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03.01.16

PER FESTEGGIARE L'ARRIVO DEL 2016,

ANCORA UN MASSACRO A SAN PAOLO

di Leonardo Sakamoto, pubblicato sul suo BLOG il 02.01.16

 

Quattro giovani sono morti e uno è stato ferito nel primo massacro dell'anno a San Paolo, a Guarulhos, nella note del 2 gennaio. Adriano Silva Araújo (28), Francisco Pereira Caetano (23), Hermes Inacio Moreira (19) e Leonardo José de Souza (23) sono stati giustiziati in un bar a Vila Galvão.

 

Secondo il quotidiano Folha de S.Paulo, quando la scientifica è arrivata sul posto, non ha rinvenuto alcun bossolo o proiettile di fronte al bar. Le indagini della Polizia Civile stanno cercando di appurare se le esecuzioni siano state una rappresaglia per la morte di un poliziotto militare avvenuto la scorsa settimana.

Foto Edison Temoteo  Futura Press

È importante sottolineare che tutte queste morti, tanto dei giovani come del poliziotto, sono inconcepibili e vanno condannate. Ma è altrettanto importante sottolineare che il numero di casi di massacri che vedono coinvolti come autori dei poliziotti, ossia, agenti di pubblica sicurezza addestrati e pagati per far rispettare la legge e non ignorarla, è stato spaventosamente alto nel 2015. Mogi das Cruzes, Vila Jacuí, Jaçanã, Quadra da Pavilhão Nove, Jardim São Luiz… Barueri e Osasco.

 

L'anno scorso, le indagini sulle 19 esecuzioni avvenute a Osasco e Barueri, due municipi dell'hinterland di San Paolo, portarono all'arresto di sei poliziotti militari ed una guardia civile, autori dei crimini a scopo di vendetta. Il caso ebbe molta ripercussione sui media, e costrinse le autorità a dare risposte in merito - ripercussione molto minore, naturalmente, di quanta ne avrebbe avuto se le esecuzioni fossero avvenute in un quartiere ricco, perché la carne povera e nera, come si sa, vale ben poco da queste parti.

 

Come ho già scritto, indipendentemente da chi sia la colpa diretta in ciascuno di questi casi, molti dei carnefici potrebbero dire che stavano "eseguendo degli ordini', come i nazisti a Norimberga. Del resto, quello che accade in alcuni di questi massacri altro non è che "un lavoretto sporco" che molti pacati cittadini desiderano nei loro sogni più intimi. Una "pulizia sociale'' di "classi pericolose" o di "ostacoli al progresso"

Non è che la nostra società non riesce a identificare e condannare i colpevoli di tutti questi massacri come dovrebbe. Sembra che semplicemente non si ponga il problema.

 

Abbiamo gettato in una fossa comune "colpevoli'' - che non hanno avuto il diritto a un processo equo e sono stati condannati alla pena di morte - e "innocenti '' - che se lo meritavano perché "se si sono beccati una pallottola, sicuramente qualcosa di sbagliato dovevano averlo fatto ". Tanto per mano dello Stato che dei criminali. L'augurio più sincero è che questa pulizia sociale sia rapida, al fine di garantire la tranquillità, e non faccia troppo rumore. Per non infastidire "il cittadino perbene", che prova orrore per le scene di violenza.

 

Comprenderei senza alcuna difficoltà il caso in cui gli abitanti di queste comunità decidessero di rivoltarsi contro i pubblici poteri e occupassero il bel mezzo dell'autostrada Fernão Dias, che passa da Vila Galvao, e non si muovessero da lì se non quando fossero adottate misure capaci di garantire il non ripetersi mai più di queste cose.

Parte di quelli che contestano la legalità dell'occupazione di strade pubbliche per manifestazioni di protesta (e vogliono trasformarla in atto terroristico per legge) dimenticano la disperazione che porta molti a commettere un tale atto. Si lamentano dello "stupro alla legalità" e dimenticano la causa della protesta. Perché questi stracci umani, neri, meticci e poveri semplicemente non muoiono in silenzio?

 

Ripropongo un suggerimento: a prescindere o meno che dei poliziotti militari siano riconosciuti colpevoli al termine delle indagini, il governo potrebbe garantire fin da ora cambiamenti nella struttura delle forze di pubblica sicurezza, tra cui:

 

- Un processo di smilitarizzazione delle forze di polizia;

- Cambiamenti nella formazione della polizia;

- Miglioramento dei salari e delle condizioni di lavoro;

- Garanzia di punizione rapida nel caso in cui sia provato il coinvolgimento di agenti di polizia nei delitti.

 

E, razionalmente, chiedendo interventi strutturali per migliorare la qualità della vita e garantire la giustizia sociale, tra le altre misure preventive in grado di garantire un ambiente più sicuro. E non adottare facili e assurde vie d'uscita, come mettere i bambini in carcere. E consegnare il sistema penitenziario in mano al settore privato. Questo si diminuirebbe la violenza con cui tanti abitanti delle periferie e delle favelas sono trattati su base giornaliera e aumenterebbe la percezione che vi sia una netta separazione tra "banditi'' e 'bravi ragazzi".

 

Dobbiamo ricordare che essere pacifista non significa morire in silenzio, in pace, di fame o di baionetta. Abbiamo adottato poco la disobbedienza civile come modo per rivendicare i nostri diritti. Più ancora, la nostra stessa esistenza.

 

Se continueremo su questa strada dei diritti per alcuni, e doveri per gli altri, non stupitevi se arriverà il giorno in cui le "orde" (come ho sentito chiamare gli esclusi in un dibattito) si ribelleranno. E non si limiteranno a dare fuoco a qualche autobus o a fare barricate di copertoni, no.

E se ciò dovesse accadere, ne avranno tutte le ragioni.

18.08.15

IL MASSACRO DI OSASCO E BARUERI NELLA GRANDE S.PAOLO

Nella notte di giovedì 13, uomini incappucciati organizzati in gruppi di sterminio hanno giustiziato 18 persone e ferite altre sei in una serie di attacchi avvenuti in poco più di due ore nelle città di Osasco e Barueri.

Le modalità delle escuzioni e le armi usate, tutte in dotazione alla polizia e all'esercito, lasciano pochi dubbi sugli autori delle stragi. La più grande esecuzione di massa avvenuta nella Grande San Paolo dai tempi del massacro del carcere di Carandiru, sarebbe avvenuta per vendicare le morti, avvenute nei giorni scorsi, di un poliziotto militare (nel corso di una rapina ad un distributore di benzina) e di una guardia municipale. Tra tutte le  vittime, solo sei avevano qualche precedente penale, tutti gli altri erano incensurati il che dimostra l'intento di rappresaglia delle azioni.

Sabato (15), le prime perizie dell'Istituto di Criminologia hanno confermato che i bossoli e proiettili trovati nei luoghi delle esecuzioni appartengono ad armi calibro 38, 380 - entrambe in dotazione alla Guardia Civile Metropolitana; 9 mm - di uso limitato alle Forze Armate e Polizia Federale; e 45 - utilizzati dalla Polizia Federale, Militare e Civile. 

È CHIARO CHE SONO POLIZIOTTI!

Il responsabile della "Ouvidoria da Policia di São Paulo" (l'organo istituzionale che si occupa di esaminare le denuncie alle forze dell'ordine), Júlio César Fernandes Neves, ha dichiarato domenica scorsa di essere convinto che gli autori del massacro costato la vita a 18 persone delle città di Osasco e Barueri, nella Grande San Paolo, siano poliziotti.

 

"Le immagini in possesso della Segreteria di Sicurezza mostrano che gli autori delle esecuzioni hanno seguito prassi di comportamento tipiche della Polizia Militare", ha detto Neves, facendo riferimento al modo di dominare le vittime, di impugnare le armi e di muoversi, sempre garantiti da una copertura di retroguardia.


"Sono tutte cose che i delinquenti comuni non fanno. È molto evidente che si tratti di poliziotti. Non lo vede solo chi non vuole. Solo la polizia non lo vede."


Per Neves, il massacro di San Paolo ha caratteristiche somiglianti a tutti gli altri massacri avvenuti nello Stato negli ultimi anni, che hanno contato con la partecipazione di poliziotti ed hanno avuto come motivazione crimini precedentemente commessi contro agenti.

Le 18 persone sono state assassinate dopo la morte di un poliziotto militare e di una guardi civile metropolitana, nella stessa area del massacro, giorni prima.

 

"L'azione di questi giustizieri, riuniti in gruppi di sterminio, non puo' essere tollerata. Gli autori di queste azioni devono essere estirpati dalla corporazione. È un problema che si dissemina per il paese e la sensazione di impunità fa si che il problema non finisca", ha detto Neves.

 

La Sezione Affari Interni della Polizia Militare ha identificato alcuni poliziotti che hanno postato messaggi attraverso Whatsapp, il giorno seguente al massacro, orientando la popolazione a restare a casa, in una specie di ordine di coprifuoco. La polizia li chiamerà per spiegare il motivo dei messaggi ed indagare se esistono relazioni tra loro e gli autori delle esecuzioni. 

 

Sabato la Segreteria di Sicurezza Pubblica di San Paolo ha reso noti i risultati delle prime perizie dell'Istituto di Criminologia, che indicano che gli autori del massacro hanno utilizzato armi di calibri 380, 38, 45 e 9 mm. L'uso di questi tipi di armi è ristretto agli appartenenti alle forze dell'ordine e all'esercito.(...)

 

Il giorno seguente al massacro, il Segretario della Sicurezza Pubblica Alexandre de Moraes aveva minimizzato la possibilità che gli autori delle esecuzioni fossero poliziotti, dicendo che la polizia stava lavorando seguendo diverse ipotesi(...)

fonte: O Globo

Il massacro di Osasco nella vignetta di Carlos Latuff

Secondo il movimento indipendente Mães de Maio (Madri di Maggio), la morte di almeno 18 persone ed il ferimento di altre 7 durante il massacro avvenuto nelle città di Osasco, Barueri e Itapevi (hinterland di San Paolo) nella notte di Giovedi 13 agosto, segue la stessa "logica di sterminio" della polizia militare, che ha ucciso circa 500 persone nel maggio del 2006, nella capitale e nell'area di Santos. Il massacro è avvenuto alcuni giorni dopo l'assassinio di un poliziotto e di una guardia civile metropolitana.

 

Nell'intervista rilasciata dal movimento al portale Brasil de Fato, si legge: "Ancora una volta lo Stato di San Paolo, la sua polizia militare e gruppi paramilitari di sterminio, sono usciti per compiere massacri indiscriminati, in un'area dove era stato ucciso un poliziotto. La "logica" di questi genocidi è che per ogni agente che viene ucciso, qualunque sia la ragione o le persone coinvolte, i loro gruppi di sterminio rispondono con l'esecuzione di almeno dieci persone." Il movimento è impegnato, in queste ore, nell'assistenza e sostegno dei familiari delle vittime.

Il silenzio assordante di Dilma Rousseff

In un  post su Facebook  le Mães de Maio hanno denunciato il silenzio, definito "assordante", delle istituzioni ed in particolare della Presidente Dilma Rousseff:

 

"IMMAGINA...

immaginate qualunque paese del mondo in cui occorrano una serie di 18 esecuzioni sommarie nell'intervallo di appena due ore, lasciando altre sette persone gravemente ferite, tutte in una

stessa area popolare e che alcune di queste esecuzioni vengano addirittura filmate ed ampiamente trasmesse da tutti i grandi mezzi di informazione nazionale, e la presidente di quel paese non rilasci alcuna dichiarazione ufficiale, di condoglianze e solidarietà alle vittime, e meno ancora adotti alcun provvedimento effettivo in loro favore, omissione completa per giorni e giorni...

NOTA PUBBLICA DI AMNESTY INTERNATIONAL

SUL MASSACRO DI OSASCO (San Paolo)

 

Almeno 19 persone sono state giustiziate nella notte di giovedì 13 agosto nelle città di Osasco, Barueri e Itapevi, nell'hinterland di San Paolo, da uomini armati ed incappucciati. Una registrazione di una telecamera di sicurezza di uno dei locali dove è avvenuto il massacro, mostrano gli uomini armati che domandano chi nel locale avesse precedenti penali ed uccidendo quelli che si sono identificati.

 

Il governo dello Stato di San Paolo deve prendere tutte le misure necessarie per garantire indagini celeri ed imparziali sul contesto di queste esecuzioni e sul sospetto che poliziotti sarebbero coinvolti nell'azione. Le indagini devono essere trasparenti. La società deve ricevere una risposta su questo grave episodio di violenza.

 

Tra il 2013 ed il 2014 c'è stato un preoccupante aumento dell'80% delle morti derivanti da intervento della polizia nello Stato di San Paolo, casi che raramente vengono indagati e la cui impunità alimenta il ciclo di violenza da parte dei poliziotti. Il Brasile è il paese con il maggior numero di omicidi al mondo: sono stati 56.000 nel 2012. La maggior parte di questi non vengono investigati. Appena l'8% arriva ad essere processato.

 

"Massacri come quello di questa notte a San Paolo, purtroppo, hanno fatto parte della routine di violenza nelle nostre città. Frequentemente, poliziotti in servizio e non, sono responsabili per una parte significativa di questi omicidi. Indagini celeri, imparziali e trasparenti devono essere immediatamente condotte, affinché non restino dubbi circa gli autori e la responsabilità di questa barbarie", ha detto Atila Roque, Direttore Esecutivo di Amnesty International Brasile.

Corpi sistemati all'aperto all'Istituto di Medicina Legale di Osasco

PER LO STATO NON VALGONO NULLA DA VIVI, FIGURARSI DA MORTI...

 

I corpi delle vittime del massacro di Osasco mantenuti in condizioni precarie all'Istituto di Medicina Legale. I cadaveri sistemati in un luogo all'aperto e coperti con lenzuoli procurati dai familiari

Fonte O Globo

 

San Paolo. Senza frigoriferi a sufficienza per poter contenere tutti i cadaveri del grande massacro di giovedì notte, che ha fatto almeno 18 morti, l'Istituto Medico Legale di Osasco ha tenuto i cadaveri in condizioni precarie, in uno spazio aperto nei fondi dell'edificio. Molti dei corpi si trovavano ancora sotto le lenzuola che le famiglie delle vittime hanno usato per coprirli. Nel frattempo, carri funebri e decine di parenti sono in attesa dei loro morti all'esterno dell'Istituto. I parenti delle vittime sono indignati.

 

"Ci sono volute 12 ore per prelevare i corpi, siamo stati noi che li abbiamo coperti quando ancora erano sulla strada", ha detto Cícera Pereira, 56 anni, il cui genero, l'operaio Jonas Santos Soares, 33 anni, è stato ucciso.

 

Rosana Francisca si lamentava del fatto che i resti mortali del nipote, Igor Oliveira, 19 anni, sono stati inviati all'obitorio di San Paolo senza che lei nemmeno lo sapesse. Con gli occhi rossi di pianto e più di 24 ore senza riposo, ha detto: "Trovo una mancanza di rispetto quello che stanno facendo, forse ci trattano così perché siamo poveri. Siamo in attesa da ore ma non ce li danno", ha detto Rosana, subito interrotta da un funzionario dell'istituto che si lamentava che la stampa ostacolasse il servizio.

 

La prefettura cittadina si farà carico della sepoltura di tutte le vittime e la polizia civile raccoglierà le testimonianze dei parenti. Ma la sensazione di quelli che da ore sono in attesa dei corpi dei loro cari è di grande sfiducia nella giustizia. "Tutto quello che vogliamo è che questo massacro non resti impunito. Ma sapete come vanno le cose, no...?", ha detto Cícera tra le lacrime. La redazione di O Globo ha cercato di entrare in contatto con i responsabili dell'Istituto di Medicina Legale, ma non ha ottenuto risposta.

Le Madri di Maggio sul massacro di Osasco

Il silenzio assordante della signora Dilma Rousseff del Partito dei Lavoratori (PT) e di tutta la sua equipe della "Giustizia" e dei "Diritti Umani" del governo federale persiste, in maniera impressionante, fino ad oggi, quando sono ormai trascorsi più di tre giorni (ndt. ormai sono 5) dal sanguinario massacro di Osasco e Barueri, il maggiore avvenuto nello Stato di San Paolo fin dai crimini del maggio 2006...

(...)persino negli Stati Uniti, uno dei paesi più violenti del pianeta, la morte di un giovane nero è stata sufficiente ad obbligare il signor Barack Obama a manifestarsi pubblicamente, a consolare e provvedere a "risarcire" le famiglie delle vittime... in fondo ‪#‎BlackLivesMatter...

 

Ma qui nella Repubblica Federativa della "Democrazia dei Massacri" del Brasile, le autorità si sentono autorizzate (non solo ad uccidere) ma anche a restare in silenzio pur davanti a tutto il clamore pubblico e mediatico di un fatto come questo,

COME SE NON FOSSE SUCCESSO NIENTE...

COM SE NON VALESSIMO NIENTE...

"GIUSTIZIA"?! QUESTA PAROLA CHE NON SIGNIFICA NIENTE IN BRASILE"

 

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