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21 giugno 2014

Rispondendo alla FIFA

Le proteste in Brasile contro gli abusi della multinazionale del pallone hanno fatto sì che per la prima volta la FIFA si sia presentata in pubblico per dare spiegazioni; la qual cosa non significa certo che abbia detto tutta la verità come ben evidenzia nell'articolo il giornalista sudafricano.

 

di Edward Cottle

fonte: Agência Pública
traduzione: Carlinho Utopia

Il 10 giugno 2014, la FIFA ha pubblicato un pamphlet di "Domande e risposte" per smentire quelli che a suo dire sarebbero degli "equivoci" circa l'impatto socio-economico della Coppa del Mondo e per chiarire il suo stesso ruolo. Il lancio di questo libello è importante: per la prima volta la FIFA è stata costretta da proteste di massa - e dai brasiliani - a difendere così la sua immagine. Le manifestazioni in Brasile hanno avuto dimensioni molto più grandi rispetto all'ondata di scioperi che si erano verificati durante la Coppa del Mondo in Sud Africa, per chiedere alla FIFA di rispettare l'agenda per il lavoro dignitoso nel mondo (Decent Work Agenda). E questa volta lo scenario della maggior rivolta di sempre contro l'organizzazione mondiale del calcio all'interno di una Coppa del Mondo è stato un paese che ama il calcio.

 

L'opuscolo è rivelatore per il tono difensivo adottato dalla FIFA, fino ad oggi voce egemonica del calcio mondiale. Inizia con una dichiarazione comica ma innegabilmente franca: "Sono stati i contribuenti a pagare il conto, la FIFA non ha speso nulla", dice, riferendosi al costo di 15 miliardi di dollari in infrastrutture per la Coppa del Mondo, evidenziando che è di sua competenza la sola copertura dei costi di gestione dell'evento.

Dilma Rousseff con J. Blatter

"Sono stati i contribuenti a pagare il conto, la FIFA non ha speso nulla."

Ok, siamo tutti d'accordo, la FIFA non ha speso un centesimo per il fattore principale e più costoso dell'evento, le infrastrutture sportive. Si è omesso di dire  che i contribuenti stanno pagando una mega-sovvenzione pubblica  proprio perché la FIFA non "spende nulla"! E che oltre a questa e ad altre donazioni pubbliche che riceve dai paesi che ospitano la Coppa del Mondo, il bambino viziato FIFA esige tutta un'altra serie di concessioni legali, le famigerate leggi della FIFA  (in Brasile, conosciuta come la Legge Generale della Coppa).

 

Queste leggi hanno un ruolo fondamentale per garantire profitti da capogiro alla FIFA ed ai suoi partner commerciali, banche, imprese di costruzione e di ingegneria locali e internazionali. L'accumulazione di capitale per la FIFA, i suoi affiliati, per le imprese ed i loro azionisti, si basa esattamente su questo accesso a fondi pubblici, sovvenzioni ed esenzioni fiscali che permettono all'organizzazione ed ai suoi partner di guadagnare miliardi di dollari, senza alcuno sforzo. Chi prende le risorse dei contribuenti del paese ospitante sono gli stati nazionali, che rappresentano il grande capitale.

 

La FIFA è corretta nel dire nel documento che non vi è esenzione fiscale totale complessiva, ma ci sono solo  una vasta serie di esenzioni fiscali statali concesse: (I) alla stessa FIFA ed alle società ad essa collegate con sede estera ; (II) le affiliate alla FIFA in Brasile; (III) i fornitori di servizi della FIFA in Brasile; e (IV) le persone fisiche non residenti assunte per lavorare negli eventi. Le esenzioni comprendono tutti i ricavi, profitti, costi, spese, investimenti, salari e i pagamenti di qualsiasi tipo, in denaro o in altre forme.

Esistono esenzioni fiscali a tempo determinato per le importazioni effettuate dalla FIFA, da aziende brasiliane controllate  dalla FIFA, membri di associazioni straniere della FIFA, partner commerciali e fornitori di servizi stranieri della FIFA, la FIFA e per l'emittente ufficiale della FIFA.

 

Ci sono anche i pagamenti unici e speciali di premi per un importo di 100.000 Reais (esentasse), così come un sussidio mensile per i giocatori che hanno fatto parte delle squadre vincitrici della Coppa del Mondo del 1958, 1962 e 1970. I pagamenti saranno effettuati tramite il Ministero dello Sport e del Ministero della Previdenza sociale e l'origine di queste risorse è il pubblico erario.

 

Le leggi prevedono inoltre che tutti i "visti e permessi di lavoro" relativi alla manifestazione vengano rilasciati gratuitamente a centinaia di migliaia di delegazioni FIFA, a coloro che lavorano nell'emittente ufficiale dell'organizzazione, ai suoi partner commerciali, compresi tutti gli appassionati di calcio che hanno i biglietti per le partite. In questo modo, milioni di entrate statali sono andate perdute prima ancora che l'evento sportivo avesse inizio.

 

Esiste anche un capitolo di spesa rilevante a carico dello stato per garantire i diritti di proprietà intellettuale della FIFA, secondo la quale "La FIFA deve essere esentata dal pagamento di imposte all'INPI (Instituto Nacional da Propriedade Industrial) fino al 31 dicembre 2014." Questa legge include anche una "free tax area" in un raggio di due chilometri intorno agli spazi ufficiali della FIFA (gli stadi e le Fan Fest), il che, in pratica, mette fine alla libera concorrenza e impedisce a chiunque di realizzare profitti - a meno che non ottenga una licenza dalla FIFA.

 

Le leggi sono così estreme che un bar locale o un ristorante non possono nemmeno usare le parole "Coppa del Mondo", "Brasil 2014", "2014 Brasil" e ancor meno "FIFA" per attirare i clienti. Questa misura esclude la maggior parte dei commercianti informali e le imprese locali che intendano vendere i loro prodotti durante la Coppa del Mondo. La FIFA inganna il pubblico quando dichiara che "Non espelle i commercianti ambulanti", in quanto le nuove condizioni (che in Sud Africa hanno provocato proteste di massa) imposte ai venditori ambulanti continuano ad ostacolare la presenza della maggior parte di loro nelle strade.

 

La FIFA sottolinea anche di non aver ordinato che il "Brasile costruisse stadi costosi." Anche se forse non sapremo mai quanti stadi la FIFA abbia effettivamente richiesto è un fatto conclamato che l'organizzazione richieda "stadi moderni... belli ... di livello artistico". Il rapporto di 228 pagine della FIFA "Stadi di calcio: Raccomandazioni tecniche e requisiti", che è considerato una sorta di guida degli stadi di calcio nel 21° secolo, lascia certamente l'impressione che gli stadi non solo possano ma debbano essere costosi.

 

VIP lounge

La "VIP lounge FIFA", per esempio, richiesta dall'organizzazione deve essere abbastanza grande da accogliere 500 invitati a partita in ogni sede e 2000 persone nelle sedi di inaugurazione  e di chiusura dell'evento. Sommando questa ad altre esigenze relative all'ospitalità non si può non considerarle uno spreco mostruoso finalizzato al lusso.

 

Il libro "Coppa del Mondo in Sud Africa: benefici per chi?" dimostra che La FIFA ha imposto la costruzione di un nuovo stadio moderno a Città del Capo semplicemente a causa del suo pregiudizio di classe verso Athlone, una comunità di lavoratori dove esisteva già una stadio funzionale.

 

La FIFA dice anche di non essere colpevole degli sfratti, degli espropri e delle rimozioni forzate. Questa è una mezza verità. Il fatto è che gli sgomberi forzati si sono verificati prima della Coppa del Mondo e fanno parte della sindrome elitaria "World Class City" che ha afflitto paesi in tutto il mondo.

 

Infine, la FIFA si sforza di dimostrare che la Coppa del Mondo non lascia il paese ospitante con "problemi sociali, economici ed ecologici", che ha speso 182 milioni di dollari per il futuro dello sport in Africa e che l'evento è rispettoso delle questioni ambientali.

Ancora una volta, mezze verità: la FIFA ha avuto il più alto profitto nella storia della Coppa del Mondo in Sud Africa - circa 2,3 miliardi dollari - e il paese ha dovuto sostenere costi superiori al 1.708% previsto. Inoltre, la Coppa del Mondo del 2010 è stata considerata il torneo più "inquinante" fino ad oggi.

 

A tutti gli effetti, la Coppa del Mondo Brasil 2014 lascerà una "eredità" ancora più grande di quella del Sud Africa, che è passato alla storia come il torneo più costoso e "inquinato" della storia della FIFA.

 

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