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Writer's pictureEliane Brum

Togliete le ginocchia dei bianchi dal collo dei neri

Updated: Sep 16, 2021

Senza sterminare il razzismo, né la covid-19 né la crisi climatica saranno superate di Eliane Brum* - El País 03.06.2020 (traduzione di Patrizia Giancotti)

#VidasNegrasImportam #BlackLivesMatter
#VidasNegrasImportam #BlackLivesMatter

"Non riesco a respirare." La frase di George Floyd, 46 anni, un uomo di colore, assassinato da un ufficiale di polizia bianco a Minneapolis, negli Stati Uniti, non è solo il grido di un momento. È la frase di un tempo in cui si muore per mancanza d'aria. La violenza soffoca più neri che bianchi. Covid-19 soffoca più neri che bianchi. La crisi climatica toglierà l'aria più neri che ai bianchi. C'è un ginocchio bianco su ogni collo nero. Quando si discute della costruzione di una società più ecologicamente corretta nella post-pandemia, è necessario capire che non ci sarà altro mondo possibile fino a quando le ginocchia bianche non la smetteranno di schiacciare il collo ai neri. Quando pronunciò la frase che riassume la sua vita, George Floyd si trovava in una frazione di secondo degli infiniti otto minuti e 46 secondi nei quali stava per essere soffocato dal ginocchio bianco che gli premeva sul collo. Ripetuto nelle proteste che hanno dato fuoco, a volte letteralmente, alle città americane, la frase di Floyd che è insieme una costatazione e una richiesta di aiuto, ha attraversato i confini ed è risuonato in tutto il mondo. In Brasile, il grido di Floyd si è unito a quello di João Pedro, 14 anni, nero. L'adolescente stava giocando a casa degli zii il 18 maggio, a São Gonçalo, Rio de Janeiro, quando la polizia ha invaso la zona sparando. In tre stanze, ci sono i segni di 70 colpi. Il ragazzo era a casa, dove dicevano di restare. E fu colpito alla schiena. La polizia ha fatto irruzione e ha rapito il suo corpo, che è stato trovato dalla famiglia, senza vita, 17 ore dopo. La morte da arma da fuoco dei bambini neri delle favelas di Rio e di altre città brasiliane, non è un'eccezione. Tanto che, nel 2019, i bambini del Complexo de Favelas da Maré, hanno scritto alla Corte di giustizia di Rio de Janeiro raccontando la loro vita. Uno di loro ha detto: "Non mi piace l'elicottero [della polizia] perché spara verso terra e la gente muore". Il dramma biopolitico vissuto oggi dal Brasile è attraversato dal razzismo che struttura l'ultimo paese delle Americhe ad aver abolito la schiavitù. Jair Bolsonaro è stato eletto con un discorso razzista contro i neri e contro i nativi. Il Covid-19, che il presidente chiama "influenzetta", è stato portato nel paese da élite bianche che hanno trascorso le loro vacanze in Europa. La ricerca mostra, tuttavia, che la malattia uccide più neri che bianchi. I neri sono anche la maggior parte di coloro che non possono isolarsi perché hanno bisogno di lavorare per strada e sono quelli che hanno le abitazioni più precarie e affollate. Anche nella pandemia, la polizia continua a uccidere soprattutto neri. E anche se restano, come João Pedro, all'interno delle loro case chiuse. Ad aprile, nella sola Rio de Janeiro, la polizia ha ucciso 177 persone, in maggioranza afro-discendenti. Senza sterminare il razzismo, l'aria continuerà a mancare. Non sarà possibile superare né la pandemia né la crisi climatica. Se i bianchi richiedono un nuovo patto di civiltà, ciò implica, innanzitutto, che ognuno immediatamente tolga il ginocchio dal collo di un uomo nero, il che significa perdere privilegi e dividere gli spazi di potere in tutte le aree "assolutamente tutte".


*Eliane Brum è nata a Ijuí, nel sud del Brasile, nel 1966. Scrittrice, reporter e documentarista si occupa in particolare di Amazzonia e di periferie urbane. Collabora con El País e The Guardian e i suoi articoli appaiono anche sulla rivista Internazionale. Ha pubblicato un romanzo, Uma Duas (2011), e varie raccolte di interviste e reportage, tra cui “Brasil, Construtor de Ruínas: um olhar sobre o país, de Lula a Bolsonaro” (Arquipélago). In Italia ha pubblicato “Le vite che nessuno vede” (Sellerio 2020) ed un suo testo in "Dignità! Nove scrittori per Medici senza Frontiere (Feltrinelli 2011). Ha vinto moltissimi premi nazionali e internazionali di giornalismo. “Le vite che nessuno vede” è stato selezionato per il National Book Award 2019 ed è stata tradotta in numerosi paesi. Site: elianebrum.com Email: elianebrum.coluna@gmail.com Twitter, Instagram e Facebook: @brumelianebrum Oltre che su questo blog, altri articoli di Eliane Brum tradotti in italiano sono presenti sul sito Il Resto del Carlinho Utopia, qui


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