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18.09.14

Chi ha paura del Generale?

di Guilherme Boulos*, coordinatore del MTST (Mov. Lavoratori Senza Tetto)

pubblicato il 18/09/14 sul sito Folha de São Paulo

traduzione di Carlinho Utopia

 

Poche settimane fa, è venuta alla luce una lettera del Comandante dell'Esercito, Generale Enzo Peri, che vieta alle unità militari di dare informazioni alla Commissione Nazionale della Verità, istituita per indagare sui crimini della dittatura civile-militare brasiliana.

 

Il comandante della principale forza armata del paese ha deciso di prevaricare i suoi subordinati. Si è preso gioco della Costituzione e dei poteri della Repubblica per nascondere le torture e gli assassini commessi dalla sua istituzione. Cosa quindi è successo?... niente. La presidente Dilma Rousseff, che fu arrestata e torturata dai militari, ha licenziato il Generale? No. Lo ha almeno rimproverato pubblicamente? Ugualmente no. Il generale ha forse ritrattato o revocato il suo divieto? No, no, niente di tutto questo è stato fatto.

 

L'episodio dimostra pienamente le catene istituzionali di impotenza che vengono messe alla Commissione Nazionale e altre commissioni di Verità, nonostante il lavoro combattivo di molti dei suoi membri. Il comandante dell'esercito impone il silenzio ai suoi e non succede nulla. E anche quelli che hanno parlato e sono arrivati a confessare gli omicidi e le torture alla Commissione vivranno il resto dei loro giorni impuniti e tranquilli.

È inaccettabile. Il paese deve fare i conti con il suo passato. L'abrogazione della Legge di Amnistia è l'unica alternativa all'altezza di affrontare la prepotenza dei generali e delle caserme, che nascondono la tortura di ieri per preservarla più facilmente oggi.

 

Ogni stazione di polizia nasconde un DOPS (1). Ogni vicolo di favela custodisce un DOI-CODI (2). La punizione delle torture passate sarebbe un gesto emblematico per combatterla nel presente. La ricercatrice americana Kathryn Sikkink ha studiato 100 paesi che sono passati attraverso la cosiddetta transizione democratica e ha concluso che, in quelli in cui c'è stata punizione per gli atti di violazione dei diritti umani, l'attuale livello di violenza della polizia è più basso. Il gesto rappresenta una definizione categorica del fatto che la tortura è inaccettabile.

La difesa della abrogazione della Legge di Amnistia è oltretutto conforme alle leggi di diritto internazionale. Nel 2008, quattro dei più grandi costituzionalisti brasiliani - Celso Antonio Bandeira de Mello, Fábio Kondziu Comparato, José Afonso da Silva e Paulo Bonavides - l'hanno difesa a partire dalla tesi che i crimini contro l'umanità sono imprescrittibili.

Se qualcuno dubita ancora che la tortura è un crimine contro l'umanità che si leggerano il Bagulhão (lettera del 1975 che denunciava la tortura ), o le centinaia di relazioni dei prigionieri politici della dittatura brasiliana. Cerchino di informarsi sul "pau de arara" (3) , sulla "sedia del drago" (4), sul "siero della verità" (5), sul "churrasquinho" (6), tra le tante pratiche terribili alle quali i militanti politici della sinistra brasiliana sono stati sottoposti in quegli anni. Coloro che sono morti e quelli che sono vissuti per tramandarci questa storia meritano perlomeno il riconoscimento delle nuove generazioni e la giustizia dello stato brasiliano.

 

Ottenere una punizione per militari torturatori non è chiedere l'impossibile. Argentina, Cile e Uruguay - tra gli altri paesi - hanno già cominciato a regolare i conti con la loro storia da qualche tempo. In Argentina, le leggi che impedivano il rinvio a giudizio dei militari criminali sono state abrogate nel 2001. Fino all'anno scorso più di 250 torturatori sono stati già arrestati.

Dobbiamo scongiurare i fantasmi della dittatura brasiliana una volta per tutte. Non esiste alcuna soluzione di compromesso possibile con la tortura.

Peccato che nessuno dei tre candidati più quotati alla presidenza abbia dimostrato questa disposizione. Peccato che il Generale Enzo Peri continui ancora ad essere al comando dell'esercito brasiliano. Le ferite resteranno aperte.

Non credete all'oblio. Nella storia, la violenza irrisolta ritorna sempre in qualche modo. A volte come impetuoso clamore di giustizia, a volte come barbarie silenziatrice.

 

*Guilherme Boulos,

32 anni, laureato in filosofia alla USP (Università di San Paolo), professore di psicoanalisi e membro del Coordinamento Nazionale del MTST - Movimento dos Trabalhadores Sem Teto (Movimento dei Lavoratori Senza Tetto). È attivo anche nel Frente de Resistência Urbana (Fronte di Resistenza Urbana) ed è autore del libro "Perché noi occupiamo: una introduzione alla lotta dei senzatetto"

 

note:

(1) DOPS - Departamento de Ordem Política e Social (Dipartimento dell'ordine politico e sociale) -

La polizia politica all'epoca della dittatura civile-militare. Era subordinato ai governi degli stati. Controllava e reprimeva movimenti contrari al regime.

 

(2) DOI-CODI  - Destacamento de Operações de Informações - Centro de Operações de Defesa Interna (Distaccamento di Operazioni d'Informazioni - Centro Operativo di Difesa Interna) Organo subordinato all'Esercito, creato per arrestare e torturare gli oppositori del regime.

 

(3) Pau de Arara -  è un metodo di tortura ampiamente usato in Brasile, fin dagli anni della schiavitù e, ovviamente, anche durante la dittatura militare.

Il termine, Pau de Arara, indica in portoghese il trespolo del pappagallo. Per analogia il termine indica uno strumento dove appendere e torturare i dissidenti politici. I torturatori mettevano una sbarra di ferro che attraversava i polsi e le ginocchia della vittima, che stava nuda ed era appesa a circa 20 cm. da terra, in una posizione che causava dolori lancinanti. Al torturato venivano poi somministrate scosse elettriche, bastonate e bruciature di sigaretta.

 

(4) Sedia del drago (Cadeira do dragão) - Era una specie di sedia elettrica rivestita di zinco e collegata a degli elettrodi, sulla quale i prigionieri sedevano nudi. Quando veniva acceso, l'apparecchio trasmetteva scariche elettriche su tutto il corpo del torturato. Oltre a questo, molte volte, i torturatori mettevano un secchio di metallo sulla testa della vittima, e vi applicavano gli elettrodi.

 

(5) Siero della verità (Soro da verdade)

Esistono vari tipi di "siero della verità", quello utilizzato dal regime militare era il pentotal sodico, una droga che provoca nella vittima uno stato di sonnolenza e riduce i freni inibitori. Sotto questo effetto, la vittima può dire cose che normalmente non direbbe (di qui il nome di siero della verità).

L'effetto di questo siero provocava anche allucinazioni e stati di forte frustrazione. In alcuni casi si è rivelato mortale.

 

(6) Churrasquinho - Diminutivo del termine portoghese "churrasco" (carne alla brace). Questo tipo di tortura consisteva nell'introdurre materiale infiammabile nell'ano e nei genitali delle vittime.

 

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-612! Lo sterminio dei giovani neri e poveri delle periferie

Un articolo sul "genocidio brasiliano" di Guilherme Boulos, coordinatore del MTST (Movimento dei Lavoratori Senza Tetto).

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