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02.03.15

"I nostri morti hanno voce!" 

L'Assemblea Legislativa dello Stato di São Paulo (Alesp) ha insediato lo scorso 20 febbraio la Comissão da Verdade da Democracia “Mães de Maio”, che ha l'obbiettivo di fare luce sui crimini commessi dallo Stato dopo la fine della dittatura militare. 

 

di Rafael Zanvettor, pubblicato sul sito Caros Amigos il 25/02/15

 

L'Assemblea Legislativa dello Stato di São Paulo (Alesp) ha insediato lo scorso 20 febbraio la Comissão da Verdade da Democracia “Mães de Maio”, che ha l'obbiettivo di fare luce sui crimini commessi dallo Stato dopo la fine della dittatura militare.

 

Il nome della Commissione deriva dal Movimento Mães de Maio (Madri di Maggio), che si batte per fare giustizia per gli oltre 600 giovani sterminati dalla Polizia Militare dello Stato di San Paolo nel 2006. La lotta del movimento è lunga e continua e adesso, con l'istituzione della Commissione in seguito al completamento del lavoro di commissioni per la verità che hanno indagato i crimini di Stato durante la dittatura, torna a risorgere la speranza che sia fatta giustizia.

 

La Commissione è stata instaurata a partire dalla riunione di diversi movimenti sociali, tra loro quello delle Madri di Maggio, con la Commissione per i Diritti Umani dell'ALESP, rappresentanti della CEMDP/SDH/PR (Commissione Speciale sui Morti e Desaparecidos Politici della Segreteria dei Diritti Umani della Presidenza della Repubblica) e della CA/MJ (Commissione di Amnistia del Ministero della Giustizia).

Commissione Verità Madri di Maggio

Origine

La prima udienza si occuperà dei "crimini del Maggio 2006", che, fino ad oggi, non sono stati chiariti e, come tutto pare indicare, sono stati occultati dalle autorità che avrebbero dovuto indagarli. Una delle fondatrici del movimento, Debora Silva Maria, ha detto che la lotta per la creazione di una commissione per indagare i crimini è antica.

 

 

Nel 2012, nel mezzo di una forte ondata di violenza poliziesca nello Stato di San paolo, il movimento protocollò una lettera inviata alla Presidente Dilma Rousseff nella quale rivendicava una serie di misure per porre fine, o almeno limitare, la violenza dello Stato. Tra le rivendicazioni, la creazione di una commissione di amnistia per i detenuti, perseguitati, morti e desaparecidos politici per mano di agenti dello Stato durante il periodo democratico.

 

"Oltre ad indici di omicidi da paese in guerra, abbiamo attualmente in Brasile più di 500 mila persone detenute, secondo il DEPEN (Dipartimento Penitenziario Nazionale). Sono ancora innumerevoli i casi di persone perseguitate politicamente, minacciate di morte o proprio scomparse - come il nostro compagno Paulo Alexandre Gomes, uno dei desaparecidos dei Crimini di Maggio del 2006 che esattamente oggi avrebbe compiuto 30 anni di età. Lo Stato deve garantire il diritto alla verità ed alla giustizia per tutti questi cittadini e per i loro familiari", diceva quel documento.

 

Le rivendicazioni rimasero senza risposta da parte del Governo Federale ed allora i sostenitori della lettera crearono un gruppo, fecero assemblee e formalizzarono una richiesta di "federalizzazione" dei crimini di maggio. Quando il deputato al parlamento nazionale Adriano Diogo (PT) assunse l'incarico alla Commissione dei Diritti Umani, prestò ascolto alle richieste del gruppo e collaborò alla creazione della Commissione.

 

Crimini dello Stato democratico

Secondo Débora Silva Maria, la Commissione ha in mano un dossier di 600 pagine che dimostra l'assenza di indagini effettive circa gli stermini avvenuti nello Stato di San Paolo. Il caso più emblematico, ad esempio, quello di una donna incinta di 9 mesi che venne assassinata, finì per essere archiviato. Secondo lei, la Commissione, che funziona sulla falsariga della Commissione Verità, è differente: "Nel nostro caso l'amnistia non è contemplata, non esiste amnistia per la democrazia, così come invece è avvenuto per quella concessa agli aguzzini e torturatori della dittatura militare."

 

Quello del massacro del carcere Carandiru è uno dei casi che potranno essere investigati. Ci sono testimonianze di sopravvissuti al massacro che affermano che non furono "solo" 111 quelli che vennero uccisi, e che ci sarebbero casi di detenuti interrati sotto il cemento nel carcere di Carandiru.

 

La divulgazione dell'ultimo rapporto di Amnesty International, lo scorso 24 febbraio, ha messo in risalto ancora una volta che gran parte della violenza del paese è causata dalla Polizia Militare. Il Brasile è responsabile attualmente del 10% degli omicidi commessi in tutto il mondo.

Secondo l'organizzazione, tra il 2004 ed il 2007, 192 mila brasiliani sono stati assassinati, più che nelle maggiori aree di guerra del pianeta.

Il rapporto dimostra che oltre il 70% degli assassinati sono giovani neri.

 

Ministero Pubblico

Nello stesso giorno della creazione della Commissione, il Ministero Pubblico Statale, nella persona del Procuratore Generale Sr. Márcio Elias Rosa, ha determinato la creazione di un Nucleo Speciale del Ministero che si occuperà delle azioni violente compiute dalla polizia ed ha evidenziato che tutte le morti in seguito ad intervento della polizia dovranno essere immediatamente seguite da un responsabile pubblico specifico per ogni caso.

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