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17.01.15

Claudia Favaro: Desistir Jamais!

Claudia Favaro, architetto e urbanista e attivissima militante di tante battaglie per i diritti umani ed il diritto alla casa nella sua città brasiliana di Porto Alegre, scrive sull'assurda azione giudiziaria che la vede coinvolta.

 

articolo di Claudia Favaro pubblicato su Jornalismo B il 16.01.15

 

Da due giorni i media stanno veicolando insistentemente, alla radio e alla televisione, la notizia dell'inserimento di un altro imputato nell'inchiesta sui possibili danni alla proprietà pubblica, nell'episodio verificatosi al Ginásio Tesourinha il 10 marzo dello scorso anno. Riproponendo per l'ennesima volta un discorso teso a criminalizzare i movimenti sociali.  

 

La fraudolenta e orchestrata audizione pubblica convocata dal governo municipale di Porto Alegre che si svolgeva quel giorno, voleva convalidare pubblicamente l'ormai famosa asta per l'appalto del trasporto pubblico della città. Dopo averla convocata numerose volte in piccoli locali e senza farne la dovuta pubblicità, la Prefettura Municipale di Porto Alegre mise ben in chiaro che non aveva mai avuto l'interesse e/o l'intenzione di discutere il sistema di trasporto pubblico di Porto Alegre con tutta la popolazione.

 

Quella sera era in gioco un grande patrimonio della città di Porto Alegre, si trattava dell'offrire a tutta la popolazione il diritto alla mobilità urbana, al trasporto e l'accesso alle strutture pubbliche e alla città. Un vero atto di vandalismo contro il diritto fondamentale alla mobilità venne orchestrata quella notte dal governo municipale di Porto Alegre, per far passare, ed ingoiare, una gara d'appalto fraudolenta e su basi legali che indicavano costi elevati per i passeggeri e minime intenzioni di miglioramento dell'efficienza e della prestazione di servizi che sono pubblici.

 

La città di Porto Alegre ha già avuto uno dei più ammirati sistemi di trasporto urbano al mondo, con una società di trasporto pubblico forte, che per molto tempo ha assicurato alla sua popolazione l'accesso a servizi di qualità.

 

Ma nel corso del tempo si è costruito e reso effettivo il discorso che la municipalità è inefficace nella gestione delle imprese pubbliche e si è creato il consenso nella comunità Porto Alegrense, attraverso la demolizione della Carris (ndt. impresa di trasporto pubblico di Porto Alegre  a partecipazione comunale), il che rendeva necessaria la sua privatizzazione, sostenendo con sempre maggior forza, anche attraverso i mezzi di comunicazione, questo tipo di iniziativa.

 

Forte di una logica di costruzione di un modello di città sempre più disuguale ed escludente, che spinge oltre le periferie dei grandi centri urbani la popolazione più povera e con i conseguenti processi di gentrificazione che affliggono la città, il trasporto diventa ancora più fondamentale nella vita dei lavoratori.

 

Sì, le città hanno problemi caotici di mobilità, con una politica economica che incentiva la sistematica produzione e vendita di automobili e con una pianificazione urbana che risponde con un ulteriore allargamento di viali, ponti e tunnel per le auto, sempre per le auto e, per contro, un trasporto pubblico che gestito da società private è sempre più costoso e precario. Come dicevano le voci delle piazze di Porto Alegre nel 2013, "super costoso, super affollato e super lento".

Claudia Favaro

Nel mese di marzo 2014, la Prefettura di Porto Alegre organizzò una conferenza pubblica nei locali del GinnasioTesourinha che aveva l'obbiettivo di discutere sul trasporto pubblico nella capitale dello stato, ma, accusata da movimenti popolari di non essere altro che una "farsa", finì per essere interrotta poco dopo il suo inizio.

 

Dopo poco meno di mezz'ora di conferenza, militanti del Blocco di Lotta per il Trasporto Pubblico, che si trovavano sulle gradinate della palestra dell'istituto, entrarono nello spazio riservato agli oratori.

Nella confusione, provocata dalla violenta reazione della polizia, alcuni oggetti della palestra vennero danneggiati. La conferenza venne annullata e, in seguito, cinque attivisti sono stati rinviati a giudizio accusati di "danni materiali".

Ora, quasi un anno dopo, il pubblico ministero ha chiesto l'inserimento nell'inchiesta di un'altra militante, Claudia Favaro, attivista che agisce in vari movimenti popolari ed impegnata nel sostegno alla lotta per la casa in diverse occupazioni a Porto Alegre.

In occasione della conferenza pubblica all'istituto Tesourinha, il Blocco di Lotta aveva emesso una nota in cui ha classificava l'incontro come "una farsa montata dal governo municipale e dagli imprenditori per dare legittimità a un modello di trasporto elitario e che avvantaggia solo gli impresari privati dei trasporti." Finora il Blocco non ha commentato l'inclusione di Claudia nelle indagini.

Al portale Jornalismo B, Claudia Favaro ha detto che la richiesta di iscrizione nel registro degli imputati è "chiaramente una decisione politica", in quanto lei non ha partecipato direttamente alla nella palestra: "Non ho fatto altro che cantare e gridare ed aggrapparmi alla rete, perché mi trovavo là sotto", si difende.

Claudia è architetto e urbanista, membro del consiglio di direzione dello IAB RS, dottoranda presso l'Università Federale di Rio Grande do Sul, ha fatto parte del Comitê Popular da Copa di Porto Alegre ed ora partecipa alla costruzione della Resistenza Urbana e del MTST (Movimento dei Lavoratori Senza Tetto) a Porto Alegre. Fa parte, inoltre, del Consiglio Consultivo degli Amici della Terra in Brasile.

 

tratto da un articolo pubblicato su Jornalismo B il 16.01.15

Ginásio Tesourinha 10 marzo 2014

L'anno 2013 si è affermato come un anno in cui le rivendicazioni dei trasporti, del passaggio gratuito, della città, del diritto di circolazione, dell'accesso agli spazi pubblici sono venuti alla ribalta e sono ribolliti nella bocca della popolazione di Porto Alegre. La città è tornata all'ordine del giorno.

 

È stato per il coraggio di tantissimi giovani che sono scesi in piazza e non si sono ritirati fino a che non è stato ridotto il prezzo delle tariffe, che questa vittoria è stata conquistata e, cosa ancor più importante, si è trattato di una conquista collettiva! Chi ne ha beneficiato? Tutta la popolazione che transita e si muove in questa città. 

 

Ma in direzione opposta al processo di emancipazione e di lotta che è stato costruito, lo Stato e l'apparato repressivo si sono armati fino ai denti ed i processi di criminalizzazione da allora non si sono fermati. 

Sono state tante le case dei compagni messe sottosopra, i libri e gli oggetti personali portati via, sono state aperte indagini e criminalizzati individui, uomini e donne che hanno lottato imprigionati ed esibiti nei media come premio per i conservatori, per mettere l'opinione pubblica contro lavoratori e manifestanti, ma sarà attraverso tutti loro, e molti altri che lottano per nuove conquiste, che si estenderanno i diritti di cui godrà tutta la popolazione della città.

 

Sono le insurrezioni popolari che storicamente hanno conquistato e continueranno a conquistare gran parte dei diritti sociali, politici e culturali di cui la popolazione gode oggi, dal diritto di voto delle donne al salario minimo e molti altri per i quali ogni settore della società civile ha lottato, anche perché non si retrocedesse da quelli già conquistati, ed è proprio questo il contesto che stiamo vivendo in questo momento storico.

 

Pertanto, mettersi in movimento ed al servizio dei processi di  cambiamento non solo è un diritto ma un dovere, che dovrebbe essere affrontato dalla popolazione nel suo insieme molto più seriamente. Siamo attivisti dedicati alla costruzione di un'altra società, di un'altra città, di un altro modello di trasporto, non siamo vandali, pazzi o delinquenti, così come i media vogliono far credere all'opinione pubblica. L'individualizzazione della lotta, creata da questi processi giudiziari senza capo né coda, sono una strategia chiara tesa alla smobilitazione e criminalizzazione di chi lotta e questa iniziativa deve essere combattuta dall'insieme della società.

 

La RBS (ndt. importante rete televisiva affiliata alla Rede Globo) ha storicamente trattato la questione del trasporto pubblico nella città di Porto Alegre e la lotta dei movimenti sociali coinvolti in questo genere di rivendicazione, come un problema di polizia, utilizzando queste calunnie e accuse infondate per diffondere la paura tra i cittadini che scendono in piazza per manifestare; la Coppa del Mondo è stata il culmine di questo processo di coercizione, di persecuzione e criminalizzazione.

 

Oggi in Brasile sono numerosissimi i compagni e le compagne criminalizzati/e, che devono rispondere a processi o sono latitanti e altri addirittura detenuti. E in questo momento c'è bisogno di circondare di solidarietà coloro che lottano, oggi e sempre.

 

Certamente mi causa molto stupore l'inclusione del mio nome in questa inchiesta. Sono stata al Ginásio Tesourinha quel giorno e lì, come tanti altri, stavo lottando per una città più equa e ad un trasporto pubblico accessibile a tutti. Come architetta e urbanista, dottoranda all'UFRGS (Università Federale Rio Grande do Sul) nel settore della pianificazione urbana, faccio della mia conoscenza un'arma per lottare per questa città e per tutte le città che oggi passano attraverso tanti problemi e contraddizioni. E questo è ciò che mi motiva su tutti i fronti e le aree di lavoro ad andare avante con fermezza e a NON DESISTERE MAI, a non retrocedere di un passo ed a scommettere che i miei giorni saranno sempre più dedicati a continuare a difendere i diritti umani e a stare sempre accanto ai più deboli.

 

Brisa, Gil, Fabricio, Sheila, e molti altri che hanno avuto i loro nomi e le loro vite esposte per il semplice fatto di credere che sia possibile costruire un trasporto al 100% pubblico e in parte gratuito in città, restiamo uniti e spero che potremo proseguire con forza nelle nostre rivendicazioni, sconfiggendo l'intransigenza di questi organi governativi, oltre a continuare ad affrontare i veri vandali e depredatori del patrimonio pubblico di questo paese che, certamente, non siamo noi!

 

Vado avanti a testa alta e proseguirò con la certezza che la nostra lotta è giusta e necessaria e la condurrò fino alle estreme conseguenze. Non mi faranno tacere. Fino a quando abitare sarà un privilegio, occupare è un diritto e la casa ed il trasporto sono nello stesso ordine del giorno.

Invito tutti e tutte ad unirsi, a dare la loro solidarietà e a combattere per ciò in cui credono.

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