Facendosi beffe della democrazia su un palcoscenico globale, il presidente del Brasile ha raggiunto tutti i suoi obiettivi personali di Eliane Brum*, El País 22.09.21 (traduzione di Carlinho Utopia)
Quando è apparso a New York per il discorso d'apertura dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Jair Bolsonaro è stato presentato dai notiziari brasiliani e internazionali come un paria del mondo, che mangiava pizza in piedi sul marciapiede perché non vaccinato. Non concordo con questa analisi e la mia va nella direzione opposta. Non è stato l'estremista di destra che governa il Brasile a doversi vergognare o a far vergognare il paese. Mi sembra esattamente l'opposto. Bolsonaro si è fatto beffe della democrazia su un palcoscenico globale, le sue bugie sono state tradotte in diverse lingue ed è tornato a casa acclamato dai suoi seguaci per la sua autenticità e il coraggio di affrontare la parte del pianeta che disprezza. Accogliendo un presidente che ostenta il fatto di non essersi vaccinato come fosse un trofeo, proprio nel momento in cui gli Stati Uniti stanno affrontando un nuovo peggioramento della pandemia dovuto alla variante delta, la vergogna è degli Stati Uniti di Joe Biden e della New York di Bill de Blasio. La vergogna è soprattutto dell'ONU.
Bolsonaro contrasta la lotta contro la pandemia in ogni modo e attraversa il confine americano tutto gongolante perché l'ONU si è dimostrata incapace di prendere una posizione di fronte alla Russia di Vladimir Putin, che si è opposta con veemenza all'intenzione di sbarrare il passo a chiunque non fosse vaccinato. Bolsonaro riderà a lungo anche dell'impresa di aver aperto l'assemblea del pilastro più simbolico dell'ordine mondiale dopo la seconda guerra mondiale diffondendo bugie esplicite. La sua presa in giro dell'ONU è di livello planetario. Poco conta che i notiziari ritraggano un Bolsonaro patetico, oggetto di battute e vignette sulla stampa. Bolsonaro è entrato negli Stati Uniti senza essere vaccinato e questo è il fatto principale.
E poco conta anche fare articoli e analisi che dimostrano che ha mentito su quasi tutto. I suoi seguaci, così come una parte dei non seguaci, considerano tutto ciò che la stampa afferma come fake news e non la leggono, guardano o ascoltano nemmeno. Una parte del pianeta, e non solo del Brasile, crede di poter scegliere qual è la verità se la bugia le fa comodo. E non è altrettanto facile, va detto, sentire, guardare e leggere parti della stampa che vanno ripetendo cose come "contrariamente alle aspettative dell'ala moderata del governo, Bolsonaro non ha moderato i toni nel discorso all'ONU". Ma sul serio esiste ancora qualcuno che parla di aspettative di questo tipo come se davvero ci credesse? È così che dittatori eletti come Bolsonaro distruggono la democrazia dall'interno. Se gli strumenti democratici e le istituzioni che li rappresentano sono incapaci di impedire a qualcuno come Bolsonaro, non vaccinato, di tenere un discorso in presenza all'ONU, a cosa servono? Allo stesso modo, se tutto ciò che le istituzioni brasiliane sono in grado di produrre sono solo (altri) discorsi su come Bolsonaro svergogna il paese, piuttosto che usare gli strumenti democratici previsti dalla Costituzione per impedirgli di continuare a governare, a cosa servono allora? Mi piacerebbe poter affermare che questo incubo avviene perché la democrazia e le sue istituzioni non avevano previsto creature come Bolsonaro, ma sarebbe un'ingenuità inaccettabile da qualsiasi punto di vista, compreso quello storico. Bolsonaro è un prodotto delle deformazioni di una democrazia che non ha mai raggiunto gli strati più indifesi della popolazione ed è un prodotto del cinismo del capitalismo liberale. La scena con Boris Johnson ne è un esempio. Sembra che il primo ministro britannico, un caricaturesco uomo di destra, abbia dato a Bolsonaro una "tirata d'orecchie" per non essersi vaccinato, ma è solo una messa in scena. Ciò che conta è che un sorridente BoJo abbia stretto la mano a un sorridente Bolsonaro alla vigilia del vertice sul clima di Glasgow, nonostante il presidente brasiliano stia portando la più grande foresta tropicale del pianeta al punto di non ritorno. Bolsonaro sta dove sta perché le multinazionali e i governi che le rappresentano continuano a trarre profitto e ad avere vantaggi con lui alla presidenza. Bolsonaro sta dove sta, perché gran parte dell'impresariato brasiliano, così come degli speculatori, credono che con lui ancora al potere potranno fare più profitti che se non ci fosse.
Mostrando il dito medio ai manifestanti contro Bolsonaro, Marcelo Queiroga ha affermato la verità più profonda all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. E ora il ministro della salute del paese prossimo ai 600.000 morti per covid-19 riposa e passa la quarantena in un lussuoso hotel di New York perché, ovviamente, è risultato positivo al virus.
Così vanno avanti la democrazia e i suoi pilastri globali. E c'è ancora chi si sorprende che muoiano, dimenticando che per morire è necessario prima essere vivi.
*Eliane Brum è nata a Ijuí, nel sud del Brasile, nel 1966. Scrittrice, reporter e documentarista si occupa in particolare di Amazzonia e di periferie urbane. Collabora con El País e The Guardian e i suoi articoli appaiono anche sulla rivista Internazionale. Ha pubblicato un romanzo, Uma Duas (2011), e varie raccolte di interviste e reportage, tra cui “Brasil, Construtor de Ruínas: um olhar sobre o país, de Lula a Bolsonaro” (Arquipélago). In Italia ha pubblicato “Le vite che nessuno vede” (Sellerio 2020) ed un suo testo in "Dignità! Nove scrittori per Medici senza Frontiere (Feltrinelli 2011). Ha vinto moltissimi premi nazionali e internazionali di giornalismo. “Le vite che nessuno vede” è stato selezionato per il National Book Award 2019 ed è stata tradotta in numerosi paesi.
Site: elianebrum.com
Email: elianebrum.coluna@gmail.com
Twitter, Instagram e Facebook: @brumelianebrum
Oltre che su questo blog, altri articoli di Eliane Brum tradotti in italiano sono presenti sul sito Il Resto del Carlinho Utopia, qui
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