I GRANDI REPORTAGE DI
SILVESTRO MONTANARO
"Silvestro Montanaro intervista Rafael Correa, Presidente dell'Ecuador"
Rainews 24
26.11.2010
Quando, prima di divenire presidente dell'Ecuador, fu ministro delle finanze del suo paese, venne cacciato dall'incarico. Si era permesso di rifiutare un grosso prestito, destinato a finanziare un'opera faraonica, da parte di un paese europeo. A quel tempo era la prassi in Sudamerica. I "generosi" donatori prestavano soldi per opere spesso inutili, sempre realizzate da imprese dei dei donanti. Per di più questi prestiti indebitavano, asservivano, i paesi latinoamericani alle loro logiche di rapina. Per ripagare quei prestiti, infatti, in Sudamerica si svendevano materie prime, si privatizzavano, a favore delle multinazionali del settore, immensi giacimenti di gas e di petrolio. Correa disse no a queste logiche e venne fatto fuori. Pochi anni dopo, a furor di popolo, venne eletto presidente dell'Ecuador e le sue idee produssero e producono enormi cambiamenti. L'Ecuador ha ripreso possesso delle sue risorse, delle sue finanze e avviato profonde riforme sociali. Da raro statista con una visione dei destini comuni del pianeta, Correa propose alla comunità internazionale un inedito scambio. La gran parte del gas e del petrolio del suo paese è nella porzione di Amazzonia appartenente all'Ecuador. Una risorsa dell'umanità per la ricchezza di biodiversità che contiene. Un pezzo significativo dei polmoni del pianeta. Correa si disse pronto a rinunciare all'estrazione del gas e del petrolio di quell'area se in cambio all'Ecuador venisse riconosciuto un credito ambientale. Nonostante a livello internazionale si offrano crediti per la riforestazione, la proposta di Correa, che la foresta avrebbe lasciato intatta, e con essa le popolazioni che la abitano, non ha trovato consensi sufficienti a permetterne la realizzazione. Quel gas e quel petrolio fanno gola a tanti. Probabilmente agli stessi che più volte hanno tentato di destituire con la forza Correa e di restituire l'Ecuador ai dittatorelli del passato, amici fidati degli interessi delle multinazionali.