Eliane Brum
è nata a Ijuí, nel sud del Brasile, nel 1966.
Scrittrice, reporter e documentarista, vive ad Altamira, città amazzonica nella quale si è stabilmente trasferita nel 2017. Ha vinto moltissimi premi nazionali e internazionali di giornalismo ed è la reporter brasiliana più premiata della storia.
Nel 2021 è stata tra le vincitrici dell'antico e prestigioso Premio Cabot di giornalismo della Columbia University. In Brasile, nel 2019, con il suo libro “Brasil, Construtor de Ruínas: um olhar sobre o país, de Lula a Bolsonaro”, ha vinto il Premio Vladimir Herzog de Anistia e Direitos Humanos, che riconosce il lavoro di giornalisti, reporter fotografici e disegnatori che attraverso il loro lavoro quotidiano difendono la democrazia, la cittadinanza ed i diritti umani.
Collabora con El País e The Guardian. Ha pubblicato un romanzo, "Uma Duas" (2011), ed altri sette libri. Ad ottobre del 2021 ha pubblicato la sua ultima opera "Banzeiro òkòtó: Uma viagem à Amazônia Centro do Mundo". I suoi libri sono stati tradotti in diversi paesi. In Italia ha pubblicato “Le vite che nessuno vede” (Sellerio 2020) ed un suo testo in "Dignità! Nove scrittori per Medici senza Frontiere" (Feltrinelli 2011).
Site: elianebrum.com | Twitter, Instagram e Facebook: @brumelianebrum
Tutti gli articoli più recenti di Eliane Brum sono pubblicati sul nostro BLOG
18.07.16
Nella società della prestazione siamo riusciti nella grande impresa di ospitare il padrone e lo schiavo nello stesso corpo
di Eliane Brum
Ci crediamo tanto liberi in quanto proprietari di tablets e cellulari, in internet andiamo in qualunque posto, lottiamo anche per le cause di paesi dell’altro lato del pianeta, partecipiamo a proteste globali e quasi non ci rendiamo conto di creare una post-sottomissione.
O un tipo più pericoloso e insidioso di sottomissione. Ci siamo sforzati liberamente e con grande tenacia per raggiungere la meta di lavorare ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette. Nessun capitalista aveva sognato tanto...
06.05.16
Il golpe e i golpeados (Il colpo di stato e i colpiti)
di Eliane Brum
La barbarie in un paese in cui le parole non dicono più niente.
“Genocidio” è una parola che in Brasile ormai non dice più nulla. Se c’è un genocidio nero, se c’è un genocidio indigeno, e conosciamo le parole, e le pronunciamo, e non succede niente, si è creato qualcosa di nuovo nel Brasile attuale.... parole che non dicono nulla. Questo è il golpe. E la carne colpita è nera, è indigena. Questo è il golpe fondatore del Brasile che si ripete. E si ripete. E si ripete. Ma sempre con un po’ più di orrore, perché il mondo cambia, il pensiero evolve, ma il golpe continua a ripetersi. Fino al punto di arrivare oggi a zittire le stesse parole pronunciate... E chi sono i colpiti in questo paese? Basta seguire il sangue... Basta seguire quelli che muoiono e quelli che sono morti per sapere dove é il golpe e chi sono i colpiti... il sangue dice ciò che le parole non sono più in grado di dire...
09.05.16
Tra la manipolazione della Bibbia e il possesso della vagina (di Eliane Brum)
La sollevazione delle donne contro la cultura dello stupro nel paese governato dal presidente ad interim Michel Temer (PMDB) e del parlamento più retrogrado dal ritorno della democrazia compone il ritratto più preciso di questo momento storico così tanto particolare del Brasile. L’opposizione attuale non è tra un governo chiamato “golpista” ed un governo che fu presentato come “popolare”. Oppure tra la presidente allontanata tramite l’impeachment ed il vice che ha cospirato per allontanarla. Il confronto è tra il Brasile che è emerso dalle manifestazioni del giugno 2013 ed il Brasile che ancora si aggrappa ai propri privilegi di classe, di razza e di genere. È questo il confronto più ampio che determina il corso dei giorni...
19.05.16
Temer e la 'Casa Grande' si illudono
di Eliane Brum
Le elite che appoggiano l’impeachment non hanno ancora capito: i loro privilegi continueranno ad essere contestati
La “pacificazione” proposta da Temer è un tornare ognuno ad occupare il proprio posto a seconda della razza come se questo fosse l’ordine naturale delle cose. La “pacificazione" di Temer è pace solo per alcuni. A questo desiderio di ritorno del vecchio ordine delle elite e del progresso per gli stessi di sempre si contrappone la frase potente, quasi un mantra, scritta oggi in uno dei cartelli alzati sulla Avenida Paulista durante la performance degli attivisti neri: “Se la pace non sarà per tutti, non sarà per nessuno”. Tanto il PT quanto coloro che ora sono (o restano) al potere non hanno ancora compreso la potenza del 2013. La polifonia che ha occupato le strade in quel momento, oltre qualsiasi controllo possibile, continua nelle piazze, nonostante i lacrimogeni della polizia. È questa la forza simbolica di neri e nere e negrex che si sono appostati di fronte alla FIESP, l'associazione industriali di San Paolo, la “Casa Grande Moderna”. Per legittima difesa. Chi crede che questo sia il finale della storia, non ha ancora capito che è appena cominciata.
11.05.16
A Belo Monte Dilma ha composto il suo Requiem
di Eliane Brum
Il "Belo Golpe" di Dilma, la guerrigliera torturata dalla dittatura, che da presidente riproduce la stessa ideologia per l'Amazzonia difesa dai suoi aguzzini (...)
Giovedì 5 maggio Raimunda ha spento la televisione nella sua casa alla periferia di Altamira, nello stato del Pará. Il notiziario locale iniziava a trasmettere l'inaugurazione della centrale idroelettrica di Belo Monte da parte di Dilma Rousseff. È stato un piccolo gesto, quello di spegnere il tasto della TV. È stato lo sforzo di Raimunda per proteggere João dalla voce della presidente. Sdraiato sull'amaca, con una paralisi alle gambe, non è più in grado di proteggersi da solo. A Belo Monte, Dilma teneva il suo discorso, tra le ovazioni di una claque di movimenti sociali, denunciava il "golpe" per spodestarla. Ma l'ultima parola sul destino della presidente non sarà quella del Congresso. Il requiem di Dilma Rousseff, che passerà alla storia, è il silenzio di João da Silva...
04.05.16
Tupi or not to be
di Eliane Brum
In nome di Dio e del New York Times, la disputa sull'impeachment in Brasile.
I riflettori puntati sulla Camera dei Deputati, in diretta TV, hanno illuminato l’orrore. E hanno illuminato l'orrore anche per coloro che sostenevano l’apertura del processo di impeachment della presidente Rousseff. Il giorno seguente, è successo qualcosa di altrettanto rivelatore: la disputa è stata spostata in territorio “straniero”. Non una disputa qualunque, ma la disputa su come denominare l'accaduto. (...) Che una parte della stampa e delle elite si vedano adesso ridicolizzate in inglese è un'ironia tra le più interessanti...
26.04.16
Ciò che Belo Monte denuncia su tutti i fronti
di Eliane Brum
La narrativa delle tangenti che si impone su quella della violazione dei diritti umani, denuncia le contraddizioni in gioco in questo momento storico ...Belo Monte è l’ineludibile. La storia ha già provato che restare in silenzio di fronte alle verità sconvenienti per vincere dispute politiche è una scelta pericolosa. Mi sembra possibile difendere la democrazia, senza difendere il governo, soltanto affrontando le contraddizioni del caso. Nel caso di Belo Monte, significa affrontare le violazioni dei diritti umani consumatesi prima, durante, e dopo l'opera. Affrontare le violazioni dei diritti umani e la distruzione ambientale che stanno avvenendo ora, in questo preciso istante, nello Xingu. E che non possono, ancora una volta, essere ignorate in nome delle convenienze – o essere ridotte a un sistema di tangenti ancora tutto da provare...
24.04.16
Il Brasile sta attraversando una crisi d’identità, non solo un impeachment
di Eliane Brum, pubblicato su The Guardian
Quando ieri il Congresso brasiliano ha votato a favore dell’impeachment di Dilma Rousseff, la democrazia ha assunto le sembianze di una farsa. (...) In questo giorno storico, i brasiliani hanno imparato una pericolosa lezione sulla loro giovane democrazia: i loro voto non contano più. (...) La crisi in Brasile non è solo politica e economica, è anche d’identità. Fin dalle manifestazioni di protesta del 2013 le immagini stereotipate che il paese osserva quando si guarda allo specchio non sembrano più vere. Quando persone con opinioni diverse devono esser separate da un vero muro per evitare che si attacchino, si segna la morte dello stereotipo di un popolo cordiale e ospitale che aveva apparentemente sconfitto razzismo e diseguaglianze senza alcun conflitto. Forse i brasiliani hanno ancora bisogno di capire chi sono, ma hanno già iniziato a capire chi non sono. Le contraddizioni non possono più essere soffocate.
02.04.16
Tutti gli innocenti sono figli di puttana? di Eliane Brum
Come muoversi in un mondo dove è diventato impossibile non vedere il male che si pratica
"Il tempo delle illusioni è finito. Nessun atto della nostra vita quotidiana è innocente. Nel domandare un caffè e un panino al burro in un bar, siamo implicati in una catena di orrori causati agli animali e agli esseri umani coinvolti nella produzione. Siamo i nazisti di altre specie, quando non della nostra stessa, e produciamo olocausti quotidiani. (...) Ogni atto, anche il più banale, implica una scelta etica e anche una scelta politica. (...) nemmeno i vegani più radicali possono salvarsi dal peccato originale. Mangiamo, ci vestiamo, passiamo il tempo libero, trasportiamo e siamo trasportati a spese della schiavitù, della tortura e del sacrificio di altre specie e anche dei più fragili della nostra stessa specie. Siamo la cosa peggiore che è accaduta al pianeta e a tutti coloro che lo abitano...
25.03.16
Il Brasile rischia di riportare indietro l'orologio della democrazia
di Eliane Brum
Ancora un brillante articolo della nota giornalista e scrittrice brasiliana sull'acuta crisi politico-sociale brasiliana, scritto per il sito britannico del The Guardian. "Alla luce della crisi corrente, che non è solo politica ed economica, ma anche d’identità, la cosa peggiore che potrebbe accadere al Brasile sarebbe tornare indietro nel tempo; invece di affrontare i suoi difetti cronici per costruire un futuro, ricreare il passato della nazione a propria immagine e somiglianza. Il rischio che questo possa accadere è sembrato sempre più probabile negli ultimi giorni. E considerata la perdita di fiducia nei politici e nei partiti politici tradizionali, segnati da continue accuse di corruzione, il potere giudiziario sta colmando il vuoto politico"...
21.03.16
In politica anche i credenti devono essere atei
Il momento del Brasile, culminato con le manifestazioni del 13 marzo, mostra i rischi di un’adesione spinta dalla fede: bisogna resistere grazie alla ragione.
di Eliane Brum
Una democrazia richiede cittadini autonomi, adulti emancipati, capaci di assumere le responsabilità delle loro scelte e sempre mossi dalla ragione. Quel che si osserva oggi è una voglia di distruzione che attraversa la società e segna persino i piccoli atti quotidiani. Il linciaggio, che marca la storia del paese e l'attraversa, è un atto di fede. Non passa né dalla legge né dalla ragione. Al contrario, le elimina, le sostituisce con l’odio. È l’odio che giustifica la distruzione di colui il quale in quel momento incarna il male. Questo è quel che sta succedendo in Brasile non solo sui social network ma in forme ben più sofisticate. Questo è stato provocato. Chi pensa di controllare i linciatori, non ha capito niente...
22.02.16
Su aborto, disabilità e limiti
di Eliane Brum
Una malattia non è mai solo una malattia. Ci racconta di disuguaglianze e fallimenti e anche di passioni. Lo zika virus, da quando è stato associato alla microcefalia, ha rivoltato le profondità del pantano in cui la società brasiliana nasconde i suoi preconcetti e totalitarismi, molte volte portandoli in superficie coperti da una maschera di virtù. È su questo argomento scottante il dibattito sul permesso all’aborto in caso di microcefalia. Di fronte alla crisi sanitaria rivelata dall’ Aedes brasilis, nome molto opportunamente dato alla zanzara, il prossimo futuro dipende da quel che siamo capaci di pensare, anche se questo significa scottarsi le mani. Pensare e parlare, il che implica mettersi nei panni dell’altro prima di ripetere vecchi cliché usati come scudi contro i cambiamenti. Se non siamo capaci di superare il comportamento da ultrà neanche di fronte a un’epidemia considerata “emergenza globale”, la zanzara è il minore dei nostri problemi...
17.02.16
Lo Zika virus smaschera le disuguaglianze e l'indifferenza del Brasile
di Eliane Brum
pubblicato il 16.02.16 su The Guardian
Un essere malvagio e silenzioso lungo meno di un centimetro è oggi il più grande "delatore" in Brasile. La zanzara Aedes aegypti non è solo un vettore del virus Zika, ma sta anche attirando l'attenzione su patologie croniche che non sono ancora state sconfitte da una delle 10 più grandi economie del mondo. L'Aedes sta smascherando un paese caratterizzato da enormi disuguaglianze, un fragile sistema sanitario pubblico e da una vergognosa mancanza di servizi igienici di base, in cui meno della metà della popolazione ha accesso a sistemi fognari. Questa zanzara ci mostra anche una società contaminata da una morale religiosa che opprime le donne. Nel 2015 "delatore" è diventata una delle parole più frequentemente pronunciate dai brasiliani. Gli arresti nell'ambito della cosiddetta operazione Lava Jato (Autolavaggio), l'inchiesta sul giro di tangenti tra grandi imprenditori e governo...
31.01.16
La tariffa non è denaro, è tempo
di Eliane Brum
In questo articolo Eliane Brum ci parla delle proteste delle ultime settimane a São Paulo contro l’aumento della tariffa dei trasporti pubblici.
"Il tempo non è denaro. E la tariffa è tempo, non denaro. Riguardano il tempo, quindi, e non il denaro, le manifestazioni contro l’aumento dei biglietti del trasporto pubblico nel 2016, come lo sono state quelle del 2013. Se non sarà riconosciuta la potenza di quel che è in gioco nelle strade di São Paulo e di altre città del Brasile, tutto si ripeterà come farsa. E la polizia militare brutalizzerà con violenza i corpi già brutalizzati dagli aumenti e, principalmente, dalla vita monetizzata. La vita ridotta alla logica del capitale..."
05.01.16
"Il 1500, l'anno che non è mai finito" di Eliane Brum
Chi ha pianto per Vitor, il bambino indigeno di due anni assassinato con un coltello conficcato nel collo?
Un bambino di due anni è stato assassinato. Un uomo gli ha accarezzato il volto. E poi gli ha piantato un coltello nella gola. Il bambino era un indio del popolo Kaingang. Si chiamava Vitor Pinto. La sua famiglia, come altri del villaggio in cui viveva, era venuta in città per vendere oggetti d'artigianato poco prima di Natale. Sarebbero restati fino a Carnevale. Dormivano nella stazione degli autobus a Imbituba, sulla costa di Santa Catarina. È stato lì che, mentre sua madre lo allattava, un uomo gli ha trafitto la gola. Era mezzogiorno del 30 dicembre. Il 2015 era molto vicino alla fine. E il Brasile non si è fermato a piangere l'omicidio di un bambino di due anni. Le campane non hanno suonato per Vitor...
30.12.15
Breve intervista televisiva alla grande giornalista e scrittrice brasiliana Eliane Brum, che tanto spesso abbiamo tradotto per questa pagina e per il nostro sito, sul tema della violenza della polizia brasiliana contro i neri delle periferie e delle favelas. La Brum, come d'abitudine, non le manda certo a dire e con poche frasi centra perfettamente il cuore della questione.
19.12.15
Il fango (e la necessità di una Guernica) di Eliane Brum
Con la rottura della diga tra metafora e concreto, la catastrofe rende il Brasile irrappresentabile.
Che momento nella storia del brasile, questo in cui c’è tanto fango ovunque e in contemporanea questo fango concreto, reale, che avanza e uccide. Questo fango delle immagini, questo fango morto che sembra vivo perché avanza, e che ha rotto la diga che lo teneva a freno a causa del fango ancor più tossico che lo precedeva. Il momento della storia in cui il fango ha rotto la diga del simbolico per invadere il reale in forma concreta.
12.10.15
Nel dramma politico brasiliano, tutti gli attori sono “cattivi”
di Eliane Brum
Il problema del Brasile, più che l'eventuale impeachment della presidente Dilma sta nel fallimento nell’affrontare i veri conflitti. Ciò comprende l’incompleto processo di abolizione della schiavitù, delle abissali ineguaglianze economiche e dell’apartheid sociale e razziale, che sono questioni inesistenti. Sia i governi di Lula che di Dilma hanno scelto di smorzare questi storici temi, piuttosto che affrontarli di petto.
01.10.15
ECA/2 Il vero Statuto del Bambino e dell'Adolescente
di Eliane Brum
Questo testo è stato scritto a partire da fatti realmente accaduti quest’anno a Rio de Janeiro e da una ricerca sui commenti postati in rete su siti e social network su questi fatti, da quelli che si presentano come cittadini per bene o termini simili. Mentre lo Statuto del Bambino e dell’Adolescente (Estatuto da Criança e do Adolescente) è una legislazione criticata da settori della società e mai completata, l’ECA\2 è la legge non scritta ma integrata nel sistema e sostenuta dalle polizie e da parte della popolazione, la legge fuori dalla legge che regge la pratica quotidiana del paese.
15.09.15
Eliane Brum intervista Carlos Moore: Un nero in eterno esilio
Il lungo viaggio di Charles Moore, attivista e intellettuale che denunciò il razzismo a Cuba e ha trascorso la sua vita perseguitato da entrambe le parti della guerra fredda, fino ad arrivare in Brasile e trovare un paese immerso in una crescente tensione razziale
20.08.15
Quando la periferia sarà il posto giusto al momento giusto?
di Eliane Brum
Un'analisi lucida ed impietosa dell'ottima Eliane Brum sullo stato della società e della democrazia brasiliana alla luce dell'ultimo terribile massacro avvenuto il 13 agosto scorso a Osasco e Barueri, nella Grande San Paolo.
29.07.15
Belo Monte, imprese di costruzione e specchietti
di Eliane Brum
La relazione contaminata tra i governi Lula - Dilma e le grandi imprese di costruzione ha creato il suo monumento: è Belo Monte.
Questa immensa diga sul fiume Xingu è, tanto quanto la Petrobras coinvolta nell' Operazione Lava Jato, il simbolo delle relazioni pericolose tra lo stato brasiliano e le grandi imprese costruttrici nella storia recente del paese. Relazioni che attraversano i governi della dittatura, quelli della re-democratizzazione e si riproducono fino ad oggi, con particolari peculiarità. C'è tutta la storia del Brasile contenuta in Belo Monte. Belo Monte è diventata un'opera pubblica contro il pubblico...
26.06.15
" Mamma, dove dormono le persone marroni? "
di Eliane Brum
La domanda di un bambino che denuncia la vita tra i muri del "Condominio Brasile"
La società dei muri avrà sempre bisogno di forgiare mostri al loro esterno, per continuare a giustificare i suoi privilegi e mantenerli intatti.
11.06.15
Il massacro degli insegnanti di Curitiba
Ignorare ed umiliare un insegnante si puo'. Soffocarlo e ferirlo no.
di Eliane Brum
Quello che si puo' infliggere ad un educatore senza provocare indignazione mostra la grandezza del baratro in cui si trova la scuola pubblica in Brasile
19.04.15
Gli indios e il golpe alla Costituzione
di Eliane Brum
Gli indios occuperanno Brasília questa settimana.
Scrivendo la parola “indio”, perdo una parte dei miei lettori. È un’associazione immediata: “Indio? Non mi interessa. L’indio è lontano, è seccante, non merita rispetto”. E subito, click fatale, pagina seguente. Bene, per chi sta ancora qui, un’informazione: più di mille leader indigeni occupano Brasilia dal 13 al 16 aprile in nome dei loro diritti, ma anche dei diritti di tutti i brasiliani. C’è un golpe contro la Costituzione in corso al Congresso Nazionale. Perché si consumi, ciò che è necessario è esattamente il tuo disinteresse(...)
02.04.15
A Brasilia si entra solo col passaporto
di Eliane Brum
La proposta incostituzionale della riduzione della maggiore età per la responsabilità penale (dai 18 ai 16 anni) mostrerà chi è più corrotto: se il popolo o il congresso
30.03.15
"Anti auto-aiuto per il 2015"
di Eliane Brum
In difesa del malessere per salvarci da una vita morta e da un pianeta ostile. È ora di smettere di vivere in “modalità aereo”. Un articolo tutto da leggere e su cui riflettere, di una delle più brillanti e autorevoli "penne" brasiliane, la giornalista, scrittrice e documentarista Eliane Brum, scritto alla vigilia dell'ultimo Capodanno.
22.01.15
Come strappare la Costituzione e massacrare gli indios secondo il governo Dilma Rousseff
di Eliane Brum
"Il governo più nocivo per i popoli indigeni e per l'Amazzonia fin dall'epoca della dittatura militare, comincia a scrivere un altro capitolo vergognoso della sua storia." Un articolo di Eliane Brum sulla costruzione delle nuove centrali idroelettriche sul Rio Tapajos in terra indigena Munduruku.
15.01.15
Il mio "scontro" con la polizia di Alckmin
di Eliane Brum
La nota giornalista e scrittrice Eliane Brum si è trovata coinvolta nella violentissima repressione della polizia durante la manifestazione del 9 gennaio scorso a San Paolo contro l'aumento delle tariffe dei trasporti pubblici. Il suo racconto mette i brividi.