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Writer's pictureEliane Brum

Tre corpi, 18 proiettili

C'è sangue umano nella carne del tuo piatto. Sangue dei difensori dell'Amazzonia

di Eliane Brum* El País, 19.01.22

José Gomes, Márcia Lisboa e la loro figlia 17enne Joene
José Gomes, Márcia Lisboa e la loro figlia 17enne Joene

Al primo brindisi del 2022, allo scoccare della mezzanotte, coloro che si battono contro l'estinzione dell'Amazzonia sapevano che era solo questione di tempo e la prima vittima dell'anno nuovo sarebbe caduta. Ogni brindisi all'essere vivi è stato reso amaro dal pensiero per quelli che sono morti nel 2021 e a quelli che moriranno ancora. Chi cadrà? Quanti saranno? Quale dei fronti di lotta subirà il primo attacco? Come sopportare un anno più devastante del precedente, quando più di 10.000 km² di foresta tropicale sono scomparsi, la più grande deforestazione in 14 anni? E poi è arrivata la notizia. Padre, madre e figlia, ambientalisti, erano stati uccisi. I loro corpi sono stati trovati il 9 gennaio, ma lo stato di decomposizione indicava che erano stati giustiziati giorni prima.


José Gomes, Márcia Lisboa e la loro figlia 17enne Joene si occupavano della protezione delle tartarughe marine a São Felix do Xingu. Con 2,4 milioni di capi di bestiame, questa città amazzonica possiede la più grande mandria del Brasile, che è anche il più grande esportatore di carne bovina del mondo. Questo significa che per ognuno dei 136.000 abitanti di São Felix do Xingu ci sono quasi 18 bovini che saranno convertiti in proteine animali per la Cina, principalmente, ma anche per gli Stati Uniti e altri paesi. Significa anche che gran parte della foresta è stata sradicata e bruciata per il pascolo.


Negli ultimi quattro decenni, 62 persone sono state uccise a causa di conflitti per la terra solo in questo comune. Tutti gli omicidi - 100% - sono rimasti impuniti. Nel primo massacro amazzonico di quest'anno, non è stato rubato nulla. C'erano 18 bossoli sulla scena del crimine. Ma, fino al momento della pubblicazione di questo articolo, la polizia non ha ancora nessuna pista sul triplo omicidio.


Con l'impulso dato da Jair Bolsonaro, che lunedì ha celebrato una riduzione dell'80 per cento delle sanzioni per i danni all'ambiente, la deforestazione è fuori controllo a São Félix, come in tutta l'Amazzonia, e si stava avvicinando sempre più alla zona dove viveva la famiglia. A Natale, gli allevatori di bestiame hanno festeggiato il ritorno della Cina all'importazione di carne bovina brasiliana, dopo mesi di sospensione. Nei primi cinque giorni di gennaio, le esportazioni totali sono già aumentate di un terzo rispetto all'anno precedente: 7,2 tonnellate al giorno.


Solo un'indagine rigorosa potrà dimostrare se l'ovvio legame tra l'aumento delle esportazioni di carne bovina e la violenta pressione per espandere i pascoli in Amazzonia sia stato il fattore scatenante. Questo è ciò che più di 50 organizzazioni in Brasile stanno chiedendo a gran voce, sapendo che questo è l'anno del tutto o niente per Bolsonaro e il suo gruppo, che si sta allontanando sempre più dalla rielezione in ottobre.


Chi mangia carne proveniente dall'Amazzonia - o da animali nutriti con soia amazzonica - dovrebbe voler sapere se c'è sangue umano nel suo piatto.

Coloro che muoiono per proteggere la vita delle generazioni future li ringrazierebbero.



*Eliane Brum è nata a Ijuí, nel sud del Brasile, nel 1966. Scrittrice, reporter e documentarista, vive ad Altamira, città amazzonica nella quale si è stabilmente trasferita nel 2017. Ha vinto moltissimi premi nazionali e internazionali di giornalismo ed è la reporter brasiliana più premiata della storia.


Nel 2021 è stata tra le vincitrici dell'antico e prestigioso Premio Cabot di giornalismo della Columbia University. In Brasile, nel 2019, con il suo libro “Brasil, Construtor de Ruínas: um olhar sobre o país, de Lula a Bolsonaro”, ha vinto il Premio Vladimir Herzog de Anistia e Direitos Humanos, che riconosce il lavoro di giornalisti, reporter fotografici e disegnatori che attraverso il loro lavoro quotidiano difendono la democrazia, la cittadinanza ed i diritti umani.


Collabora con El País e The Guardian. Ha pubblicato un romanzo, "Uma Duas" (2011), ed altri sette libri. Ad ottobre del 2021 ha pubblicato la sua ultima opera "Banzeiro òkòtó: Uma viagem à Amazônia Centro do Mundo". I suoi libri sono stati tradotti in diversi paesi. In Italia ha pubblicato “Le vite che nessuno vede” (Sellerio 2020) ed un suo testo in "Dignità! Nove scrittori per Medici senza Frontiere" (Feltrinelli 2011).


Email: elianebrum.coluna@gmail.com

Twitter, Instagram e Facebook: @brumelianebrum


Oltre che su questo blog, altri articoli di Eliane Brum tradotti in italiano sono presenti sul sito Il Resto del Carlinho Utopia, qui

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