13 maggio 2014
#15M I "NO COPPA" TORNANO IN PIAZZA!
"Giornata Internazionale di Resistenza alla Coppa del Mondo FIFA"
Il "Manifesto del 15 maggio" sottoscritto da movimenti sociali e attivisti chiama alla mobilitazione ad un mese esatto dal calcio di inizio dei Mondiali. In 11 punti, tanti quanti i giocatori di una squadra, le ragioni della protesta.
Pubblicato sul sito del Comitê Popular da Copa de São Paulo
traduzione Carlinho Utopia
COPPA DEL MONDO SENZA POPOLO, SCENDIAMO NUOVAMENTE IN PIAZZA!
Il Manifesto del 15 maggio
Il Comitato Popolare di San Paolo per la Coppa del Mondo FIFA, un'articolazione orizzontale composta da movimenti sociali, collettivi e singoli attivisti, sta denunciando le violazioni dei diritti umani fondamentali fin dal 2011, rafforzando la resistenza contro la violenza dello Stato, intensificata dalla Coppa del Mondo FIFA 2014. A San Paolo, alle 17:00 (ora di Brasilia) del 15 maggio, "Giornata internazionale di Resistenza alla Coppa del Mondo FIFA", i gruppi firmatari di questo appello scenderanno in piazza. Il concetramento sarà in Praça do Ciclista (Av. Paulista, n.2400). In questo manifesto, i motivi della nostra lotta e quello che vogliamo; a un mese dall'inizio della Coppa del Mondo, siamo in piazza ancora una volta per rivendicare i nostri diritti, e tra loro la nostra libertà di espressione.
Mettiamo in campo le nostre 11 rivendicazioni:
1) Vogliamo ricordare che le vittorie popolari sono sempre una conquista delle piazze, attraverso scioperi, proteste, occupazioni o altri modi legittimi di manifestazione e di azione politica. La libertà di espressione, manifestazione e riunione costituisce un diritto democratico fondamentale (Costituzione Federale - articolo 5). 50 anni dopo il colpo di stato dei militari e degli industriali, la libertà di espressione è ancora minacciata, limitata, vietata o anche relativizzata in nome dell' "ordine pubblico". Per poter difendere i nostri diritti e contestare l'attuale regime capitalistico, è necessario prima di tutto che il diritto di occupare le strade pubbliche, venga garantito.
La risposta violenta ed autoritaria dello Stato ai conflitti sociali, presentando le forze politiche come unico 'soggetto mediatore', oltre ad inasprire questi conflitti, viola le libertà civili e politiche, intimidendo le persone per ridurle al silenzio e imponendo a tutti un'unica visione del mondo. In tre anni di mobilitazione contro la Coppa del Mondo, non c'è stata alcuna apertura al dialogo e nessuna proposta di riparazione dei diritti violati da parte dei governi municipali, statali e federali, nonostante l'elevato numero di incontri e di audizioni pubbliche nelle quali abbiamo chiesto informazioni sui progetti e più partecipazione popolare nelle decisioni. OGGI, LA LIBERTA' DI MANIFESTARE PRIMA, DURANTE E DOPO LA COPPA DEL MONDO È LA NOSTRA PRIMA E PIU' IMPORTANTE BANDIERA, e per essa torneremo per le strade, battendoci per i nostri diritti.
La minaccia di limitare il diritto di espressione è presente in numeros progetti di legge che si muovono tra il Congresso e la Magistratura, come il PL 508 e PL 499. Nel momento in cui si ci appresta a votare progetti che caratterizzano il reato di terrorismo e limitano il diritto alla libera espressione, non solo le manifestazioni che mettono in discussione la Coppa del Mondo FIFA ad essere minacciate. Con un solo tratto di penna, tutti i movimenti sociali possono finire classificati come terroristi, in un chiaro tentativo di mettere a tacere le voci della piazza attraverso la criminalizzazione delle lotte popolari. Condanniamo e chiediamo l'archiviazione immediata di tutti i progetti di legge che creano uno stato di eccezione dentro la democrazia.
2) E 'impressionante l'avanzata del braccio armato dello Stato in tutte le sfere di governo: dalla Guarda Civil Metropolitana (GCM) alla Força Nacional de Segurança (FNS) e alle Forze Armate, passando per la polizia militare (PM), con le sue pratiche da dittatura e, al pari suo, la polizia "civile", tutti ricevono contributi miliardari in equipaggiamenti e armi, infrastrutture, nuove truppe, soldati, sorveglianza e monitoraggio. L'investimento di 2 miliardi di dollari per la sicurezza dei mega-eventi è, tra tutti i costi, quello che più spaventa: contro quale nemico tutto questo verrà utilizzato?
Abbiamo assistito a scene di violenze e torture a cielo aperto che hanno visto protagonista la Polizia Militare, fino dal giugno 2013, con arresti di massa di manifestanti, tra cui un'indagine del DEIC, che ha già interrogato più di 300 persone per aver preso parte a manifestazioni e ha ordinato decine di convocazioni nelle stazioni di polizia nelle ore esatte delle proteste. La creazione di tribunali "speciali" per giudicare più rapidamente i manifestanti che saranno arrestati, o anche per giudicare gli scioperanti (colpendo quindi le lotte dei lavoratori), è già stata annunciata. Lottare non è un crimine! Chiediamo la fine degli interrogatori politici e dei tribunali speciali, in nome della garanzia del diritto ad una ampia difesa e per il diritto di sciopero, che sono entrambi nella Costituzione!
Per le strade, la Polizia Militare Impedisce il diritto alla libera espressione ed esegue "arresti preventivi per indagini", violando la Costituzione federale del 1988. Non abbiamo bisogno della scorta della PM, con un poliziotto per ogni manifestante, così come è diventato ormai pratica comune durante le manifestazioni. Terrorista è lo Stato! La nostra protesta è pacifica e la nostra lotta è legittima! Noi non staremo in silenzio! Chiediamo la smilitarizzazione della polizia, fattore determinante per costruire una società più giusta e democratica, lasciandosi alle spalle le ombre di uno stato autoritario e criminale.
3) La minaccia autoritaria è consolidata attraverso norme già in vigore, come la Legge Generale della Coppa, approvata nel 2012, che permette la creazione di zone di esclusione di 2 chilometri intorno gli stadi e aree ufficiali di vendita. In questi siti, solo gli sponsor ufficiali potranno commercializzare prodotti (tutelati da un cordone di militari), in seguito a un decreto comunale dell'aprile 2014 che ha vietato il lavoro dei venditori ambulanti non autorizzati nelle zone di esclusione della FIFA (a Itaquera, zona stadio e centro cittadino).
Significa que per circolare in queste aree, è necessario avere un biglietto o un pass emesso dalla FIFA e che il controllo delle aree pubbliche sarà effettuato dagli sponsor, che hanno vinto le aste per le trasmissioni pubbliche delle partite: la privatizzazione dello spazio pubblico è già una realtà.
Questo apparato istituzionale obbedisce ad un unico interesse: garantire il monopolio ed i profitti alle 20 imprese sponsor e alla FIFA, privatizzando lo spazio pubblico per escludere le persone in una operazione di igienizzazione senza precedenti. A 138.000 venditori ambulanti sarà vietato lavorare durante l'evento, correndo seri rischi di finire in galera se cercassero di farlo. Chiediamo il diritto al lavoro per i venditori ambulanti, prima, durante e dopo la Coppa del Mondo, con spazi uguali a quelli concessi alle Fan Fest gestite dalle imprese sponsorizzatrici!
4) Come se non bastassero le precarie condizioni di lavoro nel settore delle costruzioni, con una media di un lavoratore morto al giorno (471 nel 2011), 12 operai sono morti nei cantieri degli stadi negli ultimi tre anni. A São Paulo, Odebrecht è responsabile per la morte di tre operai alla Arena Itaquerão, in quanto la fretta di terminare il lavoro già in ritardo è stata più importante della sicurezza dei lavoratori.
Il Ministero del Lavoro ha recentemente affermato che se non si fosse trattato di opere per la Coppa del Mondo, i lavori in quello stadio sarebbero già stati interrotti per mancanza di condizioni di sicurezza. Esigiamo vitalizi per le famiglie degli operai morti o resi disabili a causa degli incidenti sul lavoro, oltre alla responsabilizzazione delle imprese di costruzione!
5) Senza dialogo e una sola udienza pubblica, circa 250 mila persone sono state rimosse forzatamente dalle loro case o sono ancora minacciate di esserlo a causa dei mega-eventi in Brasile. A São Paulo, ogni giorno, sgomberi, sfratti e incendi dolosi nelle favelas, permettono l'avanzata della speculazione immobiliare sulla vita di migliaia di famiglie e profitti milionari per le imprese di costruzione civile che hanno beneficiato della Coppa del Mondo. L'eredità lasciata dalla Coppa agli abitanti del quartiere di Itaquera è un forte aumento degli affitti e il conseguente esodo dei suoi residenti in zone più lontane.
Ma su un altro piano, nuove occupazioni popolari di spazi e terre dimostrano la resistenza a questo processo e la dimensione del deficit abitativo della città, che ha oltre 5 milioni di cittadini senzatetto o che vivono in condizioni precarie. Chiediamo la ricollocazione immediata e "chiavi in mano" in strutture decenti, di tutte le famiglie sfrattate e la fine di tutti gli sgomberi e delle rimozioni forzate fino a quando il diritto alla casa non sarà garantito per tutti loro!
6) A São Paulo, circa 20 mila persone vivono senza fissa dimora e subiscono violenze ogni giorno nelle strade della città, da parte della polizia urbana e di quella militare: i loro poveri beni vengono confiscati e vengono deportati in strutture che assomigliano più a dei campi di concentramento, in condizioni inadeguate e precarie di nutrizione, igiene e alloggio. Con la Coppa del Mondo, lo Stato vuole sbarazzarsi dei senzatetto nel centro della città, e la repressione nei loro confronti cresce di giorno in giorno.
Il popolo dei senzatetto è il primo eliminato della Coppa del Mondo! Chiediamo la fine della violenza istituzionale contro i senzatetto, il diritto di entrare e uscire liberamente e il diritto di rimanere in spazi pubblici. Così come chiediamo politiche pubbliche per dare loro lavoro e alloggi dignitosi.
7) Migliaia di bambini, adolescenti, donne e la popolazione LGBT subiscono abusi fisici nelle reti di sfruttamento sessuale e di tratta di esseri umani. Con la Coppa del Mondo, il turismo sessuale è in aumento e ci sono già state segnalazioni di bambini che si prostituiscono nella zona dello stadio Itaquera. Chiediamo serie politiche di prevenzione e di lotta contro lo sfruttamento sessuale e la tratta di esseri umani, con campagne nelle scuole pubbliche, alberghi, aree stadi e luoghi turistici, inclusa l'abilitazione dei professionisti del turismo e della rete alberghiera ed il rafforzamento delle politiche di promozione dei diritti delle donne, dei bambini, degli adolescenti e LGBT.
8) Presentato come il maggior beneficio che la Coppa del Mondo avrebbe portato alla popolazione brasiliana, l'investimento nei trasporti urbani non è stato altro che una delle innumerevoli violazioni dei diritti causata dal mega-evento.
Più di 60 progetti di mobilità urbana sono stati promessi tra il 2010 e il 2013 alle città ospitanti della Coppa del Mondo. Più di un terzo d'essi è stato tagliato fuori dalla lista dei governi, lasciandone in vita solo 42. Significa che si è impedito di investire quasi 3 miliardi di reais.
Ma le risorse pubbliche destinate agli stadi di calcio seguono una direzione opposta: dagli iniziali 5,6 miliardi si è arrivati vertiginosamente a più di 8 miliardi di dollari! Chiediamo investimenti pubblici per promuovere un trasporto pubblico e di qualità, per soddisfare le esigenze quotidiane dei lavoratori ed il diritto alla città per tutti. Un trasporto gratuito!
9) La FIFA è stata omaggiata dal Congresso Nazionale con una legge che le concede, insieme ai suoi partners commerciali, l'esenzione fiscale totale che porterà alla sola FIFA profitti per un valore stimato di 10 miliardi di reais. Chiediamo la cancellazione di questa legge e una udienza pubblica sul debito ai tre livelli di governo, in modo che vengano resi noti e pubblicati tutti i dati relativi alla spesa pubblica nei mega-eventi e mega-progetti e il debito che comporteranno per la comunità provocato dalla Coppa del Mondo FIFA. Noi non pagheremo per questo!
10) Con la Coppa del Mondo, il calcio moderno è diventato sempre più una cosa per le élite ed inaccessibili alla stragrande maggioranza della popolazione. Gli stadi sono stati trasformati in arene che sembrano più centri commerciali, con i biglietti costosi e l'imposizione di un nuovo modo di sostenere la tua squadra, senza bandiere e strumenti a percussione, un processo che taglia fuori la presenza dei tifosi organizzati popolari. La polizia ha iniziato a sperimentare i suoi equipaggiamenti "non letali" e le apparecchiature di sorveglianza proprio durante le partite di calcio e contro le tifoserie. Noi non vogliamo essere solo consumatori di calcio attraverso la televisione, né trattati come criminali! Vogliamo prezzi popolari e rispetto per le tifoserie organizzate e la fine della loro criminalizzazione. Il calcio è il nostro, non della CBF o della FIFA!
11) La trasmissione delle partite e la copertura televisiva della Coppa del Mondo è stata data in esclusiva alla Rete Globo, partner della FIFA, che beneficerà quindi di esenzioni fiscali ed il monopolio nella gestione delle Fan Fest. Questa rete televisiva che è nata e si è arricchita durante la dittatura militare e conserva da allora la concessione pubblica per "informare" la popolazione. Malgrado sia colpevole di evasione fiscale beneficia di fondi pubblici, e intanto manipola i fatti per mantenere il controllo sociale e il potere delle imprese inserzioniste pubblicitarie.
Chiediamo la democratizzazione dei mezzi di comunicazione, a cominciare dalla revisione delle sue leggi di regolamentazione, tra cui la revisione della legislazione attuale in materia di radio comunitarie, perchè realmente la comunicazione sia un diritto umano, che dia voce ad una diversa, popolare e libertaria realtà del popolo brasiliano. Difendiamo il rispetto di tutti i media-attivisti e della stampa popolare indipendente.
#COPA SEM POVO: TO NA RUA DE NOVO
#COPA PRA QUEM? #COPA DAS TROPAS #VAI TER LUTA NA COPA
PRIMI FIRMATARI:
COMITÊ POPULAR DA COPA – SP
AIA – Ação Imediata Anarquista
Assembleia Nacional dos Estudantes Livre (ANEL)
Bloco Saci do Bixiga
Casa Mafalda
Central de Movimentos Populares – CMP
C.A. 22 de Agosto – Direito PUC-SP
C.A. XI de Agosto – Centro Academico de Direito da USP
CAASO – Centro Acadêmico de São Carlos
C.A. Barão do Rio Branco – Relações Internacionais PUC-SP
C.A. Benevides Paixão – Jornalismo PUC-SP
C.A.BIO – Centro Acadêmico de Biologia da USP
C.A. de Ciências Sociais da USP – CEUPES
C. A. Clarice Lispector – Letras PUC SP
C.A.F – Centro Acadêmico de Filosofia da USP
C.A.L.C – Centro Acadêmico da ECA da USP
C.A.F.B – Centro Acadêmico de Farmácia da USP
C.A. Luiz Eduardo Merlino – História USP
C.A.MAT – Centro Acadêmico de Matemática da USP
C.A.O.C – Centro Acadêmico da Medicina da USP
C.A. Psicologia PUC-SP
C.A. de Relações Internacionais – GUIMA
Centro Gaspar Garcia de Direitos Humanos
Coletivo Ampliações
Coletivo Análise da Conjuntura
Coletivo Comboio
Coletivo Desentorpecendo A Razão – DAR
Coletivo de Gênero Violeta Parra
Coletivo Feminista Yabá
Comissão de Direitos Humanos do Sindicato Advogados de SP
Comissão Nacional dos/as Ambulantes
Companhia Anônima de Teatro
Comunas – Comunidade Unidas da Zona Leste
Comunidades Espraiada
Comitê pela Desmilitarização da Policia e da Política
Construção Coletiva
Diretório Central dos Estudantes Livre (DCE) da USP
ECLA – Espaço Cultural Latino Americano
Espaço Cultural Mané Garrincha
Espaço Povo Forte
Família Rap Nacional
Frente LGBT da FMU
Greenpeace
IBRAT – Instituto Brasileiro de Transmasculinidade
Insurgência – Corrente do PSOL
Literatura Nômade
Mídia Negra
Moinho Vivo – Favela do Moinho
Movimento Luta Popular
Movimento Palestina para Todas/os – MOPAT
Movimento por uma Universidade Popular – MUP/SP
Núcleo de Direito à Cidade – USP
NULA – Núcleo Libertário Anarquista
OcupAção
Organização Anarquista Socialismo Libertário (OASL)
Pastoral da Juventude de Itaquera
Rádio Várzea Livre
RUA – Juventude Anticapitalista
SEFRAS – Serviço Franciscano de Solidariedade
StreetNet Internacional
Tribunal Popular
União dos Movimentos de Moradia
Alessandra Teixeira – Pesquisadora Unesp e IBCCRIM.
Daniel Hirata – NECVU-UFRJ
Elaine Ruas – Defensora Pública
Gabriel Feltran – NaMargem UFSCar
Givanildo da Silva (Giva) – militante do PSOL
Laila Manuelle – Independente
Luciana Itikawa – arquiteta e urbanista
Moreno Dias Nunes da Silva
Paloma Klisys – escritora
Paulo Malvasi – antropólogo
Pedro Ribeiro Nogueira – jornalista
Vera Telles – professora do Departamento de Sociologia – USP