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Writer's pictureEliane Brum

Star a Glasgow, bersagli in Brasile

Updated: Dec 3, 2021

Se la protezione dei popoli amazzonici non andrà più velocemente degli accordi, la foresta raggiungerà il punto di non ritorno. di Eliane Brum*, El Pais, 17.11.2021 (traduzione di Carlinho Utopia)


Alessandra Korap Munduruku
Alessandra Korap Munduruku | foto: Ueslei Marcelino / Reuters

Alessandra Korap Munduruku, lasciati i discorsi della COP26 è atterrata nella prima linea della guerra climatica e la sua vita è stata subito a rischio. Un'interruzione di corrente con la bolletta pagata, poco dopo il suo ritorno, l'ha allertata che qualcosa non andava. La leader indigena ha preso i suoi due figli e il marito e ha dormito altrove. Il giorno dopo hanno trovato la casa violata e messa a soqquadro.


Alessandra, una delle principali leader dei popoli indigeni dell'Amazzonia, ha ricevuto minacce di morte per aver cercato di fermare le estrazioni minerarie illegali e la deforestazione nelle terre del suo popolo. Era già stata attaccata in precedenza, dopo aver denunciato al Congresso brasiliano l'invasione della foresta tropicale.


Star alla COP26, leader come Alessandra sono tornati ad essere bersagli non appena scesi dall'aereo in Brasile. Uscire da questa impasse con la necessaria urgenza o continuare con la lentezza degli accordi è la decisione che determinerà quanto si scalderà il pianeta entro la fine del secolo.


I leader indigeni dell'Amazzonia hanno conquistato un protagonismo senza precedenti a Glasgow, sottolineando che l'unico modo per salvare la foresta è proteggere i suoi popoli. La sfida è la differenza di velocità tra i negoziati in ambienti climatizzati e lo sterminio sul terreno, dove si svolge la guerra climatica.


In Brasile, nel 2020, 182 indigeni sono stati uccisi, il 60% in più dell'anno precedente. Tra il 2018, l'anno in cui Bolsonaro è stato eletto, e il 2020, il secondo anno del suo governo, le invasioni nelle terre dei popoli indigeni sono aumentate del 137%. In tutta l'Amazzonia, l'avvicinarsi del Capodanno 2022 causa il panico nelle comunità. Tutto indica un'esplosione di violenza nell'anno in cui Jair Bolsonaro tenterà di essere rieletto senza alcuna certezza di riuscirci. Lui e i suoi sostenitori aumenteranno la pressione e gli attacchi su tutti i fronti.


Il primo rapporto dello Science Panel for the Amazon (Pannello Scientifico per l'Amazzonia), presentato l'ultimo giorno della COP26, ha mostrato che più di un terzo dell'Amazzonia è deforestato o degradato. Il rapporto è un'iniziativa di 200 scienziati di diversi paesi per affrontare l'urgenza della situazione della foresta, che si sta avvicinando sempre più al punto di non ritorno.


Oltre alla reazione degli scienziati, c'è un accordo per investire 1,7 miliardi di dollari, tra paesi e donatori privati, direttamente nelle azioni dei popoli indigeni. Questo è un passo avanti. Ma l'escalation di violenza richiede molto di più. Lo ha spiegato molto bene Juma Xipaia, leader indigena della regione dello Medio Xingú, che per aver difeso la foresta ha subito attentati alla sua vita fin da quando era adolescente: "Non abbiamo bisogno solo di fondi e denaro, ma di impegno e rispetto. Abbiamo bisogno che capiate che finanziare un fondo non vi esime dalle vostre responsabilità verso il clima e la Madre Terra. E ora, cosa farete? "


*Eliane Brum è nata a Ijuí, nel sud del Brasile, nel 1966. Scrittrice, reporter e documentarista, vive ad Altamira, città amazzonica nella quale si è stabilmente trasferita nel 2017. Ha vinto moltissimi premi nazionali e internazionali di giornalismo ed è la reporter brasiliana più premiata della storia.

Nel 2021 è stata tra le vincitrici dell'antico e prestigioso Premio Cabot di giornalismo della Columbia University. In Brasile, nel 2019, con il suo libro “Brasil, Construtor de Ruínas: um olhar sobre o país, de Lula a Bolsonaro”, ha vinto il Premio Vladimir Herzog de Anistia e Direitos Humanos, che riconosce il lavoro di giornalisti, reporter fotografici e disegnatori che attraverso il loro lavoro quotidiano difendono la democrazia, la cittadinanza ed i diritti umani.

Collabora con El País e The Guardian. Ha pubblicato un romanzo, "Uma Duas" (2011), ed altri sette libri. Ad ottobre del 2021 ha pubblicato la sua ultima opera "Banzeiro òkòtó: Uma viagem à Amazônia Centro do Mundo". I suoi libri sono stati tradotti in diversi paesi. In Italia ha pubblicato “Le vite che nessuno vede” (Sellerio 2020) ed un suo testo in "Dignità! Nove scrittori per Medici senza Frontiere" (Feltrinelli 2011).


Email: elianebrum.coluna@gmail.com

Twitter, Instagram e Facebook: @brumelianebrum


Oltre che su questo blog, altri articoli di Eliane Brum tradotti in italiano sono presenti sul sito Il Resto del Carlinho Utopia, qui

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