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29.11.13

Senza le critiche, sarebbe stato peggio...
di Silvestro Montanaro

Qualche pusillanime, da sempre ben al riparo, da sempre con le mani pulite, non per onestà ma per fariseismo, invita me e tanti altri, a tacere di fronte alla vergognosa operazione che Rai, Uchnur e Intersos hanno costruito sulla tragedia dei profughi.

 

Rischieremmo di far pubblicità a quel prodotto. Ed avremmo le nostre responsabilità nell'aver costruito un'immagine negativa dell'Africa. Mi sembra di sparare sulla croce rossa, nel rispondergli, tanta e' l'idiozia e la falsità mostrata.

 

Tacere è da sempre l'arte dei pavidi. Tacere, poi, è l'arte preferita di tanto giornalismo italiano. Un giornalismo, si fa per dire, pavido, vile che prova a giustificare i suoi silenzi con il non vale la pena parlarne. I risultati si son visti e si vedono. L'abc di questo mestiere non è ignorare, ma informare. E se l'ammiraglia del servizio pubblico mette in piedi un'operazione come Mission affidando il drammatico tema dei profughi a principi e soubrette è doveroso parlare.

 

È importante informare il grande pubblico, offrire degli strumenti di lettura critica. Quello che esattamente si è fatto e si fa anche in queste ore. Tacere significherebbe lasciar campo libero a chi, per puro found rising, proporrà una lettura pietistica e spettacolarizzata di alcune tragedie. Significherebbe lasciar passare una visione dell'aiuto colonialista e che l'Africa migliore rifiuta da tempo. Significherebbe ratificare che a poter parlare di certe cose è solo la televisione attraverso le sue creature e non chi direttamente vive i problemi.

 

Quello che andrà in onda sarà sicuramente di basso profilo e metodologicamente errato, ma senza l'attività di critica di questi mesi, sarebbe andato in onda di peggio.

 

Lo affermo con la coscienza a posto di chi, nei pochi spazi che gli erano concessi, ha raccontato crisi e mali, ma li ha fatti raccontare dai diretti protagonisti e ha provato a scavarne le ragioni profonde facendo nomi e cognomi. Multinazionali, governi, presidenti. Ripeto, con nomi e cognomi.

 

Con la coscienza di chi ha portato in uno studio televisivo italiano, a parlar d'Africa, Korouma, il più grande scrittore di quel continente. Con la consapevolezza di aver mostrato in video il meglio del pensiero e dell'arte africana, dei suoi uomini e donne migliori.

 

Ombre africane, Buongiorno Africa, Sankara... e quel giorno uccisero la felicità, Appunti africani, Dakar: basta poco...

 

A chi ha paura, macera i peggiori sentimenti, preferisce salire in cattedra piuttosto che sporcarsi le mani e star tra la gente, auguro di trovar pace ed occuparsi di altro. Mai più di giornalismo. Non è mestier loro.

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