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Favela della Maré.
L'occupazione militare o la vita di 130mila esseri umani:
cosa dovrebbe essere più strategico?

di Douglas Belchior - articolo tradotto il 09.04.14 [articolo originale qui]

 

L'argomento ampiamente utilizzato per giustificare l'occupazione della grande favela della Maré da parte delle forze dell'esercito è lo stesso di sempre: la lotta al traffico di droga. Rinforzato quotidianamente dalla Rede Globo e da tutti gli altri principali media, l'immaginario collettivo diventa un mantra: mettere fine al traffico di droga e sbattere in galera i trafficanti malvagi. Tuttavia, qualsiasi cittadino minimamente informato sa che non è proprio così. Potrà anche concordare che occorre farla finita con il traffico, ma sa anche che non è questo il motivo dello sforzo del governo. In fondo la popolazione si rende conto che i fucili ed i blindati che oggi adornano il paesaggio della Maré si trovano lì a causa della Coppa del Mondo, per garantire la tranquillità dei turisti ed i profitti degli investitori.

 

E ogni giorno vedremo delle reazioni. Forti e belle reazioni, come nelle parole e nello sguardo di João Lima, direttamente dalla vita reale.

 

 

Il testo che segue e le fotografie sono di João Lima/OcupaALEMÃO

 

Nella favela della Maré, vivono circa 130 mila esseri umani. Ignorati finora. Alla vigilia della Coppa del Mondo FIFA, il governo dello stato di Rio de Janeiro, con il sostegno del governo federale, ha trovato il pretesto che voleva per "riavere" quell'area "strategica". Si tratta di un momento decisivo. Non per la gente del posto, ma per il governo dello stato. La teatrale cerimonia dell'alzabandiera della bandiera brasiliana nelle favelas "pacificate", più che simbolico, è sintomatico dei tempi attuali. Da quando quei territori non fanno più parte del territorio nazionale? Da quando le persone che ci vivono non hanno la cittadinanza brasiliana? In una guerra, un tale gesto rappresenta la conquista del territorio nemico.

"L'occupazione della Maré è strategica". Situata tra l' Avenida Brasil e la la grande arteria di comunicazione Linha Vermelha, quell'area costituisce il corridoio di passaggio dei turisti per la Coppa del Mondo FIFA. Da lì passerà la Transcarioca. Ci vivono circa 130 mila esseri umani. È la loro vita che dovrebbe essere "strategica".

 

Quello che è davvero cambiato con l'insediamento delle cosiddette UPP (Unità di Polizia Pacificatrice) è stato il passggio di mano dei fucili. UPP non è politica di sicurezza pubblica è mera occupazione territoriale. Peggio ancora, è la militarizzazione della vita nella favela. Peggio ancora, è la criminalizzazione dell'abitante della favela. Nel Leblon (ndt. un ricco quartiere lungo le spiagge di Rio), nessun poliziotto si azzarderebbe ad entrare in una casa senza un mandato del giudice.

 

La Maré è stata invasa. Non ci sono state esplosioni di granate e nemmeno colpi di mitragliatrice. Ma la peggiore delle violenze è simbolica. Non uccide le persone, ma mina le speranze di un'intera generazione. Il sorriso può anche ingannare, ma un bambino che vede un soldato armato fino ai denti nello stesso vicolo dove di solito gioca, porterà con se questa immagine per tutta la vita. Non è sullo schermo, non è il protagonista di una telenovela. E' tutto reale. Crudelmente reale.

 

#maréresiste #marévive #nãovaitercopa

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