06.06.15
Il silenzioso ritorno degli
squadroni della morte in Brasile
di Thiago de Araújo, pubblicato su Brasil Post il 02.06.15
La notizia è stata pubblicata sul quotidiano O Globo del 25 maggio 2015: 'Estinta nel 2000, Scuderie Le Cocq torna sulla scena volantinando per incentivare le denunce'.
Per chi ha meno di 30, 40 anni, forse il nome non riporta a nulla di conosciuto. Ma nella nuova ondata di conservatorismo che il Brasile sta vivendo, la sua ricomparsa non è sorprendente.
Per chi non la conosce, Scuderie Le Cocq - o Squadrone Le Cocq - è una organizzazione di sicurezza non ufficiale, fondata a metà degli anni 1960, dopo la morte del detective Milton Le Cocq, che faceva parte della guardia del presidente Getúlio Vargas. Fu assassinato da un criminale noto come Faccia di Cavallo, e per vendicare la sua morte, si formò un gruppo che rapidamente guadagnò ammiratori.
Il periodo d'oro dell'associazione fu proprio durante la dittatura militare, che durò fino al 1985. A quell'epoca, la Le Cocq divenne famosa a Rio de Janeiro, non solo per il numero dei suoi associati (7000), ma anche per il lavoro parallelo che svolgeva nella 'lotta contro la criminalità'. Ufficialmente, il suo emblema E.M. significa 'Esquadrão de Motociclistas' (Squadrone Motociclisti), al quale apparteneva Milton Le Cocq. Ma era ben noto a tutti che quelle lettere stavano per 'Esquadrão da Morte' (Squadrone della Morte).
Ancora molto popolare oggi, la frase 'bandido bom é bandido morto' (Bandito buono è il bandito morto) è stata coniata, per quanto ne sappiamo, dal deputato statale Sivuca (PSC-RJ), presidente onorario della Le Cocq. Dopo la democratizzazione, l'organizzazione si indebolì e andò affinandosi, come ricordò Sivuca in un'intervista al giornale Folha de S. Paulo nel 2006. "Stiamo vivendo un finale malinconico", disse.
Il ritorno dell 'organizzazione - che ha inglobato il gruppo "Doze Homens de Ouro'' (Dodici uomini d'oro) creato durante la dittatura per "ripulire" la città di Rio de Janeiro - era stato segnalato già nel 2013. Ma l'apparizione sotto i riflettori nel 2015, in un momento in cui la violenza continua ad essere un problema cronico in Brasile e le forze conservatrici sono più che mai rappresentate in politica, non sembra casuale.
Dopo le elezioni del 2014, il Congresso Nazionale è il più conservatore fin dai tempi del ritorno della democrazia. Non è un caso che progetti di legge come quello sulla riduzione dell'età legale per la responsabilità penale, anche se vecchio (1993) e fondato su argomenti molto discutibili (l'autore ha cercato riferimenti nella Bibbia) si siano rafforzati. E, a quanto pare, passerà, malgrado le opposizioni.
Quello che non ha perso la forza è stata la pratica delle esecuzioni sommarie, soprattutto nelle periferie delle grandi città. Se la Le Cocq è arrivata ad avere delle "cellule" in stati come Spirito Santo - nel quale, così come in origine, gli squadroni della morte dicevano chi poteva vivere e chi doveva morire - a San Paolo lo squadrone d'elite della polizia militare, la famigerata ROTA, vuole tornare ad avere la 'libertà' che già ha avuto una giorno.
Il deputato Conte Lopes, adepto della filosofia “uccidere o morire”, è uno dei protagonisti della scena reazionaria di São Paulo. È uno dei membri della cosiddetta “bancada da bala” (ndt. i banchi della pallottola) alla Câmara dos Vereadores (Municipio) di São Paulo
"Questa è la realtà, l'inversione di valori nelle nostre strade: banditi che danno la caccia ai poliziotti. Dove andremo a finire? È ora di liberare la polizia per dare la caccia ai banditi come lo si faceva ai miei tempi. Questa è la grande legge, poter cacciare i banditi e poterla fare finita con questa compiacenza per i criminali, per i vagabondi, con queste uscite temporanee che esistono solo in Brasile", ha sentenziato il deputato alla Camera dos Vereadores di San Paolo Roberval Conte Lopes (PTB).
Conte Lopes, per chi non lo conosce, è stato poliziotto militare a San Paolo per oltre 20 anni. Ha operato nel periodo che è noto come 'gli anni d'oro' della ROTA, almeno per quanti sostengono che nelle azioni della polizia vi sia sempre una sola verità: quella del poliziotto.
La ROTA, un braccio dell'Operação Bandeirante- creato dai militari, con il supporto di imprenditori di San Paolo nei primi anni 1970 - divenne nota molto in fretta, soprattutto per il suo modus operandi secondo regole proprie.
(ndt. L'Operazione Bandeirante - OBAN - fu un centro operativo ed investigativo creato dall'esercito brasiliano nel 1969, che coordinava ed integrava le azioni degli organi destinati alla lotta delle organizzazioni armate di sinistra durante il periodo della dittatura militare. L'OBAN godeva del finanziamento privato di alcuni grandi industriali di San Paolo.)
Tutto ciò motivò il giornalista Caco Barcellos a scrivere un libro sulla corporazione. "ROTA 66 - La storia della polizia che uccide" è probabilmente la pubblicazione più odiata dai poliziotti, ma è già arrivata ad essere indicata a giornalisti (come me) dal Ministério Público de São Paulo: prima di uno dei processi per il massacro del carcere di Carandiru, un pubblico ministero mi disse di leggere il libro, se volete saperne di più sulle "performances" della ROTA (PS: lo avevo già letto).
Nel libro, l'epoca che Conte Lopes definisce come la sua, nella quale "si poteva dare la caccia ai banditi", è ritrattata come una delle più letali, soprattutto nelle periferie. L'attuale deputato, tra l'altro, è indicato da Caco Barcellos come "uno dei dieci maggiori assassini della Polizia Militare di San Paolo". E ci sono altre definizioni del poliziotto e dei suoi atti 'contro la criminalità' nel libro, che cito qui di seguito:
"Fin dal suo arrivo nella ROTA, nel 1974, sette anni dopo essersi arruolato nella polizia militare, Conte Lopes insegue il sogno di essere riconosciuto come il più grande di tutti i killer. Per alcuni anni, ha lavorato all'ombra dei due più grandi, il sergente Roberto Lopes Martinez, campione dei crimini di morte, e il tenente Gilson Lopes, il suo vice. Alcuni colleghi dicono che c'era una disputa tra di loro per il titolo, che si traduceva in avanzamenti di carriera. Con solo tre anni di esperienza per le strade, aveva già ucciso almeno sei persone, crimini che il comando lodò come lavoro efficiente."
"Siamo riusciti a identificare 36 delle 42 vittime di Conte Lopes registrate nel nostro database. Abbiamo scoperto che in molti casi la morte avrebbe potuto essere evitata senza alcun pregiudizio per la società o rischio per le persone innocenti. La nostra indagine mette in chiaro che la sua tattica abituale è sempre stata l'agire di sorpresa contro i sospettati, di solito senza dar loro alcuna possibilità di difesa. Siccome spesso sceglie casi speciali in cui agire, è solitamente affiancato da poliziotti con una potenza di fuoco molto maggiore della sua vittima, quest'ultima quasi sempre intrappolata e in grande svantaggio.
Una forte evidenza della sua intenzione premeditata di uccidere i sospetti è il gran numero di vittime uccise con spari alla testa. Abbiamo esaminato negli esami dei cadaveri di quindici persone uccise da Conte Lopes verificando che tredici presentavano ferite alla testa, e tre di loro erano stati colpiti di schiena. Constatammo anche che egli andò costruendo la sua fama con l'aiuto dei suoi comandanti e dei giornalisti televisivi autori di programmi a tema poliziesco di grande audience. Tutti questi hanno sempre dato credito alle versioni fantasiose di presunte sparatorie che lo coinvolgevano. Oltre a incentivarlo ad uccidere attraverso promozioni, trofei e note di merito nella sua scheda disciplinare, i comandanti gli davano ancora credito per appurare i crimini commessi dai suoi colleghi assassini."
"Nell'investigare i precedenti delle vittime di Conte Lopes che ero riuscito ad identificare, anch'io credevo che il deputato uccidesse per meritarsi la triste fama di killer di criminali. Alla fine della ricerca scoprì che mi sbagliavo. Chiesi informazioni alla Giustizia Civile sui precedenti penali delle 25 persone uccise da Conte delle quali ero riuscito a scoprire la data di nascita e i dati completi relativi alle famiglie d'origine. Malgrado egli sia solito affermare che uccide solo uomini pericolosi, che stuprano o uccidono per rubare, constatiamo che la verità è un'altra. Il risultato della ricerca dimostra che delle 25 vittime 12 erano già state coinvolte in qualche sorta di reato, la maggioranza per furto e rapina. Di queste, solo due possono inquadrarsi nel profilo criminale che Conte afferma di perseguire: rapinatori che avevano già ucciso una persona. Tutti gli altri 13 non avevano mai commesso alcun reato e avevano la fedina penale pulita. Dopo essermene certificato anche attraverso i computer della polizia, ho ottenuto lo stesso risultato, un risultato che ha sorpreso anche me stesso. La mia ricerca dimostra che in molti s'ingannano nell'alimentare la sua fama di giustiziere di criminali. Almeno nella nostra banca dati, il deputato Conte Lopes non è altro che un assassino d'innocenti."
[Tratto dal libro “ROTA 66″, capitolo 18 – “Deputado Killer”, di Caco Barcellos]
Come nel caso della Scuderie Le Cocq, alcuni poliziotti militari dei tempi di Conte Lopes perdevano la testa quando l'argomento era uccidere. Il più noto è forse l'ex poliziotto militare Florisvaldo de Oliveira, meglio noto come agente Bruno, che è stato ucciso nel 2012, dopo aver lasciato il carcere. Venne condannato per oltre 50 omicidi, avendo comandato uno squadrone della morte a San Paolo nel 1980.
Tornando al presente, i numeri mostrano che la polizia militare di San Paolo ha battuto i record di morti nel 2014, con quasi 1000 persone uccise - il numero più alto dopo i noti "crimini di maggio" del 2006. Nel 2015, il primo trimestre presenta una continuità nell'alta letalità che, se mantenuta, porterà agli stessi numeri - il 27 maggio, un giovane di 16 anni è stato ucciso nella favela Sucupira, Grajaú, estremo sud di San Paolo, e la sceneggiatura è quella famosa con il nome di "kit flagrante" già denunciato: auto de resistencia, conflitto a fuoco, e una pistola calibro 38 con la numerazione cancellata. Come ai tempi di Conte Lopes.
La discussione sull'abbassamento della maggiore età per la responsabilità penale è solo la protagonista di una trama molto complessa. E un ritorno delle squadre della morte 'libere di agire', come si vede, non sembra più essere una fantasticheria o un brutto sogno.