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07.11.14

Il massacro dei giovani della periferia di Belem è stato convocato su Facebook. La Polizia Militare lo ha annunciato sulla sua pagina in rete

di Sulamita Esteliam

traduzione di Carlinho Utopia

Il massacro di Belem (vignetta di Carlos Latuff)

Alle 6:20 del mattino qualcuno su Twitter annunciava "40 morti" in un massacro che sarebbe stato guidato dalla Polizia Militare in diversi quartieri periferici di Belém nello stato del Pará. Rappresaglia per l'assassinio di un poliziotto militare. Spaventata non ho retwettato. Ho ingoiato il mio "buongiorno!" insieme alla prima colazione. E ho aspettato che le informazioni si facessero più chiare - se è possibile in casi come questi.
 

Più tardi, ma ancora in mattinata, le notizie riportavano che il governo di Simão Jatene (PSDB), da poco rieletto, ammetteva che c'erano stati otto morti, oltre al defunto che le ha originate. Nel tardo pomeriggio, le informazioni ufficiali mantenevano a nove il numero dei morti, tutti uomini, per lo più giovani tra i 16 ei 27 anni. Sei i corpi identificati fino alla metà del pomeriggio, tutti con i segnali caratteristici delle esecuzioni. Dei nove nel conteggio ufficiale, "almeno sei", ammessi dal Segretario della Pubblica Sicurezza con segnali caratteristici di...! Nel conteggio si include il poliziotto.

 

Consta che Marcos Antonio da Silva Figueiredo, 43 anni, conosciuto come l'agente "Pety", faceva parte di una "milizia" (ndt. "squadrone della morte") nel quartiere Guamá. E che sarebbe responsabile dei lutti di diverse famiglie di là e di altri quartieri poveri della capitale dello stato. Pertanto, la sua scomparsa forzata sarebbe stata debitamente celebrata dalle popolazioni dei quartieri dei "non assistiti" della ridente Belém do Pará.
 

Il massacro, qualunque sia il numero effettivo, è stato convocato su Facebook. Annunciato dalla Rotam (ndt. il nome di un battaglione speciale della polizia militare del Pará, cui l'agente Pety apparteneva) sulla propria pagina del popolare social network. Questo vi dà una idea del punto a cui arriva la nostra polizia militare, o i tanti battaglioni che prosperano al suo interno; e non viene loro proibito, altrimenti non continuerebbero a proliferare.

Post pubblicato dalla pagina della Rotam (Polizia Militare)

Post sulla pagina della ROTAM (Polizia Militare del Pará)

Vai con Dio fratello! Hai ben combattuto ed hai compiuto la tua missione. Agente Pety. La caccia è incominciata...!!! State all'occhio delinquenti... la ROTAM ha il sangue agli occhi.

Post del sergente della PM Rossicley Silva

Post su Facebook del Sergente della Polizia Militare Rossicley

Convocazione Generale! Amici, il nostro fratellino Pet (l'agente Figuereido) è appena stato ucciso nel quartiere Guamà. Sto andando là. Spero di poter contare su tutti gli amici. Andiamo a dargli la nostra risposta.

Sergente Rossicley

Post sulla pagina della Rotam (Polizia Militare)

L'immagine ha avuto 938 condivisioni e 9.967 "mi piace" fino alle 18:51 del 5 novembre, giorno in cui scrivo. Tutto ciò rivela che una parte della popolazione concorda con la massima che guida la rappresaglia della polizia : "Bandito buono è il bandito morto!"

 

Forse è per questo che a "titolo d'informazione", la Rotam non si fa scrupoli ad utilizzare i commenti del suo post di omaggio-verdetto, per tenere il conto della sua "pulizia", all'1:30 circa del mattino: 35 omicidi finora - a Guamá, dove il poliziotto è stato ucciso, a Terra Firme, Canudos e Cremação.

Conta dei morti per quartiere alle 1:30 della mattina del 11/05/14 a Belem, secondo la Rotam.

ROTAM/SP Sistema di Informazioni...

11 - Guama

15 - TF

05 - Canudos

04 - Cremação

Nota: Non è ancora finita... Ananindeua, Marituba, Santa Izabel e Castanhal

(ndt. il nome di altri quartieri...)

Il "Sistema di informazioni" che vedete nell'immagine, l'ho aggiornato all'inizio della serata. Notate il messaggio nella "Nota: Non è ancora finita Ananindeua, Marituba, Santa Izabel e Castanhal.”

 

I dirigenti della Polizia non confermano ma nemmeno escludono la partecipazione di poliziotti nel massacro. E le autorità della sicurezza pubblica raccomandano cautela nell'interpretazione di quello che circola sui social network. Di fatto, la rete accetta tutto - e i media selezionano quello che è all'ordine del giorno, e senza verificare niente che non le convenga, quando dà come dato di fatto ciò che le interessa, anche senza prove.

 

È ancora viva la memoria della barbarie del Pinheirinho, di São José dos Campos, di São Paulo. Non si può dimenticare la violenza gratuita della Polizia Militare di Pernambuco contro i manifestanti dello #OccupeEstelita, nel maggio di quest'anno, e della polizia militare di Minas Gerais contro gli insegnanti a Belo Horizonte ad ogni loro sciopero.
 

Il furore repressivo contro i manifestanti del giugno dello scorso anno, non solo contro i Black Blocs - a San Paolo, Rio de Janeiro e Minas Gerais, in particolare - è ancora da spiegare. La truculenza delle Truppe antisommossa di Rio e delle "forze di pacificazione" (UPP) nella favela da Maré, negli ultimi mesi, e nelle favelas di Rio da sempre, non si spiega.

 

Questo nel recente passato e nelle città. Ma anche nei campi la violenza è alimentata dalla cultura dell'occhio per occhio e dall'impunità, ancor oggi.
18 anni fa, lo stesso Pará è stato palcoscenico di quello che è passato alla storia come il massacro di Eldorado de Carajás. 19 lavoratori senza terra vennero trucidati, sempre da parte della polizia militare - e sempre sotto un governo "tucano" (ndt. di centro-destra), quello di Almir Gabriel.

Almeno 10 delle vittime vennero giustiziate con colpi a bruciapelo.
Il massacro ebbe luogo il 17 aprile 1996. I 155 poliziotti che parteciparono al massacro non sono mai stati giudicati. I mandanti, il colonnello Mario Pantoja, comandante della Polizia Militare e il maggiore José Maria Pereira da Silva, che comandò l'operazione, vennero arrestati e condannati solo nel 2012. Presero rispettivamente 258 e 158 anni di condanna.

 

Nelle città brasiliane, e non solo nelle capitali, il quotidiano delle periferie è fatto di sudore e di sangue, poco stato e nessuna giustizia. Nonostante i progressi nella politica pubblica federale. I nostri giovani stanno venendo sterminati, e il colore della pelle che normalmente va di pari passo con la scala sociale è un verdetto di colpevolezza, a prescindere da ciò che si fa. Sono lì, anno dopo anno, ed i numeri della "Mappa della violenza", non lasciano dubbi.
 

La polizia, le milizie ed i soldati uccidono più che le guerre nel resto del pianeta.
Ma, se è possibile, c'è qualcosa di più grave che cancellare una vita, tanto meno decine - e con il contributo dello stato - ed è l'impudenza. E questa deriva dalla certezza dell'impunità. Ci si chiede sempre: per quanto tempo ancora?


C'è un altro compito titanico per il prossimo governo Rousseff: assumere la guida delle politiche di sicurezza pubblica, finora di competenza degli stati, così come promesso durante la campagna elettorale.

 

Di seguito trovate l'audio diffuso attraverso i social network con l'avviso della strage. Raccomanda ai "signori" dei quartieri di Guamá, Canudos e Terra Firme - non è chiaro se residenti o miliziani - che restino a casa, "per la loro sicurezza", perché "hanno ucciso un poliziotto e sarà fatta pulizia nella zona. Nessuno può trattenere nessuno, nemmeno il signore delle galassie. "

CLICCA SOPRA PER ASCOLTARE

CHIEDIAMO UNA PRESA DI POSIZIONE IMMEDIATA DELLA PRESIDENTE DILMA ROUSSEFF SUL MASSACRO DI QUESTA MATTINA A BELÉM !

Dilma ha dichiarato il 20 ottobre scorso, nel corso di un comizio a Itaquera, zona est della capitale paulista, che uno dei principali impegni del suo nuovo governo sarebbe stato la lotta alla violenza contro i giovani neri. "Voglio dichiarare qui forte e chiaro l'impegno che ho assunto: ho preso l'impegno di combattere la discriminazione nei confronti dei giovani neri di questo paese, contro la pratica degli "atti di resistenza" contro questo massacro", ha dichiarato davanti a migliaia di donne, uomini e - principalmente - giovani neri.

Bene. Questa mattina a Belém do Pará (5/11/14), dopo l'assassinio del poliziotto militare Antonio Figueiredo , i canali dei social network collegati alla polizia e a poliziotti militari del Pará hanno cominciato a convocare i loro agenti per una mattanza nelle periferie di Belém. Risultato: almeno 10 morti confermate di giovani, prevalentemente neri, compreso uno su sedia a rotelle. Relazioni parlano di molti più morti, il bilancio potrebbe aumentare parecchio nelle prossime ore. La periferia di Belém ha trascorso la notte di di questo Mercoledì in preda al panico.

Esigiamo una posizione ufficiale di cordoglio e condanna da parte della Presidente rieletta!
Esigiamo misure concrete immediate da parte del. Ministro della Giustizia, affinché si appurino fatti e responsabilità e gli assassini vengano assicurati alla giustizia.
Esigiamo misure di riparazione integrale (morale, psichica, fisica e materiale) alle famiglie delle vittime!

BASTA MASSACRI: POLIZIA ASSASSINA!
Movimento indipendente Madri maggio

 

 

ATTITUDINI POST ELETTORALI
L'orario di maggior ascolto televisivo sta terminando, oltre 15 ore dopo i fatti, e la Signora Presidente Dilma Rousseff non ha ancora fatto alcuna dichiarazione pubblica di condoglianze per le vittime del massacro di Belém, nello stato del Pará, e nemmeno alcun cenno di condanna per l'azione di poliziotti che hanno "giustiziato" almeno 10 persone nelle periferie della città.

I profili ufficiali di twitter e facebook della presidente, intanto, continuano a pubblicare post su diversi argomenti, probabilmente molto più importanti della vita di giovani neri e poveri delle periferie...

Ricordiamo che, fino a poco tempo fa - durante la campagna elettorale - questi profili ufficiali e quelli non ufficiali (come la pagina "Dilma Bolada") postavano messaggi freneticamente. Molti dei messaggi cercavano i voti della periferia, che ancora una volta ha fatto la differenza a favore della presidente rieletta. Ora, il tema che prevale è, tanto per cambiare, la "governabilità", soprattutto in risposta alle pressioni dei poteri forti. Quanto al genocidio nero, povero e periferico: una volta contati i voti, negligenza.

Nemmeno il signor ministro della Giustizia José Eduardo Cardozo, sempre così pronto a mettere a disposizione truppe federali per aiutare le polizie degli stati a reprimere la popolazione povera ed i manifestanti di sinistra, ha preso alcuna iniziativa volta ad appurare fatti e responsabilità. Di sostegno, assistenza e riparazione (morale, psicologica, fisica e materiale) alle famiglie delle vittime, nemmeno a parlarne ...

Per tutto questo abbiamo firmato la nota di Amnesty International Brasile, ed esigiamo l'apertura immediata di un'indagine indipendente su quanto è accaduto tra la notte del 04 e la mattina dello 05/11/14 nelle periferie di Belém do Pará.

Aggiungiamo alla richiesta di Amnesty il nostro appello affinché vengano adottate tutte le misure urgenti di protezione, assistenza e riparazione per le famiglie di tutte le vittime (del poliziotto e dei tanti civili).

Siamo in attesa delle prese di posizione ufficiali e delle opportune misure concrete!
Non dimenticheremo!
Non ci fermeremo!

 

Movimento indipendente Madri maggio

 

COMUNICATO DI AMNESTY INTERNATIONAL BRASILE
Anistia Internacional Brasil


Amnesty International chiede pubblicamente un'indagine immediata e indipendente sul massacro di almeno nove persone nella città di Belém (PA) nei quartieri di Terra Firme, Marco, Guamá, Jurunas e Sidereal la notte del 4 novembre.

Ci sono notizie che il massacro sarebbe stato commesso da poliziotti per vendicare la morte di un collega, membro della ROTAM – Rondas Ostensivas Táticas Metropolitanas – della polizia militare dello stato, avvenuto nella stessa notte. Ci sono prove che l'azione è stata convocata attraverso i social network.

Secondo quanto riferito dai residenti nel quartiere di Terra Firma, gli ingressi e le uscite del quartiere sono state chiuse durante l'azione criminale da veicoli ufficiali della polizia militare, impedendo ai residenti di far ritorno alle loro case. Uomini incappucciati e con armi pesanti a bordo di moto e auto non identificate hanno preso d'assalto case e ucciso diverse persone. Ci sono sospetti che il bilancio delle vittime possa essere superiore a quello ufficialmente riconosciuto dal governo dello stato fino ad ora.

Amnesty International chiede inoltre che il governo federale accompagni il caso e che le autorità di governo dello stato del Pará prendano tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza immediata dei residenti dei quartieri in cui si sono verificati gli omicidi. Allo stesso modo, anche la morte del poliziotto deve essere indagata.

Amnesty International esprime solidarietà alle famiglie di tutte le vittime.

CAMPANHA ‪#‎LutoPorBelém‬

CAMPANHA ‪#‎LutoPorBelém‬

#‎ChacinaDeBelém‬

Exigimos investigação imediata independente, com acompanhamento ativo do Ministério Público

e da Polícia Federal.

Exigimos Amparo, Assistência e Reparação Integral (Moral, Psicológica, Física e Material)

às Famílias das Vítimas!

 

Mães de Maio

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