (sub Ita)

La Coppa dello Sfruttamento Sessuale

 

In un paese dove regna la povertà e la cultura del machismo, la realizzazione della Coppa del Mondo, con il conseguente arrivo di migliaia di turisti, non farà che incrementare ancor più le reti di reclutamento per il mercato dello sfruttamento sessuale.

Uno studio della fondazione francese Scelles dimostra che le grandi competizioni internazionali favoriscono "l'aumento dell'offerta di persone che si prostituiscono" da parte delle organizzazioni criminali. In Sud Africa, ad esempio, il numero stimato è aumentato da 100 a 140 mila durante il mega-evento del 2010.

 

Il Brasile ha uno dei più alti livelli di sfruttamento sessuale minorile in tutto il mondo. Secondo il Fórum Nacional de Prevenção e Erradicação do Trabalho Infantil  (Forum nazionale per la prevenzione e l'eliminazione del lavoro minorile), una rete di organizzazioni non governative, si stimano in  500.000 i bambini e gli adolescenti dell'industria del sesso in Brasile (dati 2012).

 

Questo indice tende a crescere ancora di più con la Coppa del Mondo del 2014. Nel marzo 2012, ad esempio, è stato denunciato un sito web il “Garota Copa Pantanal 2014″ che pubblicava foto e video di ragazze minorenni in posizioni sessualmente esplicite e con t-shirt promozionali che alludevano all'imminente torneo di calcio. Ma questi fenomeni sono incominciati anche prima che i primi turisti arrivassero per le manifestazioni sportive. Ci sono denunce di sfruttamento sessuale, compreso quello di bambini e adolescenti,  nelle vicinanze degli stadi e delle grandi opere urbane della Coppa, come recentemente pubblicato sul quotidiano britannico "Mirror", che ha rivelato che  ragazze dagli 11 ai 14 anni si stanno prostituendo nella regione Itaquerão, Zona Est di São Paulo.

 

Nello stato di Bahia, il terzo per numero di denunce di violenza sessuale, solo nel dicembre 2013 è apparsa una campagna dal titolo "Fine della prostituzione e del traffico infantile". Inoltre, le poche campagne finora realizzate riguardano i bambini, in quanto meglio accettate dall'opinione pubblica, che si mostra anche maggiormente disponibile a contrastare il fenomeno. Tuttavia, non viene dato il giusto risalto a campagne relative a soggetti pubblicamente stigmatizzati, come donne e trans gender, omettendo così il fatto che si tratta di vittime delle condizioni sociali che li hanno portati alla prostituzione. Questo ci riporta alla storia delle violazioni dei diritti umani che permea anche la programmazione delle politiche pubbliche.

 

Attivisti e organizzazioni che lottano contro lo sfruttamento delle persone indicano che questo argomento non è una priorità per i governi, che continuano reprimere lavoratrici e lavoratori del settore, piuttosto che sviluppare politiche pubbliche di prevenzione dello sfruttamento sessuale, dando loro altre condizioni e alternative di sopravvivenza. Questo tipo di politiche avrebbero dovuto essere intensificate non appena il paese è stato eletto ospitante la Coppa del Mondo, cosa che non si è verificata.

 

Ecco come si prepara la Coppa del Mondo in Brasile (sub Ita)

Intervista a Carlos Latuff: "Coppa e Olimpiadi: chi ci guadagna?" (sub Ita)

Carla Dauden - SI, puoi ancora andare ai mondiali, SE... (sub Ita)

Carla Dauden - NO, io non vado in Brasile per la Coppa del Mondo (sub Ita)

Vale la pena rimarcare che campagne di lotta allo sfruttamento sessuale, fino ad oggi, si sono relazionate molto poco al marchio FIFA. Sarà stato anche questo un altro requisito tra quelli che hanno portato il torneo in Brasile? Così come viene richiesto ad altre multinazionali, la FIFA dovrebbe inoltre rispettare le leggi di responsabilità sociale, come, per esempio, nella promozione di campagne e azioni relative al contrasto dello sfruttamento sessuale, visti i numerosi avvertimenti e fatti che dimostrano che i Mondiali intensificano questo triste mercato.

La Coppa della Fine della Sovranità Nazionale

 

Per poter ospitare la Coppa del Mondo, il governo brasiliano ha deciso di rinunciare alla sovranità nazionale, che in teoria sarebbe garantito dall'articolo 1 della Costituzione. Lo ha fatto offrendo, nel tempo, una serie di garanzie alla FIFA in cui si impegna a rispettare tutti i requisiti dalla stessa imposti. Così, nel 2012, è stato emanata la Lei Geral da Copa (Legge Generale della Coppa), che flessibilizza la legislazione nazionale e crea zone franche nelle città ospitanti.

 

La legge assegna alla FIFA la prerogativa di stabilire intorno alle zone degli eventi sportivi e della "Fan Fest" un'area con un raggio fino a 2 km in cui solo gli sponsor ufficiali possono commercializzare i prodotti.

Alle regolari attività commerciali non sarebbe impedito di aprire le porte, ma ai lavoratori ambulanti - che a San Paolo sono circa 138 mila unità - saranno inevitabilmente repressi ed impediti di svolgere il loro lavoro.

 

La FIFA è riuscita anche ad ottenere che lo stato brasiliano creasse nuove norme ed articoli nel codice penale. La Legge generale della Coppa prevede una pena da tre mesi a un anno per coloro che usano in modo improprio (ad esempio, per scopi commerciali) simboli legati alla manifestazione, nazionali e culturali. Questo significa che parole come "Mundial", "Copa", "Brasil", "Canarinho", tra molti altri, restano nelle mani della FIFA e delle sue aziende partner per lo sfruttamento commerciale esclusivo.

 

Questi nuovi reati saranno oltretutto giudicati da tribunali speciali che saranno installati in prossimità degli stadi. In questi luoghi, i giudizi saranno esercitati con formula rapida sarà e con sanzioni più severe, pregiudicando il diritto alla difesa legale - uno dei diritti penali più elementari di ogni democrazia.

 

Infine, dobbiamo anche ricordare che la Legge Generale della Coppa concede alla FIFA ed ai suoi partners commerciali la totale esenzione da tutte le imposte brasiliane, sia a livello comunale, che statale e federale. Stime dello stesso governo brasiliano indicano un risparmio per la FIFA ed i suoi partners di circa 1 miliardo di Reais in virtù delle suddette agevolazioni fiscali.

 

Nessuna meraviglia, quindi,  se la Coppa del Mondo in Brasile sarà la più redditizia nella storia della FIFA. Secondo la stessa organizzazione, che in teoria non è a scopo di lucro, il mega-evento dovrebbe portare circa 10 miliardi di Reais di utile nelle sue casse.

 

La Coppa dell' Elite

 

Per poter ospitare la Coppa del Mondo, i governi ed i club sono stati costretti a costruire e ristrutturare gli stadi rispettando lo " standard di qualità Fifa ". Questo ha comportato il fatto che gli stadi smettono di essere "stadi" e vengono rinominati "arene", luoghi in cui tutto è di ultima generazione: dal display che mostra le azioni di gioco fino ai tessuti ed alle imbottiture delle poltrone.

 

A prima vista si tratta di novità positive, ma che resistono solo a livello di apparenza. In pratica, si crea un tragico effetto collaterale: i costi delle nuove arene sono integrati nel prezzo dei biglietti, che sono quindi molto più costosi, generando una perfida "elitizzazione" del calcio.

 

La BDO Consulting ha pubblicato uno studio sulle prime nove gare del Brasileirão (campionato nazionale brasiliano) 2013. In un primo momento, è stato analizzato il prezzo dei biglietti per le partite realizzate nelle nuove arene rinnovate per la Confederations Cup. In seguito, si è verificato il prezzo degli ingressi per le partite giocate nei vecchi stadi. Il risultato ha mostrato che i prezzi degli ingressi nelle nuove arene erano in media del 119 % più cari di quelli nei vecchio stadi.

 

Con le nuove arene, gli spazi tradizionali delle tifoserie brasiliane, come le "gerais" e le "arquibancadas" (quelle che in Italia sono generalmente definite "curve") sono eliminate o molto ridotte. Al loro posto vengono installati negozi e attività commerciali. Assistiamo così alla nascita del "tifoso - consumatore", caratterizzato dallo scarso coinvolgimento nell'attività e nelle politiche della sua squadra e che va allo stadio ad assistere ad una partita così come va al cinema in un centro commerciale.

In questo processo, sotto  il mantello del capitale immobiliare e speculativo, le fasce più povere della società vengono di fatto escluse ed impossibilitate ad accompagnare sul campo le partite dello sport più popolare del paese.

La Coppa della Repressione

 

Più preoccupante rispetto alla campagna orchestrata per screditare coloro che criticano la Coppa è il movimento orchestrato dallo stato brasiliano per espandere l'apparato repressivo che mira a soffocare le proteste durante il mega evento e, molto probabilmente, anche dopo . Questo movimento ha agito su due fronti: una legislativa ed un'altra offensiva (militari e polizia).

 

Il disegno di legge 728/2011, presentato dal senatore Marcelo Crivella ( PRB ), intende caratterizzare il reato di terrorismo in Brasile. Attualmente pendente al Senato, se approvato, il progetto creerà una scappatoia legale che permetterà ai giudici di inquadrare i movimenti sociali ed i manifestanti che eventualmente promuovano l'azione diretta come pratica durante le manifestazioni.

 

Sul fronte offensivo, lo scenario è ancora più scioccante. Il governo federale ha già speso quasi 50 milioni di reais in armi "meno" letali, tra cui granate di tutti i tipi, armi a scariche elettriche e proiettili di gomma. Una speciale truppa d'assalto con 10 mila uomini è stata creata ad hoc per agire a livello nazionale nelle città sede della Coppa del Mondo.

 

A San Paolo, la Polizia Militare ha informato che acquisterà automezzi idranti per contenere i manifestanti. Si tratta  degli stessi mezzi che sono stati ampiamente utilizzati per reprimere manifestazioni popolari in Turchia e in Chile.

 

Un battaglione speciale, formato da 413 poliziotti militari, è stato inoltre creato dal governo statale di San Paolo con il compito di "controllo dei disordini civili e anti terrorismo".

Ma è davvero inquietante è il manuale pubblicato dal Ministero della Difesa lo scorso dicembre dal titolo "Garanzia della Legge e dell'Ordine ", che aggiorna gli orientamenti per le operazioni delle forze armate del paese. Nel testo, " movimenti o organizzazioni", sono classificati come " forze opposte ", così come qualsiasi persona o organizzazione che stia bloccando strade di accesso, "causando o istigando azioni radicali e violente".

Nella lista delle principali minacce troviamo: "blocco delle vie di circolazione pubblica", "atti di vandalismo contro il capitale pubblico e privato", "paralisi delle attività produttive" e "invasione di proprietà e immobili,  strutture rurali o urbane, pubbliche o private ​​". Le Forze Armate dovranno essere sulle strade durante la realizzazione della Coppa del Mondo, così come lo sono state durante la Confederations Cup .

Che " Coppa di Tutte le Coppe" è quella che per svolgersi ha bisogno dell'esercito per le strade?

La Coppa delle Proteste

 

Di fronte a così tante arbitrarietà, violazioni dei diritti umani, processi di esclusione sociale, appropriazione di patrimoni pubblici, tra i molti altri mali, protestare contro la realizzazione della Coppa del Mondo FIFA in Brasile non è solo legittimo - è anche un dovere.

Quindi non fatevi intimidire da discorsi imbevuti di un patriottismo cieco e anacronistico o da articoli scritti da persone il cui reale interesse è determinato dall'appartenenza politica o dalle proprio tornaconto economico.

 

Mentre i politici ed editorialisti discreditano l'apparato militare contro le manifestazioni, si va intensificando, come è stato evidente nel corso delle ultime manifestazioni di protesta lo scorso 25 gennaio, nelle quali il manifestante Fabrizio Proteus è stato colpito quasi mortalmente dalla polizia militare. L'episodio - per la verità di normale routine nelle periferie del Brasile - si configura come un avvertimento eloquente per le future manifestazioni.

 

 

* Il Comitê Popular da Copa de São Paulo (Comitato Popolare della Coppa di San Paolo), creato nel 2011, è un gruppo contro gli impatti e le violazioni dei diritti umani della Coppa del Mondo del 2014 in Brasile. Questo testo è stato originariamente pubblicato sul sito Internet del Comitato, dove si possono trovare ulteriori informazioni : comitepopularsp.wordpress.com

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