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Maggio 2015

25.05.15

Il Brasile è un paese per pochi

di Luiz Ruffato.

A seconda di dove ci collochiamo nella scala sociale, potremo usufruire di ciò che il Brasile offre di migliore o di peggiore al mondo, perché qui, nello stesso spazio, coesistono tempi di civiltà completamente diversi. La complessità del nostro paese è tanto grande quanto l'estensione delle sue  terre. Si attribuisce al grande compositore e musicista Tom Jobim la frase che forse meglio riassume la difficoltà di comprenderlo (o del nostro comprenderlo al suo interno): "Il Brasile non è per principianti". Non lo è davvero, perché, contrariamente al recente motto proclamato dal governo (ndt. Brasil, pais de todos - Brasile un paese di tutti), il Brasile non è di tutti, è di pochi.

Brasile, un paese per pochi

23.05.15

La letalità della polizia brasiliana sulla prima pagina del New York Times di venerdì 22 maggio

Un reportage sulla prima pagina del New York Times di venerdì 22 maggio affronta il tema dell'altissimo numero di omicidi praticati dalla polizia in Brasile. Il filo conduttore dell'articolo è il caso del piccolo Eduardo de Jesus Ferreira, 10 anni, ucciso all'inizio del mese di aprile mentre giocava sulla porta di casa nella favela Complexo do Alemão, a Rio de Janeiro. Dopo aver intervistato diverse fonti legate allo studio della letalità poliziesca nel paese, i reporter che firmano il testo arrivano ad una conclusione: le vite spezzate per mano della polizia militare in Brasile sono una situazione banale, generalmente accettata e naturalizzata da gran parte della popolazione. 

La letalità della polizia brasiliana sulla prima pagina del New York Times

22.05.15

Gli Amarildo (i desaparecidos) di Bahia

Rute Fiuza, madre di Davi, 16 anni, sequestrato e fatto sparire sette mesi fa dalla polizia militare di Salvador da Bahia, non ha più avuto notizie di suo figlio. Jurandi Silva, padre di Geovani, 22 anni, è riuscito, grazie ad un video, ad ottenere l'imputazione per 11 poliziotti militari che, dopo aver fermato e sequestarato suo figlio, lo hanno torturato e ucciso brutalmente, facendolo letteralmente a pezzi. "Ci sono tanti casi in cui non si ritrovano i figli. Immaginatevi di vivere con il dolore di un figlio scomparso. Io almeno ho sepolto il mio. Voglio dire, ho sepolto alcune parti di lui, ma perlomeno l'ho sepolto. Quel dolore l'ho tolto dal mio cuore" (...)

La Bahia dei desaparecidos

19.05.15

Periperi, morte e insorgenza popolare nella periferia di Salvador da Bahia di Lena Azevedo

Mattina del 12 maggio 2015, periferia di Salvador da Bahia, zona  Subúrbio Ferroviário, occupazione Zeferina, nel quartiere Periperi, la polizia entra sparando. Le pallottole hanno attraversato le case. Non si trattava di un conflitto a fuoco. Era solo un altro gioco. I poliziotti militari si comportano come se le comunità periferiche fossero lo scenario virtuale di un videogame, nel quale bisogna eliminare l'altro, visto come un ostacolo al raggiungimento del livello successivo del gioco. La morte di Dayllane, 21 anni, uccisa dalla polizia militare, ha provocato una rivolta popolare(...) Il tutto è avvenuto nel giorno in cui si commemoravano i 10 anni della Campanha Reaja ou Será Morta, Reaja ou Será Morto.

Periperi, morte e insorgenza popolare nella periferia di Salvador da Bahia

17.05.15

Le Madri di Maggio brasiliane denunciano 9 anni di morti e impunità

Inserito per la prima volta nel calendario ufficiale dello Stato di São Paulo, il Giorno delle Madri di Maggio (15 maggio) ha ispirato la manifestazione di protesta contro gli assassini commessi dallo stato dopo la fine della dittatura, che si è svolta a San Paolo, nella Piazza della Cattedrale. Da nove anni le altre madri del movimento non fanno altra cosa: parlare, raccontare, denunciare le centinaia di vittime causate dalle azioni della Polizia Militare e degli squadroni della morte che, nel maggio 2006, produssero più morti e desaparecidos nello stato di São Paulo di quanti la dittatura militare era riuscita a fare in tutto il paese in più di 21 anni. 

Madri di Maggio, nove anni di lotta

13.05.15

Inferno Brasile

di Silvestro Montanaro

Una breve nota di Silvestro Montanaro, raccolta sulla sua pagina Facebook,  a 13 anni dal suo reportage "Il muro - Salvador da Bahia", che andò in onda per la serie "C'era Una Volta" di Rai 3, nel 2002 e che vi riproponiamo. La conclusione di Silvestro, al suo ritorno in Brasile, a Salvador, è amara: "13 anni dopo, il muro che raccontavo in questo mio reportage, è sempre più alto e crudele."

Inferno Brasile di Silvestro Montanaro

12.05.15

Massacro di Cabula, a Salvador da Bahia. Concluse le indagini dei procuratori del Ministero Pubblico: nessun conflitto a fuoco. Le 12 vittime sono state giustiziate dalla polizia militare.

La notte del 6 febbraio, a Vila Moisés, nell'area di Cabula, periferia di Salvador da Bahia, 12 persone, giovani e adolescenti, sono stati arrestati e giustiziati con diversi colpi da poliziotti militari, secondo quanto concluso dall'indagine condotta da un gruppo di procuratori del Ministério Público Estadual dello Stato di Bahia. Le conclusioni basate sulle deposizioni dei testimoni e le perizie effettuate,  affermano che si è trattato di un massacro, contraddicendo nettamente la versione della Polizia Militare di Bahia, che sosteneva che, quella notte, i suoi uomini sostennero un conflitto a fuoco con circa 30 criminali che si stavano preparando a far saltare in aria dei bancomat nella zona.

Massacro di Cabula

16.04.15

Eusébio Ka'apor, Adenilson Tupinambá e Gilmar Tumbalalá

tre leader indigeni assassinati in una settimana

Gli omicidi di tre leader indigeni ngli stati del Maranhão e di Bahia, nel breve spazio di otto giorni, sarebbero correlati tra di loro. Il sospetto che si tratti di omicidi sequenziali e mirati è stato sollevato dal CIMI (Consiglio Missionario Indigeno), un'entità legata alla Confederazione nazionale dei Vescovi (CNBB). Il presidente del Consiglio Missionario Indigeno (CIMI), Dom Erwin Kräutler, vescovo di Xingu, mette sotto accusa il governo brasiliano per la situazione delle popolazioni indigene e quilombolas, trattate come "stranieri e invasori di proprietà" e ne denuncia l'alleanza con le grandi imprese private dell'Agribusiness. Intanto continuano a crescere il clima d'odio e le violenze contro i popoli indigeni...

Tre leader indigeni assassinati in una settimana

06.05.15

Brasile agrotossico e transgenico. Per i poveri il cancro, per i ricchi il biologico

"Sfamare il mondo con soluzioni" è il tema proposto dal Brasile nel suo padiglione all'EXPO 2015 che si è aperto a Milano il primo maggio. Ma quali sono le soluzioni brasiliane per sfamare il mondo (ed il Brasile stesso)? Avvalendoci di due documentari interessantissimi e di alcuni articoli pubblicati nei giorni scorsi, proviamo a capire quali sono, intanto, alcune delle strade più significative percorse negli ultimi anni in tema di politiche alimentari ed ambientali, concentrandoci sul tema degli agrotossici e dei transgenici. 

Brasile agrotossico e transgenico
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