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16.04.16

17 APRILE: UN GOLPE FISSATO PER IL GIORNO DELLA STRAGE DI ELDORADO DOS CARAJÁS

di Alceu Luís Castilho (@alceucastilho), pubblicato su Outras Palavras il 13.04.16

La storia brasiliana dell'infamia si ripete nella data: 17 aprile. 20 anni fa, esattamente in questa data, la polizia militare inviata del governo dello stato del Pará assassinava 19 militanti del MST (Movimento Lavoratori Rurali Senza Terra) sulla strada che collega Marabá a Eldorado dos Carajás.

E si svolgerà proprio il 17 aprile (Giornata Nazionale di Lotta per la Riforma Agraria) la votazione alla Camera sull'impeachment della presidente Dilma Rousseff. Vale a dire, l'élite politica ed economica brasiliana - questa quattrocentenne - non si accontenta solo della violenza. Ha bisogno del disprezzo.

 

Sintomatico è che il Ministero della Riforma Agraria sia stato creato una settimana dopo il massacro nel 1996. E che la riforma agraria sia stata sospesa, pochi giorni fa, su richiesta del TCU (Tribunal de Contas da União, la Corte dei conti).

Questa élite unita per disapprovare i conti di una presidente (ma non del suo vice Michel Temer) continua a imporre i suoi tribunali - cinici.

Sono morti nel 1996, con spari, coltellate e crani frantumati: Abílio Alves Rabelo, Altamiro Ricardo da Silva, Amâncio Rodrigues dos Santos, Antônio Alves da Cruz, Antônio Costa Dias, Antônio “Irmão”, Graciano Olímpio de Souza, João Carneiro da Silva, João Rodrigues de Araújo, Joaquim Pereira Veras, José Alves da Silva, José Ribamar Alves de Souza, Leonardo Batista de Almeida, Lourival da Costa Santana, Manoel Gomes de Souza, Oziel Alves Pereira (che era ammanettato), Raimundo Lopes Pereira, Robson Vitor Sobrinho, Valdecir Pereira da Silva. Il MST conta altri due morti per le conseguenze delle ferite riportate quel giorno.

È importante ricordare che il monumento ai massacrati a Marabá, realizzato da Oscar Niemeyer, inaugurato il 7 settembre del 1996, venne distrutto giorni dopo, per volere dei fazendeiros (grandi latifondisti). Domenica, sarà in una cupola convessa ideata dallo stesso Niemeyer che si terrà la votazione che può portare alla Presidenza della Repubblica un "ruralista" (legato agli interessi dei grandi latifondisti e all'agribusiness) che non è stato eletto come tale: Michel Temer.

Metà dei deputati alla Camera sono ruralisti. Non uno di meno. O perché possiedono terreni, o aziende dell'agribusines, o perché rappresentano molte altre aziende, o in quanto rappresentanti di lobbies ruraliste trasversali ai partiti. Queste persone che difendono il latifondismo hanno già deciso il loro voto: il golpe. Anche il MST si è posizionato: contro il golpe. Non perché sostenga la politica agraria del governo. Ma perché teme passi indietro.

AMANCIO, IL SORDOMUTO
In quel 17 aprile di venti anni fa, il primo ad essere colpito dalla polizia fu un contadino sordomuto, Amâncio dos Santos. Gli altri senza terra corsero a soccorrerlo. Vennero fucilati, alla schiena, tra l'altro.

Da qui a 20 anni ricorderemo questo eroe, il contadino sordomuto. E ci ricorderemo di un vice presidente, il famigerato Michel Miguel Elias Temer Lulia. (Lui che ha già praticato impunemente, nel Goiás, il miracolo della moltiplicazione degli ettari).

Che non vengano invocate le violazioni dei diritti dei contadini, pertanto, per giustificare un golpe che indica tempi ancora peggiori per gli uomini e le donne dei campi. No, signore e signori - non in nome di Amancio, Abilio, Josés, Joões e Antônios.
 

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