Come si può vivere governati da un presidente sospettato non solo di aver diffuso il virus, ma anche di aver ritardato le vaccinazioni in una trama di corruzione?
di Eliane Brum, El País (ES)* 1 luglio 2021 (traduzione di Carlinho Utopia)
Fino alla scorsa settimana, i brasiliani sapevano che Jair Bolsonaro aveva messo in atto un piano per diffondere il coronavirus e garantire così "l'immunità di gregge", suppostamente in nome dell'economia.
Questa parte del piano, rivelata da EL PAÍS, è ampiamente documentata. Venerdì l'orrore ha assunto proporzioni ancora maggiori. Alla Commissione Parlamentare che indaga sull'operato del governo durante la pandemia, due testimoni hanno denunciato un piano per sovrafatturare l'acquisto nel 2021 del vaccino indiano Covaxin, un contratto da 325 milioni di dollari per un vaccino dalla controversa efficacia, dopo averne rifiutato altri ben più sicuri nel 2020. Bolsonaro sarebbe al corrente della truffa, presumibilmente orchestrata dal capo del governo alla Camera dei deputati, Ricardo Barros, personaggio legato ad altri casi di corruzione.
Da quel momento, ogni madre, ogni padre, ogni figlio e figlia, sorella e fratello sono sprofondati nell'incubo che i loro cari siano potuti morire perché le tasche di pochi si riempissero di denaro pubblico. La denuncia del deputato Luis Miranda, che è addirittura bolsonarista, e di suo fratello, Luis Ricardo Miranda, funzionario che coordina la divisione import del Ministero della Salute, ha inoculato nella popolazione il sospetto che gli attacchi di Bolsonaro ai vaccini della Pfizer e di altri laboratori avessero l'obiettivo di beneficiare l'India per arricchirsi illecitamente. In questo caso, la corruzione avrebbe raggiunto l'indicibile, ritardando le vaccinazioni. Secondo uno studio dell'epidemiologo Pedro Hallal, si sarebbero potute evitare più di 400.000 morti se il governo di Bolsonaro avesse applicato misure di prevenzione. Il solo ritardo nella vaccinazione si sarebbe portato via 95.000 vite. Che al centro delle nuove denunce vi sia il controverso vaccino indiano di Narendra Modi, compagno di sterminio di Bolsonaro, aggrava ulteriormente lo scenario.
Ricardo Barros, indicato come il coordinatore della trama corruttiva, dà la dimensione dell'abisso del Brasile: è stato una figura strategica della base alleata di quasi tutti i governi dalla fine della dittatura civile-militare: Fernando Henrique Cardoso, Lula, Dilma Rousseff, Michel Temer e ora Bolsonaro. Michel Temer lo nominò ministro della Sanità e Barros fu uno dei nemici più violenti del sistema sanitario pubblico. Che una tale creatura sia una figura centrale del governo è la prova assoluta che la bandiera anticorruzione di Bolsonaro è un'altra delle sue grandi bugie.
È facile morire in Brasile. Per chi sopravvive, è molto difficile vivere. Se Bolsonaro rimarrà al potere, avendo portato a termine in modo dimostrabile un progetto di sterminio ed è ora sospettato di rubare vite per denaro, cosa resterà del Paese? L'impeachment è solo il primo atto di giustizia. E deve succedere adesso.
*Eliane Brum è nata a Ijuí, nel sud del Brasile, nel 1966. Scrittrice, reporter e documentarista si occupa in particolare di Amazzonia e di periferie urbane. Collabora con El País e The Guardian e i suoi articoli appaiono anche sulla rivista Internazionale. Ha pubblicato un romanzo, Uma Duas (2011), e varie raccolte di interviste e reportage, tra cui “Brasil, Construtor de Ruínas: um olhar sobre o país, de Lula a Bolsonaro” (Arquipélago). In Italia ha pubblicato “Le vite che nessuno vede” (Sellerio 2020) ed un suo testo in "Dignità! Nove scrittori per Medici senza Frontiere (Feltrinelli 2011). Ha vinto moltissimi premi nazionali e internazionali di giornalismo. “Le vite che nessuno vede” è stato selezionato per il National Book Award 2019 ed è stata tradotta in numerosi paesi.
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Oltre che su questo blog, altri articoli di Eliane Brum tradotti in italiano sono presenti sul sito Il Resto del Carlinho Utopia, qui
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