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15.04.16

Il MTST (Movimento Lavoratori Senza Tetto) occupa terreno di 1,3 milioni di metri quadrati a San Paolo

di Laura Capriglione, pubblicato sul sito Jornalistas Livres il 10.04.16

traduzione di Laura Recanatini per il Resto del Carlinho Utopia

Sabato scorso, 9 aprile, circa 1.200 famiglie organizzate dal MTST “Movimento dei Lavoratori Senza Tetto” hanno occupato un'area in stato di abbandono nella città di San Paolo.

 

Si tratta di un terreno di circa un milione e trecento mila metri quadrati. È così grande che non si vede da un lato all’altro. Vuoto e abbandonato,  il terreno potrebbe ospitare oltre 250 campi da calcio regolamentari, ma è disperatamente inutilizzato da anni.

 

Nel frattempo, proprio lì, nella stessa regione meridionale di San Paolo, tra Capão Redondo e Itapecerica da Serra, migliaia di famiglie soffrono in alloggi di fortuna e sono stati o stanno per essere sfrattati per non aver pagato l'affitto.

 

Abbiamo seguito “l'invasione” dei senzatetto nel terreno già destinato un tempo alla costruzione di un campo da golf, un aeroporto e un interporto.

Ma i proprietari non hanno fatto nulla in attesa di una offerta milionaria, frutto di speculazione immobiliare. Secondo le valutazioni preliminari, la terra avrebbe un valore di 40 milioni di Reais (ndt. circa 10 milioni di Euro).

 

Lo stesso terreno era già stato occupato nel 2007 dal MTST. Vittoriosi, i militanti riuscirono ad ottenere l'alloggiamento popolare in un'altra area, nel comune di Taboão da Serra, nelle vicinanze, dove è stato costruito il “Condominio João Cândido”, una serie di sei edifici, ora abitazione di un migliaio di persone.

 

"Il periodo in cui siamo stati accampati qui é stata l'unica volta che questa terra ha avuto una funzione sociale", ha detto Gabriel Simeone, 29 anni, coordinatore del MTST. "Siccome qui non é stato fatto nulla dopo la nostra partenza, siamo tornati e abbiamo intenzione di rimanere fino a quando non si realizzeranno gli alloggi per tutte le famiglie che stanno qui".

Una forte emozione ha coinvolto tutto l’accampamento quando è arrivata Railda de Jesus, 77 anni, nera, una specie di eroina. Nonna Railda, come la chiamano qui, è stata accampata nello stesso  terreno nove anni fa. Ha iniziato uno sciopero della fame, si é incatenata al Palazzo Bandeirantes, sede del Governo (ndt. dello stato di San Paolo), ha avuto persino un serpente addomesticato che abitava con lei nella baracca durante il periodo di occupazione.

 

Oggi, Nonna Railda ha il suo proprio appartamento nel condominio “João Cândido”. "Il periodo dell’accampamento é stato il periodo più felice della mia vita. Sono qui per augurare una buona lotta a chi sta arrivando adesso”, ha detto mentre veniva salutata da tutti.

 

Muratori, portieri, imbianchini, meccanici, riparatori di pneumatici, operai, cuoche, baby-sitter ... Queste sono alcune dei mestieri degli occupanti.

 

Persone come Felipe, 29 anni, sposato, operaio metallurgico della ditta Embu, stipendio di 1.500 Reais (ndt. circa 370 euro) che da poco si é aggiunto al Movimento.

Felipe ancora studia ( "per migliorare la vita", dice) e ha un figlio di cinque anni. Paga  750 Reais di affitto (ndt. circa 180 euro). Rimane poco per il cibo, vestiti, materiale didattico e trasporti. Tempo libero, neanche a pensarci. "Dobbiamo lottare. Niente si ottiene senza lotta", dice mentre si sta costruendo la baracca dove vivrà a partire da questo sabato. Si tratta di baracche fatte di teloni neri di tela plastificata, sostenute da cinque canne di bambù - è il cosiddetto “kit-occupazione”, distribuito dal MTST a tutti i senzatetto.

 

Guilherme Boulos, uno dei coordinatori del Movimento, spiega brevemente, durante la prima assemblea di occupazione, le "regole del gioco":

 

1. "Nessuno potrà delimitare i lotti di terreno con corde e non potrà costruire altra cosa se non tende sorrette da bambù o legname. Vogliamo riempire tutto questo terreno con baracche. Il nostro obiettivo è quello di ottenere alloggi decenti, non  fare un’altra favela di San Paolo, con tutto il rispetto per le persone che lottano nelle favelas ", ha detto.


2. "Qui non si vendono i lotti, qui nessuno pretende soldi in cambio. Noi siamo qui per conquistare un diritto fondamentale che è la casa. Nessuno dovrà pagare nulla per rimanere nell’occupazione."

 

3. "Tutti devono capire l'importanza di consolidare l’accampamento, rimanendo il più a lungo possibile in esso e invitando gli altri (vicini e parenti) ad aderire".

La bandiera del MTST viene issata di fronte all'occupazione, proprio mentre una macchina della polizia militare passa davanti all'ingresso. Bene.
 

Guilherme conclude il suo discorso riferendosi al momento politico del paese:


"Tutti qui stanno seguendo la crisi politica. La nostra migliore risposta a coloro che ci minacciano, a chi vuole mettere a tacere la nostra lotta, a chi vuole porre fine ai programmi sociali in Brasile... la nostra migliore risposta a questa élite senza scrupoli è continuare ad occupare nuove terre, come stiamo facendo oggi, dimostrando che non faremo alcun passo indietro. Mentre loro ci minacciano e cercano di intimidirci, noi rispondiamo continuando a mettere i teloni neri in ogni lotto vuoto ".
 

La nuova occupazione non ha ancora un nome. Ma diversi membri del MTST vogliono che sia chiamato “Presidente Hugo Chavez”. A ragione.

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