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ECA/2: Il "vero" Statuto del Bambino e dell'Adolescente

di Eliane Brum*, pubblicato su El Pais il 28.09.15

traduzione Clelia Pinto e carlinho utopia

Questo testo è stato scritto a partire da fatti realmente accaduti quest’anno a Rio de Janeiro e da una ricerca sui commenti postati in rete su siti e social network su questi fatti, da quelli che si presentano come cittadini per bene o termini simili. Mentre lo Statuto del Bambino e dell’Adolescente (Estatuto da Criança e do Adolescente) è una legislazione criticata da settori della società e mai completata, l’ECA\2 è la legge non scritta ma integrata nel sistema e sostenuta dalle polizie e da parte della popolazione, la legge fuori dalla legge che regge la pratica quotidiana del paese.

ECA/2 di Eliane Brum

Se i bambini negri e poveri avessero imparato a leggere, non intralcerebbero il traffico con i loro corpicini scuri. Ma vanno in scuole pubbliche ben attrezzate, in strutture ben pianificate, circondate da giardini e campi sportivi, con insegnanti ben pagati e preparati, hanno il tempo prolungato, mensa con cibo nutriente e ben bilanciato e neppure così sanno leggere bene. Sprecano soltanto le tasse pagate dalla gente per bene come me. Preferiscono rimanere nelle loro baracche soffocanti, in vie piene di buche e senz’alberi, per cattivo gusto. È impressionante il cattivo gusto dei bambini poveri e negri, una cosa che viene dalla culla proprio, basta vedere come vestono male.

 

Per questo non capiscono lo Statuto del Bambino e dell’Adolescente. No, non quella sciocchezza approvata negli anni 90 da quel monte d’idioti che continuano a piagnucolare fino a oggi perché la dittatura ha torturato e ucciso qualche migliaio di comunisti. Ne ha ucciso fin troppo pochi! Sto parlando del vero Statuto del Bambino e dell’Adolescente, che non è stato fatto da gente che ha sprecato anni a studiare per proteggere i diritti umani dei teppistelli. Come se i bambini negri e poveri fossero umani. Sto parlando dell’Eca ("Estatuto da Criança e do Adolescente", lo Statuto del Bambino e dell'Adolescente, una delle leggi più ammirate e copiate in tutto il mondo, purtroppo ancor oggi non pienamente attuata) che vale, quello vero, della strada, la LEGGE in pratica.

 

L’altro,  quello ufficiale, è solo da mettere nelle biblioteche di quegli intellettualoidi di sinistra, perché si riempiano la bocca di porcheria politicamente corretta e possano esibirsi alle assemblee dell’ONU. Se questi ragazzini sapessero leggere e sapessero stare al loro posto, starebbero lì, vivi, a schizzarsi nelle fogne a cielo aperto, come solitamente amano fare. Visto che non ho lo stomaco per reggere la sporcizia nelle strade pubbliche, mi sono decisa a sistematizzare la legge in vigore e a fare il manuale del 2015, versione aggiornata, per vedere se la smettono di inzozzare l’asfalto con i resti dei loro cervelli. Una cosa ben didattica, ben semplice, perché anche una razza inferiore possa capirla. Darò un nome ad ognuno di loro, per vedere se è più facile farla entrare in quelle testoline piene di marijuana. Una cosa del tipo "ricordi il caso, lo associ alla legge, non fai cazzate", e tutto è risolto. Poiché l’anno prossimo ci saranno le Olimpiadi e non voglio che i gringos (ndt. espressione gergale per definire gli stranieri) pensino che qui non c’è legge, mi sono limitata a Rio de Janeiro. Se ognuno farà la sua parte per igienizzare la città, il Brasile potrà ancora brillare:

 

1) Legge Herinaldo: il bambino negro non può correre per strada

Perché mai un bambino dovrebbe correre, dimmi? Non c’è niente da correre. Undici anni e vai di corsa? Va’ a lavorare! Il poliziotto si spaventa con quel corpicino scuro e rinsecchito che va verso di lui e spara. Fatto, e il proiettile lo ha "trovato". (ndt È necessario spiegare il gioco di parole spesso utilizzato in Brasile riguardo ai "proiettili vaganti", responsabili di innumerevoli morti nel paese. L'espressione che definisce il "proiettile vagante" è "bala perdida", ossia "pallottola che si è persa". In Brasile si dice spesso che "le pallottole si sono perse, ma quasi sempre trovano lo stesso tipo di vittima: i poveri ed i neri). È appena successo, la settimana scorsa, a Herinaldo.

 

Aspetta, mi scappa da ridere. Ahh, ma dove prendono questi nomi, i poveri? HERINALDO, dimmi un po’ se uno può avere un futuro con un nome del genere. Herinaldo correva, s’è preso una pallottola. Bum, uno sparo nel petto. Dicono che stesse andando a comprare una pallina da ping pong. Certo, come no! Da quando in qua un negro sa giocare a ping pong? Stava andando a comprare del fumo. O era un corriere del traffico. Che poi... era una checca o un ragazzino, che  invece di affrontare la situazione da uomo s’è messo a urlare: Voglio la mia mamma! Mah! Quel che importa è che per questa mancanza di attenzione di Herinaldo il mio SUV è rimasto bloccato nel traffico.

Il favelado adora bloccare la strada, forse per invidia verso chi ha una macchina. Invece di insegnare ai loro aborti che un bambino povero non può correre, protestano. Il brasiliano è davvero sottosviluppato. Ecco perché il paese non va avanti. Per fortuna la Polizia Militare  ha distribuito bombe di gas lacrimogeni e ha fatto correr via quella banda di scimpanzé.

 

Ce l’ho fatta ad arrivare in tempo a pranzo, ma per un pelo. Rosinete cucina molto bene, è una negra con l’anima bianca, praticamente una di famiglia. Poi ho visto  il presentatore di Balanço Geral (ndt. trasmissione sensazionalista di cronaca nera, che tende ad esaltare l'azione eroica dei poliziotti in guerra contro il crimine) intervistare la madre del malefico. Il giornalista era proprio in vena. Dove si trovava la signora quando è successo? La donna ha detto che stava assistendo un anziano, vedi un po’. Invece di prendersi cura del figlio, tenerlo a casa, si dava da fare in casa d’altri. Diceva che stava lavorando, ma vai a sapere che fa davvero questa gente!

 

Poi il giornalista ha chiesto se Herinaldo era coinvolto con lo spaccio. La madre ha negato, ma le si leggeva in faccia che era così. Se non fosse stato per questo, perché correva? Per caso un bambino di undici anni corre per strada?

Herinaldo, 11 anni

24.09.15

Herinaldo, 11 anni, ancora un bambino ucciso dalla polizia pacificatrice 

Stava correndo per andare a comprare una pallina da ping pong, nella favela do Caju, a Rio de Janeiro. La sua corsa ha "spaventato" i poliziotti militari delle UPP che lo hanno ucciso a colpi di fucile.

Uso: l’applicazione più recente della legge numero 1 dell’ECA/2 si è verificata il 23 settembre 2015. Herinaldo Vinicius Santana, de 11 anos, è stato colpito al petto, in una favela di Caju, zona portuaria di Rio de janeiro.

 

Ti fa pena? Portatelo a casa tua!

 

2) Legge Cristian: l'adolescente negro non può giocare a calcio

 

Perché giocare a calcio? Guarda cos’ha in testa un furbetto di questi. Se un ragazzino ha 12 anni e vive in una favela piena di trafficanti, cosa fa? Gioca a calcio? No, se ne starà chiuso nella sua baracca, che ne so, vedendo i cartoni su una pay tv o giocando col tablet, visto che non gli piace studiare. Non si vantavano tanto di essere diventati "classe C" (ndt. classe media) comprando enormi tv a schermo piatto? Allora approfittane. Ci sono 40° in casa? Fatti un bagno nella vasca idromassaggio per abbassare gli ormoni!

Cristian, 12 anni

10.09.15

Cristian, 12 anni. Un altro bambino ucciso dalla polizia militare a Rio de Janeiro

Cristian stava giocando a pallone nel campetto della favela di Manguinhos. Negli ultimi dieci anni, più di 50 bambini sono stati uccisi dalla polizia a Rio de Janeiro

Ma no, questo progetto di delinquente pensa d’essere Neymar e se ne va a giocare a calcio. Da quando i ragazzini giocano a calcio in Brasile? E allora la polizia sta là, facendo il suo lavoro, cercando una bestia che aveva ucciso un poliziotto militare, un padre di famiglia, un lavoratore, e una pallottola finisce per "trovare" il ragazzino. È colpa di chi? Della polizia? Solo nelle teste bacate di quelli lì dei diritti umani. Se il ragazzino a quell'ora fosse stato al lavoro, non sarebbe successo nulla. Ma no, lui stava lì a giocare a calcio, prima di mezzogiorno. C’è in giro un deputato di sinistra che dice che il ragazzino quando ha sentito gli spari si è fermato per aiutare una vecchietta a proteggersi.

Ah sì, ora è diventato santo. Il fatto è: come farà la polizia a portare ordine in quel troiaio con questi vagabondi in giro?

 

E  la madre del ragazzino? Faceva la scena al funerale: “Svegliati, figlio mio, svegliati...”. Patetico, forse che la donna non sa mettere insieme quei due neuroni che ha in testa e non capisce che quello lì stava già all’inferno?

È soltanto uno, perché tanto scandalo? Per com’è ‘sto popolino deve avere altri tredici negretti a casa, tutti della stessa pasta, buoni per ricevere più "Bolsa Familia" (ndt. sussidi statali di povertà). Ma ecco che questa gentaglia protesta, altra confusione.

Quell’Amnesty International lì, che dovrebbe stare là in Siria, a prendersi cura di quei bambini bianchi, se ne esce con una nota che parla di “logica di guerra”. Quale guerra? È la legge. Eca/2 per ripulire il Brasile. Hai giocato a pallone all’ora sbagliata, la pallottola ti trova. Così semplice. Vuoi che ti faccia un disegno?

 

Uso: l’applicazione più recente della legge numero 2 dell’Eca/2 risale all’8 settembre 2015. Cristian Soares Andrade, di 13 anni, è stato colpito e ucciso nella favela di Manguinhos, a Rio de Janeiro

 

Ti fa pena? Portatelo a casa tua!

 

3) Legge Jesus: il bambino povero non può restare seduto di fronte casa

 

Cos’ha nella testa un bambino di dieci anni per star seduto sulla porta di casa se abita in una delle favelas del Complexo do Alemão. No, davvero, dimmi. Niente, non ha niente in testa. O meglio, non aveva. Ora ha un proiettile. I poliziotti lì, a fare il loro lavoro, che è uccidere delinquenti, e il ragazzino là, a disturbare l’operazione. E là la madre, un’altra di quelle belle tipine, comincia a urlare contro il poliziotto. Se la donna si mette a far casino, l’agente della legge deve certamente puntarle l’arma in faccia. Non vorrai mica che se ne stia zitto, come una femminuccia? E la donnaccia urla: “Puoi uccidermi! Puoi uccidermi che già hai distrutto la mia vita!”

La donna è proprio un animale isterico, no? E queste qui, di favela, mostrano bene che sono nate nella fogna. Se ero io, che ho la testa calda, gli mettevo subito una pallottola in corpo e ne approfittavo per seppellire madre e figlio nella stessa buca, che il cimitero non ce la fa più con questa piantagione di negri a mezzo palmo da terra.

 

Se quella non fosse stata spaparanzata sul divano a guardare la tv, si sarebbe accorta che il figlio stava seduto dove non doveva. O la porta di casa è un luogo dove un bambino può sedersi a giocare? Ma no, sta là, distratta da una telenovela o qualche altra scemenza, e poi si lagna: “Quando l’ho visto, una parte del cranio di mio figlio stava nel soggiorno”.

 

Se fossi stata attenta, non ci sarebbe finito, è tanto semplice. Disse che lavora come domestica... che ci stava facendo a casa a fine pomeriggio, allora? E altri poveri a bloccare il traffico per protestare. E quelli dei diritti umani a rompere le palle. Questo paese sta diventando insopportabile. Se non fossi così patriota, me ne andrei subito a Miami e voterei pure Donald Trump, un uomo che metterà le cose al posto giusto dopo aver disinfettato la Casa Bianca da quei negri. Ma no, sono brasiliana, con molto orgoglio e farò la mia parte per spazzar via questo branco di negri da qui.

Eduardo Ferreira

08.04.15

Pasqua di morte senza resurrezione nella favela Complexo do Alemão

2 aprile 2015, Complexo do Alemão, Rio de Janeiro. Eduardo Ferreira aveva 10 anni e sognava di fare il pompiere. Un poliziotto militare lo ha freddato con uno sparo alla testa sulla porta di casa 

Senza contare che, e non ho paura, dico proprio la verità, in faccia a chiunque: se questo ragazzino non si fosse beccato una pallottola, da qui a due anni sarebbe stato un bandito. La madre ha detto che voleva fare il pompiere. Ahhh...! Due anni al massimo e già era un piccolo pusher. Se in qualche modo doveva comunque morire, almeno è morto senza aver fatto del male a nessun cittadino per bene. In questo caso non è né una pallottola che si è "persa", né una che l'ha "trovato": è una pallottola preventiva.

 

Uso: L’ultima applicazione conosciuta della legge numero 3 dell’ECA/2 risale al 2 aprile 2015. Eduardo de Jesus Ferreira, di dieci anni, è stato colpito alla testa sulla porta di casa nella favela Complexo do Alemão, nella zona nord di Rio de Janiero.

 

Ti fa pena? Portatelo a casa tua!

 

4) Legge Alan: un adolescente povero non può giocare con il cellulare

Alan, 15 anni

04.03.15

Il ragazzino che filmando la propria morte ha smascherato la farsa assassina della polizia militare

Alan, un giovane di 15 anni della favela Palmeirinha di Rio de Janeiro, filma inconsapevolmente la propria morte per mano della PM di Rio

Questo è un altro caso di un'ovvietà urlante. Ma poiché dobbiamo spiegare tutto, facciamolo. Tre ragazzini che giocano con un cellulare in una favela, in groppa a delle biciclette. Cosa pensa un poliziotto? Che stanno facendo qualcosa di male, chiaro.  Con certezza le bici sono state rubate e anche il cellulare. Poi, uno di loro corre. Cosa fa un buon poliziotto? Spara, chiaro. E non spara per lasciarti invalido, ché non è un uomo crudele, spara subito per uccidere, ché lo stato non ce la fa più a dare aiuti per invalidità del genere. Che poi, è il sogno di questa gente. Aver un figlio ferito dalla polizia in modo da continuare a succhiare dalle tette dello stato senza aver bisogno di lavorare. Il ragazzino, colpito, cade a terra.

 

Il poliziotto, ben educato, chiede all’amico rimasto vivo: “Perché stavate correndo?”. Il ragazzino, uno di quei venditori ambulanti di mate che assediano i turisti in spiaggia, dice “Stavamo giocando, signore”. Ecco fatto, subito quelli dei diritti umani fanno di questa frase uno slogan, va a finire persino sui giornali all’estero. Per questo un cellulare non può stare in mano a un negro. Cominciano a sentirsi persone e iniziano a filmare di tutto, persino la propria morte.  Son qui che penso se non sarebbe meglio fare un paragrafo extra per questa legge, proibendo al negro e povero di usare il cellulare. Vedremo.

Uso: l’ultima applicazione della legge numero 4 dell’ ECA/2 risale al 20 febbraio del 2015. Alan de Souza Lima, 15 anni, ucciso dalla polizia nella favela Palmeirinha,  a Honório Gurgel, suburbio  di  Rio de Janeiro.

 

Ti fa pena? Portatelo a casa tua!

 

5) Legge della Circolazione del PN: il Povero e il Negro minorenne non possono prendere l’autobus per andare in spiaggia nella zona sud

 

A questa non ho dato neanche un nome perché 'sti delinquenti sono così tanti che la lista sarebbe lunga chilometri. Chi ama le leggi lunghe è intellettuale. L’ECA/2 è semplice, bianco su nero. Sopra il nero! Qualsiasi scemo lo riesce capire. Il tizio sale sull’autobus lì nel bucodiculo dove vive, senza un soldo in tasca, mal vestito o addirittura senza maglietta, cosa che nessun caldo giustifica, e vuole andare in spiaggia nella zona sud di Rio.

(ndt. La zona benestante sul lungomare delle spiagge più famose, Copacabana, Ipanema Leblon...) A far cosa lì? A rapinare, ovviamente. E allora cominciano quelle lagne ch’è solo una minoranza che commette furti e rapine, che il resto del branco di negri vuole solo divertirsi in spiaggia.

 

Apartheid Carioca/1 - clicca e vai al link
Apartheid Carioca/2 - clicca e vai al link

Si, impietosiamoci adesso. Anche se fosse, come si fa a saperlo? Non si dice sempre che bisogna prevenire il crimine? Allora, ecco. Se non è la polizia è la gente per bene come me che deve fare valere la legge. Porto mio figlio, mio nipote, tutti ragazzi forti, palestrati, ragazzi per bene e prendo sti teppistelli per il collo e li faccio scendere dal bus. Li ributtiamo tutti là, di ritorno alla fogna da cui non avrebbero mai dovuto uscire. Poi ci facciamo una doccia con l’alcol, per decontaminarci.

 

Cosa ci deve fare un negro a Leblon, Ipanema, Copacabana, dimmi? Vorrà fare un bagno, giocare a beach volley, divertirsi? Da quando gli schiavi vanno in spiaggia? Anche se non rapinano, questi ragazzini rovinano la cartolina di Rio con quelle loro facce schiacciate.

 

Il gringo viene qui a spendere i suoi dollari per vedere la ragazza d’Ipanema, biondina, con occhi azzurri. E le mulatte là, in quell'altro posto che sappiamo bene dov’è e a che serve. Se ognuno sapesse stare al suo posto, tutto si risolverebbe. Il problema del Brasile di oggi è che queste creature non sanno più qual è il loro posto. Ma noi glielo spieghiamo, per benino, con una buona presa al collo, collaborando con il lavoro della polizia, che non ce la fa più con tanti poveri che vogliono andare in spiaggia.

 

Il nero esce, il bianco resta. Ho invertito il nome di quel film! (ndt. il riferimento è al film "Branco Sai, Preto Fica" -Il bianco esce, il nero resta- di cui Eliane Brum ha già parlato in quest'articolo, tradotto e pubblicato sul nostro sito).

 

Personalmente, tra l'altro, farei un paragrafo unico su questa legge qui, la numero 5: gli autobus per i poveri possono uscire dalla favela solo per portarli al lavoro. Il tizio deve esibire il libretto di lavoro registrato a un poliziotto all’entrata del 474 (ndt. una linea di autobus che dalla periferia vanno in direzione della Zona Sud, preso di mira nelle ultime settimane dalle retate selettive dei poliziotti e dai "giustizieri" della Zona Sud) e può salire, con timbro per uscire e timbro per tornare, firmato dal padrone. Orario determinato, tutto lì ben sistemato, carta canta, come si dice. Al di là di questo, se il negro viene preso a zonzo per la zona sud, va in galera.  In questo devo togliermi il cappello per i paulisti (ndt. abitanti di San Paolo). Non mi piacciono molto i paulisti ma sanno fare le cose bene quando vogliono. Non è stato lì quel.., come si chiama?

Ah sì, il Rolezinho  (ndt. letteralmente "giretto, passeggiata"), solo un negro può inventare un nome così idiota. Allora. Questa gente pretendeva di passeggiare allo Shopping Center. E in gruppo, come fosse una moda da adolescenti, questa d’andare in gruppo. Polizia per loro! Più di tre ragazzini negri in un centro commerciale è una rapina e basta. Torna alla favela! Vuoi usare capi firmati? Guardati ragazzino! Non c’è firma che pulisca la tua faccia nera, né scarpa da tennis di marca che possa renderti uguale a noi. Per loro repressione e si risolve tutto. Anche a Rio la gente per bene sa risolvere le cose, questo fine settimana è stato una bellezza. Perquisizioni di massa per questa gentaglia povera!

 

Uso: La più recente applicazione della Legge di Circolazione del Povero e Negro è stata in questo fine settimana ma può essere che la si stia applicando anche in questo esatto momento. Quando i brasiliani sono d'accordo con una legge è come l’influenza: la prende subito e la contagia.

Minorenni neri fermati nelle retate sui bus di Rio nel fine settimana

Ti fa pena? Portatelo a casa tua!

 

E qui la conclusione dell’ECA/2, un insieme di cinque leggi semplici, chiare e obiettive. Spero di aver collaborato a tranquillizzare i turisti che verranno per le Olimpiadi 2016 a vedere le nostre bellezze, a conoscere il nostro popolo cordiale e le meraviglie della nostra terra allegra e ospitale.

 

Com’è lo slogan delle Olimpiadi? “Siamo tutti Brasile?”
Wow!

 

Questo testo è stato scritto a partire da fatti realmente accaduti quest’anno a Rio de Janeiro e da una ricerca sui commenti postati in rete su siti e social network su questi fatti, da quelli che si presentano come cittadini per bene o termini simili. Creare questo testo in prima persona, unendo in una sola voce i principali argomenti in circolazione, è stato un tentativo di rendere visibile questo discorso di odio. Non nella forma abituale, già banalizzata, ma a partire dalla sua dislocazione verso un luogo dove è estraneo. E così produrre estraniamento e disturbo.

 

Dislocando questo discorso di odio, mettendolo in questo spazio, forse sarà più difficile banalizzare l’orrore che esce dalla bocca dei brasiliani nelle strade, reali e virtuali, con spaventosa facilità. Diventa anche più difficile accettare come libertà di espressione un discorso che legittima uno stato che agisce al di sopra della legge, criminalizzando poveri e neri, rendendo naturali il loro assassinio e la violazione dei loro diritti da parte delle forze pubbliche che dovrebbero proteggerli.

 

Mentre lo Statuto del Bambino e dell’Adolescente (Estatuto da Criança e do Adolescente) è una legislazione criticata da settori della società e mai completata, l’ECA\2 è la legge non scritta ma integrata nel sistema e sostenuta dalle polizie e da parte della popolazione, la legge fuori dalla legge che regge la pratica quotidiana del paese.

 

Dicono che annunciare l’ironia la rovina. Fino a un po’ di tempo fa sarei stata immediatamente d’accordo con questa affermazione. Non più. Oggi, bisogna avvertire, perché come già è successo ad altri giornalisti c’è chi potrebbe identificarsi tanto con questo discorso da farne una lettura letterale e credere ch’io abbia finalmente “visto la luce”. Per queste persone e per i loro simili, quel che è denuncia si convertirà in difesa dell’odio, del razzismo, del linciaggio e della giustizia sommaria. E così verrà replicato. Non posso correre questo rischio in tempi così difficili. Usando gli strumenti dell’ironia e della parodia cerco di denunciare chi crede in questo discorso e lo dissemina.

 

Se ti sei identificato con il testo è anche te che sto denunciando. E forse una delle frasi è la riproposizione di uno dei tuoi commenti su internet. In questo caso spero sia rimasto qualcosa di vivo dentro te perché tu abbia la possibilità di vergognarti.

 

Questi quattro bambini sono stati uccisi a Rio de Janeiro nel solo corso di quest’anno, il 2015: correndo, giocando, facendo una partita di calcio, stando seduto sulla porta di casa.  E questi sono solo quelli che sono diventati una notizia per la stampa. Herinaldo, Alan, Cristian, Jesus.

 

Herinaldo, Cristian, Alan, Eduardo Jesus

L’immagine del bambino siriano portato a riva dalle onde del mediterraneo ha obbligato l’Europa a guardare la tragedia di quelli che fuggivano in cerca di rifugio. E, nel guardarla, a far proprio questo dolore. A rimanerne coinvolti. Lo choc ha avuto impatto politico.

 

L’immagine del corpo martoriato dai proiettili di Herinaldo, Christian, Jesus e Alan, però, non sembra aver la forza di impedire il perpetrarsi del genocidio dei bambini e dei giovani neri e poveri del Brasile. I loro corpi sono svuotati di umanità e diventano oggetti, resti quotidiani che non provocano più stupore, se non negli stessi di sempre. Al massimo proteste delle favelas, accolte con bombe di gas lacrimogeni dalla polizia e con dimostrazioni di irritazione da parte degli automobilisti, che non vogliono corpi di bambini che blocchino il traffico.

 

Rimango a chiedermi: su che spiaggia i piccoli corpi di questi brasiliani debbono arrivare per esser visti? Sulle spiagge della zona sud carioca so già che non serve.

Eliane Brum

Eliane Brum

 

è nata a Ijuí, nel sud del Brasile, nel 1966. Scrittrice, reporter e documentarista, vive ad Altamira, città amazzonica nella quale si è stabilmente trasferita nel 2017. Ha vinto moltissimi premi nazionali e internazionali di giornalismo ed è la reporter brasiliana più premiata della storia.

Nel 2021 è stata tra le vincitrici dell'antico e prestigioso Premio Cabot di giornalismo della Columbia University. In Brasile, nel 2019, con il suo libro “Brasil, Construtor de Ruínas: um olhar sobre o país, de Lula a Bolsonaro”, ha vinto il Premio Vladimir Herzog de Anistia e Direitos Humanos, che riconosce il lavoro di giornalisti, reporter fotografici e disegnatori che attraverso il loro lavoro quotidiano difendono la democrazia, la cittadinanza ed i diritti umani.

Collabora con El País e The Guardian. Ha pubblicato un romanzo, "Uma Duas" (2011), ed altri sette libri. Ad ottobre del 2021 ha pubblicato la sua ultima opera "Banzeiro òkòtó: Uma viagem à Amazônia Centro do Mundo". I suoi libri sono stati tradotti in diversi paesi. In Italia ha pubblicato “Le vite che nessuno vede” (Sellerio 2020) ed un suo testo in "Dignità! Nove scrittori per Medici senza Frontiere" (Feltrinelli 2011).

 

Site: elianebrum.com | Twitter, Instagram e Facebook: @brumelianebrum

 

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